Viaggio

 

 

XIII.

 

Sorto il nuovo mattino, Mody ed io ci troviamo, di buon�ora, su una piccola barca a motore a scoppio, diretti, un po� a casaccio, verso un�isola di cui non ricordo il nome, e che chiamer� l�isola di Ren�n, la quale dovrebbe potersi riconoscere dalla diversit� della sua propria vegetazione, addirittura antidiluviana. Procediamo entro tratti di mare interni al territorio costiero insulare, e gli spazi lagunari protetti mitigano i movimenti ondosi rendendo la nostra navigazione assolutamente tranquilla.

Per maggior sicurezza, in albergo, ci hanno fornito salvagenti a giacca, che dovrebbero mostrarsi utili in caso di sbandamento.

Proseguiamo chiacchierando, ridendo un po� di noi stessi e della nostra incompetenza nautica. Tutto ci� che sappiamo � che ci � stato raccomandato di doppiare, alla partenza, il promontorio di sinistra, ed all�arrivo, accostare sull�isoletta di destra.

Man mano che ci inoltriamo, comunque, il silenzio aumenta, e con esso il senso di solitudine. L�imbarcazione dei naturalisti, una affilata e veloce canoa pneumatica a cuscino d�aria, partita prima di noi, � di certo arrivata e non pu� offrirci alcuna utile traccia.

Il territorio costiero insulare che possiamo osservare �, come quello dell�isola Grande, conteso fra piccole radure e macchie, con alberi simili a pioppi, ippocastani, faggi, robinie, salici, olmi, acacie, ed altri, a prevalenza caduca.

Il monotono ronzare del nostro motore, appena percettibile alle nostre orecchie che vi si abituano presto, �, purtroppo, sufficiente a sovrastare tutti gli altri rumori della natura, che invece ci piacerebbe di udire : il cinguettio degli uccelli e lo sciabordare della risacca.

- Ho un po� di paura - mi dice Mody - c�� troppo silenzio.

- Il mare � una tavola - rispondo - e mostri marini non ce ne sono.

Man mano che ci inoltriamo, il calore aumenta, mentre l�acqua del mare, peraltro poco profonda, transluce di argentei riflessi provocati dalla corsa indecisa di giovani avannotti dischiusi da poco. La zona � un�area naturale di riproduzione, e qualche pesce, simile al cefalo, balza nell�acqua mentre il calore ci spinge a toglierci le giubbe salvagente.

- Baster� tenerle a portata di mano - dico -... e di non muoverci troppo.

- Non ho paura di cadere nell�acqua - precisa Mody - temo il silenzio.

Cos� dicendo, si toglie anche la camicia e rimane a torso nudo, indifferentemente fiera delle sue forme ancora procaci.

Immagino non convenga sbilanciare la barca e, del resto, lei stessa si ricompone dopo un po', timorosa stavolta delle conseguenze dei raggi del sole.

Ma ecco l�isola : la diversit� della vegetazione �, effettivamente, notevole, ed il caldo molto elevato. Non faccio fatica a individuare un moletto, e vi attracco affiancandomi all� overcraft dei naturalisti.

Ci viene incontro uno dei tecnici, il quale aiuta Mody a scendere. Subito dietro, appare Ren�n.

- Ci sono dinosauri carnivori ? Chiedo, tra lo scherzoso e il preoccupato, e Ren�n ride a sua volta.

- No, questa zona, peraltro piccola - dice - non � stata approntata a scopo museale, ma sperimentale. Infatti, non ha valenza turistica : vi si vive male e animali di epoche scomparse non ve ne sono. La flora quaternaria che vedi � abbondante solo in apparenza. In realt� il numero delle specie vi � scarso - Gli �, per�, che simili ambienti - prosegue - � pi� facile approntarli su un pianetino artificiale che su un corpo celeste naturale.

Cos� parlando, ci conduce in una grotta assai vasta, illuminata e bene areata, entro la quale i nostri amici di ieri ci salutano sorridendo. Solo la moglie di Ren�n, per�,  sospende il proprio lavoro, e ci viene incontro.

- Dovete scusarlo - ci dice, riferendosi al marito - non si rende conto che potreste avere qualcosa di meglio da fare : sar� capace di proporvi di lavorare, ma voi non dategli retta.

Senza udire quelle parole, Ren�n continua a precederci.

- L�arcaicit� di queste piante � un risultato - prosegue - oltre che del calore del suolo, anche della diversa pressione dell�aria che esse ricevono attraverso il terreno...cosa, ovviamente, predisposta.

Inoltrandoci nel fondo della caverna, raggiungiamo una porta stagna che Ren�n apre solo dopo averci imposto di indossare una speciale tuta semirigida, ermetica, con occhiali e bombole d�aria simili a quelle usate normalmente dai sub.

Entriamo cos� in una nuova struttura che altro non � se non una nuova caverna protetta da un grande coperchio sferico di vetro, al cui centro si estende un lago sotterraneo di un centinaio di metri di diametro, entro e sulla superficie del quale la pressione atmosferica � notevolmente elevata, e sarebbe insopportabile al nostro organismo se fossimo privi di attrezzatura.

- In questo luogo non si pu� rimanere pi� di un quarto d�ora di seguito - ci avverte il vecchio e, rivolto a me, aggiunge : - ora ti mostrer� i risultati di un esperimento.

Cos� dicendo ci mostra, entro una vasca trasparente chiusa, un gruppo di molluschi vivaci, simili a calamari per forma e colore, ma pi� tozzi e con tentacoli pi� allungati.

- Questi animali - dice - sono cefalopodi rari che, sia in Om�ga che sulla Terra, hanno caratteristiche abissali, e sono ciechi. Con molta fortuna potrebbero essere catturati negli abissi oceanici di entrambi i nostri pianeti.

- Come per tutti gli animali abissali, i loro organi di senso, i tentacoli, si sviluppano oltre la media, ma di grande interesse sono due piccole cavit� cefaliche laterali, che rappresentano i rudimenti spenti dei loro occhi. -

Ren�n conosce anche il nome terrestre di questa specie, che � : Tremoctopus violaceus.

- I rudimenti oculari dimostrano  - prosegue - che, in tempi arcaici, questi animali vedevano. La specie, nel corso della sua migrazione evolutiva, si � spostata verso l�abisso, seguendo zone di ugual pressione, perdendo cos� l�uso di alcuni sensi non indispensabili nelle elevate profondit�, quali, ad esempio, la vista, e sviluppando, invece, il senso del tatto...

- L�esperimento che qui si � fatto - conclude - consiste in questo : siamo riusciti a far vivere i capostipiti nelle loro condizioni barimetriche naturali, ma in superficie, a nostra portata di mano. Se ne sono ottenute larve che sono state allevate in questo lago, alla pressione loro congeniale, ma in ambiente luminoso. Sono stati in seguito trapiantati, ad alcuni individui giovani, occhi di altri calamari. Riprodotti, nel volgere di poche generazioni si � potuto da essi ottenere un genere nuovo, vedente, capace di una percentuale di nati vedenti superiore, all�inizio, al cinquanta per cento. Altri individui sottoposti a trapianto e rinviati a vivere sui fondi oscuri, hanno riperso la capacit� della vista.

Lui stesso cattura, con un retino, un tremoctopo, e ce lo mostra. Con grande interesse osservo i suoi occhi vivaci e mobili.

- Le variazioni della pressione atmosferica, notevoli nei nostri pianeti, specialmente ai primordi - aggiunge ancora Ren�n - hanno provocato le grandi mutazioni delle specie animali e vegetali arcaiche e la scomparsa della stragrande maggioranza di esse. E� importante notare che i principali tra i fossili viventi, come la vostra iguana, o il limulus, sono animali adattati sia alla vita acquatica che alla terrestre.

 

Finalmente usciamo, e questa volta il respiro di sollievo non � metaforico.

Considerando che ognuno � intento al proprio lavoro e che, movendoci in quel gruppo, avremmo recato soltanto impiccio, salutiamo Ren�n, sua moglie e il resto della troupe, e ripartiamo senz�altro indugio, reimmergendoci nel rumoroso silenzio della natura e in quello monotono del nostro motore.

Mody, a prua, assorta, guarda l�acqua che scorre davanti a lei, senza un moto del capo, mentre io, ancora una volta, avverto irrazionalmente l�angoscia di una solitudine della quale non dovrei accorgermi. Penso ancora ai duecento anni di Mody e al vecchio Ren�n, che forse morir� ancor prima della fine del viaggio.

Eppure, a dispetto dei pessimisti, la maggiore lunghezza della loro vita non li ha resi meno felici di noi. Le loro generazioni hanno scavalcato millenni di dolore senza rendersene conto, senza fare di esso il primo principio della filosofia e della religione.

Se pure � vero che i sentimenti umani producono legami e passioni, non � vero che ci� generi, necessariamente, dolore ; n� � vero che occorra annichilire il proprio cuore per liberarsene. La felicit� � casuale, e la otteniamo quando giungiamo alla inconsapevole coscienza di aver raggiunto quel territorio psichico entro il quale partecipiamo di tutte le cose, e tutte le cose di noi, sia in sensazione spirituale che in conoscenza pratica.

Mentre mi disperdo cos�, Mody mi chiede di ridurre la velocit� e accostare per far colazione. Obbedisco : superato il limite del bagnasciuga, il terreno erboso retrostante appare sodo e asciutto, tanto che Mody pu� stendervi una tovaglia e distribuirvi sopra le sue vivande e i beveraggi. Null�altro, comunque, che uova, pane e affettati, con acqua d�arance.

Un paio di antilopi ci si avvicinano, con la testa assai bassa, ma senza brucare ; accettano coraggiosamente un boccone di pane, ma poi, a un mio tentativo di accarezzarle, fuggono senza per� allontanarsi troppo. 

- Chiss� come sta Mog - chiedo, e Mody sorride.

- Se i genitori abitano qui, torneranno fra giorni - risponde.

Non ci scambiamo altre frasi. Forse entrambi pensiamo che si potrebbe fare all�amore sul serio, ma ne consideriamo mentalmente le ragioni che vi si oppongono. Mi accontento di abbracciarla e tirarla a me, mentre lei, inclinando la testa su una mia spalla, mi racconta di s�, della sua vita trascorsa, dei suoi due mariti e del dolore provato per non aver potuto dar loro figlioli.

Anch�io le racconto di me, della mia vita sulla Terra e dei motivi che mi hanno indotto ad affrontare il viaggio.

- Il presente conta sempre di pi� - concludo, e mi rialzo per risalire a bordo. Le antilopi son sempre l� a guardarci con occhi miti.

 

Quando superiamo la zona lagunare, e doppiato il promontorio che conduce all�albergo, ritroviamo il mare aperto, notiamo che l�orizzonte, a Sud, � offuscato da nubi oscure. Il moto ondoso � cresciuto, tanto da indurci a rimettere i salvagente e ad aumentare il numero di giri del motore allo scopo di tenere a costante distanza l�onda che ci segue da poppa.

        Ancora pochi minuti, comunque, e sbarchiamo.

 

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XIII.     XIV.

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