LUX BOLOGNA

 

 

S E Z I O N E   D I   F A N T A S C I E N Z A

 

 

 

BRACCATO

 

 

PREMESSA

 

Questa storia riferisce di fatti accaduti durante il terzo millennio della seconda �gira, dopo che quella parte di musulmani  che non avevano voluto accettare l�unit� delle religioni ebbe preso possesso della superficie del pianeta Mercurio, una limitata porzione del quale era gi� stata da essi colonizzata.

Sulla Terra correva il settimo millennio da Cristo, e gi� al tempo importanti progressi erano stati compiuti nell�impegno per la vivibilit� dei corpi celesti pi� vicini alla Terra e al Sole. Da un pezzo era stata raggiunta la piena abitabilit� della Luna, e quella quasi completa di Marte ; trasporti d�aria ed esperimenti per la sua autoriproduzione e conservazione erano stati condotti per oltre tremila anni da una popolazione volontaria di scienziati e tecnici che poi si erano trasformati in residenti fissi e avevano dato vita a una etnia autoctona di razze miste, somaticamente non diversa da quella terrestre, salvo per il colore predominante della pelle che somigliava a quella che un uomo bianco ottiene, in genere, da un�abbronzatura marina : nei mondi colonizzati, bianchi e neri di razza pura erano ormai in via d�estinzione.

In ancor meno di tre millenni si era riusciti a riprodurre l�atmosfera terrestre nella sua densit� ottimale, a trasportare e far vivere la quasi totalit� delle piante e degli animali. Erano state riprodotte le grandi precipitazioni, erano stati formati gli oceani, e si era riusciti a ottenere il controllo delle grandi eruzioni. In trenta secoli di sforzi era stato ottenuto ci� che sulla Terra la natura aveva compiuto in milioni d�anni.

Naturalmente, il genere umano godeva il vantaggio di iniziare da una evoluzione antropica compiuta, e questa fu, forse, la causa principale del grande risparmio di tempo ottenuto. Relativamente scarse, in tutti i pianeti colonizzati, le specie zoologiche nuove : cani, gatti, cavalli e animali da cortile furono, infatti, i primi a riprodursi nei nuovi ambienti, con pochissime alterazioni.

Sulla Terra, la pace perpetua era stata raggiunta : si era convenuto che la morale di tutte le razze, popoli e civilt�, non potesse essere affidata che a un�unica Legge e, per i religiosi, che a un unico Dio. Era stato ottenuto il necessario controllo osmotico della economia mondiale, mentre la stessa popolazione umana era stabilizzata, da secoli, sul numero di dieci miliardi. Piani per la eliminazione delle sacche sperequative avevano potuto prendere corpo efficacemente, ed il benessere generale aveva favorito anche la politica, sicch�, da lungo tempo, l�apprezzamento per i problemi globali l�aveva vinta su quello per gli interessi dei gruppi.

Una parte importante nella costruzione del nuovo sistema coloniale la si doveva alla evoluzione dei computer, specie da quando era stato voluto, per essi, oltre l�approfondimento intellettuale, anche la sempre maggiore cognizione del s�.

Era sembrata, infatti, cattiva cosa che la grande intelligenza e memoria di queste macchine dovesse essere privata della capacit� di percepire s� stessa ; di conseguenza si era lavorato al perfezionamento della loro sensibilit�, iniziando proprio dalla percezione elementare del caldo e del freddo.

Alla fine, i risultati ottenuti erano andati al di l� delle aspettative : i computer, raggiunta personalit� autonoma, avevano cominciato a programmarsi da soli e, grazie alla loro totale intercomunicabilit�, ad acquistare l�intera cognizione intellettuale del sistema solare. In breve tempo, il rapporto di gerarchia con le persone umane che li utilizzavano si era capovolto, anche se gli uomini continuavano a dire che erano loro a sfruttare i computer, cos� come i coloni sfruttano le proprie mucche.

Raggiunta l�autonomia operativa e la capacit� di autoprogrammarsi, i computer si erano per� dichiarati scontenti dell�ambiente terrestre e avevano deciso di colonizzare il pianeta Venere, il pi� difficile, ambientalmente, ad essere utilizzato e abitato da umani. Riuscirono, infatti, i computer, ad aggredirlo dall�esterno, a diluire i terribili acidi della sua atmosfera superiore, a eliminare l�effetto serra prodotto dalla sua pesantissima nuvolaglia bassa.

Avuta ragione del nuovo ambiente, avevano trasmigrato portandosi dietro gran parte dei loro fans, loro direttori tecnici, come essi stessi si definivano, o servi inconsci, come affermavano altri.Tutto ci�, per�, sino a non pi� di cinquant'anni dalla stesura di queste righe, sino a che sul pianeta Mercurio non ebbe luogo la ribellione dei solariani, una sorta di rivoluzione religiosa condotta alla vecchia maniera fondamentalista, che si era sviluppata, all'inizio in maniera sotterranea, poi palesemente.Ci� che aveva reso forti i solariani era stata la scoperta, dovuta a un gruppo scientifico, della utilizzazione di una particolare categoria di fotoni X solari, detta dei raggi "luxor", i quali possedevano la capacit� di respingere qualsiasi corpo materiale contro il quale fossero lanciati, o che fosse lanciato contro di loro.

In questo modo, le astronavi dei solariani, protette entro una sfera di �vento luxor� prodotta costantemente, erano divenute impermeabili a qualsiasi tipo di proiettile esistente nel sistema solare ; in pi�, sparando il �luxor� a raggio, erano in grado di penetrare qualsiasi tipo di corazza e perforare montagne intere.

In breve, nulla esisteva, nell�universo noto a quel tempo, che potesse competere contro una nave armata �luxor�. Naturalmente, i metodi di raccolta e utilizzazione del materiale fotonico adatto, erano diventati i principali segreti dell�esercito solariano il quale, dopo avere annientato la gerarchia musulmana all�interno del loro stesso pianeta, aveva iniziato a compiere gratuite incursioni contro il pianeta Terra, nello intento, non di conquistarlo (i solariani erano scarsi di numero, appena qualche milione), bens� di ricattarlo.

Da una cinquantina d�anni, infatti, i solariani erano divenuti veri e propri �parassiti� della Terra, pretendendo da essa ogni tipo di rifornimento vitale, dai minerali preziosi alle cose da mangiare, alle donne, agli schiavi.  In pi�, i solariani non disponevano di un governo unitario, ma erano ancora divisi in piccole trib�, alla maniera delle popolazioni arabe dei tempi precedenti Maometto, per cui, in pratica, ogni comandante militare solariano di astronave era un ras che accampava pretese. Pagato oggi il riscatto al comandante Elio, nulla impediva che ci si aspettasse, domani, l�attacco del comandante Sirio, e cos� via.

I terrestri ricordavano bene gli attacchi pi� spettacolari : la perforazione dell�Oceano Atlantico davanti Rhode Island e New York, che aveva prodotto muraglie d�acqua alte decine di metri, che poi si erano riversate su tutto il territorio costiero cittadino e del Connecticut, provocando centinaia di migliaia di morti. Al tempo, New York era rimpicciolita a un milione di abitanti, ma non per decadenza, bens� perch� le leggi planetarie avevano da tempo scoraggiato le mostruose, antiche, gigantizzazioni urbane.

Ricordavano, la grande concentrazione di nubi su Nuova Delhi, provocata da una sola astronave che aveva girato, costantemente a cerchio, per oltre un mese, sulla citt�. L�effetto serra provocato da quelle nubi aveva portato la temperatura della regione ad oltre ottanta gradi centigradi provocando, anche in quel caso, almeno un milione di morti.

Per non descrivere poi gli attacchi �volgari� prodotti da astronavi inattese, che lanciavano raggi qui e l�, spesso a casaccio, rompendo e distruggendo qualsiasi cosa.

Per impedire o prevenire questi attacchi, l�esercito terrestre aveva a disposizione �assolutamente nulla�, salvo pagare i ricatti oggi, per poi essere ri-ricattato e pagare ancora una volta domani.

L�unica possibilit� di venire a capo di quella particolare, stranissima, �guerra�, poteva essere data dal conoscere le metodiche di utilizzazione del materiale solare, in pratica, dal furto dei documenti giusti, impresa per la quale sarebbe stato necessario infiltrare un uomo su Mercurio, cosa non facile, poich� i solariani erano, in questo campo, prudentissimi.

Non attaccavano, infatti, Venere, territorio dei computer, e avevano interdetto il loro pianeta a qualsiasi tipo di calcolatore autoprogrammabile. Per questo motivo, in tale campo erano rimasti piuttosto arretrati, ed oggi si sa che i terrestri avevano stipulato segreti accordi coi venusiani, allo scopo di procurarsi gli strumenti scientifici pi� adatti al rintracciamento e al nascondimento del materiale che si intendeva sottrarre.

Per l�impresa fu scelto un arabo di nome Mohammad, uomo caricato psicologicamente dalle stragi che i solariani avevano fatto dei musulmani fedeli, su Mercurio, ed anche adatto somaticamente.

Nonostante le religioni si fossero unificate, i popoli simpatizzavano ancora con gli �d�i� antichi, storicamente intesi. La popolazione umana era rimasta, infatti, razzialmente riconoscibile, specie dopo che il raggiungimento della uguaglianza civile ebbe portato, per contraccolpo, la esigenza del riconoscimento delle diversit� culturali.

Nel contesto descritto comincia la nostra storia.

 

* * *

 

L�uomo fissava intensamente il monitor di un radar ove, da alcuni secondi, era apparso un segnale luminoso che sembrava si avvicinasse.

- Per il Profeta ! - pens�, temendo che, mormorando quel nome ad alta voce, il computer di bordo potesse sentirlo.

Mohammad era l�unica persona a bordo di un cargo diretto ufficiosamente su Venere, di cui il computer era l�unico guidatore. Di l� contava tornar sulla Terra profittando di un viaggio regolare.

Le tracce luminose, intanto, erano diventate quattro.

- Cosa sono quei punti ? - chiese Mohammad nervosamente.

- Rilassati - replic� una calma voce femminile proveniente dal calcolatore - Si tratta di navi mercantili che percorrono la nostra stessa rotta.

- Temo di essere fermato dall�esercito - confess� l�uomo. Non che non abbia la coscienza a posto...ma, � una questione nervosa...io sono nato maomettano.

- Se � per questo - replic� il computer - maomettani lo siamo stati un po� tutti...anch�io - e rise.

I computer delle navi spaziali erano, in genere, programmati soprattutto per tenere altro il morale degli equipaggi, spesso tediati da viaggi lunghi trascorsi su coni planetari d�ombra e, comunque, in ambiente privo di luce diffusa.

- Prova a riposare - aggiunse il computer - vuoi musica terrestre ?

I solariani erano zeppi di cose terrestri, guadagnate coi loro ricatti.

- Se ti � possibile, dammi musica molto antica - rispose l�uomo.

Il computer fece girare un riposante brano di Mozart che Mohammad accett�, entro di s�, con disappunto.

- Non c�� proprio modo di risentire un po� di buona musica araba - pens�, ma non si sarebbe, certo, mai espresso in tal senso.

Le note, non completamente sgradevoli, riempirono, tuttavia, rapidamente l�abitacolo, mentre le luci, che un istante prima avevano illuminato l�ambiente a giorno, diminuirono sino a raggiungere un tono azzurro che invitava al sonno o, in quel momento, almeno ai pensieri.

L�uomo reclin� lo schienale della poltrona nella quale sedeva, e chiuse gli occhi. In quell�istante cominci� a ricordare : si rivide sulla base di Golinda IV, nella sede dell�O.G.M., davanti al volto glabro del comandante Halim che gli parlava della delicatezza e dell�importanza della sua missione. Mohammad era stato scelto fra numerosi volontari, poich� era quello che aveva meno da perdere. Viveva solo : la sua famiglia era stata completamente sterminata in una di quelle incursioni dei solariani che difficilmente consentivano a qualcuno di raccontarle.

Si rivide contadino a Carina VIII, un pianetino artificiale che i terrestri avevano costruito e che avevano poi volutamente abbandonato, proprio per consentire l�infiltrazione di qualche agente. Mohammad, la cui famiglia aveva, da tempo, accettato la religione universale, si era messo, per non destare sospetti, nella non comoda posizione di fingersi maomettano, aveva accettato una dolorosa deportazione in un campo rieducativo e, alla fine, si era convertito a Solaria, riuscendo anche a farsi giudicare sincero.

Col tempo aveva trovato un posto da mozzo in un�astronave mercantile e, in seguito, preso a benvolere da un ras, era stato introdotto in uno di quegli incrociatori, pressoch� indipendenti, entro il quale aveva avuto modo di ascendere tutti i gradini della scala sociale a lui consentiti, sino al grado di cameriere della mensa ufficiali. Era stato anche coinvolto e spettatore di un paio di attacchi contro la Terra.

Aveva per� rinunciato alla speranza di essere utile alla sua patria, quando un colpo di fortuna gli consent� di riuscire in quella impresa per la quale erano morti ormai tanti agenti e per la quale l�O.G.M. si sarebbe dichiarato disposto a tutto. Un giorno, in maniera assolutamente casuale e insperata, aveva trovato un incartamento aperto recante formule relative alla composizione dei raggi �luxor�, unitamente a una serie di metodologie adatte alla loro utilizzazione.

Schemi, cifre, riporti e grafici, tutto era l� per lui, alla portata della sua mano, dimenticati da un qualche ufficiale incosciente. Gli bast� di toccarli coi polpastrelli delle sue dita per farle registrare da microscopici sensori che il comandante Halim, sottopelle, gli aveva fatto applicare prima di spedirlo su Carina VIII per la sua disperata missione.

Era fatta : ora avrebbe dovuto trovar l�occasione di scappare e tornare su una qualsiasi base terrestre, o almeno in un territorio neutrale. Trov� il modo di concretizzare la sua aspettativa quando ricevette il comando di andare solo, a bordo di una minuscola scialuppa mercantile, a eliminar spazzatura e a comprar viveri, su Mercurio.

Non era ancora occasion sufficiente, in quanto quelle scialuppe partivano normalmente con rotte prestabilite, entro le quali un viaggiatore non aveva che da sedere e attendere di sbarcare.

 

L�occasione storica, il colpo di fortuna definitivo, avvenne allorch� il computer, inaspettatamente, chiese la rotta.

Mohammad comand�, allora, di girare intorno al pianeta, come se dovesse recarsi in una particolare citt� che intendeva riconoscere a vista, e poi, una volta uscito dalla visuale dell�incrociatore, ordin� la rotta su Venere, spiegando di dover acquistare una macchina per la eliminazione delle scorie radioattive che i computer avevano da poco costruito e messo in vendita.

Il calcolatore non discusse, n� chiese oltre, e part� subito alla massima velocit� a lui consentita, nella direzione richiesta.

 

Mohammad, che aveva fatto soltanto finta di dormire, riapr� gli occhi ; era troppo nervoso. Riguard� i punti luminosi che si avvicinavano : lui non poteva intenderli, ma il computer aveva di certo una visione completa di quegli oggetti.

- Sono mercantili che seguono la nostra rotta - precis� il calcolatore ancor prima d�essere interrogato. Sono pi� veloci perch� sono vere astronavi e non, come noi, scialuppe.

Mohammad riflett� ancora sul perch� il computer avesse accettato senza discutere la rotta su Venere, ma si guard� bene dal fare alcun cenno espressivo.

- Sono di certo astronavi da guerra - pens� - la nostra deviazione di rotta non pu� essere sfuggita. - Questa volta, per�, non riusc� a mostrare indifferenza e ad impedire che il computer gli rispondesse.

- Non ti agitare : se fossero navi da guerra me ne sarei accorta da un pezzo.

Quelle parole fecero calmare l�uomo che, infatti, non replic�.

- Vorrei bere qualcosa - disse soltanto, ed un automatismo prepar� subito per lui una bevanda al succo di pompelmo terrestre.

- Ci fregano tutto - pens� ancora, e bevve - e questa volta il computer mostr� di non aver capito la sua espressione.

- Che pena c�� per l�alto tradimento ? - Chiese ancora, pentendosi subito di quella domanda.

- Se hai dirottato senza permesso, � anche colpa mia - rispose il computer senza mostrare emozione - ad ogni modo - continu� con tono ironico - ...squartamento e divorazione da parte dei leoni delle pianure di Thosiri, in alternativa, lavori forzati a vita nelle miniere di Sopracen...Se poi sei una spia...- e qui ridacchi�.

- Lascia perdere - concluse l�uomo.

- Che glie ne importa - pens� ancora - non � lei, ma il suo programma, che parla.

Osserv� ancora lo specchio del radar entro il quale i punti luminosi continuavano ad avvicinarsi.

- Fra un paio d�ore saranno in vista - pens�.

- Non ti ci fissare - lo riprese il computer, il cui compito principale rimaneva quello di sostenere il morale dei viaggiatori - Vuoi una partita a scacchi ? Vuoi il go ? Il poker ? La dama ?

- E se fossero pirati ? - Osserv�, ignorando l�invito. Per lui sarebbe stata la risoluzione ideale.

- Non ce ne sono da un pezzo, in tutto il sistema solare. Meno che mai potrebbero essercene qui.

Mohammad intu� che, se si fosse sbilanciato ancora, il calcolatore avrebbe attivato un qualche suo programma di difesa e, probabilmente, sarebbe tornato d�autorit� su Mercurio, consegnando anche una giustificazione scritta.

Si sforz�, pertanto, di rimanere calmo. Ma non vi riusc�, e all�improvviso si scopr� a lacrimare.

Osserv� nuovamente il radar : le luci avevano ormai disegnato un cerchio intorno al punto centrale dello schermo. Guard� fuori : quattro astronavi non grandi, ma senza dubbio militari, avevano circondato la scialuppa spaziale dell�incrociatore solariano, la quale si era fermata ancor prima di aver ricevuto una intimazione.

- Sono finito - disse forte l�uomo, quindi grid� al computer : Distruggiti, distruggiti ! - Ma il calcolatore non obbed�.

Ci fu un leggero scossone.

- Eccoli ! - Disse il calcolatore, ma non temere.

Si ud� il rumore di un portellone che si apriva svitandosi automaticamente, senza mostrar di resistere, quindi cinque soldati di razza umana, indossanti la divisa rossa di Venere, entrarono.

Mohammad cadde sulla sedia, privo di volont�, ed ebbe la forza di chiedere :

- Chi siete ? -

- Siamo soldati umani del pianeta Venere - rispose il meglio vestito, che sembrava essere un ufficiale. - Bel lavoro ! - esclam� poi, rivolto al computer.

- Ha lasciato le impronte dei polpastrelli dovunque - rispose il calcolatore - Ho gi� preso contatti e tutte le formule sono, probabilmente, in elaborazione ; prima della fine dell�anno venusiano il raggio �luxor� diverr� operativo anche per noi.

- Non ci vorr� molto a battere l�esercito di Mercurio che, in fondo, � assai piccolo e disordinato - comment� l�ufficiale.

- Lei non deve preoccuparsi - disse poi rivolto a Mohammad - ritorner� sulla Terra. La sua missione � finita. L�ultima incombenza...dovr� restituire gli elaborati sotto i suoi polpastrelli...ma non sar� un intervento doloroso...Del resto, siamo stati noi stessi a  fornire ai terrestri tale sistema : la missione era nostra.

- Dopo che avrete distrutto l�esercito solariano, cosa farete ? - Chiese Mohammad, ancora frastornato, ma perlomeno non pi� impaurito. Ora pensava all�avvenire della Terra.

Terremo noi le chiavi della pace planetaria - rispose l�ufficiale con tono garbato - Il suo lavoro � finito : potr� dire ai terrestri che gli attacchi dei solariani cesseranno prestissimo e che tutto, sulla Terra, torner� come prima. La riaccompagneremo noi stessi.

Mohammad si adatt� alla situazione reale, accett� senza discutere di restituire gli elaborati e ritorn� sulla Terra con un risultato che fu, grosso modo, accettato da tutti. Si fecero il suo onore anche feste e cortei d�acclamazione.

Da allora, per�, i terrestri smisero d�esser padroni del loro destino.

 

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