1921  -  1922

                             LO  STATO  LIBERO  DI  FIUME



Chi propose per primo la creazione di uno "Stato Libero di Fiume" fu il Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson,  che al termine della Grande Guerra era stato chiamato con funzioni di arbitro a risolvere i contrasti tra Regno d' Italia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (la futura Jugoslavia nel 1929), che entrambi volevano Fiume, ma che nel Patto segreto di Londra del 26 Aprile 1915 l' Italia aveva ignorato. Infatti nel 1915 Francia, Russia e G. Bretagna avevano garantito all' Italia, in caso di vittoria sull' Impero  Austro - ungarico - oltre a vantaggi in Dalmazia e isole, il possesso definitivo del Dodecanneso e Libia e un bacino carbonifero in Turchia - anche Trento, Trieste e tutta l' Istria fino al Quarnero, ma con una nota avevano stabilito nello stesso Documento che "l' intera costa dalla baia di Volosca ai confini dell' Istria fino alla frontiera settentrionale della Dalmazia, compresa la costa che è attualmente ungherese e l' intera costa della Croazia con il Porto di Fiume" andava assegnata alla Croazia.

 

Il Presidente Wilson era sensibile alla questione fiumana sia perché Fiume era un caso a sé per il suo secolare regime di autonomia nel Regno di Ungheria, e anche perché nell' opinione pubblica americana era diffusa la constatazione che i fiumani mai vollero diventare croati come appariva da uno studio compiuto da Henry I. Hazelton nel 1919, che aveva messo in evidenza l' identità italiana della città, composta per il 65 % da cittadini di lingua italiana, e solo 22% croati e 13% magiari.

 

Henry Hazelton scriveva nel 1919. Non è l' Italia che

reclama il diritto di disporre di Fiume, ma è Fiume che si rivolta

al pensiero di divenire parte della Jugoslavia. E' Fiume che chiede il

prezioso diritto alla autodeterminaziome. Siccome gli italiani di Fiume rappresentano

secondo le statistiche austriache accettate dagli slavi. il 65 percento e nel plebiscito di Novembre

i voti per l' Annessione all' Italia  furono l' 80 percento, ciò significa che anche gli stranieri di Fiume la

vogliono. Il nome di Rijeka con il quale è chiamata la città dai Croati non è apparso mai sulle mappe. Il fatto

che Fiume - pur non appartenendo all' Italia - sia rimasta totalmente italiana per oltre 1000 anni, è la più eloquente prova

che trattasi di una città italiana. Nella vita politica e commerciale di Fiume i Croati sono sempre stati considerati come stranieri.

 

Quando ormai l' impresa dannunziana cominciata il 12 Settembre 1919 volgeva al termine, i Ministri degli Esteri Carlo Sforza per l' Italia e Ante Trumbic' per il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni firmarono nella Villa Spinola di San Michele di Pagana il Trattato di Rapallo in data 12 Novembre 1920 con il quale entrambi decidevano di rinunciare a Fiume per costituire lo Stato Libero e Indipendente di Fiume, sotto la loro garanzia, e stabilendo per il porto di Fiume una funzione utile per tutta l' area balcanica.

 In quel tempo in città la situazione economica era sempre molto grave non solo per i blocchi navali e terrestri contro i dannunziani, ma anche per gli scontri quotidiani tra i fiumani, che non volevano accettare lo Stato Libero ma solo l' annessione all' Italia appoggiati dai Legionari e Arditi da una parte, e i fiumani autonomisti dall' altra parte, che avevano coniato il motto "Fiume ai Fiumani" in nome della sua secolare autonomia. Inoltre le cronache internazionali sulla contesa di Fiume e soprattutto le nuove proposte sociali e libertarie di d' Annunzio - racchiuse nella Carta del Carnaro in materia di lavoro, di sesso, diritti civili, politici, sociali etc.  - avevano portato in città anarchici, comunisti, fascisti, intellettuali, esaltati di ogni genere , oltre che giovani affascinati dal cambiamento che originava dall' esperimento fiumano. Insomma, un mondo foresto, disordinato e violento che niente aveva da spartire con i fiumani.

A capo degli autonomisti c' era Riccardo Zanella, nato a Fiume il 27.06.1885 da madre slovena e padre vicentino, che era succeduto a Michele Maylender, Leader del Partito Autonomista costituito nel 1896 e che nel contempo era espressione anche della identità italiana dei fiumani. Infatti all' inizio dell' arrivo di d' Annunzio, Zanella non era stato contrario alla Proclamazione del 30 Ottobre da parte del Consiglio Nazionale Italiano per l' annessione all' Italia perché si era evitato il male peggiore, cioè la cessione alla Croazia, ma poi, alla luce di quanto stabilito a Rapallo per lo Stato Libero fiumano - egli ritornò al suo progetto di autonomia.

I fiumani furono chiamati al referendum sullo Stato Libero il 24 aprile 1921 e vi parteciparono il "Blocco Nazionale", che era ostile allo Stato Libero e voleva l' annessione all' Italia, e gli Autonomisti, che invece erano a favore.

Quando in città si sparse la notizia che stavano vincendo gli autonomisti, i nazionalisti, guidati da Riccardo Gigante, Giovanni Host Venturi e dal triestino Francesco Giunta, invasero i seggi e bruciarono le urne, ma il gesto fu inutile perché i Verbali delle votazioni erano già in mano notarile.

 

La carta d' identità di Riccardo Zanella dove si attesta la sua condizione di

Presidente dello Stato Indipendente di Fiume.

Dopo l' entusiasmo apportato da Gabriele d' Annunzio, che aveva impedito

l' assegnazione della città ai Croati, la popolazione fiumana era stressata dai continui

scontri quotidiani tra opposte fazioni e soprattutto preoccupata dall' esaltazione di gente foresta

che era arrivata da ogni dove, attratta dall' esperimento politico e sociale che era ormai diventato estraneo

agli interessi della città.

Il 24 Aprile 1921 - 6114 fiumani votarono a favore degli autonomisti

di Riccardo Zanella e 3440 per d' Annunzio. Riccardo Zanella  fu Presidente

dello Stato Libero di Fiume dal 5 Ottobre 1921 al 3 Marzo 1922, spodestato da un colpo

di Stato favorito dalla complicità delle forze militari italiane malgrado esse avessero il compito di

assicurare l' ordine pubblico.

 

 

Riccardo Zanella vinse un città con 4482 voti contro 3318 e nel territorio fiumano i voti furono 1632 contro 122; in totale 6114 fiumani a favore dello Stato Libero, contro 3440 per l' annessione all' Italia.

Fu una vittoria schiacciante grazie anche ai croati fiumani che votarono per lo Stato Libero per non diventare italiani.

Si procedette alla formazione di un Governo Provvisorio e alla nomina di una Assemblea Costituente ed il Presidente eletto Riccardo Zanella trovò da subito il suo compito molto difficile non solo per il boicottaggio degli annessionisti in seno alla Costituente, ma anche per la difficoltà di reprimere i disordini che quotidianamente scoppiavano in città.

L' incidente più grave avvenne il 27 Giugno 1921 quando si venne a sapere che il Porto Baross e il Delta erano stati assegnati alla Jugoslavia in cambio della sua rinuncia su Fiume e ci furono 5 morti tra i civili,tra cui Glauco Nascimbeni, al quale poi venne intitolata una strada.

I lavori dell' Assemblea Costituente proseguivano con lentezza e difficoltà quotidiane mentre gli scontri e le violenze giornalmente aumentavano alimentate da voci che addebitavano a Zanella trattative con l' estero per la concessione di strutture portuali e ferroviarie allo scopo di fare cassa.

Il Presidente Riccardo Zanella inviava quotidianamente telegrammi al Regio Governo Italiano in quanto garante dell' ordine pubblico segnalando scontri tra dimostranti, intimidazioni, esplosioni, interruzioni di servizi tramviari e postali, chiusura di negozi, scuole, fabbriche, etc., ma senza risultato.

Tra la fine di Gennaio e i primi di Febbraio la situazione precipitò: il 28 Febbraio la Guardia Fiumana di Zanella uccise in uno scontro il Legionario Alfredo Fontana, il primo Marzo fu sequestrato dai fascisti un giovane fiumano e il 2 marzo venne ucciso da ignoti un giovane fascista pisano, e ciò in aggiunta alle tante altre violenze.  Il Comitato di Difesa Nazionale decise un' azione armata contro Zanella cui parteciparono 200 fiumani sotto il comando del Ten. Ernesto Cabruna asso pluridecorato dell' aviazione di guerra '15 - '18 e già fedelissimo di d' Annunzio.

Dopo 6 ore di disperata resistenza, quando le cannonate stavano arrivando sul Palazzo del Governo, Riccardo Zanella si arrese e dopo aver firmato due lettere di dimissioni riparò a Portorè con 3000 fiumani fedeli.

Si concluse così il 3 marzo 1922 la breve vita dello Stato Libero fiu mano costituito il 12 Novembre 1920, vittima di un colpo di Stato orchestrato dagli annessionisti e supportato dai neo costituiti Fasci fiumani e triestino.

La "Voce del Popolo"  nel suo supplemento di Storia e Ricerca del 4 Marzo 2006  pubblicò alcuni stralci del volumetto "Libro Rosso" col quale Zanella descriveva cronologicamente l' accanimento dei disordini orchestrati dagli autori del colpo di Stato tra l' indifferenza dei Carabinieri e delle altre Forze dell' ordine.

Questa severa frase di denuncia esprime a sufficienza  come andarono le cose:

"... si è lasciata indisturbata la situazione anarchica dal 1921 al Marzo dell' anno corrente, e facile e libero lo svolgimento della cosiddetta rivoluzione del 3 Marzo 1922 che in realtà fu soltanto un' azione di brigantaggio politico in grande stile, preparata in collaborazione  di tre Deputati del Parlamento Italiano (On. Giurati, De Stefani e Giunta ed eseguito dai cittadini del Regno d' Italia con la partecipazione di non più di 200 cittadini fiumani e con la cooperazione ,materiale e diretta dei Regi Carabinieri e della Regia Finanza, della Regia Marina e sotto la protezione della delittuosa passività degli altri Reparti dei Carabinieri e delle Regie Truppe di terra e di mare che si trovavano a Fiume, in Abbazia e Mattuglie".

Il Presidente Riccardo Zanella non rientrò mai più a Fiume; visse  a Belgrado e Parigi e al termine del secondo conflitto mondiale si trasferì a Roma dove morì il 30 marzo 1959.

 

L' Aquila fiumana, Stemma della Città dal 1\659, che era

posata sulla Torre Civica. Nel 1906 venne forgiata nella fonderia

Skull, da Giovanni Legan, su disdegno dello scultore veneziano Vittorio

de Marco. L' apertura alare era di 3 metri, pesava 2 tonn. ed era alta 2,20 metri.

 

 

Il 4 novembre 1919 due Arditi di d' Annunzio segarono

una delle due teste. Si narra che d' Annunzio disse: Quando mai

si è vista un' aquila con due teste ? I Fiumani risposero: E quando mai

se gà visto un leone con le ali ?

 

 

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