Vetrinetta di antiche novelle

 

 

capo ottavo  1.

 

Da Giovanni Boccaccio, autore fin troppo noto al grande pubblico, sebbene solo nominalmente; ma occorre dire che di lui pochi sono rimasti gli specialisti, un tempo assai numerosi.

Nacque in Parigi nel 1313, da Boccaccio di Chellino, mercante toscano e da una nobile francese di nome Giovanna. Mor� in Certaldo (Firenze) nel 1375.  Viaggi� molto in Italia e form� la sua vena artistica in giovent�, durante gli anni passati a Napoli fra il 1327 e il 1339. Onor� culturalmente Dante, conobbe il  Petrarca al quale fu legato da un�amicizia sincera e duratura. Il resto in biblioteca.

Si ricopiano qui quattro novelle del �Decamerone�. Nella prima, raccontata nella prima giornata (novella terza), durante la giurisdizione di Pampin�a, � ripetuta la favola dei tre anelli, gi� contenuta nel �Novellino� e qui trascritta nel capo secondo. Il lettore potr� valutarne le differenze.

 

 

 

 

I  TRE  ANELLI

 

Tocca raccontare a Filomena.

 

Voi dovete, amorose compagne, sapere che, s� come la sciocchezza spesse volte trae altrui di felice stato e mette in grandissima miseria, cos� il senno di grandissimi pericoli trae il savio e ponlo in grande et in sicuro riposo. E che vero sia che la sciocchezza, di buono stato, in miseria alcun conduca, per molti esempi si vede, li quali non sia al presente nostra cura di raccontare, avendo riguardo che tutto �l d� mille esempi n�appajano manifesti. Ma che il senno di consolazione sia cagione, come promisi, per una novelletta mostrer� brievemente.

 

Il Saladino, il valore del qual fu tanto che non solamente di piccolo uomo il fe� di Babilonia Soldano, ma ancora molte vittorie sopra li Re saracini e cristiani li fece avere, avendo in diverse guerre, et in grandissime sue magnificenze, spese tutto il suo tesoro, e, per alcuno accidente sopravvenutogli, bisognandogli una buona quantit� di danari, n� veggendo donde cos� prestamente, come gli bisognavano, aver li potesse, gli venne a memoria un ricco giudeo, il cui nome era Melchisedech, il quale prestava ad usura in Alessandria, e pensossi costui avere da poterlo servire quando volesse; ma si era avaro che di sua volont� non l�avrebbe mai fatto, e forza non gli voleva fare: per che, stringendolo il bisogno, rivoltosi tutto a dover trovar modo come il giudeo il servisse, s�avvis� di fargli una forza da alcuna ragion colorata (violenza con apparenza di ragione).

E fattolsi chiamare, e familiarmente ricevutolo, seco il fece sedere, et appresso gli disse: - Valente uomo, io ho da pi� persona inteso che tu se� savissimo, e nelle cose di Dio senti molto avanti; e per ci� io saprei volentieri da te, quale delle tre Leggi tu reputi la verace, o la giudaica, o la saracina, o la cristiana.

Il giudeo, il quale veramente era savio uomo, s�avvis� troppo bene che il Saladino guardava di pigliarlo nelle parole, per dovergli muovere alcuna quistione, e pens� non potere alcuna di queste tre pi� l�una che l�altra lodare, che il Saladino non avesse la sua intenzione. Per che, come colui il qual parea aver bisogno di risposta per la quale preso non potesse essere, aguzzato lo �ngegno, gli venne prestamente avanti quello che dir dovesse, e disse:

-   Signor mio, la quistione la qual voi mi fate � bella, et a volerne dire ci� che io ne sento, mi vi convien dire una novelletta, qual voi udirete. Se io non erro, io mi ricordo aver molte volte udito dire che un grande uomo e ricco fu gi�, il quale, intra l�altre gioie pi� care che nel suo tesoro avesse, era uno anello bellissimo e prezioso; al quale per lo suo valore e per la sua bellezza volendo fare onore, et in perpetuo lasciarlo ne� suoi discendenti, ordin� che colui dei suoi figliuoli appo il quale, s� come lasciatogli da lui fosse questo anello trovato, che colui s�intendesse essere il suo erede, e dovesse da tutti gli altri essere, come maggiore, onorato e reverito.

Colui al quale da costui fu lasciato tenne somigliante ordine ne� suoi discendenti, e cos� fece come fatto avea il suo predecessore: et in breve and� questo anello di mano in mano a molti successori; et ultimamente pervenne alle mani ad uno, il quale avea tre figliuoli belli e virtuosi, e molto al padre loro obbedienti; per la qual cosa tutti e tre parimente gli amava. Et i giovani, li quali la consuetudine dell�anello sapevano, si come vaghi ciascuno d�essere il pi� onorato tra i suoi, ciascuno per s�, come meglio sapeva, pregava il padre, il quale era gi� vecchio, che, quando a morte venisse, a lui quello anello lasciasse.

Il valente uomo, che parimente tutti gli amava, n� sapeva esso medesimo eleggere a qual pi� tosto lasciar lo volesse, pens�, avendolo a ciascuno promesso, di volergli tutti e tre soddisfare; e segretamente  ad uno buono maestro ne fece fare due altri, li quali si furono somiglianti al primiero, che esso medesimo che fatti gli aveva fare, appena conosceva qual si fosse il vero.

E venendo a morte, segretamente diede a ciascuno de� figliuoli, li quali, dopo la morte del padre, volendo ciascuno la eredit� e l�onore occupare, e l�uno negandolo all�altro, la testimonianza di dover ci� ragionevolmente fare, ciascuno produsse fuori il suo anello. E trovatisi gli anelli s� simili l�uno all�altro, che qual fosse il vero non si sapeva conoscere, si rimase la quistione, qual fosse il vero erede del padre, in pendente, et ancor pende.

E cos� vi dico, signor mio, delle tre Leggi alli tre popoli date da Dio Padre, delle quali la quistion proponeste: ciascuno la sua eredit�, la sua vera Legge, et i suoi comandamenti si crede avere a fare; ma chi se l�abbia, come degli anelli, ancora ne pende la quistione. �

 

Il Saladino conobbe, costui ottimamente essere saputo uscire dal laccio il quale davanti a� piedi teso gli aveva: e per ci� dispose d�aprirgli il suo bisogno, e vedere se servire il volesse; e cos� fece, aprendogli ci� che in animo avesse avuto di fare, se cos� discretamente, come fatto avea, non gli avesse risposto.

Il giudeo liberamente d�ogni quantit� che il Saladino richiese il serv�; et il Saladino poi interamente il soddisfece; et oltre a ci� gli don� grandissimi doni, e sempre per suo amico l�ebbe, et in grande et onorevole stato appresso di s� il mantenne.

 

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