Lettera

al Movimento Monarchico Italiano,

 

Vi ringrazio per avermi invitato a scrivere sulla vostra bacheca.

Purtroppo sono costretto ad essere coerente alla mia incoerenza, che per� non � maligna.

Lo studio del pitagorismo mi conduce a dare importanza alle idee liberali, fra le quali l' anarchismo, non � affatto fra le pi� estreme. L'estremo � il contrario (e morir� con questa convinzione), perch� oggi la vivibilit� umana nel pianeta � diventata a rischio e la unificazione dei popoli sar�, nel tempo, sempre pi� necessaria.

Ci vorranno per�, forse, secoli prima che le differenze culturali possano naturalmente uniformarsi, e per tale motivo rappresentanti responsabili delle diverse culture nazionali dovranno ritenersi ancora a  lungo giustificabili. Sempre con la consapevolezza delle necessit� del presente.

Una Casa Reale, ad esempio, potrebbe oggi rappresentare una nuova nazione italiana confederata, unificata da una lingua comune.

Con un Re popolare per�,  molto forte.

Forte significa, non sottoposto a un maggiordomo politico, magari in prurito di eternit�. Un Re non baciamano, per intenderci, rispettoso di tutte le differenze culturali e di religione. Perch� oggi si percepisce il desiderio, e contemporaneamente il timore della morte, anche inconsapevole, della democrazia.

Un re, effettivamente, potrebbe bilanciare la contraddizione democratica della votazione alle masse. Giusta nella sua idea pi� nobile, ma resa plebea da interessi volgari di gerarchismo e carriera. Perch� la democrazia, per esistere, esige onest�.

Non si pu� negare, nei tempi d' oggi, una nemmeno tanto strisciante volont� di diseducazione popolare.

In Italia, peggio della guerra ha fatto, per la politica, la guerra fredda, quando il Paese � stato nascostamente preparato a sostenere psicologicamente la eventualit� di una probabile terza guerra mondiale. Non esistono prove documentarie ma, per conseguenza logica, in tal caso un eventuale Re (o un Presidente) sarebbe stato incoraggiato a trattar da nemico la met� del suo popolo. CIE e massonerie, pi� o meno giustificate, si pu� pensare si siano a lungo prodigate per questo.

A tutt'oggi, anche la guerra fra Palestina e Israele ha provocato, nell' opinione pubblica democratica, danni psicologici e disorientamento gravissimo. Ritardi culturali: anti-americanismo e anti-islamismo inutili. Oppure: americanismo ed islamismo sbagliati. Oppure ancora, pacifismo unilaterale.

Manca ancora, nel nostro mondo, una cultura antropica capace di comunicare universalmente. Forse fra cent' anni un buon pitagorico potrebbe riuscire a farsi capire dai talebani.

Nulla si � fatto per trarre esperienza  dalla "fine ufficiale del comunismo". Buona logica avrebbe richiesto la fine della conflittualit� politica fra destra e sinistra. Invece si � voluto ottenere  il contrario.

Il consiglio che ho sempre dato  ai favorevoli  ad una politica in appoggio alla monarchia (con interscambio con la repubblica, perch� questa sarebbe la vera novit� storica), � di mantenersi fedeli al ricordo  della esperienza sub�ta dalla principessa Mafalda di Savoia, morta nel campo di concentramento di Buchenwald, ad ammonimento dei pericoli che si corrono a trascurare  le proprie responsabilit� e a sottovalutare il valore di ci� che ufficialmente si rappresenta. Intendo riferirmi al Re, ovvero a quella responsabilit� naturale e a  quel coraggio che deve provenire dall' esser capitati a vivere, senza chiederlo, in quella posizione. Ci� che poi vale anche per i rappresentanti della repubblica sino al popolo minuto, uno per uno.

Io sono anarchico, sento la responsabilit� dell' anarchico, voglio morire anarchico, e non ho altri consigli. Che sarebbero difficili da applicare, cos� come � difficile fare qualsiasi cosa che sia eticamente utile al genere umano inteso nel proprio insieme.

Enrico Orlandini,

Osimo, 1� dicembre 2010.

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