Vetrinetta di antiche novelle

 

 

capo secondo

 

Da un anonimo del XIII secolo, raccolte a stampa nella collezione detta Gualteruzziana (Bologna, 1525) e poi nella Borghiniana (Firenze, 1572).  Titolata, all�inizio Le cento novelle antiche, successivamente Novellino (la titolazione pi� conosciuta), ed anche Libro di novelle o di bel parlar gentile.

Per migliori informazioni si cerchino in biblioteca: Alessandro D�Ancona,  Giuseppe Morpurgo,  A. Bartoli.

 

 

 

I  TRE  ANELLI

 

Il Saladino, avendo mestiere di moneta, fue consigliato che cogliesse cagione ad uno ricco giudeo, ch�era in sua terra, e poi gli togliesse il mobile suo, che era grande oltre numero. Il Soldano mand� per questo giudeo, e domand� qual fosse la migliore fede, pensando: - Se dir� la giudea, io dir� ch�elli pecchi contra la mia; e se dir� la saracina, et io dir�e: Or dunque, perch� tieni la giudea? �

Il giudeo, udendo la domanda del signore, rispose cos�:

-   Messer, egli fu un padre, ch�avea tre figlioli, et avea un suo anello con una pietra preziosa, la migliore del mondo. Questi figliuoli, ciascuno pregava il padre ch�alla sua fine gli lasciasse questo anello. E il padre, vedendo come ciascuno il volea, mand� per un buono orafo, e disse: - Maestro, fammi due anella cos� a punto come questo, e metti in ciascuno una pietra che assomigli a questa. � Il maestro fece l�anella s� a punto, che niuno conoscea il fine, altro che il padre. Mand� per li figliuoli ad uno ad uno, e a catuno diede il suo in segreto, e ciascuno si credette avere il fine, e niuno ne sapea il diritto vero, se non il padre loro. E cos� � delle fedi, Messere. Le fedi sono tre. Il Padre che la diede, s�e la migliore; e i figliuoli, che siamo noi, ciascuno la si crede avere buona.

Allora il Soldano, udendo costui cos� riscuotersi, non seppe che si dire pi� di cogliergli cagione; s� lasci� andare.

 

IL NARRATORE IMPORTUNO

 

Una brigata di cavalieri cenava una sera in una gran casa fiorentina, e vi era un uomo di corte, il quale era grandissimo favellatore. Quando ebbero cenato cominci� una novella che non finiva mai. Un donzello della casa che serv�a, e forse non era troppo satollo, lo chiam� per nome e disse: - Quelli che t�insegn� cotesta novella non la t�insegn� tutta.

Ed elli rispose: - Perch� no? �

E que� disse: - Perch� non t�insegn� la restata. �

Onde quelli si vergogn� e ristette.

 

LA  CROSTATA

 

Fue una buona femina ch�avea fatta una sua fine crostata d�anguille et aveala messa nella madia.

Poco stante, vide entrare un topo per la finestrella, che traeva all�olore (odore). Quella corse, e allett�  la gatta, e misela nella madia perch� vi pigliasse entro, e tur� la finestrella.

Il topo si nascose  tra la farina, e la gatta mangi�e la crostata; e quand�ella aperse la m�dia,  il topo ne salt� fuori, e la gatta, perch�era satolla, nol prese.

 

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