ROBERTO RABINI | ||||||
AUTUNNALI 2. | ||||||
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L' OMBRA
Risalgo l'erta della collina. L'ombra mi precede fin sull'orlo della rupe, e scompare perdendosi in essa, lasciando allo sguardo il bianco assoluto dell'orizzonte. E rimango solo.
LA FOCE
La foce mi accoglie nell'alveo appiattito dal limo coprente memorie. Qui la corrente si placa e rallenta il costante fluire del bonario destino. Il mare aspetta... ma solo un po'.
COLLEGIO DI GUALDO
Cortile senz'ombra duro di terra dura, estraneo buio chiostro con preti volanti e tonache fruscianti, aliti leggeri di profumi falsi. Guardo smarrito lass� al muro di pietra che tocca il cielo.
FELICITAS
Ascolto le voci degli avi piceni o galli o giudei marrani od illirici schiavi salire dal tufo di grotte profonde. Voci incitanti da stenti lontani: Prendila...prendila... prendila per la coda... Ansioso protendo la mano. Mi rimane tra le dita un'invisibile piuma.
A DIO
Mi riconoscerai tra le maschere. Non avr� maschera ed avr� paura.
DUBBI
Sento i passi del tempo e il cigolante carico dei miei dubbi. Chi nasconde i pertugi oltre i quali la mente s'acquieta? Anche il vento a mezzogiorno si placa, ma io... sono a sera.
HIC SUM
Io sono qui dove infinite forme nascono da colori generanti forme infinite. Io sono qui dove il pensiero si perde nel mistero di Colui che non ha forma. Io sono qui.
F I N E
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