RIGO CAMERANO

 

N E R O

 

Il tocco del maestro

 

2

 

 

 SARA CIARRACCO

 

 

Racconti di Buchenwald

 2

 

Con grandi novit� aggiunte

ed agghiaccianti verit� rivelate

 

 

Cos� scrisse Sara Ciarracco per mano del fratello Annibale, ed anche un po' mia:

 

"Accadde durante la pi� pacifica delle mattinate di Natale trascorse dall'inizio del ventesimo secolo: nubi bianche per eccessivo carico di gelo facevano presagire su Napoli una nevicata straordinaria: la temperatura in istrada si approssimava allo zero ed io, nel tepore domestico, mi ero appena lavata la faccia e corroborato il corpo con una doccia al sale marino, quando il telefono della mia stanza squill� senza concedermi il tempo di consumare, com'era di mia abitudine, il mio normale mattutino latte e caff� con miele e biscotti.

Era l'ospedale Cardarelli che mi informava di un ricovero urgente avvenuto durante la notte. Causa un investimento era stato ricoverato un tal Salvatore Lucigno, che ormai in punto di morte, ritenuta inutile ogni prosecuzione di cura, stava chiedendo ripetutamente di me.

Tornai al pasto, accelerai leggermente, mi mossi di nuovo per telefonare in parrocchia a padre Giovanni allo scopo di averlo compagno e testimone; nascosi nella borsetta una piccola scorta di biscotti al latte e partii con l'automobile di mio  padre, senza avvisare.

Mi affrettai, ma giunsi ugualmente all'ora stabilita dal destino, in quanto il caos del traffico napoletano � notoriamente tale, che il ritenere di poterne prestabilire  tempi di percorrenza �  presunzione da guidatore inesperto.  

Quando arrivai, entro una piccola camerata a quattro letti indicatami da una infermiera, padre Giovanni era gi� l� a un capezzale, protetto da un paravento bianco e azzurro, dal quale si sporse per farsi notare da me. A propria volta il moribondo ebbe, dalla mia vista,  un impulso vitale che si rivel� soprattutto allo sguardo, che si fece pi� intenso, e alla voce, che si lev� comprensibile.

- Vi ho sempre mentito - biascic� subito - ed ora che devo morire desidero conosciate completamente tutta la verit� su di me..."

 

Salvatore Lucigno parl� per tre ore senza interrompersi, con parole raccolte da Sara Ciarracco e testimoniate da padre Giovanni. Ancorch� continuare a copiare per intero tutto il volume citato nel titolo di questo capitolo, qui nel web se ne riporter� solamente il quadro sinottico.

 

"Salvatore Lucigno nacque nel cuore della Brianza, in un mese qualsiasi del 1920, esattamente nel territorio d'Asso, a met� strada esatta fra il ramo manzoniano del lago di Lecco e la citt� di Como.

Il padre Slafko, zingaro, nato Luksig, cognome italianizzato in epoca fascista, era stato costretto a sposare una certa giovinetta Maria, in conseguenza di uno stupro dal quale era nato, appunto, il piccolo Salvatore,  odiato dal padre il quale, proprio a causa di tale nascita accidentale era stato cacciato dalla comunit� degli zingari in quanto promesso sposo della figlia del ricchissimo Re, mendicante di professione, inflessibile in fatto di morale e rapporti d'onore.

Spaventato dall'ira dei fratelli di Maria, accorsi al coltello a pretendere il matrimonio riparatore, accett� di malavoglia un matrimonio che lo impoveriva e gli portava in dote il possesso di una capanna con annesso porcile di dodici capi giovani da allevare, riprodurre e portare al mattatoio al tempo loro.

Crebbe pertanto il giovanissimo Salvatore, assistente ai suini, lodato quanto pi� s'imbrattava e punito quanto pi� esprimeva il desiderio di emanciparsi.

Molto bene, perci�, era considerato per lui dormir coi maiali, nutrirsi insieme ad essi, mostrar di sapere imitare il loro grugnito; assai male mostrare di voler leggere, o intrattenersi con un amico che avrebbe potuto diventare, potenzialmente, un suo compagno di scuola.

In ognuno di tali casi la punizione poteva variare da alcuni colpi di cinghia alla carcerazione in un sottoscala al buio, anche per  consecutive quarantott'ore senza mangiare.

Un po' di sollievo il ragazzo lo trovava quando il padre partiva per recarsi ad Erba o a Cant�, o in altri luoghi, a fornir pizzicagnoli di salumi e salsicce.

In quei momenti il bimbo trovava riposo nella cucina o nella camera da letto materna, ove finalmente riusciva a nutrirsi di cibo comune e a riposare per qualche ora in un letto normale.

Passarono gli anni, il bambino e poi il giovinetto continu� a crescere nel naturale sentimento dell'odio paterno e nell'amore materno lievitato sino allo esplodere di un incosciente complesso di Edipo. Sino alla maturazione della sua aspirazione pi� grande: uccidere il padre e prenderne il posto entro la mente della propria madre."...

 

Grandi rivelazioni nel prossimo fascicolo: Salvatore Lucigno volontario a Buchenwald.

 

Quando il fascicolo quivi riassunto usc�, in poche settimane and� a ruba e si dov� ristamparlo.

Alla Casa Editrice and� il cinquanta per cento del cospicuo incasso, a copertura delle spese di produzione, pi� il venticinque di prassi. La rimanente cifra fu ripartita in cinque parti abbastanza uguali fra Salvatore, Annibale, Sara, me e l'"attore" Lucigno.

A dire la verit� Sara protest� molto a causa della prepotenza subita riguardo all'uso del proprio nome, tanto che rifiut� di firmare il prossimo capitolo "di tale indecente porcheria", ed ancor pi� protest� padre Giovanni, il benefattore protettore di Lucigno, preoccupato soprattutto del falso che si stava compiendo e della effettiva indifferenza morale con la quale si stava agendo.

Alla fine, tuttavia, la ripartizione frutt� a Salvatore Lucigno duecentoventimila lire esatte, legalmente giustificate in un premio di produttivit�, cifra assai ragguardevole al tempo, soprattutto per un operaio apprendista. E nonostante Sara e il sacerdote consigliassero a Lucigno di non consentire pi� all'uso indiscriminato del proprio nome e facessero pressione su Annibale Ciarracco affinch� i fascicoli proseguissero con nomi di fantasia, il Lucigno accett�, e di l� a poco tempo usc�, nelle edicole napoletane, il terzo fascicolo della nostra storia, del quale presentiamo a nostra volta  un riassunto sinottico.

 

 ANNIBALE  CIARRACCO

 

 

Racconti di Buchenwald

 3.

 

Salvatore Lucigno caporale a Buchenwald.

Rivelazioni ed ultime verit�

 

 

Gli anni 'Trenta passarono oscuri nella vita di Salvatore Lucigno. L'uso zingaro, adoperato dal padre, di non denunciare le nascite all'anagrafe, permise allo stesso genitore di scapolare le spese scolastiche e utilizzare al cento per cento il proprio figlio - servente nel porcile di casa.

Tempi duri per il ragazzo che ormai si stava facendo ventenne e avrebbe desiderato una vita normale: non forse una ragazza fissa, in quanto al profondo dei suoi pensieri edipici vi era sempre la madre ed il represso desiderio incestuoso, quanto un banale rapporto, di tanto in tanto, con non importa chi, ci� purtroppo  proibito dal padre, tutto sommato moralista, il quale avrebbe desiderato che il figlio si contaminasse il meno possibile nel contatto con un mondo che lui giudicava corrotto e peccaminoso.

Alla fine degli anni 'Trenta la storia del mondo, come � noto, cambi�, e si accese finalmente, per gli oppressi, una luce. Non per quelli colpiti dalle leggi razziali fasciste, che Slafko Luksig aveva dribblato parecchi anni prima facendosi italianizzare il cognome, bens� per quelli che avrebbero potuto profittare dell'inizio della guerra in Europa, che il giovane porcaio aveva inteso da subito come un'occasione di personale riscatto.

Trascorsero, nonostante tutto, anni incresciosi entro i quali accadde di tutto, meno qualcosa di veramente importante che  potesse cambiare la vita del nostro. Alla fine, per�, qualcosa si mosse, e finalmente capit� per lui l'occasione storica irripetibile, sconvolgente della sua vita intera: l' 8 settembre 1943.

Bastarono pochissimi giorni affinch� l'orizzonte si aprisse. Dal cuore della Mitteleuropa egli vide personalmente scorrere avanti a s�, in un volo incosciente che sarebbe stato di manzoniana memoria se  avesse frequentato almeno la scuola media primaria,

"le motociclette di Wallenstein, le fanterie di Merode, i carri armati di Anhalt, le Esse Esse di Brandeburgo; pass� F�rstenberg, passarono i Croati, passarono altri e altri, e quando piacque al Cielo pass� anche il repubblicano Galasso, che fu l'ultimo".

Finalmente la mano del Cielo toccava Salvatore Lucigno, il quale, deciso a non perdere la grande occasione della sua vita, abbandon�, con rischio, il proprio posto di lavoro in porcile e,  racimolato qualche spicciolo, corse direttamente a Como, ove riusc� a farsi accogliere nel Comando locale delle SS, istituito da poco.

Quando espresse, al comandante Schultz, il proprio desiderio di denunciare il padre in quanto zingaro, senza per� che ci� nocesse alla madre ariana, costui fece entrare, per lume, nel proprio studio, il disponibile herr doktor Mabusis, esimio specialista in antropologia e bioetica. Portato a conoscenza dello stupro dal quale Salvatore era nato, sentenzi� in tale modo:

- La madre ariana resta innocente, sebbene contaminata, se stuprata contro sua volont�. Diventa colpevole soltanto dopo il primo atto sessuale volontario compiuto in favore di un uomo antropologicamente incompatibile. Il bimbo � innocente in quanto, per s�, � nato senza avere approvato il fatto. Rimane tuttavia pericoloso per la societ� civile, in quanto di sangue impuro. Se ne pu� concludere: tutti arrestati salvo un'occasione di riscatto per il figlio, che resta comunque benemerito per il fatto di aver denunciato i propri genitori.

Fu cos� che la famiglia Luksig part� il giorno stesso per Buchenwald, e che, pochi giorni dopo, Slafko e la propria moglie furono messi al forno, mentre Salvatore fu assunto in servizio in quel luogo stesso, col grado di caporale.

Certo, la perdita della madre gli cost� in delusione e lo amareggi�, ma presto lo consolarono le riflessioni sulla fortuna raggiunta per il solo fatto di trovarsi in quel luogo, ove, diversamente che altrove, una persona umana poteva essere ammazzata gratis, senza intromissioni di ordine legale, e senza nemmeno il rischio della propria vita, cos� come poteva accadere al fronte.

Si iscrisse a un corso di infermiere sperimentale, e pot� operare agli ordini di un autentico medico esperto in ricerca umana dal vivo, cosa non facile a ottenersi in una nazione, anche ariana, in tempo di pace.

Pot� istruirsi su fatti che altrimenti mai avrebbe potuto pensare di poter osservare direttamente.

Ad esempio: quanti giorni pu� resistere un uomo rimanendo completamente senza mangiare? Oppure nutrendosi di una quantit� costante e sempre uguale di un cibo prescelto?

E a quanti gradi di calore la pelle umana prende completamente fuoco? Distinguendo: con fiamma? Senza fiamma?

E quanto tempo si pu� resistere a respirare con il naso e la bocca tappati? Con aggiunta di gas? Senza aggiunta di gas? E si potrebbe respirare, in extremis, dal foro anale?

E a quanti gradi si muore restando nudi in un frigorifero? Con temperatura sottozero costante? Con abbassamento progressivo?

E a tante altre cose Salvatore Lucigno si interess� e apprese, con grande guadagno per la propria cultura, per troppi anni rimasta atrofica.

 

 

Il testo originale prosegue ancora per molte pagine: Noi ci fermiamo qui, anche perch� il successo nelle edicole napoletane fu nuovamente massimo e a Salvatore Lucigno toccarono ben trecentocinquanta mila lire tutte insieme, cifra mai vista da un  onesto garzone par suo.

Sara e padre Giovanni continuarono a protestare vivacemente, ma furono tacitati subito da un giornalista tedesco proveniente da Monaco di Baviera, recante una proposta inattesa: l'acquisto dei diritti dell'opera, che Annibale seppe trattare convenientemente riservandosi una partecipazione agli utili. Anche in Germania l'opera fu apprezzata e negli anni successivi and� a ruba.

A Napoli la divisione degli utili si aggir� stavolta sul milione e mezzo di media a capo, modificata un po' secondo il grado gerarchico.

Nel giugno del 1967, in occasione di tale successo fu organizzata una festa memorabile, e Annibale Ciarracco pot� finalmente averla vinta su Sara e su padre Giovanni, vantando il seguente argomento:

- Accettate di riconoscere la superiorit� del maestro e l'eccellenza del suo tocco - disse - che se avessimo dato al personaggio un nome di fantasia, come voi avreste preteso, anzich� il nome vero, nessuno all'estero si sarebbe interessato al nostro racconto.

Parole sante, a una quindicina di giorni dalle quali Salvatore Lucigno mor� sparato, non si sa per mano di chi - forse, si disse, ad opera del Servizio Segreto israeliano il quale avrebbe potuto attribuire a Lucigno (i nomi possono cambiare) imprese concretamente compiute da un'altra persona.

Cos� finisce la nostra storia, e chiedo scusa al lettore di non aver resistito al desiderio di raccontarla.

 

Osimo, 7 luglio 2005.

 

Foto del Danish Center for Holocaust and Genocides Studies.

Buchenwald: 1945

 

 

FINE 

 

 

 

B A S E          H O M E