PADRE  FLAMINIO  ROCCHI

 
  

L' accordo di Osimo

sulla "zona B"

 

A cura dell'Associazione Nazionale

Venezia Giulia - Dalmazia.

Roma, Piazza della Pigna, 6.

 

 
  
 
 

Firma del Trattato di Osimo

 

Ore 18,30 di un triste 10 novembre 1975. Sala delle armi della Villa Leopardi Dittaiuti a Monte San Pietro di Osimo. 

Un antico tavolo sullo sfondo di una parete decorata da fucili, da sciabole, da baionette, che il generale Cialdini tolse ai francesi del generale Lamorci�re dopo la vittoria della vicina Castelfidardo  nel 1860. 

Due uomini severi, in nero, Mariano Rumor, ministro degli Esteri italiano e Milos Minic, Vice primo ministro Jugoslavo. Due firme frettolose che sembrano vergate con due baionette staccate dal muro. Hanno tagliato una fetta di 529 Kmq. con 65.917 abitanti, 53.317 italiani, 12.600 sloveni. 

 

Villa Leopardi Dittaiuti. 

 

Cos� questo edificio del melanconico Leopardi � entrato nella storia delle sventure del popolo istriano. 

All'epoca romana Monte San Pietro era un "fundum catinianum". Papa Onorio III, nella bolla del 23 marzo 1219 accenna all'esistenza di una chiesetta di San Pietro accanto alla quale fu "a vobis castellum costructum". 

Nel 1231 San Silvestro Gozzolini, nobile cittadino di Osimo, lo trasform� in monastero e vi fond� la congregazione dei monaci silvestrini (un ramo dei benedettini). Nel 1550 Girolamo Sinibaldi rilev� il monastero, gi� in rovina e abbandonato dai monaci, per soli 20 scudi. Lo trasform� in un sontuoso castello e riemp� il parco di selvaggina. 

Nel 1835 il principe Luigi Bonaparte offr� 100 mila scudi al Sinibaldi per lo splendido edificio, ma costui rifiut�. Cronache dell'epoca, conservate nella biblioteca comunale di Osimo, dicono che "� un amenissimo colle il quale, agiatamente elevandosi su un ampio giro a figura di cono, fa pompa sulla sua cima della deliziosissima villa". 

L'aere � puro e sereno, balsamato dal profumo dei fiori, dei quali in ogni stagione dell'anno son piene le aiuole e le ricche serre. Un'epica selva di secolari querce difendono dai notevoli venti di Bor�a il maestoso palagio che lass� troneggia. 

Del castello � rimasto un torrione e del monastero un archetto con una campanella a ricordo dei monaci salmodianti. 

Nel 1842 Vincenzo Sinibaldi, privo di prole, vendette tutta la tenuta per 21 mila scudi al conte Giuseppe Dittaiuti il quale, nel 1866, la lasci� in eredit� al conte Giulio Leopardi. Questi la trasform� e l'abell� con ingenti spese. Attualmente � propriet� del suo omonimo nipote Giulio Leopardi Dittaiuti. 

 

Trattative segrete. 

 

Questo edificio, immerso nella solitudine, circondato da poliziotti nascosti tra le siepi altissime e travestiti da silenziosi turisti, � stato scelto da Rumor per apporre la firma pi� triste della sua vita. 

Perch� tanta segretezza? 

I due aerei provenienti rispettivamente da Roma e da Belgrado, dovevano atterrare a Falconara, dove li attendevano i giornalisti. Ma, mentre questi scrutavano il cielo sereno di Falconara, � stato annunziato che, a causa delle cattive condizioni atmosferiche (sic), gli aerei erano gi� atterrati a Rimini e che Rumor e Minic erano gi� a Osimo. 

I giornalisti, burlati, si sono precipitati a Osimo, ma sono arrivati al fumo delle candele. Infatti, i servizi giornalistici e fotografici sono stati ridotti al minimo. 

Come sede dei colloqui era stato fissato il Palazzo della Prefettura di Ancona. All'ultimo momento � stato annunciato che detto palazzo non era agibile perch� danneggiato dal terremoto. Ora, tutti sapevano che detto palazzo non era agibile dal febbraio 1972, data del primo grosso terremoto e data dell'abbandono da parte degli uffici della Prefettura, trasferiti in un edificio privato.  

 

Conclusa in fretta la procedura protocollare della firma, Minic sorridendo ha detto che il Trattato era "di un'importanza eccezionale" e la sera stessa � ripartito per portarlo in aereo sul tavolo di Tito. 

Rumor, nello stringere la mano a Minic, � apparso imbarazzato, gelido. "Non possiamo nascondere - ha detto - l'eco amara ed anche umanamente dolorosa". 

Moro, del resto, lo aveva preceduto affermando che si trattava di "una dolorosa rinuncia". 

Anche Rumor � sgusciato la stessa sera dalle ombre del parco di Monte San Pietro, tra la sorveglianza dei poliziotti, ed alle 23 era gi� in volo per portare a Roma la notizia di una dolorosa sconfitta. 

 

Don Vincenzo Fanesi, direttore di "L'Antenna Civica di Osimo, scrive: 

"Non si � capito bene il motivo del segreto che, fino a poche ore prima della firma, ha circondato l'avvenimento, come non si � capita bene la scelta di Osimo. Se si � fatto tutto questo cos� alla chetichella, c'� un motivo in pi� per dubitare, veramente, della bont� del "regalo" fatto alla Jugoslavia". 

Non solo si � tramato in segreto, ma si � voluto coprire il segreto della cessione della zona B con garanzie ufficiali e ripetute anche recentemente in sede governativa e parlamentare, e nello stesso tempo si informavano i nove della CEE, l'URSS, gli Stati Uniti, che la cessione era in corso. 

Confesso che mi hanno commosso le deplorazioni in proposito fatte alla Camera dall'On. Barbi, vice presidente del gruppo D.C. (mi trovavo nella tribuna del pubblico). 

"Questo io lamento, questo io deploro vivacemente qui in Parlamento. E lo faccio con tanto maggior dolore e travaglio della mia coscienza in quanto ci� � avvenuto sotto la responsabilit� di uomini in cui ho riposto la mia fiducia politica e ai quali sono legato da antica amicizia, come l'On. Moro, mio presidente della FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani) prima della guerra, e l'On. Rumor, mio dirigente di Azione Cattolica prima della guerra, che io ho conosciuto proprio a Capodistria". 

Se si � trattato di una conquista di distensione e di pace, perch� non � stata stipulata alla luce del sole? Se la sua elaborazione fosse stata fatta con la consultazione. del resto doverosa per ragioni democratiche, della popolazione interessata e di altre amministrazioni dello Stato, si sarebbero evitati errori gravissimi.

 

Origine della zona B.

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