La Cassetta di Re Gioacchino

 

 

V.

 

           

 

Nel pomeriggio di mercoled� 10 ottobre, dopo avere trascorso la mattinata in casa e in riposo, Federico realizz� che non avrebbe potuto presentarsi al pranzo ufficiale dei gioachimiti laici (autodefiniti cos� per distinguersi dai gioachimiti religiosi seguaci dell'eremita Giacchino da Fiore) con una banale cassetta da scacchi.

-  Mi costi pure centomila lire, andr� da un antiquario - pens� - ... metter� dentro l'assegno da quattro milioni e la dichiarazione di smarrimento della stazione carabinieri di San Giorgio... non ci far� una bella figura, ma l'importante � che l'assegno sia restituito per intero... per il resto... racconter� di come, per merito mio, si salvarono tutti... Peccato non poter invitare il barone Klagenfurt.

Non pi� di mezz'ora pi� tardi Federico stava trattando con un negoziante antiquario l'acquisto di una cassetta originale datata, dell'Ottocento. L'antiquario ne aveva alcune del Settecento, altre del primo Novecento, di varie dimensioni. Ne present� una bella, a 250 mila lire.

-  Ne vorrei una dell'Ottocento... anche meno bella, purch� datata - disse Federico. L'antiquario scomparve ingoiato da una scala in discesa che portava a un piano basso del magazzino, mentre un commesso sorridente e muto gli si accostava. L'antiquario ricomparve abbastanza presto. Recava una cassetta color terra di Siena bruciata, rilevata a sbalzo, ma con decorazioni approssimative.

-  Questa � meno bella... per� � datata... vedete qui - e fece leggere: - 13 giugno 1799.

-  Non � dell'Ottocento.

-  Eh, per sei mesi... - e il negoziante si rivolse al commesso: - Com'� che non teniamo cassette datate dell'Ottocento?

-  Vanno di pi�... so' finite.

-  Procurane qualcuna... datti da fare... cerca... - dopo di che il commerciante emise un grande sospiro e aggiunse, rivolto al nostro: - Posso scontarla a centosessanta... per voi.

Federico tir�, e dopo una certa qual discussione riusc� a ottenerla per centocinquantacinque, non un soldo di meno.

Risolta questa incombenza, Federico pass� il resto della settimana, al di l� del lavoro d'ufficio ed ai normali incontri con la fidanzata, a visitare la vetrina di "da Figaro", entro la quale continuava a campeggiare la scritta di omaggio al barone Klagenfurt. Si rec� anche in San Giorgio la Molara a seguire le indagini sullo scontro e l'abbruciamento, ma non riusc� a ottenere altro che una dichiarazione del tipo "Si presenta e afferma esserci stata una cassetta"... non del tipo "Era fra i passeggeri e aveva la cassetta con s�".

Quanto al barone, dopo un paio di giorni se ne torn� a Saviano di sua iniziativa e senza avvisare, giustificandosi col dire: - Se devo morire, muoio a casa mia... il barone Klagenfurt non teme.

Ed anche la moglie lo sosteneva, ripetendo frasi consimili.

Federico se ne torn� da San Giorgio scontento, e in quella settimana mangi� e bevve poco, accomodando lo stomaco per il buon pranzo che lo attendeva.

 

* * *

 

La domenica del 14 ottobre il tempo era soleggiato, ma fresco per venti da Nord. Iniziava l'ultima settimana del mese "Bilancia" e scorrevano quindi gli ultimi giorni del semestre caldo.

Federico, per s�, non avrebbe tenuto molto a quel pranzo se non vi fosse stato obbligato; comunque si era messo in completo leggero di giacca, camicia e cravatta, tutto in tinta mattone che s'intonava al colore dei suoi capelli. Stonava soltanto una borsa rimediata e logora che, purtroppo, non si sarebbe potuto esimere dal portare. Lo accompagnava la fidanzata, che abbiamo gi� conosciuto e che intendeva presentare a donna Mafalda.

Era costei, Beatrice, fanciulla di 25 o 27 anni, di famiglia modesta, bruna, volto rotondo partenopeo, un metro e sessantacinque bene incarnato, impiegata amministrativa di un grande magazzino. Per l'occasione indossava un vestito azzurro con in testa un nastro dello stesso colore. Di carattere estroverso e naturalmente allegro, Federico non dubitava che a donna Mafalda sarebbe piaciuta.

Per l'occasione era stata scelta Villa Marinella, sul colle di Posillipo, e la comitiva degli invitati era stata disposta in una vasta e accogliente sala che costituiva per� solo una parte dello spazio totale riservato ai ricevimenti.

 

   

 

Quando i fidanzati arrivarono i partecipanti c'erano gi� quasi tutti, disposti nel tavolo grande visibile in foto, una dozzina su due tavoli della sala adiacente, porta spalancata a portata di voce.

Donna Mafalda arriv� ultima, accompagnata al braccio da una infermiera, ma con passo sicuro; accanto a lei il presidente professor Vincenzo Aniello, cultore di storia patria e napoletana. Applaudita da tutti, sorrise istintivamente a bocca chiusa, bench� avesse bei denti rifatti, come si � scritto. Volle subito abbracciare Beatrice, che non aveva mai visto prima.

-  Bella guagliona - disse, guardando Federico, e poi a lei: - Statti vicino a me.

L'ordine alla tavola principale, almeno riguardo alla presidenza era gi� stato da lei predisposto nel modo seguente: al centro del lato lungo del tavolo, lei stessa, alla sua destra Beatrice, e poi Federico; alla sua sinistra il notaio, poi il presidente e, ancora oltre, l'infermiera accompagnatrice.

Beatrice, dal proprio canto, soddisfaceva bene alle aspettative della centenaria: le donne napoletane, per propria natura, propendono verso due aspetti estremi, o sono molto allegre, o salici piangenti, a volte le due cose confuse in una sola persona. Beatrice apparteneva al primo tipo, con pochi cedimenti verso il secondo.

Inizi� il pranzo, che non staremo a descrivere, ed alla fine il professor Aniello prese la parola.

-  Non sono qui, inizi�, per parlarvi di storia, n� per leggervi alcunch� dei miei scritti - (allegri applausi) - ... Come sapete, questa non � una riunione qualsiasi, ed � per questo motivo che siete stati tutti convocati ad invito. - Improvvisamente assunse un tono pi� grave.

-  Questa riunione non si sarebbe dovuta fare in questo momento. Si sarebbe dovuta fare... "dopo"... e sapete cosa intendo dire con ci�... La si fa, invece, per volont� precisa di donna Mafalda Augusta, nostra illustre presidentessa... (applausi)... la quale, attraverso questa occasione, ha voluto anticiparci lo stesso dono che ci avrebbe fatto con il suo testamento... Ci� che adesso dir� sar�, perci�, indiscutibile - Assunse un tono solenne:

-  Ognuno di voi avr� diritto a una parte... non a famiglia... non a nucleo... ma "a testa d'iscritto"... e ci� perch� donna Mafalda, nostra presidentessa... sta donando del proprio... extra cassa... (mormorio d'approvazione)... Ora do la parola al dottore Gaetano Pellican�, notaio in Napoli, il quale vi illustrer� i passi tecnici... (applausi formali)...

Il notaio inizi�:

-  Per favore, un po' di silenzio, poich� devo dire cose molto importanti... (silenzio d'attenzione)... La signora Mafalda Augusta di San Sebastiano al Vesuvio, avendo raggiunto in buona salute la considerevole et� di cent'anni... (applausi)... ha voluto oggi, nell'occasione del presente raduno, rendere pubblica lettura del suo testamento... (applausi allegri)... il cui beneficio � stato diviso, come ha test� riferito il presidente Aniello... - e qui calc� la voce - per espressa volont� di donna Mafalda... "a testa d'iscritto"... pi� alcune parti aggiunte a discrezione della beneficiante... intendo, alle associazioni d'assistenza e alle infermiere volontarie... - Pausa e brusio del pubblico.

Si lev� Aniello a chiedere silenzio, e il notaio prosegu�.

-  Pur non essendo questa l'occasione ufficiale dell'apertura del testamento, cosa che vi sar� comunicata a tempo debito con lettera notarile...

-  Sempre a testa d'iscritto - fece udire la voce ridanciana di Federico, ma il notaio non apprezz� l'umorismo e gli rispose con una occhiataccia seccata.

-  Posso anticiparvi, comunque adesso, che il beneficio pro capite proveniente dal lascito della gi� nominata e qui presente donna Mafalda ammonta a... (silenzio assoluto)...

-  A settantacinque mila lire - mormor� Federico, sorridendo all'orecchio della fidanzata.

-  Ad oltre centotrentacinque milioni a testa (applausi scroscianti e voci).

A questa frase Federico stup�, senza per� afferrarne immediatamente la consistenza.

-  Sospettavo che ci dovesse essere qualche altro lascito - mormor� tranquillamente a Beatrice.

Il notaio protendeva le braccia in avanti, a palme aperte e dita larghe, ad implorare il silenzio.

-  Per favore... - e quando il silenzio fu ristabilito, aggiunse: - Abbiamo affidato la protezione dell'assegno ad uno dei migliori commissari napoletani di pubblica sicurezza, l'ispettore van...

-  Dite l'ispettore Federico - intervenne donna Mafalda che gli stava accanto, ed il notaio modific� al volo.

-  L'ispettore Federico... - al che, al nostro, il poco vino bevuto, che gi� lo stava rendendo euforico, smise di fare effetto. Si lev� in piedi, e la folla a scandire... as-se-gno, as-se-gno...

Federico estrasse allora la cassetta dalla borsa, ne tir� fuori l'assegno e si port� entro lo spazio di tavolo compreso tra donna Mafalda e il notaio. Anche il presidente Aniello si spost� e gli si mise alle spalle.

Ho solo l'assegno di quattro milioni di lire - mormor� a bassa voce.

-  Non avete letto la lettera? - lo interruppe il notaio - l'assegno � pro forma... la banca vi ha poi aggiunto la rivalutazione e i lasciti in oro, moneta americana e gioielli della nostra presidentessa... depositati e monetizzati nella Emigrant Savings Bank di New York, il tutto equivalente a quattro milioni di dollari pari, al cambio italiano, ad otto miliardi di lire circa.

Federico trasecol�, trasse ancora dalla cassetta la dichiarazione dei carabinieri di San Giorgio la Molara e la mostr�.

-  L'auto � precipitata - biascic� - ... e la cassetta � bruciata con tutto il suo contenuto.

Il presidente, da dietro, allung� una mano.

-  Madonna mia! - si lasci� sfuggire - Che assegno � questo? Leggo: Banca popolare di Ancona.

Intanto, qualcuno dai tavoli esterni aveva cominciato ad avvicinarsi. Il notaio diede un'occhiata all'assegno, un'altra al verbale dei carabinieri, poi si rivolse a Federico.

-  Figliolo, avresti dovuto informarmi in tempo. - Poi guard� Aniello in modo interrogativo, ma severo: - Non creiamo allarmismi! - osserv� deciso - ... Un'altra copia della lettera persa sta nella cassaforte del mio studio: il commissario ha perso l'assegno per forza maggiore... c'� una dichiarazione dei carabinieri... si pu� capire... - Avvicin� il volto a quello di donna Mafalda - ... Domattina sar� tutto chiarito, ve ne do assicurazione - gli disse.

Donna Mafalda, che mai avrebbe dubitato del suo pupillo, sorrise discretamente. Il notaio lev� il capo e si rivolse al capannello che si era formato accanto al tavolo.

-  E' tutto regolare - concluse - ... un bell'applauso per il commissario!

Qualcuno applaud� freddamente e Federico si sent� un poco risollevato.

Donna Mafalda gli si rivolse.

-  Che ne � stato della cassetta di Re Gioacchino? - chiese.

-  Niente... stamane ho cambiato cassetta... ho voluto acquistarne una pi� bella... originale e datata anche questa. Guardate bene.

La centenaria che, avanzando l'et�, aveva naturalmente corretto i difetti alla vista e ci vedeva meglio che a settant'anni, prefer� tuttavia non sforzarsi e pass� la cassetta al presidente Aniello.

-  Dice che � datata... guardate un po'.

Il professore rigir� la cassetta fra le sue mani... . L'antichit� e l'autenticit� si riconoscono - disse - ... � molto rozza... lo sbalzo � impreciso... - ma qui la sua voce mut� ed il suo volto assunse un aspetto atterrito:

-  Donna Maf�... disgrazia - grid� quasi... - la nuova cassetta reca la data 13 giugno 1799.

Ricordiamo al lettore che in tale data l'esercito borbonico della Santa Fede entr� in Napoli dopo avere sconfitto la Repubblica Partenopea.

-  Disgrazia, Maf�... E' una cassetta di Ruffo!

 

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I.  II.   III.   IV.   V.   VI.   VII.   Conclusione

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