RIGO  CAMERANO  e  LUX  BOLOGNA

 

Le avventure dell'ispettore

van  Angull  Federico

 

   

 

van F. Angull e la cassetta

di  Re  Gioacchino

divertissement giallo - arancione napoletano

 

 

I.

 

 

Donna Mafalda Augusta di San Sebastiano al Vesuvio era distesa sulle coperte del proprio letto rifatto, protetta dalla sua migliore vestaglia; il balconcino della sua stanza era spalancato sul suo mare di Napoli che lei comunque sentiva ma, dalla sua posizione arretrata, non vedeva.

L'appartamento, al quinto piano di un palazzo ottocentesco ubicato nel corso Vittorio Emanuele II consentiva, dai propri balconi, una vista parziale, ma sufficiente, da Nord a Sud, del Golfo, dal porto sino al Vesuvio e gi� alla penisola sorrentina che, alla sua destra, lasciava intravvedere, col tempo buono, Capri. Meno visibile, da quel punto di vista, l'Occidente, che avrebbe consentito allo sguardo di spaziare verso Procida ed Ischia.

 

 

Era quello un luminoso pomeriggio domenicale del mese zodiacale della bilancia, uno degli ultimi del semestre caldo, per l'esattezza il 7 di ottobre dell'anno 1999, verso le quattro del pomeriggio.

Accanto alla donna, anche lui sopra il letto, un  cane color marrone chiaro, della piccola razza volpina, e ad un suo lato, entrambi alla sua sinistra, in opposizione un po' agli infissi del balconcino, due persone d'et�, fra i sessanta e i settanta; un professore di scuola media, Vincenzo Aniello, presidente del Circolo "Amici di Re Gioacchino", ed il notaio Gaetano Pellican�, l� per una bisogna della quale diremo fra poco.

Per quei lettori che amano lasciar guidare un poco la loro immaginazione, diremo che il primo era un po' allampanato, sebbene non alto; il secondo pi� fagottello, sebbene non basso, entrambi grigi di testa.

Donna Mafalda, vedova di due mariti e di un amante italo-americano col quale aveva trascorso, si dice, un paio d'anni a New York, di famiglia faceva "Augusta" ed era d'origine, appunto di San Sebastiano al Vesuvio.

Portata in Napoli bambinissima, nell'inizio del secolo, aveva trascorso la sua giovinezza in quella stessa casa in cui si trovava adesso e nella quale, defunti i suoi genitori, esaurite le proprie avventure e sopraggiunte le sue vedovanze, era tornata per finirvi la vita. Purtroppo, nonostante i tre uomini posseduti, non aveva mai conosciuto la gioia di un figlio.

Da giovinetta, la lettura della "Storia del Reame di Napoli" di Pietro Colletta, una delle prime della sua adolescenza, l'aveva rapita al punto che, in et� pi� avanzata, trovatasi sola e benestante grazie ai lasciti dei suoi uomini, aveva contribuito alla fondazione di un circolo popolar-culturale dedicato a conservare e divulgare la memoria di Gioacchino Murat, Re di Napoli.

I tre stavano adesso aspettando un ispettore di polizia, appunto il nostro Federico, che avrebbe dovuto di gi� esser presente. Una quarta persona, una assistente volontaria della Associazione "Le Aquile"  stava in cucina a preparare un t� per quegli ospiti di riguardo.

-  Prima di arrivare - disse il professore Aniello, con tono stupito - ho assistito a una scena incredibile: c'erano due che litigavano in modo incomprensibile... si dicevano: - Ma tu chi sei?... Quando mai?... A chi?... Ripeti!... e altre frasi sconnesse di questo tipo, tant'� che mi sono avvicinato nell'intento di capirci qualcosa, ma, nonostante i miei sforzi, senza alcun risultato.

-  Ricordo - osserv� il notaio, che era il pi� anziano fra i due uomini, che ai tempi nostri un pubblico litigio sarebbe stato cosa molto diversa.

-  Proprio cos� - interfer� donna Mafalda.

-  Allora, continu� Aniello - tutto sarebbe iniziato con un acutissimo strillo di donna... Aiuto, mi vuole accide!...

-  E lui dietro, col coltello in mano - aggiunse il notaio.

-  E poi la raggiungeva, ma si fermava - concluse donna Mafalda.

-  In quel momento la gente si era gi� radunata... popolo che capiva - precis� Aniello - e questo, in qualche modo, di gi� tratteneva la mano dell' omicida... Ed era in quel momento che si levava una voce dal pubblico, severa, che biasimava: ... - E tu pretendi, tornando a casa dopo vent'anni di carcere, che tua moglie possa esserti rimasta fedele?... In quel momento la mano dell'aspirante omicida diventava di pietra... e la vittima, immobile anch'essa. E il maresciallo dei carabinieri, nel frattempo accorso, anch'esso in attesa... - E 'n do sta l'amante? gridava l'uomo... e il popolo: - L'amante � fuggito, non torna pi�, stai tranquillo... e intanto arrivavano i figli... - Pap�, io so' geometra, diceva il maggiore. E gli spettatori a  ripetere - E' geometra! Ed alla fine tutti piangevano, maresciallo compreso, e la tempesta si disfaceva... il pubblico aveva assistito, aveva contribuito... Oggi tutto � diverso.

-  Dipende in gran parte dal traffico - comment� il notaio - oggi non c'� pi� spazio per tutto questo.

-  Forse un Gioacchino avrebbe potuto fare qualcosa - sugger� Aniello, e donna Mafalda aggiunse con convinzione:

-  Certo... lui avrebbe ripristinato le carrozze.

In quel momento si ud� il rumore di una chiave muoversi nella toppa, mentre il cane, senza abbaiare, salt� dal letto per andarsene a scodinzolare intorno al nuovo arrivato, che aveva riconosciuto prima di vederlo.

Era arrivato van Angull Federico, ispettore di polizia, conosciuto in casa da lunghi anni come "guaglione" di donna Mafalda.

Gli � che il padre di Federico, giunto in Napoli dall'Olanda verso la met� degli anni 'Cinquanta, alla guida di un camion proprio, pieno di pezzi di ricambio per automobili olandesi e tedesche, aveva trovato pi� conveniente limitarsi a lavorare soltanto per ditte italiane, e poi per macchine nuove e usate, indifferentemente. Era il tempo in cui Napoli era la citt� pi� vivibile del Mediterraneo, quando i chilogrammi di maccheroni e spaghetti distribuiti al popolo dai sostenitori del sindaco Lauro, procuravano scandalo nazionale.

Innamoratosi di una donna del popolo, Johannes, cos� si chiamava il padre di Federico, di religione evangelica che aveva trasmesso al figlio, si spos�, ma purtroppo, una decina d'anni pi� tardi, gi� nato il suo unico figlioletto, mor� d'incidente automobilistico.

In quello stesso periodo di tempo anche donna Mafalda perse il secondo marito (e ultimo uomo), e accadde che si prese in casa, per aiuto e compagnia, la madre di Federico e vedova dell'olandese, quasi senza stipendio, ma col vivere garantito. E fu da allora che la gi� anziana padrona di casa si innamor� dell'infante treenne che sfruguliava per le stanze e gli faceva dimenticare il dolore fondamentale che si portava dietro dal tempo del suo primo matrimonio.

Dalle due donne il bimbo era stato educato bene: aveva terminato il liceo scientifico e aveva anche vinto un concorso in polizia, grazie al quale aveva raggiunto il titolo di commissario. Alla fine Maria,  madre di Federico, avendo ereditato l'appartamento dei genitori in San Giorgio la Molara, presso Benevento, si era allontanata e donna Mafalda, che andava ormai sul vecchissimo, aveva trovato altre assistenti, stavolta per� a pagamento e a ore. L'appartamento proprio, piccole eredit� e cumuli di pensione provenienti dagli uomini della sua vita, tutti defunti, facevano di lei una benestante e di Federico un candidato alla propriet�, almeno parziale, dei suoi beni, che lui per� mai si era preoccupato di valutare.

Occorre ancora dire che, sull'inizio degli anni 'Novanta, anche la madre del nostro mor�, di cancro alla mammella, ed il ragazzo, ormai col pane assicurato, si allontan� ancora pi�. Mai per� i contatti furono persi e donna Mafalda, che gi� dal tempo aveva superato i novant'anni, telefonava ogni tanto al "figliolo" disturbando la sede operativa di polizia.

Quand'egli comparve, il viso di Mafalda si illumin� dello stesso sorriso che, a suo tempo, lei aveva donato al piccolo bambino.

Stava, il nostro, sui trentacinque, jeans e maglietta a strisce, nulla che facesse pensare a un detective. Snello e sportivo, sugli uno e ottanta, l'unica caratteristica "straniera" gli proveniva dai capelli rossi, o "arancioni", come sottolineavano gli amici.

-  Ecco il mio figliolo - disse la donna ai suoi ospiti, mentre il cane continuava a scodinzolare. Poi aggiunse, volgendosi a Federico: - Il presidente gi� lo conosci, e questo � il notaio Pellican�. - Si tacque un istante e concluse: - Portami fuori al balcone e fammi  vedere il mare per l'ultima volta.

-  Eh!... per l'ultima volta...

-  Stai zitto, che io ho cent'anni!

Scese dal letto senza appoggio, strinse bene la cintura della vestaglia di seta gialla e azzurra che nascondeva una camicia da notte lunga, e prese il braccio del giovane.

Uscirono tutti, cane compreso. Il sole volgeva al tramonto, ma era ancora abbastanza alto, e il poco riverbero consentiva allo sguardo di spingersi lontano. Sullo sfondo la penisola sorrentina...ma Capri non si vedeva.

 

   

Brueghel. Marina di Napoli nella met� del XVI secolo.

   

-  Una mattina del 1809 - disse donna Mafalda parlando ai soli figliolo e notaio, ritenendo che per il professore Aniello fossero cose note - Napoli si svegli� e vide il golfo colmo di vele inglesi e borboniche provenienti dalla Sicilia... centinaia e centinaia di navi da guerra... e c'era Nelson, e tutti i meglio ammiragli del Re Borbone... tutti pronti a bombardare Napoli. Contro di essi la flotta napoletana, con pochissime navi, ma sulla pi� bella lui, Gioacchino, aiutato dai cannoni della fortezza ed ammirato dal popolo sulla riva... Tutto il giorno si combatt� senza che alcuno fosse ferito, ed alla sera le navi inglesi scapparono, seguite da quelle siciliane ed inseguite da quelle napoletane... e non si fecero vedere pi�... almeno finch� qui ci fu un tale Re... - Sospir�, rivolta ai suoi ospiti: - C'� solo un colore nel mondo...il blu golfo di Napoli... - Poi comand�: - Rientriamo! - e quando tutti furono nuovamente in camera chiese che si richiudesse la porticina esterna e si passasse in salotto.

Sovente il salotto "buono" dei napoletani � chiuso a chiave in assenza di ospiti; non cos� quello di donna Mafalda, che veniva pulito almeno una volta la settimana dalle inservienti di turno ed occupato spesso dalle assistenti sociali che vi si intrattenevano a conversare. Non era un salotto completamente antico, come forse ci si sarebbe potuti aspettare, e ci� perch� alcuni pezzi erano stati sostituiti.

Dell' Ottocento rimanevano una vecchia cassapanca ancora piena di roba, una spinetta che Mafalda aveva suonato da giovane, ma che adesso stonava, e alcuni quadri, fra i quali un Murat a cavallo, un volto del Colletta e una "Battaglia di Tolentino del 1815". Un divano grande e due poltrone, rinnovati, e al centro un gran tavolo rettangolare con sei sedie, il tutto relativamente recente.

Entrati, i presenti si disposero su tre lati del tavolo, presidente e notaio sui lati stretti, donna Mafalda e Federico a capo tavola, entrambi su un solo lato.

Appena accomodati entr� l'assistente recando un vassoio con un bricco, una coppa di biscotti, piena, un piattino con un limone a fette, cucchiaini, forchettine e quattro tazze. Sorrise a tutti, vers� il te e si allontan� dicendo: - Torno fra poco a prendere tutto. - A donna Mafalda diede mezza razione, non perch� ci� fosse prescritto dal medico, ma per non appesantirla, almeno cos� lei pensava.

Disposti che furono tutti, Mafalda inizi� guardando Federico negli occhi.

-  La situazione � grave - disse - stanotte ha abbaiato il cane!

-  Che vuol dire? - rimand� il figliastro.

-  Vuol dire che l'arrembaggio non tarder�... Stanotte qualcuno voleva entrare.

-  Federico rispose - Uhmm - a bocca chiusa, riflettendo sul fatto che l'appartamento stava all'ultimo piano, con un unico ingresso.

-  Avete udito muovere il chiavistello?

-  No, mi ha svegliato il cane.

Federico ripet�: - Uhmm - e la parola pass� al presidente il quale, tacendo, ammicc� a donna Mafalda, e costei riprese il discorso continuando a rivolgersi al giovane.

-  Un anno fa il presidente del circolo "Amici di Re Gioacchino" ritir� per mio conto, dalla sede centrale della banca di Napoli... in Napoli... un assegno di quattro milioni proveniente da lasciti dei miei due vecchi mariti, e da un conto a New York... contante ivi depositato... - lasci� la tazza e, non senza difficolt� si lev� dalla sedia, pronto il notaio a levarsi a sua volta e ad offrirle un braccio.

Mafalda trasse di tasca una piccola chiave e chiese al figliolo di aprire la cassapanca.

-  Scarica ci� che sta sulla destra e appoggia tutto sul divano.

Federico tolse quattro lenzuola e un paio di coperte, e poi si ristette.

-  Da questa parte si vede il fondo. - disse.

-  Ora, osserva la cassa da fuori, dal lato stretto... vedi il sole e la luna in rilievo?... Premi il centro del sole, poi tira verso di te.

Federico esegu� e una tavoletta si spost� verso il fuori evidenziando, nell'interno, un ripostiglio quadro di una trentina di centimetri di lato, profondo dodici, dal quale pot� estrarre una vecchia cassetta rettangolare, venti per dieci, chiusa a chiave, che appoggi� sul tavolo.

-  Questa cassetta � autentica - disse donna Mafalda rimettendosi a sedere, mentre il giovane riordinava la biancheria da letto e richiudeva - datata 1809... la data � incisa a sbalzo...e sono certa che provenga dalla reggia di Capodimonte...sembra meno antica perch� il colore � stato rinfrescato... Allora...mi stai attento? - aggiunse a Federico, che stava ancora lavorando.

-  Donna Mafalda... Vi pare?

-  Bene... chiudi la cassapanca e vieni qua... Questa cassetta, che io adesso apro con questa chiave... contiene un assegno di quattro milioni di lire italiane... quattro milioni... ed una lettera firmata dal direttore della Banca di Napoli... in Napoli... nella quale viene giustificato il conto degli interessi e della trasformazione della cifra... il direttore e il notaio ne sono al corrente.

-  Io cosa dovrei fare? - chiese Federico.

-  Aspetta... quando fra non molto sar� morta... e me ne star� qualche tempo nella bella Napoli di Gioacchino... allora tutti gli iscritti del nostro circolo...

-  Che sono cinquantadue - interruppe il professore Aniello, storico e archeologo.

-  Che sono cinquantadue - ripet� donna Mafalda - ...vorrei facessero una cerimonia festosa e ripartissero questa cifra in parti uguali.

-  Quattro milioni di trenta o quaranta anni fa - pens� Federico - rivalutati ne fanno una cinquantina, e forse anche pi�. - Poi disse forte: - Recuperata la svalutazione ne faranno quasi un milione a testa - alla quale frase notaio e direttore si misero a ridere forte, imitati dalla vegliarda che possedeva una bella dentatura rifatta.

-  Ma no, no - corresse il notaio - i quattro milioni sono di gi� rivalutati... e immagino che potrebbe esserci anche una parte per voi.

L'ispettore fece un rapido calcolo mentale e valut� la ripartizione a circa 75 mila lire a persona, egli stesso compreso, dopo di che sorrise e ripet�:

-  Io cosa dovrei fare?

Si intromise il direttore Aniello.

-  Donna Mafalda non si fida pi� a tenere in casa tanto denaro, per cui vi chiede di accettare la cassetta e conservarla sino al giorno della sua morte... avvenuta la quale la riporteremo insieme al notaio e lui stabilir� la data ufficiale della cerimonia commemorativa... - ma donna Mafalda tagli� corto:

-  Eccoti la cassetta - disse col miglior tono solenne che la sua et� consentiva - che ti consegno dinnanzi ai presenti testimoni e della quale avrai cura...

Il notaio interruppe senza parlare. Apr� la sua borsa e ne trasse un protocollo gi� compilato che prese a leggere subito.

-  Ad� sette ottobre 1999, sono convenuti davanti a me notaio Gaetano Pellican�... eccetera eccetera... firmiamo qua.

Dopo che tutti ebbero firmato in due copie, che una sarebbe rimasta nella cassaforte dello stesso notaio, donna Mafalda consegn� al nostro ispettore una borsa di pelle che teneva gi� pronta vicino a s�.

E' una borsa del mio secondo marito medico... larga sul fondo... qui la cassetta si adatta bene.

-  Non ci pensate, donna Mafalda - tranquillizz� Federico - non la porter� in caserma... per stanotte la terr� in casa e domattina la depositer� bene al sicuro nel cav� di una banca segreta, molto fuori di Napoli. Luogo e numero saranno consegnati quanto prima ai qui presenti professore e notaio.

-  Benissimo - rispose Pellican�, e il professore avrebbe voluto approfittare del momento di pausa per illustrare il contenuto della sua ultima pubblicazione "Gioacchino e l'ideale napoletano dell'unit� d'Italia", quando il campanello della porta squill�: era la donna del turno pomeridiano, venuta a dare il cambio all'assistente gi� in casa. La vegliarda  se ne and� verso lei e fece cenno all'assistente di sparecchiare. I tre uomini si prepararono a uscire e salutarono. Donna Mafalda trattenne per� Federico sull'uscio.

-  Abbi cura della cassetta... e bada che ciascuno abbia il suo.

-  Non dubitate, donna Mafalda.

-  E ora vai!

Fu cos� che Federico si trov� in strada accanto alla sua vecchia Alfa 33, scassatissima come si conviene a un ispettore di polizia in Napoli, per� con un motore per bene. Non vi sal�, poich� abitava nella stessa strada, e arriv� a piedi nel suo piccolo appartamento da "singol", dal quale, peraltro, era quasi normalmente assente.

Un buon ispettore scapolo mangia e dorme in caserma, gli avevano detto il primo giorno del suo servizio, ma ormai quella vita cominciava a pesargli. Una fidanzata, comunque, l'aveva, e la chiam� al telefono.

Dalla casa di lei gli dissero che sarebbe arrivata fra poco, insieme a una sua sorella. Il giovane mise la borsa sul piano della credenza e cominci� a preparare una cena per tre: un uovo all'occhio di bue a testa, cotto su una fettina senz'osso. Per secondo, pomodori affettati e mozzarella di bufala, anch'essa a fette.

Dopo un po' le ragazze arrivarono, ma prima che i tre riuscissero a terminare la cena, il telefono squill�. Era il commissariato.

-  Il barone Klagenfurt si � sparato - si sent� dire.

-  Che c'entro io? Chiamassero i carabinieri di Saviano, e l'ambulanza.

-  Si, ma hanno chiesto personalmente di te... il barone ha sbagliato mira, ma tiene ancora la pistola in mano... la moglie � terrorizzata... � lei che parla al telefono.

Federico rispose con un "va beh" formale e, da buon funzionario, si dispose a partire senza discutere oltre.

 

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I.   II.   III.   IV.   V.   VI.   VII.   Conclusione

frontespizio   retro   dedica

 

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