Vetrinetta di antiche novelle

 

 

capo terzo

 

 

Dal "Fiore di Virt�", raccolta di storie e sentenze del XIII - XIV secolo, il cui presunto autore � ritenuto fra Tommaso Gozzadini, bolognese.

In biblioteca si cerchi iniziando dagli studi di Carlo Frati .

 

 

 

Il monaco al mercato.

Un cavaliere avea lasciato di molte grandi ricchezze, per andare al servizio di Dio in un monastero di monaci. Un d�, credendo l�abate  che egli fosse pi� savio  nelle cose del mondo che gli altri monaci, lo mand� a un mercato per vendere certi asini del monistero, che erano vecchi, e per comprar de� giovani; e questo monaco non volle dir di no per l�ubbidienza, ma pur mal volentieri v�and�.

E stando nel mercato la gente lo domandava: - Sono buoni questi tuoi asini? �

Et egli rispondeva: - Credete voi che il nostro monistero sia giunto a tanta povert� che, se fossero buoni, egli li vendesse? � E udendo ci�, gli domandavano: - Perch� hanno eglino  s� pelata la coda? �

Il monaco disse: - Sono vecchi e cadono molto spesso sotto i pesi, s� che bisogna pigliarli per la coda e farli rilevare: e per� l�hanno s� pelata.-

Et il monaco, non potendogli vendere, se ne torn� a casa con essi. Et il converso, ch�and� al mercato con lui, disse all�abate ci� ch�egli aveva fatto e detto. Et l�abate mand� per lui e lo cominci� a riprendere forte delle parole ch�egli aveva dette al mercato.

Rispose il monaco: - Credete voi ch�io venissi qui per ingannar altrui con bugie? Certo, io lasciai assai pecore e possessioni, per uscire dalle bugie del mondo; et siate di questo certo, che io non le usai mai infino ch�io era al mondo, s� mi dispiacevano le bugie. �

Et udendo ci�, l�abate si restrinse in s� e non seppe pi� che dire.

 

 

LA  VITTORIA  DEL  MALIGNO

 

 

Si legge nella vita de� Santi Padri, che un ladro, ch�avea fatto tutti i mali del mondo, si and� a confessarsi  da un romito (eremita): e quando egli gli venne a dare penitenza, il ladro diceva che non la potrebbe fare, perch� non saprebbe adorare e non potrebbe digiunare, n� fare alcuna penitenza.

E allora disse lo romito: Farai questo, che a ogni Croce che tu trovi, inginocchiati e falle riverenza. � E il ladro promise bene di fare questo; e il romito gli perdon� tutti gli suoi peccati.

E partendosi questo ladro dal romito, certi suoi nimici l�ebbono incontrato; e il ladro vide in uno scudo de� suoi nimici dipinta la Croce; e ricordandosi della penitenza che gli era data, s� s�inginocchi� dinanzi alla Croce; e in questo mezzo gli suoi nimici l�uccisono.

Essendo morto il ladro, il romito vide due Angioli che ne portavano l�anima sua in cielo; sicch� egli si cominci� forte a disdegnare, pensando che costui, ch�aveva fatto tanto male, ora se n�era portato in cielo per cos� piccola cosa. E cos� sopra pensando, deliber� di volere ancora egli de� diletti del mondo, perch� il paradiso si acquista molto di leggiero; e lasci� il romitorio per andare al mondo.

E allora il demonio incontamente prese podest� sopra di lui, e mise una ritorta (un laccio) nella via, e presolo per lo piede, e fecero cadere giuso d�un sasso, in tal maniera ch�egli mor�, e portone l�anima sua allo inferno, perocch�egli non persever� nel suo buon cominciamento.

Per� Cristo dice: Non chi comincia, ma quale persevera infino alla fine, quegli sar� salvo.

 

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