Risposte arguteNarra Costanza Amaretti, regina della brigata di Pozzolatico: Trovandosi un giorno fra una brigata di gentildonne, un giovane chiamato Cesare Pierleone, uomo di parole pi� che di fatti, a ragionar come si fa, e� cominci� molto avvilir la condizione di noi altre ed a lodar quella di voi uomini fino al cielo; e quando egli ebbe fatto su ci� una lunga diceria, voltosi ad una madonna, Palozza Arcione, ch�era fra di loro, disse: - Ditemi il vero, madonna Palozza, non vorreste voi pi� presto esser un pover�uomo che una ricca donna? � - Alla fede no � rispose subito madonna Palozza � se tutti gli uomini fossero fatti come siete voi. Fu di tanta possanza questa risposta, che al povero giovane non parse mai d�essere uomo davvero finch� non si lev� dal cospetto di quelle donne, dalle quali egli impar� quel proverbio d�esperienza che dice che e� non si debba mai mordere niuno che abbia da renderti con i denti il contraccambio.
Aveva un cavalier napoletano, chiamato Cola Siropanni, una fante tra l�altre, la quale, bench� parlasse male, non aveva questo per il suo principal difetto, perciocch� ella udiva peggio; ed avendole detto messer Cola un d� non so che parole, ed ella dicendo non l�aver inteso, egli era sul disperarsi; ed entrato in collera le disse: - Tu non m�intendi mai; e che diavolo vuol dir che io intendo te, quando parli tu?- A cui la donna rispondendo, detto fatto disse: - Dee voler dir ch�io parlo meglio di voi; che volete voi ch�e� voglia dir altro? � - Tu hai ragione � disse il cavaliere; e non sappiendo altro che si egli dire, per lo migliore si tacque.
Arriguccio Gualterotti, nostro fiorentino, nobile e ricco molto, s�innamor� fieramente della figliuola d�un suo lavoratore, la quale il pi� dei suoi d�, con animo da reggere ogni imperio, soleva scalza e quasi ignuda guardare un branco di pecorelle. E fu tanto l�amor che le pose, che, conoscendo l�ascosa virt� di costei, a dispetto di quanti parenti e amici che egli aveva, e� la si prese per moglie. N� prima fur fatte le nozze che la madre d�Arriguccio, come buona donna ch�ella era, avendole cominciato a voler ben da figliuola, un d�, ragionando seco, come interviene, cadde in queste parole: - Ah, figliuola mia, come domin potevi sopportar cos� misera vita, com�era quella che tu sopportavi a casa di tuo padre? � A cui la fanciulla, tutta umile, rispose: - Con quella allegrezza e con quel cuore piaccia a Dio, la mia Madonna, ch�io il presente stato trapassi, come lietamente il preferito mi sopportava. � Risposta veramente conveniente alla felicit� di questo mondo.
L�anno del Giubileo andava a Roma alla perdonanza una Monna Selvaggia di Neri Foraboschi, e fra gli altri ch�ella aveva con lei, era un suo famiglio ch�era in su �n caval vetturino, il quale, oltre agli altri difetti, era cieco da un occhio. Or passando costoro per Siena, quand�e� furon vicini alle case di quei Piccoluomini, un giovanetto della terra, che era in sull�uscio, veggendolo, disse ad un che gli era daccanto: - Mira, quel cavallo � fiorentino. � La Selvaggia, udendo costui cos� parlare, gli domand� della cagione; a cui egli, senza pensare pi� oltre, rispose: - perciocch� egli era cieco. � A cui la donna, come chi parve esser trafitta sul vivo, disse: - Giovane, tu erri, imperocch� questo cavallo � sanese, n� puote per modo alcuno esser fiorentino. � - Come sanese? � rispose il giovane ridendo, come di lei si facesse beffa � e perch�? Ed ella: - Perciocch� egli � una bestia � e, senza dire altro, dato di speroni al cavallo, lasci� il povero giovane peggio che un caval vetturino; e cos� impar� nella sua terra a beffare i forestieri, specialmente le donne, contro al costume in verit� di tutti i sanesi, i quali, come gentili ch�e� sono, han sempre avuto per costume di accarezzar ognun che c�piti in casa loro. ____________ home base |