LEZIONE  SESTA

NUOVO  ORDONE  MONDIALE

In questa sesta lezione esamineremo le conseguenze logiche teoriche della filosofia pitagorica considerata in rapporto con la società civile (mondiale) attuale.

E’ stato già scritto ampiamente che il pitagorismo, accettando i principii generali della religione orfica (non il  culto) tende a trasmutare i canoni etici di numerose fra le società civili mondiali, specialmente del mondo occidentale.

Abbiamo già appreso che l’ homo “di passaggio” non si responsabilizza più verso il Cielo, bensì verso la Terra, della quale  egli è, e sarà sempre, il fruitore costante.

   Il Cielo rimane la stazione di arrivo e   partenza di un’ avventura divina della quale siamo tutti partecipi, da ancor prima che dal tempo dei dinosauri.

La sua provenienza ha reso tuttavia il suo valore spirituale complessivamente unico, anche se disuguale nell’ oggi.

Abbiamo scritto assai spesso che un eventuale movimento intellettuale politico spontaneo nato dal pitagorismo  tenderebbe per propria natura alla pacificazione delle nazioni del mondo, da ottenersi in qualsiasi modo fosse ritenuto possibile e conveniente.

Ciò condurrebbe alla necessità di un libero associazionismo economico. 

Da qui l' adesione pitagorica incondizionata allo Spirito della "Carta di Milano", che tuttavia appare ancora a tutt' oggi disatteso e incompreso da troppi. O forse soltanto "usato".

 

L’ etica pitagorica sospinge comunque la società futura al rispetto della democrazia e del liberalismo, ovvero della persona umana considerata universalmente unica, sebbene dispersa fra le numerose tribù, e sminuita da tutte le ideologie, laiche o religiose che siano, che nella storia hanno imposto l’ obbligo di costumi contraddittori.

Essendo la democrazia diversamente interpretata nei vari paesi, ci potranno essere, di essa, letture diverse.   

Alla fine, si può sperare che la politica degli Stati (di tutti gli Stati) continuerà a procedere, per tentativi ed errori, fino a raggiungere un punto di maturazione che  consentirà alle diverse popolazioni e potentati del mondo, di scegliere fra le due conseguenze logiche dell’ avvenire: la catastrofe, non soltanto nucleare, della quale si intravvedono i segni, o la indispensabile  pacificazione totale.

 

Fingiamo adesso che un secolo sia passato senza grosse catastrofi e che il pitagorismo abbia raggiunto l’ obiettivo del riconoscimento di sé stesso presso il genere umano.

Fingiamo che diventi necessario stabilire un modello etico comune di comportamento fra Stati. Esso dovrà esser basato, contemporaneamente, sia nella completa libertà di costumi ed usi di qualsiasi popolo,  sia nel raggiungimento della comprensione reciproca.

Ciò non dovrebb’ esser difficile da raggiungersi  grazie allo sviluppo tecnico e scientifico del pianeta e l’ ammorbidimento dei vari potentati religiosi, conseguenza logica della sopravvenuta facilitazione al riconoscimento di un Dio unico per il mondo intero.

Si può prevedere che l’ unica cosa da non mancare di fare, sarà di avere già pronto un piano economico che consenta a tutte le nazioni uguaglianza di rapporti economici negli scambi, ed uguaglianza di liquidità del denaro.

Un  piano preventivo in questo senso (che oggi non sarebbe possibile realizzare d’ un subito) sarebbe comunque utile da far trovar pronto nell' avvenire.

Perché ci si sarebbe adoperati  invano se il risultato raggiunto fosse quello dell’ impero del mondo, di una capacità totale di sfruttamento, profittando semplicemente della facilità con cui si può stampare la carta moneta e legalizzarla.

Non se ne avrebbe una felicità collettiva tale da garantire la lunga durata di un tale impero.

Presupposta questa necessità, auspichiamo che economisti futuri possano tener pronti piani economici in tal senso.

Noi, per gioco, qui presentiamo il nostro.

Si deve capire che non si tratterà pregiudizialmente di “utopia”; una società civile che si rifiuti di incamminarsi verso una meta irraggiungibile, si condanna a restare immobile, non migliorerà mai. Nel mondo d’ oggi si condannerà all’ estinzione.

Non pretendiamo che tale progetto sia preso sul serio, ma certo è che, nella prospettiva di una possibile pacificazione mondiale, un piano economico globale dovrà essere comunque predisposto. Non importa da chi, purché coerente alle intenzioni.

Per l’ oggi, si può pensare che l’ economia concorrenziale fra Stati sia contraddittoria alla pacificazione  che si dice di voler perseguire.

 

Un Nuovo Ordine Mondiale, non solo è desiderabile,  ma sembra essenziale per la prosecuzione della vita stessa di tutto il genere umano.

Una volta che noi si fosse raggiunta la pacificazione fra le nazioni, nell’ etica planetaria “cambierebbe tutto” e molte cose che adesso sembrano impossibili per natura, diventerebbero logiche ed eseguibili. A cominciare dal Dio coerente a sé stesso, cioè giustificatore degli uomini che lui ha creato. Lui come potenza anche materiale.

Naturalmente, per arrivare al Nuovo Ordine Mondiale ci vorrà tempo, ed altrettanto tempo per armonizzarsi in esso. L’ importante sarà però non cadervici impreparati e a sorpresa, come dentro ad un fosso.

 

Il mondo d’ oggi è malato, oltreché da mancanza (o falsa abbondanza) di libertà, anche da una economia in cancrena incapace di produrre vita serena fra i popoli.

E’ difficile, leggendo la storia, trovarvi un momento di salutare equilibrio su cui fermarsi.

Già l’ economia misurata sull’ oro e i metalli preziosi era una economia di squilibri pazzeschi, di ricchezza sfrenata e povertà umiliante.

L’ oro era già di qualcuno prima che diventasse moneta. La carta (o la  pseudo-carta) semplificò meglio tale rapporto, ma non risolse completamente il problema fondamentale della distribuzione. La quale – si pensi – è giustificata così dalle “Scuole” alle quali appartengono tutti i grandi economisti dell’ oggi.

Per cui “per Scuola” non si potrebbero eliminare le grandi contraddizioni economiche mondiali, nemmeno col comunismo, che anch’ esso dipende dal valore dell’ oro e costituzionalmente è un “limitato”, specialmente adesso, dopo la fine della guerra fredda. Queste regole economiche sono giustificate dalla storia in quanto risalgono ai vecchi imperi, (Romano e Persiano ad esempio).

Per cui in un futuro mondo pacificato la modificazione delle vecchie regole dell’ economia diventerà indispensabile.

 

Se io oggi fuggissi nel Panamà con un miliardo di Euro, spostando il mio potere d’ acquisto avrei procurato un grave danno allo Stato. In concreto però nemmeno una pannocchia di granoturco sarebbe stata portata via dal territorio italiano.

Così il famoso caffè del Brasile, che negli anni ‘Trenta veniva bruciato per non abbassarne il prezzo. Così, tutte le nazioni che oggi perdono i capitali, in realtà nulla perdono della loro ricchezza interna reale. Almeno finché i soldi spostati non vengono spesi.

Naturalmente, secondo la logica delle regole economiche attuali, tutto rimane  giustificato, tutto è corretto. Ognuno spinge a ottenere la maggior quantità di carta moneta per sé.

 

Sappiamo tutti che, nella vita dei popoli, l’ economia è stata “naturale” soltanto nel tempo dello scambio in natura. Ci fu tuttavia un motivo giustificato per cui l’ antico “baratto” a un certo momento della storia  fu ritenuto inadeguato a favorire l ‘ ulteriore sviluppo della civiltà.

Esso non fu però sostituito  da un altro valore naturale.

Mi riferisco agli scambi fra nazioni con differenze di ricchezza interna.

Una nazione povera di tutto, ricca soltanto d’ oro, poté “comprare” un’ altra nazione ricca di messi e animali. Poté diventarne d’ un subito padrona, pagando un numero limitato di proprietari.

In realtà i tenutari dell’ oro avrebbero dovuto ricomprare tutto a ogni raccolto, a ogni rinascita di vitello.  Tutto ciò al meglio, quando non si parli di conquista armata e di schiavitù.

Nella storia, rapporti internazionali simili si sono verificati  negli scambi fra Europa ed Europa, fra Europa ed Africa, fra Europa e Medio Oriente,  fra Europa ed Asia, o fra Nord e Sud America, eccetera. Queste cose la storia le spiega.

Ciò ha provocato variazioni permanenti di ricchezza e povertà  fra Stati, la quale genesi può essere storicamente dimostrata.

 

Se si vorrà realmente procedere verso l’ obiettivo della pacificazione del mondo, o realmente fugare la possibilità di un olocausto atomico si dovrà tener conto di ciò, ed operare di conseguenza.

 

Per ottenere corrispondenza proporzionale negli scambi economici intermondiali, si dovrebbe  - secondo il nostro modello teorico – dar valore al denaro elettronico dando potere a ogni banca di governare un proprio piccolo territorio (sotto controllo dello Stato centrale e supercontrollo dell’ ONU).

 

Secondo il nostro modello, l’ economia non dovrebbe più rapportarsi alla quantità totale d’ oro o di carta moneta, ma alla effettiva quantità di ricchezza posseduta da un territorio, direttamente in materie prime, fisiche e organiche, oltre ai prodotti dell’ ingegno umano esistenti in esso.

 Conteggiato e dato in possesso a una banca, anche  privata, sarà ridistribuito  secondo regole coerenti  alla morale di un mondo da costruirsi.

 

Oggi l’ euro e il dollaro si producono sostituendosi nel calcolo alla ricchezza di territori vastissimi, e sono riprodotti in numero enorme, seppur definito da un calcolo.

In realtà, quanto più il territorio sarà piccolo, tanto più il calcolo sarà esatto e la distribuzione sarà corretta.

Più la quantità del denaro sarà indefinita, tanto meglio il denaro sarà conteggiabile e facilmente distribuibile.

Una vecchia teoria economica affermava che, per realizzare una equa distribuzione del denaro, il medesimo avrebbe dovuto essere distribuito dalle banche “in anticipo” ad ogni bambino che fosse nato.

In effetti l’ economia bancaria, all’ inizio, doveva pianificare con ciò che aveva a disposizione:  uno Stato unitario e una quantità ben definita di valore monetario contenuto  in esso.  Doveva valutare il valore dell’ oro e dei metalli preziosi.

Così aveva iniziato la Banca di Londra, ma oggi si potrebbe fare di meglio se il mondo fosse di già unificato.

 

Un esempio:

 

Ammettiamo che in Italia (nazione mondiale  - non si intende attualmente) siano costituiti  per legge tanti territori quanti siano i suoi piccoli comuni, o un po’ di più, considerando le  grandi città.

Consideriamo il comune di Camerano …

Prima dovrà essere ottenuta l’ abolizione del denaro cartaceo, mentre l’ oro e i preziosi saranno divenuti oggetto di libero scambio, secondo nuovi criteri …

Consideriamo il comune di Camerano …

L’ ONU valuta il valore dell’ intero territorio, nei campi agricoli, settori industriali, magazzini di merci, sezioni di lavoro, mobili e immobili …

Prima però l’ ONU stessa avrà assegnato un valore all’ elektron, che potrà essere rappresentato su fogli di carta, o su  concessioni di spesa per scheda elettronica. Il denaro da assegnare a ogni cellula dovrà essere misurato proporzionalmente alla popolazione, in modo da permettere a ogni cellula di acquistare tutta sé stessa e di rivalutarsi ogni anno, ad ogni nuovo raccolto. Denaro da distribuirsi totalmente alle gilde.

Consideriamo il comune di Camerano …

La quantità di moneta elettronica a disposizione della banca è potenzialmente infinita.  Dovrà essere ricalcolata a ogni nuovo raccolto e il calcolo rispettato. Immaginiamo che il valore del territorio sia stato calcolato, per un anno, in 100 milioni di elektron.

Dopo aver regalato una tessera a ogni nascituro e ad ogni bimbo in età scolare, forse anche alle casalinghe, la banca finanzierà con calcoli giusti le gilde: agricole, industriali, artigiane, terziarie, scolastiche, eccetera.

Le gilde sono unioni di imprenditori e cooperativisti, (anche di uno). Si possono intendere come gruppi di imprese a direzione sia privata, che collettiva; o anche  come enti sociali assimilabili a Scuole, ad Enti ospedalieri, ecc., da giustificarsi anche come Enti parastatali, o equivalenti.

Tutto a seconda del tipo di politica libera e democratica sviluppata nel territorio, o nella regione, o nello Stato.

E’ vero che anche adesso una banca locale può favorire autonomamente di molto lo sviluppo di un territorio, e nella fattispecie proprio la banca di Camerano ha molti meriti in questo.

La banca futura, però, proprio perché limitata dalla responsabilità di un territorio ben definito, non dovrà più possedere carattere avventuroso. Sarà legata a un territorio per legge, e nello stesso territorio non ve ne potranno essere due.

 

Come un tempo remoto ogni gruppo, più o meno familiare, portava al mercato quello che aveva, e tutto si scambiava; così domani ogni territorio del mondo porterà al mercato internazionale quello che avrà, e tutto si scambierà. Nel caso nostro si tratterebbe forse di dare a  10 mila territori in Italia il governo, la responsabilità diretta della economia della propria cellula di alveare.

Nel mondo intero si potrebbero calcolare forse almeno due milioni di territori, grazie ai quali esso cesserebbe di assomigliare economicamente a un disordinato nido di vespe. Il rapporto armonico “denaro – beni concreti del pianeta”  sarebbe molto meglio realizzato.

Sarà compito dell’ avvenire risolvere il problema dei prezzi, dei quali sarebbe oggi inattuale parlare. Considerando il costo forzato dei trasporti, si può prevedere che sarà quasi impossibile imporre un calmiere mondiale, cosa che già fallì al tempo dell’ impero romano. Comunque ci dovrà essere, almeno settorialmente,  una direzione di controllo predisposta a questo.

In ogni modo l’ economia del Mondo Nuovo dovrebbe rappresentare una combinazione di libera impresa privata e collettiva, senza necessità di proteggere il sistema con forzature sulla libertà,  come si è visto fare (sbagliando) lo scorso secolo da altri Stati pseudo - associazionisti.

Non dovrà poter esser possibile che la pacificazione sia ridotta a   contemplare lo Stato unico, con un unico governo del mondo, ovvero, con un unico proprietario economico del denaro. Che esso sia comunista o privatista sarà indifferente.

Essenziale sarà invece la “proprietà al territorio”.

 

Riepilogando: il denaro necessario allo scambio non potrà essere legato a un quantitativo predefinito di carta moneta (come necessario far oggi), ma dovrà misurarsi con la effettiva ricchezza o povertà del territorio e con quella dell’ ingegno  delle persone che lo contengono.

Un territorio carente di qualsiasi cosa, e anche di ingegno, costretto a comprare tutto, potrà essere pur esso (senza scompensi e speculazioni), sovvenzionato in anticipo con denaro elettronico.

Perché questo sarà un fattore importante se si vorrà veramente costruire una pace:

Un territorio povero e inesperto potrà essere occupato, sotto controllo dell’ ONU, da lavoratori esperti capaci di utilizzarlo, ma la proprietà dovrà appartenere ugualmente al medesimo territorio. Si deve considerare che, ad esempio in Africa, molti territori apparentemente poveri, sono in realtà ricchi nel sottosolo. Ricchezza che i propri abitanti spesso non percepiscono, e che comunque loro non appartiene.

In breve, cose che adesso sono ritenute economicamente impossibili ed utopistiche, una volta realizzata la pacificazione mondiale, potranno diventare fattibili.

L’ “Ordine”, ripeto, dovrà scaturire da un atto volontario della maggioranza dei popoli, non da un impero.

Come già scritto, la struttura economica del Nuovo Ordine Mondiale dovrebbe rimanere, in parte collettiva, o statale, in parte privata, anche nel senso della direzione politica delle varie gilde.

 

Il fisco, sotto controllo territoriale, con tassazione allo Stato nazionale il quale, in economia, avrebbe soprattutto un compito equilibratore.

La politica degli Stati organizzata democraticamente per partiti, ma la Costituzione di ogni Stato dovrebbe contenere un articolo che lo lega alla comunione pacifica internazionale del mondo.

Per concludere, una volta risolto il problema economico, la continuazione della politica mondiale, intesa nella propria natura morale, dovrebbe rimanere ispirata ai valori della libertà e della democrazia.

Una volta istituito, quale unità di misura internazionale, il denaro elettronico (molto più pratico della carta e dell’ oro, in quanto potenzialmente infinito), tutti i problemi portati  dalle conseguenze nefaste prodotte dalle temute speculazioni bancarie dovrebbero essere superati secondo il senso dei normali problemi psicoanalitici: solo la conoscenza delle cause del male può produrre la guarigione.

 

Se la torre di Babele è crollata, o è diventata pericolosa, è perché, nonostante tutto, gli operai non hanno lavorato bene. E in effetti è così, e la storia lo dimostra. Ne abbiamo scritto abbastanza sul tema della scelta imperiale del quarto secolo a.C., e sul rifiuto del Dio filosofico, che ci ha costretti, per migliaia d’ anni, a vivere in contraddizione con esso.

Tuttavia, se le grandi religioni cristiane e islamiche oggi accettassero il Dio filosofico (solo come punto di riferimento etico), la strada verso il Nuovo Ordine Mondiale sarebbe di molto abbreviata.

 

Enrico Orlandini, Osimo, 9 novembre 2010

Riscritto e pubblicato nel web il 21 ottobre 2011 e il 1° agosto   2012.

 

 

 FINE DELLA SESTA LEZIONE

 

Lezione settima

 

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