FEDERICO  NIETZSCHE

CITAZIONI  2.

 

Riteniamo  di favorire la comprensione della filosofia  nietzscheana pubblicando una serie di citazioni dalle opere del  proprio Autore. 

Qui Nietzsche non ha ancora trent’ anni e la datazione delle citazioni può essere la medesima di quella indicata nel gruppo 1.

 

SUL  CRISTIANESIMO:

Il Cristianesimo come la più sfrenata raffigurazione del tema morale … respinge ogni arte nel regno della menzogna … io sentii sempre anche l’ ostilità alla vita … l’ odio contro il mondo, la maledizione delle passioni, la paura della bellezza e della sensualità.

La nascita della tragedia, 5°. CollezioneAdelphi,  Ed. 1972,  III, 1, p. 10.

 

SULLE FESTE DI DIONISO:

Il carro di Dioniso è incoronato di fiori, è tirato da pantere e da tigri. Tutte le divisioni di casta scompaiono: … l’ uomo si manifesta come membro di una comunità superiore e più ideale …

La visione dionisiaca del mondo. 1°. Collezione Adelphi, Ed. 1973, III, 2. P. 51.

 

SULLA CULTURA:

Come? Parli con dispregio ella missione dell’ insegnante?  Tu pensi di poter vivere da filosofo. E non temi che la solitudine si vendichi contro di te? Provati dunque ad essere un solitario della cultura!

Prima conferenza. Idem, p. 108.

 

SULLO SPIRITO TEDESCO:

Dobbiamo tenerci attaccati allo spirito tedesco, che si è manifestato nella riforma tedesca, nella musica tedesca, nello straordinario rigore della filosofia tedesca e con la fedeltà del soldato tedesco.

Terza conferenza. Idem, p. 140.

 

MOTTO LATINO:

Similis simili gaudet.

Terza conferenza. Idem, p. 143.

 

SULLA CULTURA POPOLARE:

Il nostro scopo non può essere la cultura della massa, bensì la cultura dei singoli, di uomini scelti, equipaggiati per opere grandi e durature.

Terza conferenza, Idem, p.145.

 

SULLA FILOSOFIA DI STATO:

Una filosofia tempo addietro favorita dallo Stato e mirante a promuovere i fini dello Stato, ossia la tendenza della filosofia hegeliana: … l’ apoteosi dello Stato, per opera di quella filosofia, raggiunge senza dubbio il suo vertice in questa subordinazione.

Terza conferenza, Idem, p. 156.

[Ricordiamo che, dalla filosofia hegeliana provennero, nel Secolo Ventesimo, sia  il comunismo che il nazi fascismo (destra e sinistra hegeliene)].

 

MEDITAZIONE (ORFISTA) SUL CAPO D’ ANNO.

Ogni notte di San Silvestro ci fa sentire il mistero della contraddizione fra essere e divenire. Il fatto che ogni attimo di suprema perfezione svanisca offende nel modo più forte l’ uomo morale. Il suo imperativo suona piuttosto: ciò che esistette una volta dovrà sussistere eternamente. Che i grandi momenti formino una catena, che essi colleghino l’ umanità attraverso i millenni, questo è il pensiero fondamentale della cultura.

Sul pathos della verità. Idem, pp. 211 – 212.

 

SU PITAGORA ED EMPEDOCLE:

Anche un Pitagora ed un Empedocle considerarono sé stessi con un rispetto quasi religioso, ma il legame della compassione, congiunto alla grande convinzione della trasmigrazione delle anime  e dell’ unità di tutti gli esseri viventi, li riportò nuovamente verso gli altri uomini, per salvarli.

Sul pathos della verità. Idem, p. 214.

Anche in “la filosofia nell’ epoca tragica dei greci. 8°. Idem p. 305.

[Si ricorda che oggi, la scoperta scientifica della “unità della materia” ha dato ragione delle grandi intuizioni pitagoriche ed orfiche] .

 

SUL BUON LETTORE:

Il lettore da cui mi attendo qualcosa deve avere tre qualità. Dev’ essere calmo e leggere senza fretta. Non deve far intervenire ogni volta la sua persona e la sua cultura. Deve avere la natura esuberante di coloro che sono in grado di percorrere tutta quanta la strada che dalle profondità dell’ empirismo sale sino all’ altezza dei veri problemi culturali.

Pensieri sull’ avvenire delle nostre scuole. Idem, p. 219.

 

SULLA DIGNITA’ DELL’ UOMO E IL LAVORO:

Spesso in un medesimo uomo si rivela al tempo stesso l’impulso della lotta per l’ esistenza e quello del bisogno artistico … Perciò si crede nella “dignità dell’ uomo” e nella “dignità del lavoro”.

I Greci non hanno bisogno di tali allucinazioni intellettuali:  essi dichiarano con terribile franchezza che il lavoro è un’ onta.

Lo Stato greco. Idem, p. 224.

 

SULLA GUERRA:

Dobbiamo dunque dichiarare che per lo Stato la guerra è una necessità, allo stesso modo però che  per la società è necessaria la schiavitù.

Lo Stato greco. Idem, p. 235.

 

SUI TEDESCHI:

I tedeschi sono bravissimi come veri virtuosi del filisteismo; ma se qualcuno vuol portarli verso l’ alto, essi diventano pesanti come il piombo.

Il rapporto della filosofia schopenhauriana con la cultura tedesca. Idem,  p. 240.

 

SULL’ UOMO E SULLA NATURA:

Quando si parla di “umanità” ci si fonda sull’ idea che debba trattarsi di ciò che separa l’ uomo dalla natura. Ma una tale separazione in realtà non esiste: le qualità naturali e quelle chiamate propriamente “umane” sono incredibilmente intrecciate. L’ uomo, nelle sue capacità più alte e più nobili è completamente “natura”.

Agone omerico. Idem, p. 245.

 

SULL’ ORFISMO:

I nomi di Orfeo, di Museo e i loro culti lasciano trasparire le conseguenze cui si era giunti attraverso la visione ininterrotta di un mondo della lotta e della crudeltà: tali conseguenze erano di disgusto per l’ esistenza, la concezione di questa esistenza come una punizione da espiare … Nella tendenza orfica, per contro, era implicito il pensiero che una vita  radicata in un tale impulso non fosse degna di essere vissuta.

L’ agone omerico. Idem, pp. 247 – 248.

 

SULL’ ORFISMO:

I misteri orfici. Il giudizio di quei filosofi,  sulla vita e sull’ esistenza in generale,  ha una importanza ben più grande di un giudizio moderno, poiché essi avevano di fronte la vita in una rigogliosa compiutezza, e poiché in essi il sentimento del pensatore non cadeva – colme invece avviene a noi – nel dissidio tra il desiderio di libertà, bellezza, grandezza della vita, e impulso verso la verità.

La filosofia nell’ epoca tragica dei greci. 1°. Idem, p. 274.

 

PROVERBI GRECI:

La sazietà genera la scelleratezza.

I cani abbaiano contro chiunque non conoscano.

Per l’ asino la pula è migliore dell’ oro.

(Attribuiti ad Eraclito).

La filosofia nell’ epoca tragica dei greci. 6°, 7°. Idem, pp. 299 – 303.

 

LA QUESTIONE ATOMICA (O SEMINALE) NELL’ ETA’ DI NIETZSCHE.

Anassagora rappresenta l’ esistenza primordiale del mondo come simile a una massa polverizzata di punti compenetranti e infinitamente piccoli, ciascuno dei quali possiede una sola qualità, in modo tale però che ogni qualità specifica venga rappresentata in un numero infinito di singoli punti. Tali punti sono stati chiamati da Aristotele “omeomerie”.

La filosofia nell’ epoca tragica dei greci. 16°. Idem, p. 340.

[Già nel primissimo novecento la questione fu risolta teoricamente, mentre solo dalla metà dello stesso secolo si cominciò a lavorare praticamente (a parte la bomba) sull’ unità della materia].

 

Continua.

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