Per concludere, l'"Io" prese conoscenza di Dio nel momento in cui "l'ex animale" prese cognizione  d'essere e ad intuire che esisteva un rapporto di logica reciprocit� fra s� stesso e la natura esterna che ospitava il suo corpo. Col passare del tempo l'essere umano si abitu� alla propria situazione esistenziale, "diger�" il miracolo, lo assimil�, vi si assuefece e se ne dimentic�, riuscendo, in seguito, anche a spiegarlo.
Il produttore intimo del miracolo, (cio� Dio) divenne quindi forma simboleggiata in una figura pi� potente dell�uomo, alla quale si attribuiva, spesso, natura protettrice di un popolo, di una polis ...

Premetto che queste sono opinioni giustificate da meditazioni su relazioni temporali (oltretutto fatte da molti), poich� la scienza, consultata a tale distanza, non pu� assicurare altro che verit� di natura fisica (non etico - psicologica).

 

L'uomo primitivo - a mio giudizio - mantenne il senso della sua precedente  natura animale, e il proprio corpo divenne il suo Dio. Tutto il resto, ad iniziare dalle sensazioni che gli provenivano dal proprio rapporto con la natura, egli le intese come cose "sue". Dio divenne una sua propriet�.

Le successive religioni ufficiali svilupparono lo stesso sentimento: ogni popolo fu ridotto a uno, e il Dio divenne una propriet� collettiva. Il sacerdote se ne prese il carico e lo rappresent�. Per farlo dovette dare al suo popolo un "corpo" e fece Dio funzionale a quel corpo.

A ogni singolo individuo egli seppe offrire il suo Dio personale, che rafforz� con comandamenti etici, tenendo per s� le redini del costume. A misura individuale seppe costruire un mondo soprannaturale che svilupp� in forma d' arte.

Cos� l' essere umano divenne sottomesso al sacerdote, ma rimase padrone di Dio.

La cosa sorprendente � che tutto ci� si � mantenuto sino ai giorni nostri, e ci� � potuto accadere soltanto perch�, per l' essere umano, l' unico Dio continua ad essere il proprio corpo.

Altrimenti non potrei capire, come tanti, che sono molto pi� intelligenti di me, e potrebbero insegnarmi di meccanica, architettura, arte medica, storia filosofica  e di tant' altro, quando il discorso capita sulla religione, parlano come infanti, se non proprio da pazzi.

Perch� la cognizione intellettuale di Dio � semplicissima, e non pu� superare la logica pitagorica.

Poich� Dio, lo si consideri come materia o spirito, rappresenta la potenza universale e non pu� essere ritagliato sul limitato.

Dio � relativo a ci� che si vede e a ci� che in potenza si pu� conoscere. Vivere � obbligatorio, sebbene non in eterno. Per cui noi viviamo immersi nella corrente del tempo e siamo padroni solo di ci� che la nostra capacit� intellettuale umana pu� consentirci di apprendere. Non c'� giustificazione a voler conoscere ci� per cui la nostra natura non � fatta.

Invece noi ci picchiamo di essere padroni di Dio. Non vogliamo il Dio universale, vogliamo "il nostro Dio universale". Solo cos� pu� spiegarsi la battaglia di Lepanto, avvenuta "nel nome di Dio".

Solo cos� si spiega "il mestiere del religioso".

Solo cos� si spiega, nel popolo, il rifiuto di una logica razionale, che non sia corredata da avvenimenti fantastici, che ci consentiranno poi di giustificare il nostro universo personale ove fantasmi garantiranno la nostra protezione dai pericoli del mondo.

Solo cos� pu� spiegarsi perch� non si possa superare, ragionevolmente, questa empasse.

Non la si pu� superare in quanto, provenendo noi  dagli animali,  continuiamo a considerare Dio il nostro corpo. 

E' stato scritto che al tempo dei dinosauri Dio non lo si conosceva, ma esisteva lo stesso.

Anche oggi Dio esiste, pure se il nostro corpo si rifiuta di conoscerlo, ritenendosi Dio esso stesso.

Oggi per� siamo arrivati a un punto di non ritorno. L' unica  strada percorribile � solo quella in avanti.

 

 

 

Enrico Orlandini, Osimo, 27 novembre 2011.

 

 

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