QUESTIONE
84
COME LA
NOSTRA ANIMA
CONOSCE LE
COSE CORPORALI
1.
L'intelletto umano conosce i corpi, tanto � vero che esistono la scienza fisica
e le scienze naturali.
Eraclito
negava la scienza o conoscenza certa, dicendola impossibile, stante la
mutabilit� delle cose.
Platone la
asseriva, facendola per� derivare dalla visione delle essenze
separate.
Invece va
ricordato che nella cognizione la cosa passa a essere nel soggetto secondo la
maniera di essere del soggetto, e va perci� detto che l'intelletto conosce le
cose materiali e mobili immaterialmente e immobilmente, tale essendo la natura
dell'intelletto.
2. Le
cose corporali, per�, l'anima nostra non le conosce per mezzo della sua essenza,
perch� questo � proprio di Dio solo, la cui essenza contiene immaterialmente
tutto, giacch� nella causa preesistono virtualmente gli effetti e Dio � causa di
tutte le cose;
3. non le
conosce nemmeno per mezzo di immagini infuse, perch� questo � riservato agli
angeli, ed essa si trova come una pagina bianca su cui nulla ancora � stato
scritto; infatti un cieco, ad esempio, nulla sa e nulla pu� sapere, dei
colori;
4. Le
immagini intellettuali delle cose non provengono all'anima dalle essenze
separate di Platone - le quali, a suo avviso, partecipate alle cose formerebbero
gli individui, partecipate alla mente nostra, formerebbero le nostre cognizioni
- perch� allora non avremme pi� bisogno dei sensi, come invece
abbiamo.
5.
L'anima beata conosce direttamente le cose immateriali nelle ragioni eterne; noi
quaggi� le conosciamo indirettamente, attraverso le cose
sensibili.
6. E'
dalle cose sensibili che proviene la nostra cognizione intellettuale, perch� �
dal senso che proviene alla fantasia l'immagine sensibile sulla quale lavora
l'intelletto agente;
7. e
senza l'immagine sensibile della fantasia l'intelletto umano quaggi� non pu�
nemmeno ripensare alle cose, come avviene a chi ha lesioni
cerebrali.
E' per
questo motivo che gli insegnamenti si illustrano con esempi e che lo stesso
matematico lavora con la mente sopra formule e figure
immaginarie.
8. Quando
i sensi sono legati, come avviene ad esempio nel sonno, anche il giudizio �
impedito e non pu� essere perfetto, mancando il termine di confronto, cio� la
realt� sensibile; perci� anche quello che si fa nel sonno non �
peccato.
QUESTIONE
85
MODO E
ORDINE DELL' INTENDERE
1.
L'intelletto nostro, che � immateriale, conosce immaterialmente; ma avendo
bisogno dei sensi, che, essendo materiali, conoscono materialmente, esso conosce
immaterialmente attraverso astrazione delle immagini sensibili, riservando cio�,
di esse, le nozioni formali e stabili, trascurando le materiali e
variabili.
2. Ma le
immagini intellettuali, ricavate mediante astrazione dalle immagini sensibili,
sono il mezzo e non l'oggetto della nostra cognizione: conosciamo le cose
mediante l'immagine.
Che se la
nostra conoscenza diretta fosse dell'immagine e non della cosa, allucinati e
pazzi avrebbero anche essi ragione.
3. La
cognizione intellettuale, per�, non � subito perfetta: prima � incompleta e
generica, poi diviene completa e specifica; cos� come in distanza si vede prima
una cosa generica, poi si distingue, p. es., che � un uomo. infine si distingue
chi �.
4. A ogni
atto corrisponde un oggetto, e pi� cose insieme possono essere un unico oggetto
dell'intendere se raggruppate in una immagine unica.
Dio vede
tutte le cose insieme nell'unica sua essenza.
5. Non
essendo subito perfetta la cognizione nostra, abbiamo bisogno di procedere
mediante confronti, giudicando affermativamente o negativamente; a differenza
dell'angelo, che conosce i paragoni, ma non ha bisogno di
paragoni.
6. E
poich� l'intelletto procede mediante i confronti, pu� venire deviato e arrivare
al falso; ma per s�, e lo si vede nelle cose semplici, l'intelletto non � falso
circa il suo proprio oggetto, come la vista non sbaglia circa la luce, che � il
sensibile suo proprio, mentre pu� sbagliare quanto a un sensibile, o comune, o
accidentale, scambiando, per esempio, miele con fiele.
7. Come
avviene nei fisici e nei filosofi relativamente a un esperimento o a un assioma,
uno pu� conoscere una stessa cosa pi� di un altro, non per la cosa in s�, ma per
la forza pi� o meno grande dell' intelletto che la scruta.
8. L'
individuo si conosce prima delle sue possibili divisioni, ma l' indivisione in
quanto negazione di divisione, � un concetto negativo posteriore al
positivo.
QUESTIONE
86
CIO' CHE
IL NOSTRO INTELLETTO
CONOSCE
NELLE COSE
1. Il
nostro intelletto, mediante l'astrazione delle immagini si forma un concetto
universale della cosa, e questa � la conoscenza diretta dell'intelletto; che pu�
per� conoscere la cosa stessa particolare, riflettendo sull'immagine sensibile
di essa.
2. Si pu�
dire che l'intelletto nostro ha infinite cose da conoscere, perch� quante pi� ne
conosce, tante pi� ne ha da conoscere; ma non sar� mai in atto di conoscere
l'infinit� delle cose, perch� conosce una cosa alla volta , e la stessa visione
di Dio, che � infinito, non � la comprensione di Dio.
3.
L'intelletto conosce anche le cose contingenti ed eventuali, in quanto in esse
c'� qualche rapporto di necessit�. la scienza per� non � di particolarit�, ma di
principi e concezioni generali.
4. Il
futuro � legato alle condizioni particolari del tempo, e in particolare �
oggetto del senso, ma il futuro � legato anche alle sue cause, che sono le
ragioni universali di esso, e queste sono oggetto dell'intelletto: in questo
senso l'intelletto pu� conoscere il futuro.
QUESTIONE
87
COME L'
ANIMA CONOSCE SE' STESSA
E CIO'
CHE HA IN SE'
1.
L'anima conosce s� stessa, non per mezzo di s� stessa, ma per mezzo del suo
atto, perch� l' intelletto nostro � potenza conoscitiva, non gi� atto
conoscente: quando non � in atto � solo potenza, � quasi latente, ed � soltanto
con l'atto che si fa presente.
Cos� i
corpi che sono all'oscuro, sono in potenza a essere visti, ma si vedono
realmente quando vengono illuminati.
2. E
similmente gli abiti buoni o cattivi dell'anima che, in quanto abiti, sono
potenza, sono conosciuti dall'intelletto non in s� stessi, ma dai loro
atti.
3.
L'intelletto nostro conosce anche s� medesimo dal suo atto, ma con
quest'ordine: prima conosce l'oggetto, poi l'atto, poi s�
stesso.
4. E
poich� la volont� � inclinazione dell'intelletto, perci� l'intelletto pu�
conoscere anche questa sua inclinazione, e con ci� l'atto di
volont�.
QUESTIONE
88
COME L'
ANIMA CONOSCA LE COSE
CHE LE
SONO SUPERIORI
1.
L'intelletto nostro, in questa vita, � legato al senso, perci� si riferisce
direttamente alle cose materiali presentategli dal senso, smaterializzandole
nella cognizione con la sua operazione; alle sostanze immateriali non si
riferisce direttamente, ma soltanto indirettamente, per esempio, dagli
effetti;
2. e non
le pu� conoscere perfettamente, essendo esse di altra natura;
3. che se
poi l'intelletto nostro quaggi� non pu� conoscere le sostanze immateriali create
in s� stesse, tanto meno potr� conoscere in s� stessa la sostanza immateriale
increata, cio� Dio.
QUESTIONE
89
CHE COSA
E COME CONOSCA
L' ANIMA
SEPARATA
1.
L'operare segue l'essere, e il modo di operare segue il modo di
essere.
L'unione
che l'anima nostra ha col corpo, � naturale, e quindi di perfezione, anche se di
conseguenza, nell'intendere, l'anima risulta legata alle immagini sensibili; e
quindi, come agli intelletti pi� tardi sono necessari gli esempi pratici, cos�
all'anima nostra, che � all'ultimo grado delle sostanze individuali, per
intendere occorrono le immagini sensibili, altrimenti avrebbe una cognizione
troppo generica e confusa.
Quando
per� l'anima si separa dal corpo, le compete il modo d'intendere che hanno le
altre sostanze separate, le quali si riferiscono alle cose intelligibili
immediatamente, e comprendono a misura dell'influsso che godono del lume
divino.
2.
L'anima separata vede s� stessa e cos� conosce s� stessa e cos� pure le altre
sostanze separate, cio� gli altri spiriti; ma poich� misura la cognizione degli
altri spiriti su s� stessa, perci� delle anime separate ha conoscenza perfetta,
mentre degli angeli, che le sono superiori, ha conoscenza
imperfetta.
3.
Essendo la cognizione nelle sostanze separate commisurata all'influsso del lume
divino, gli angeli, che sono ad esso pi� vicini, conoscono perfettamente la
natura tutta; le anime dei trapassati, che sono ad esso pi� lontane, hanno della
natura una cognizione generica e confusa;
4. e per
la stessa ragione hanno s� conoscenza anche dei fatti e delle cose particolari,
soltanto per� di quelle verso le quali hanno un precedente legame, o di
cognizione, o di affetto, o di abitudine.
5. La
scienza, che � un abito, non della volont�, ma dell'intelletto, rimane
nell'anima dei trapassati, e non sar� nemmeno pi� soggetta ad alterazione
dipendente da falsit� di argomentazione, perch� questa, dopo la morte, non � pi�
possibile, non esistendo pi� l'uso dei sensi;
6. e non
solo la scienza, ma anche le singole cognizioni restano dopo la morte, senza
per� la possibilit� dell'uso delle immagini sensibili;
7. e
appunto perch� dopo la morte l'anima ricava le sue cognizioni dall'influsso del
lume divino e non dalle immagini sensibili, la forza del senso non c'entra pi�,
e ci� che si conosce lo si conosce indipendentemente dalla distanza
locale.
8.
Essendo le anime dei trapassati separate dal consorzio dei viventi, per loro
natura sono impedite di conoscere ci� che avviene nel mondo.
Per
grazia, per�, i beati del cielo conoscono ci� che avviene quaggi�, senza
rattristarsene, essendo appunto beati.
QUESTIONE
90
CREAZIONE
DELL' ANIMA
DEL PRIMO
UOMO
1. Non si
pu� dire che l'anima sia parte della sostanza di Dio, perch� Dio � puro atto,
invece l'anima nostra, che � intellettiva, non � sempre in atto di intendere, ma
talora � soltanto in potenza di intendere.
2.
L'anima � sostanza, e non accidente; le compete dunque il cominciare a esistere,
e a ci� � via la produzione; ma non pu� essere prodotta da preesistente sostanza
materiale, essendole superiore; n� pu� essere prodotta da preesistente sostanza
spirituale, perch� le sostanze spirituali non si trasmettono una nell'altra;
perci� deve essere stata prodotta dal niente, cio� creata;
3. e
poich� creare spetta a Dio solo, deve essere stata creata immediatamente da
Dio;
4. ed
essendo parte dell'umana natura, ha la sua perfezione naturale quando � unita al
corpo, e perci� da Dio, il quale ha creato ogni cosa perfetta, fu creata insieme
al corpo.
QUESTIONE
91
CREAZIONE
DEL CORPO DEL PRIMO UOMO
1. Il
corpo dell'uomo, essendo un microcosmo, doveva essere formato con tutti e
quattro gli elementi: terra e acqua (= fango), aria e fuoco.
2. E
poich� precedentemente non era stato formato un organismo quale � quello
dell'uomo, cosicch� per generazione se ne potesse avere uno simile nella
specie, Dio ha dovuto crearlo immediatamente;
3. e di
Dio, ottimo artefice, deve dirsi che l'ha creato quale conveniva per l'unione
con l'anima spirituale;
4. e la
Scrittura narra diffusamente la creazione dell'uomo, per indicare che esso � il
culmine e il re del creato.
QUESTIONE
92
CREAZIONE
DELLA DONNA
1.
All'uomo compete, anzi in grado superiore, ci� che � proprio degli animali
perfetti, cio� la generazione attiva e passiva in sesso distinto: la donna
perci� doveva essere creata distintamente dall'uomo;
2. e
perch� l'uomo fosse effettivamente capo di tutto il genere umano, convenne che
la prima donna fosse ricavata dall'uomo.
3. fu di
fatto formata con una costa di Adamo, e ci� fu con significato simbolico, perch�
doveva essergli compagna; usc� quindi, non dal capo, perch� non doveva essere
padrona, e non dai piedi, perch� non doveva essere serva.
4. Perch�
la formazione della prima donna non poteva avvenire per generazione naturale, la
sua produzione non poteva spettare ad altri che a Dio, autore di tutte le
cose.
QUESTIONE
93
FINE
DELLA CREAZIONE DELL' UOMO
1. Iddio � causa
esemplare di tutto, e anche l'uomo fu creato a sua somiglianza, anzi, provenendo
l'uomo da Dio ed essendo a sua somiglianza, in lui c'� l'immagine di Dio, la
quale esige appunto somiglianza e provenienza;
2. non per� qualunque
somiglianza importa immagine, ma soltanto la somiglianza di natura o
dell'accidente proprio della specie, cio� la figura.
L'uomo � simile a Dio non
solo in quanto esiste e in quanto vive, ma anche in quanto intende; questa �
vera somiglianza che compete alle creature intellettuali, perci� le creature
irrazionali non sono immagini di Dio;
3. gli angeli invece,
strettamente parlando, sono immagini di Dio pi� dell'uomo.
4. L'uomo � soprattutto
immagine di Dio quando imita Dio nel maggior grado, e lo imita in grado massimo
quando conosce e ama Dio (che conosce e ama s� stesso).
Ogni uomo ha la capacit�
di farlo, e questa � l'immagine di creazione; lo fanno i giusti, e questa �
l'immagine di redenzione; lo fanno poi i beati in modo perfetto, e questa �
l'immagine di glorificazione.
5. In Dio c'� una natura,
e tre persone, secondo le relazioni di origine (40.2) e nell'uomo c'� l'immagine
di Dio quanto alla natura divina e quanto alla Trinit� delle
persone.
6. Nel creato ci� che �
materiale rappresenta la Trinit� in quanto in vestigio, come sarebbero le orme
del piede di uno che � passato, o la cenere rimasta da un incendio, che dicono
causalit�; si pu� anche dire che ogni cosa ha in s� un vestigio della Trinit� in
quanto ogni cosa ha un essere, una forma, una inclinazione naturale; ma
rappresentare la Trinit� come immagine spetta esclusivamente alle creature
ragionevoli, perci� questo appartiene all'uomo quanto all'anima, e non quanto al
corpo:
7. spetta all'anima
soprattutto in quanto ha gli atti di pensare e di volere, perch� allora ha in s�
un verbo e un amore precedente;
8. e spetta infine
all'anima quando rivolge il pensiero e l'amore a Dio, perch� allora � veramente
immagine della Trinit�.
9.
Somiglianza e immagine non sono sinonimi: quando la somiglianza raggiunge la
perfezione, allora si chiama immagine; somiglianza per� non pu� essere presa
anche nel senso di espressione e perfezione dell'immagine.
QUESTIONE
94
STATO DEL
PRIMO UOMO
QUANTO
ALL' INTELLETTO
1. Non
si pu� dire che il primo uomo vedesse Dio quale �, a meno che non fosse rapito
in estasi; perch� la visione di Dio � la beatitudine, e chi gode della
beatitudine non � tale da rivolgere altrove la volont�, e quindi non pu�
peccare.
Cos� � dei
beati nel Cielo.
Adamo
aveva, per�, di Dio, una scienza pi� perfetta della nostra.
Le
creature sono specchio a Dio, e Dio tanto meglio si vede quanto pi� terso � lo
specchio e quanto pi� sano � l'occhio che dentro vi rimira. Per Adamo, prima che
peccasse, le creature erano specchio tersissimo e il suo intelletto, nel
rimirarvi, non era per nulla offuscato.
2. Bench�
lo stato di peccato non sia lo stato di innocenza, tuttavia tanto nell'uno come
nell'altro stato c'� l'unione naturale dell'anima col corpo e la conoscenza
dell'intelletto per mezzo dei sensi: perci�, come adesso l'uomo non pu� vedere
direttamente gli angeli, cos� non poteva farlo neppure il primo
uomo.
3.
Dovendo Adamo essere capo di tutto il genere umano e avendo con ci� l'onere di
istruirlo, bisogna dire che aveva piena conoscenza delle cose naturali e
sufficiente conoscenza delle cose soprannaturali.
4. Ma
bench� potesse a lui mancare la cognizione di qualche cosa, le cognizioni che
aveva non potevano essere false, perch� in lui le potenze inferiori erano
soggette alle potenze superiori, ed egli non poteva perci� subire illusioni di
fantasia e allucinazioni di senso.
QUESTIONE
95
STATO DEL
PRIMO UOMO
QUANTO
ALL'A VOLONTA'
1. Nel
primo uomo c'era la soggezione del corpo all'anima, delle forze inferiori alla
ragione e della ragione a Dio. Ma questo non era proprio della natura,
altrimenti sarebbe rimasto anche dopo il peccato, perci� Adamo lo ebbe per
grazia: egli infatti fu creato in grazia.
Era la
soggezione della ragione a Dio che importava la soggezione delle forze inferiori
alle superiori e del corpo all'anima, sicch� la mancanza di soggezione della
ragione a Dio port� lo scompiglio nelle forze inferiori e nel
corpo.
2. Le
passioni sono del bene, come il gaudio, e del male, come il
timore.
Nel primo
uomo c'erano le passioni, ma soltanto del bene e, stante il dominio perfetto
della ragione, non prevenivano il suo giudizio.
3. Nel
primo uomo c'erano anche tutte le virt�. Ma in atto c'erano solo le virt� non
ripugnanti il suo stato, come la giustizia e la fede, mentre le virt� ripugnanti
il suo stato, come la penitenza, c'erano in abito.
4. Il
merito si pu� misurare dalla carit� con cui si opera e dalla difficolt� che si
incontra: quanto alla carit�, potevano essere pi� meritorie le opere di Adamo;
quanto alla difficolt�, sono pi� meritorie le nostre.
QUESTIONE
96
DOMINIO
DELL' UOMO
IN STATO
D' INNOCENZA
1. In
stato d'innocenza, Adamo aveva l'effettivo dominio degli animali, bench� ne
avesse meno bisogno di quello che ne abbiamo noi ora;
2. aveva
anche il dominio delle altre cose, adoperandole senza impedimento e senza averne
nocumento.
3. Per�
fra gli uomini ci sarebbe stata qualche disuguaglianza quanto al sesso, quanto
all'et�, quanto al corpo e anche quanto all'anima nei riguardi del libero
arbitrio;
4. e ci
sarebbe stata non servit�, ma dipendenza di uno dall'altro, perch� dovendo
vivere socialmente, doveva esserci un governo.
QUESTIONE
97
L' UOMO
QUANTO
ALLA SUA CONSERVAZIONE
1, In
stato di innocenza l'uomo era immortale, non per natura, ma per grazia, cio� per
una virt� particolare preservatrice della corruzione, concessa
all'anima;
2. e non
era soggetto a patire, cio� a subire ci� che lo rimovesse dalla sua naturale
disposizione.
3. Ma
poich� nella naturale disposizione della vita vegetativa c'� il nutrirsi, il
crescere, il riprodursi, anche nello stato di innocenza l'uomo aveva bisogno di
cibo.
4. In chi
� giovane il cibo fa anche crescere; in chi � adulto, il cibo conserva, ma in
chi � vecchio, ci� il cibo non lo fa pi�: per riparare le perdite della
vecchiaia c'era dunque, nel paradiso, l'albero della vita.
QUESTIONE
98
L' UOMO
CONSERVAZIONE DELLA SPECIE
1. Anche nello stato di
innocenza c'era la generazione, necessaria per la moltiplicazione degli uomini e
per la conservazione del genere umano, dato che gli individui per s� non sono
perpetui;
2. e sarebbe avvenuta
cos� come avviene adesso, essendo fin d'allora cos� conformati gli uomini; non
ci sarebbe stato nulla di indecente e di libidinoso, dato lo stato di
innocenza.
QUESTIONE
99
CONDIZIONE
DELLA PROLE
QUANTO AL
CORPO
1. Come
adesso, cos� anche nello stato di innocenza, i bambini non avrebbero avuto
subito la forza per l'uso perfetto delle membra per qualunque atto, ma soltanto
per gli atti infantili, perch� questa � la condizione naturale, stante
l'acquosit� iniziale del cervello; sarebbero per� stati esenti dalle malattie,
come pi� tardi sarebbero stati esenti dai difetti senili;
2. e a
compimento della natura umana vi sarebbero stati maschi e
femmine.
QUESTIONE
100
CONDIZIONE
DELLA PROLE
QUANTO
ALLA SANITA'
1. I
bambini sarebbero nati nella giustizia originale, essendo allora questa un dono
di natura; tale giustizia originale non sarebbe per� stata trasmessa dai
genitori, ma sarebbe stata conferita da Dio a ogni nuovo soggetto che fosse
sorto nella natura umana;
2.
tuttavia i bambini non sarebbero stati confermati in grazia, ma sarebbero
rimasti nella possibilit� di peccato, come i genitori.
QUESTIONE
101
CONDIZIONE
DELLA PROLE
QUANTO
ALLA SCIENZA
1. Anche
nello stato di innocenza, alla nascita del bambino l'anima sarebbe stata "tabula
rasa", pagina bianca, perch� questa � la condizione naturale. Tuttavia, allora i
bambini avrebbero, senza difficolt� appreso da s� e dagli altri;
2. e
l'uso perfetto di ragione l'avrebbero avuto quando il cervello avesse acquistato
perfetta solidit�.
QUESTIONE
102
LUOGO DEL
PRIMO UOMO,
IL
PARADISO
1. Il
Paradiso fu un luogo reale, altrimenti la Scrittura non ne avrebbe fatto una
narrazione storica.
2. Il
Paradiso fu un luogo conveniente all'uomo innocente che era, per grazia,
immortale.
Infatti,
alla causa interna di morte si ovvia col cibo, e nel Paradiso c'era l'albero
della vita; causa esterna di morte � un clima perfido, e nel Paradiso terrestre
c'era un clima sano e mitissimo.
3.
L'uomo fu messo nel Paradiso terrestre per custodirlo e lavorarlo con un lavoro
non faticoso, ma dilettevole.
4. L'uomo
non fu creato nel Paradiso, ma vi fu portato, perch�, come era di grazia il dono
dell'immortalit�, cos� fu di grazia, e non gi� naturale, il luogo conveniente
all'immortalit�.
_______
Esistenza e Natura di Dio
Vita e operazioni di
Dio
La creazione
L' opera dei sei giorni
L'uomo:
pensiero e origini
B
A S E
H
O M E
|