E’ MANCATO IN GERMANIA GIULIO SCALA
Di Rudi Decleva
Tratto dal numero di luglio – agosto 2012 de “La Voce di Fiume”
Voleva nominare Ilona Fried, la famosa scrittrice autrice del libro
“Fiume città della memoria” quale Cantore di Fiume, ma per me era lui il
vero Cantore di Fiume.
Giulio non scriveva lunghi articoli, ma in poche righe ci ricordava con
grande efficacia la nostra vita di giovani fiumani nella Fiume più bella
da descrivere e ricordare.
Aveva studiato al Tecnico “Leonardo da Vinci” terminando l’ ultimo anno
a Brindisi nel “Collegio N. Tommaseo” e successivamente si laureò in
Economia e Commercio a Napoli con specializzazione nelle lingue estere,
tra cui il tedesco.
Nel 1955 intraprese la vita di marittimo ottenendo un impiego nelle navi
di lusso del Lloyd Triestino che facevano la rotta dell’ Estremo
Oriente, ma fece gavetta anche nelle rotte dei disperati emigranti e dei
Displaced Persons verso
Canada, Venezuela e Australia.
Alla fine degli anno ’60 volle sbarcare per cominciare una vita più
tranquilla e lo indirizzai a Francoforte ove l’ Alitalia cercava un
Dirigente con la sua professionalità.
Fu subito assunto, ma dopo qualche tempo l’ armatore napoletano Grimaldi
lo notò e lo convinse ad accettare un incarico di alta responsabilità
organizzativa che riguardava il concentramento nei porti anseatici; lo
imbarcò sulle navi Grimaldi ove si occupò del trasporto delle auto
tedesche, dalla Germania verso gli U.S.A.
Fu un incarico che egli assolse con grande successo fino alla data della
quiescenza, quando decise di rientrare in Italia, sistemandosi in una
graziosa villetta nel Veneto, a Concordia Sagittaria con la sua moglie
tedesca, Karin Hollube, anch’ essa profuga dei Sudeti.
A Concordia la sua vita trascorreva molto felice riprendendo i rapporti
con la Mularia del Tommaseo e
scrivendo le sue memorie su la stampa profuga ove
La Voce di Fiume gli
riservava la rubrica mensile
Ciacolade dei tempi de una volta. Scrisse anche
Memorie di un Commissario di Bordo per ricordare la sua grande
esperienza di mare e Fronte del
Porto di Fiume in epoca austro-ungarica.
Era molto orgoglioso di sua madre Piera Venier Scala, levatrice di due
generazioni fiumane, di cui ne tesseva le lodi e la generosità: “Una
santa donna. Se la familja era benestante e la abitava inte i quartieri
alti, presempio in via Donatello, alora la mia mama mandava dopo la sua
parcella. Se nasseva un picio in una sofita de Zitavecia, de povera
gente (quela volta no’i gaveva la Cassa Mutua) alora essa non la ghe
cioleva gnente, la fazeva tuto senza domandarghe una lira, anzi, mi me
ricordo che la ghe portava de regalo panuze e altra roba che ghe ocoreva
alla mamma e al picio”.
Quando fu costituito il “Forum
Fiume” fu tra i primi a partecipare ai dialoghi e ai commenti, e la
sua collaborazione giornalistica si estese dalla
Voce di Fiume alla
Voce del Popolo e al El
Fiuman.
Qualche anno fa fu colpito da
ictus, che lo costrinse all’ immobilità, amorosamente assistito
dalla moglie Karin, e insieme quest’ anno decisero di ritornare in
Germania, sia per stare vicini al figlio Marco, che per le più efficaci
cure che Giulio avrebbe potuto ricevere dall’ assistenza sanitaria
tedesca.
Il trasloco si concluse nel Febbraio scorso, ma dopo pochi giorni, per
la fatica e lo stress del
trasloco, il cuore della Karin
- l’ angelo che vegliava su Giulio – cedette.
Giulio Scala, lui l’ ha seguita dopo cinque mesi colmi di dolore.
Si definiva: Fiumano in esilio –
Straniero in Patria.
__________
|