Keats

 

 

Ode alla malinconia

 
 
 

 

 
 
 

 

No, non andare al Lete, non strizzare

dell'aconito le radici sottili per ottenerne avvelenato vino;

non consentire alla tua fronte pallida

d'esser baciata dalla morella, di Proserpina il chicco

vermiglio; delle bacche del tasso non fare il tuo rosario,

e non lo scarafaggio, non il verme dei morti, 

sian tua lugubre Psiche, n� la civetta lanuginosa

ti sia compagna nei penosi misteri;

dall'ombra, l'ombra giunger� torpidamente,

ad annegar l'insonne angoscia dello spirto.                  10

 

Quando poi l'afflizion sar� discesa

dal ciel, rapidamente, come nube che piange

e nutre tutti i fior che reclinano il capo,

e cela il verde colle in un sudario d'Aprile,

soddisfa allora, nel mattin su una rosa, la pena tua,

oppur nell'iride della sapida onda della spiaggia,

oppur nella ricchezza di globose peonie;

e se la tua signora rivela la sua stizza

contro di te, tu tienile la mano e lasciala infuriare,

poi pasciti profondo, bene, dentro i suoi occhi senza pari.    20

 

Ella dimora insieme alla bellezza, bellezza che svanisce,

ed alla gioia, di cui la mano è sempre accanto al labbro

a invitare all'addio, e tien vicino quel piacer doloroso

che si volge a veleno proprio nel mentre sugge

la bocca d'ape. Certo, nel medesimo tempio di Delizia,

Malinconia si cela, e il suo sovrano altare niuno scorge,

ad eccezion di quei che con lingua sua vigorosa

pu� far crepare il chicco del piacere contro il suo buon palato,

e sentire nell'animo la pena del potere di lei, che poi,

fra i suoi trofei nascosti appender�.                                        30

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Scritto nel maggio o nel giugno del 1819. Keats aveva letto "The Anatomy of Melancholy" di Robert Burton, e ne aveva tratto l'idea generica da un capitolo di questo libro intitolato "Against Melancholy it self", nel quale si concludeva che la persona vittima della malinconia avrebbe potuto fare uso migliore delle proprie disposizioni d'animo. Keats, inoltre, riprese alcune considerazioni di Burton, il quale inform� che i romani avevano eretto un altare di culto alla dea Malinconia, proprio nell'interno del tempio della d�a del Piacere.

Il pensiero rivela che esperienze e amarezze sono necessaria conseguenza del cammino spirituale compiuto da Keats in questo periodo di tempo. Questa ode, che egli revision� nell'autunno (fors'anche eliminando una originale prima stanza), ha ispirato la creazione della figura della sacerdotessa velata del "The Fall of Hyperion". Esso, inoltre, ritorna sul tema contenuto nel passo sulla "caverna della tranquillit�", dello "Endymion".

 

v.  1.  -  Il brusco inizio è forse dovuto alla cancellazione di una precedente prima stanza.

 

v.  6.  -  "Lo scarafaggio"  -  ("The beetle")  -  Si tratta dello scarafaggio posto a guardia dei morti, ("death-watch beetle"), come in "Endymion"  IV, 531.

 

v.  6.  -  "Il verme dei morti"  -  ("Death-moth")  -  Correttamente:  death's head moth"  il verme del cranio dei morti.

 

v.  8.  -  "Psiche"  -  ("Psyche")  -  Non si tratta pi� qui, evidentemente, della d�a della bellezza, di gi� cantata, bensì dell'"anima", dello "spirito" in s�.

 

vv.  21-24.  -  Si paragonino questi versi a quelli della terza stanza dell'"Ode a un usignuolo".

 

vv.  27-29.  -  Questa figurazione di grande intensit� fisica tende a confermare le dicerie sulla consuetudine di Keats al bere, cos� come fu riferito dal pittore B.R. Haydon, il quale raccont� che Keats "riempiva la propria lingua e la gola, fino a che lo poteva, di pepe di caienna, predisponendosi cos� alla gioia della deliziosa frescura del chiaretto".

 

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