SAN  NICOLO’  A  RECCO :   Amelia Resaz racconta la storia del Santo

Al consueto appuntamento recchese per celebrare il San Nicolò dei Fiumani presso il rinomato ristorante “Da Alfredo” - organizzato dalla instancabile Licia Pian sin dal 1978 - quest’anno non ha voluto mancare Amelia Resaz, giunta espressamente in aereo da Bari a dispetto della sua veneranda età. E chi mai meglio dell’Amelia poteva riassumerci la storia di questo Santo così tanto amato?

San Nicolò era Vescovo di Mira in Asia Minore e dopo la sua morte, sessanta marinai di Bari si recarono in quella città per trafugare le ossa del Santo. Compiuta la missione e tornati a Bari, alcuni volevano che le ossa fossero depositate nella Cattedrale, ma i marinai dissero di aver fatto il voto - in un momento di tremenda tempesta - che se si fossero salvati avrebbero costruito una Basilica solo per il Santo. E così fu fatto.

San Nicolò è venerato come protettore dei marinai, dei bambini, delle ragazze da marito e più in generale protegge anche i forestieri. Non tutti sanno che San Nicola o Sanctus Nicholas di Bari è l’origine di Santa Klaus che si festeggia in tutto il mondo: infatti per contrazione della pronuncia si arriva alla figura di Santa Klaus.

I regali ai bambini si fanno per ricordare che il famoso Vescovo aveva fatto numerosi miracoli. Una volta un oste aveva fatto estrema violenza a tre bambini e il Santo li aveva resuscitati. Alcune ragazze che non avevano alcuna dote rischiavano di essere gettate in mezzo alla strada dal proprio padre e San Nicolò di nascosto fece arrivare loro del denaro perché potessero salvarsi e sposarsi. Per questo lui è il Patrono anche delle fanciulle da marito. La sua fama oltre che nei paesi nordici è molto diffusa anche in Russia.

A Fiume la festa era praticata soprattutto per la gioia dei più piccoli che - essendo stati bravi, ubbidienti e diligenti rispetto alle raccomandazioni dei genitori - si aspettavano il dono ed era San Nicolò che lo portava di notte e lo depositava sul davanzale della finestra. “Non devi essere sveglio, se no San Nicolò passa oltre e ti lascia il carbone”. Così i genitori ammonivano i bambini per avere il campo libero per preparare i doni rappresentati da frutta secca, paste creme, datteri, mandarini, caramelle

e qualche giocattolo. L’Italia era arrivata a Fiume nel 1924 e aveva sempre rispettato questa usanza fiumana che conviveva con i doni del Natale e soprattutto con la Befana fascista. Si cantava: “San Nicolò de Bari, la Festa dei Scolari. Chi non ghe xe la festa, col scagno per la testa”.

Nella settimana che precedeva la ricorrenza i negozi di giocattoli erano sempre pieni di clienti. La famosa “Bellebrea” - che aveva il magazzeno in Via Simonetti angolo con la Piazza Tre Re - esponeva in vetrina il meccano, che era la novità costosa del momento, ma all’interno c’erano doni e balocchi per tutte le tasche. Invece “Moskovitz” in Piazza Regina Elena e “Curatolo” in Corso adiacente alla Torre Civica avevano un proprio San Nicolò, che appariva sul balcone addobbato con il piviale di colore rosso, la mitra e il pastorale, per esporre ad una folla di bambini uno ad uno i giocattoli, e tutti gridavano “A mi, a mi” per farsi notare. Talora col dito San Nicolò indicava il bambino al quale l’avrebbe portato provocando innocenti baruffe tra i piccoli spettatori. Era uno spettacolo che coinvolgeva anche i genitori e gli adulti, e che trovava il suo acme nella gioia famigliare all’atteso risveglio del bambino tra le mura domestiche Per i bambini non c’era però il tempo di giocare e godersi la festa perché il giorno di San Nicolò era giorno lavorativo e quindi bisognava recarsi a scuola staccandosi dai regali ricevuti. Ciò rappresentava una grande e immeritata beffa. 

Così devono aver pensato nel giorno di San Nicolò del 1945 gli studenti del Nautico, i quali - visto che dopo i cinque anni di guerra era tornata la pace - presero l’iniziativa di trascorrere quella importante giornata in letizia fuori dalle aule scolastiche. Così gli studenti di tutte le scuole superiori aderirono alla proposta e fecero okulize per “festeggiare” il San Nicolò fiumano. Una grossa parte si recò ai Tre Pini sulle alture sopra il Calvario e un altro grosso filone imboccò la strada di Drenova per recarsi dal Vinas, famoso ritrovo agreste dei nostri genitori.

Era uno sciopero? Era una serrata? Certamente non fu un atto politico.

Ciononostante le Autorità mobilitarono gli operai dei Cantieri Navali che furono mandati a reprimere quel gesto reazionario considerato come sciopero capitalista. L’Ordine popolare fu facilmente ristabilito anche se Carlo Paul - che giocava alle boccine in Caffè Panciera - dovette subire qualche violenza ed Elio Valenti si trovò buttato in acqua in Molo Scovazza con indosso il cappotto che gli impediva di nuotare, mentre altri 23 studenti vennero espulsi dalla scuola.

 

Panorama di Recco.

 

Tempi e ricordi molto lontani che non hanno rovinato la festa recchese - allietata dai canterini del gruppo di Rudy Demark e Ennio Celli, applauditissimi nel “Pot-pourri fiumano” - che si è conclusa con la distribuzione dei doni da parte di Franco Tafelli, ormai abbonato a recitare la parte del  nostro amato Santo.

I 48 presenti:  Pian Licia, Caprile Susanna, Zagabria Maris, Persich Paolo, Fabbri Barbara, Stipcich Mirella, Stella Antonietta, Demark Rodolfo, Bacci Lina, Demark Lucia, Negoveti Mario, Vosilla Ines, Rastelli Massimo, Bartolacini Gianna, Bartolacini Mafalda, Yvosich Arsen, Tafelli Franco, Yvosich Miriam, Mihailovich Maria Grazia, Decleva Rodolfo, Viti Corinna, Petricich Liliana, Fassone Giuliana, Compassi Orietta, Descovich Natalia, Perelli Ernesta, Celli Ennio, Celli Claudia, Bobbio Valentina, Lust Ferruccio, Gardella Alma, Moderini Ardenia, Moderini Alida, Africh Egle, Matesich Lilia, Colavalle Luigi, Sbrizzai Elena, Bellucci Davide, Nardi Anna Maria, Bocci Salvatore, Bocci Marsilio, Corak Milvia, Inamo Giuseppe, Ielussi Zoe, Resaz Amelia, Vigini Liana, D’Addio Luigi, D’Addio Gina.

 

rudi decleva

 

 

Sussisa, 06 Dicembre 2015