Vetrinetta di antiche novelle

 

 

capo ottavo  3.

 

Finisce la quarta giornata del DECAMERON: incomincia la sesta, nella quale, sotto il reggimento d'Elisa, si ragiona di chi, con alcuno leggiadro motto tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvenimento, fugg� perdita, o pericolo, o scorno.

 Racconta Filostrato:

 

 

 

PROCESSO A MADONNA FILIPPA

 

Valorose donne, bella cosa � in ogni parte saper ben parlare, ma io la reputo bellissima quivi saperlo fare dove la necessit� il richiede. Il che ben seppe fare una gentil donna, della quale intendo di ragionarvi, che non solamente festa e riso porse agli uditori, ma s� de� lacci di vituperosa morte disvilupp�, come voi udirete.

Nella terra di Prato fu gi� uno statuto, nel vero non men biasimevole che aspro, il quale, senza niuna distinzion fare, comandava che cos� fosse arsa quella donna che dal marito fosse con alcuno suo amante trovata in adulterio, come quella che per denari con qualunque altro uomo stata trovata fosse.

E durante questo statuto  avvenne che una gentil donna e bella et oltre ogni altra innamorata, il cui nome fu madonna Filippa, fu trovata nella sua propria camera una notte da Rinaldo de� Pugliesi suo marito, nelle braccia di Lazzarino de� Guazzagliostri, nobile giovane e bello di quella terra, il quale ella quanto s� medesima amava.

La qual cosa Rinaldo vedendo, turbato forte, appena del correr loro addosso e di uccidergli si ritenne; e se non fosse che di s� medesimo dubitava, seguitando l�impeto della sua ira, l�avrebbe fatto.

Rattemperatosi adunque da questo, non si pot� temperar da voler quello dello statuto pratese, che a lui non era lecito di fare, cio� la morte della sua donna.

E per ci� avendo al fallo della donna provare assai convenevole testimonianza, come il d� fu venuto, senza altro consiglio prendere, accusata la donna, la fece richiedere.

La donna, che di gran cuore era, s� come generalmente esser soglion quelle che innamorate son da dovero (davvero), ancora che sconsigliata da alcuni suoi amici e parenti ne fosse, del tutto dispose a comparire, e di voler pi� tosto, la verit� confessando, con forte animo morire, che vilmente fuggendo, per contumacia in esilio vivere, e negarsi degna di cos� fatto amante come colui era nelle cui braccia era stata la notte passata.

Et assai bene accompagnata di donne e d�uomini, da tutti confortata al negare, davanti al potest� venuta, domand� con viso fermo e con salda voce quello che egli a lei domandasse.

Il potest�, riguardando costei, e veggendola bellissima e di maniere laudevoli molto, e, secondo che le sue parole testimoniavano, di grande animo, cominci� ad aver di lei compassione, dubitando non ella confessasse cosa per la quale a lui convenisse, volendo il suo onor salvare, farla morire.

Ma pur non potendo cessare di domandarla di quello che apposto l�era, le disse: - Madonna, come voi vedete, qui � Rinaldo vostro marito, e duolsi di voi, la quale egli dice che ha con altro uomo trovata in adulterio; e per ci� domanda che io, secondo uno statuto che ci � vuole, faccendovi morire, di ci� vi punisca; ma ci� far nol posso se voi nol confessate, e per ci� guardate bene quello che voi rispondete, e ditemi se vero � quello di che vostro marito v�accusa. -

La donna, senza sbigottire punto, con voce assai piacevole rispose: -  Messere, egli � vero che Rinaldo � mio marito, e che egli questa notte passata mi trov� nelle braccia di Lazzarino, nelle quali io sono per buono e per perfetto amore che io gli porto, molte volte stata; n� questo negherei mai: ma come io son certa che voi sapete, le leggi devono esser comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano. Le quali cose di questa non avvengono, che essa soltanto le donne tapinelle costrigne, le quali molto meglio che gli uomini potrebbero a molti soddisfare: et oltre a questo, non che alcuna donna, quando fatta fu, ci prestasse consentimento, ma niuna ce ne fu mai chiamata: per le quali cose meritatamente malvagia si pu� chiamare. E se voi volete, in pregiudicio del mio corpo e della vostra anima, esser di quella esecutore, a voi sta; ma, avanti che ad alcuna cosa giudicar procediate, vi prego che una piccola grazia mi facciate, cio� che voi mio marito domandiate se io ogni volta e quante volte a lui piaceva, senza dir mai no, io di me stessa gli concedeva intera copia o no.

A che Rinaldo, senza aspettare che il potest� il dimandasse, prestamente rispose che senza alcun dubbio la donna ad ogni sua richiesta gli aveva di s� ogni suo piacere conceduto.

Adunque, segu� prestamente la donna: - Domando io, messer potest�, se egli ha sempre di me preso quello che gli � bisognato e piaciuto, io che doveva fare, o debbo, di quel che gli avanza? Debbono io gittare ai cani? Non � molto meglio servirne un gentile uomo che pi� che s� m�ama, che lasciarlo perdere o guastare? �

Eran quivi a cos� fatta esaminazione, e di tanta e s� famosa donna, quasi tutti i Pratesi concorsi, li quali, udendo cos� piacevol domanda, subitamente, dopo molte risa, quasi ad una voce tutti gridarono, la donna aver ragione e dir bene: e prima che di quivi si partissono, a ci� confortandogli il podest�, modificarono il crudele statuto e lasciarono che egli s�intendesse solamente per quelle donne le quali per denari a� lor mariti facesser fallo.

Per la qual cosa Rinaldo, rimaso di cos� matta impresa confuso, si part� dal giudicio; e la donna lieta e libera, quasi dal fuoco resuscitata, alla sua casa se ne torn� gloriosa.

 

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