Le chiacchiere della gente Egli fu un santo padre il quale, essendo ben pratico delle cose del mondo e avendo sguardato che in esso non si poteva vivere per niun modo contra chi volea detrarre, disse a un suo monachetto: - Figliuolo, vieni con me e togli il nostro asinello. Il monachetto ubbidiente tolse l’asino e mòntavi su; e ‘l fanciulletto andava dietro al santo padre a piedi; e passando fra la gente, egli era in un luogo molto fango. Uno parla e dice: - Doh! Guarda colui quanta crudeltà ha a quel monacuccio, che è a piedi e làssalo andar fra tanto fango, e egli va a cavallo. - Come costui udì questa parola, subito ne scese, e come egli n’è sceso, e egli ne pose su il fanciullo; e andando poco più oltre, egli andava toccando l’asino dietro per questo fango. E un altro dice: - Doh! Guarda stranezza d’uomo, che à la bestia ed è vecchio e va a piedi, e lassa andare a cavallo quel fanciulletto, che non si curerebbe della fatica, né del fango. Credi che sia pazzia la sua? Et anco potrebbero andare amendui in un quell’asino se volessero, e farebbero il meglio.- Viene questo santo padre e vi monta su anco lui. E così andando più oltre fu uno che disse: - Doh! Guarda coloro che hanno un asinello , e amendui vi son saliti su! Credo che abbiano poco caro quell’asinello, ché non sarebbe gran fatto che esso si scorticasse. - Anco udendo questo il santo padre subito ne scese, e focene scendere ‘l fanciulletto, e vanno a piedi dietro, ognuno dicendo: - Arrilà. – E poco andarono oltre, e un altro dice: - Doh! Guarda che pazzia è questa di costoro, che hanno l’asino e vanno a piedi in tanto fango! – Avendo veduto questo santo padre che in niun modo si poteva vivere, che la gente non mormori, disse al monachetto: - Oltre, torniamo a casa. Et essendo alla cella, disse il santo padre: - Vien qua, figliuolo mio; hai tu posto mente alla novella dell’asino? – Dice il monachetto: - O di che? – O non hai veduto che in ogni modo che noi siamo andati, n'è stato detto male? Se io andai a cavallo e tu a piedi, ne fu detto male, e che, perchè tu eri fanciullo, io vi dovevo ponere te. Io ne scesi e posivi te, e un altro ne disse anco male, e che noi eravamo crudeli dell'asinello per lo troppo carico. Anco poi ne scendemmo ognuno, e sai che anco fu detto male, che la nostra era pazzia andare a piedi e avere l'asino. E però, figliolo mio, impara questo ch'io ti dirò: sappi che chi sta male nel mondo facendo quanto bene egli può fare, e ingegnisi di farne quanto a lui è possibile, non si può fare che non sia detto male di lui. E però, figliuol mio, fatti beffe di lui e nol curare, e non avere voglia d'essere con lui, che in ogni modo che con lui si sta, sempre si perde, e da lui non esce se non peccato; e però fatti beffe di lui, e fa' sempre bene, e lascia dire chi vuol dire, o male o bene che e' dicano. ____________ home base |