QUESTIONE
44
PROCESSIONE DELLE CREATURE DA DIO
1. In Dio
essenza ed esistenza si identificano (3.4), Egli quindi � l'Essere, ed � da s�
stesso e non pu� essere che uno solo (11.3.4); le altre cose, invece, non
possono che avere l'essere, e un essere partecipato, e precisamente da Dio:
quindi sono da Dio.
2. La
materia prima entra come costitutiva e fa parte delle cose: ma tutte le cose
sono da Dio, quindi anche la materia prima.
3. Come
l'artefice d�, alla materia che maneggia, una forma secondo un esemplare che ha
in mente o che ha sott'occhio, cos� nella sapienza creatrice di Dio ci sono le
forme esemplari delle cose; e queste, quanto alle cose, sono tante quante le
cose stesse (15.1); quanto a Dio, sono la stessa unica essenza di Dio; Dio
quindi � il primo esemplare.
4. Dio
creando ag� per un fine, che non pu� essere che il bene; ma per Iddio, il quale
� infinito, non si tratta di bene da acquistare, ma di bene da comunicare:
quindi la bont� divina � il fine dell'universo.
QUESTIONE
45
IN CHE
MODO LE COSE PROCEDONO
DAL PRIMO
PRINCIPIO
1. Quello
che viene fatto, prima non c'era; se tutta la realt� delle cose (44, 2) proviene
da Dio, prima non c'era niente: dunque creare � fare dal niente.
2. Non
solo Dio pu� creare, ma fu necessario che l'origine delle cose avvenisse per
creazione: gli artefici, infatti, danno forma alle cose che hanno dalla natura,
e la natura opera sulla materia gi� esistente; Dio invece, siccome nulla c'� se
non da lui, perch� ci fossero le cose ha dovuto creare anzitutto la
materia.
3. Nelle
creature la creazione importa, non gi� mutazione, perch� vi manca il punto reale
di partenza, ma relazione reale verso Dio Creatore, come principio del loro
essere.
4. Creare
� dare a un ente l'esistenza; enti in s� esistenti (sussistenti) sono le
sostanze, siano esse semplici o composte; di queste, quindi, si dice che sono
create; degli accidenti e delle forme va detto invece che sono
concreati.
5.
L'effetto universalissimo � termine esclusivo della causa universalissima; ma
l'essere � effetto universalissimo, perci� creare spetta alla causa
universalissima, a Dio solo.;
6. e
spetta a Dio in quanto � Dio, dunque creare � proprio di tutta la Trinit�; per�
Dio fa mediante l'intelletto ci� che ha nel volere: va detto quindi che il Padre
cre� il mondo mediante il Verbo nello Spirito Santo.
7. Le
creature irragionevoli rappresentano di Dio la sola causalit�, esse quindi hanno
in s� solo un vestigio della Trinit�, rappresentandola in quanto ognuna ha un
dato essere, una data forma, una data inclinazione.
Le
creature, poi, che constano di intelletto e volont�, portano in s� non solo il
vestigio, ma anche l'immagine delle Trinit�.
8.
Siccome nella materia si trovano in potenza tutte le forme di cui essa �
suscettibile, cos� nelle opere di natura e arte non si riscontra un vero
creare.
QUESTIONE
46
INIZIO
DELLE CREATURE NEL TEMPO
1.
Soltanto un ente � necessario e sufficiente che esista ab aeterno, e questo �
Dio.
Il mondo
ha avuto una causa, e questa � la volont� di Dio; ma se si prova che Dio non pu�
non volere s� stesso (19.3), non si pu� altrettanto provare che necessariamente
Dio abbia voluto il mondo eterno, e concludere che il mondo �
eterno.
Ci� che a
questo proposito dice Aristotele non � dimostrativo, ma
dialettico.
2. Che il
mondo abbia cominciato e non sia eterno lo si sa solo per fede, perch� a farne
la dimostrazione non si prestano i due suoi principi: l'interno, cio� le
essenze, e l'esterno, cio� la causa: infatti le essenze sono universali, possono
esistere quindi sempre e dappertutto; la causa poi � la volont� di Dio, ma di
questa si pu� provare soltanto che Dio vuole necessariamente s� stesso; quanto
al resto si sa qualche cosa secondo che Dio lo manifesta, lo si sa dunque per
fede;
3. e
precisamente dalla Scrittura sappiamo che Dio cre� le cose in principio: sia che
con tale parola si intenda il principio delle cose in Dio, cio� il Verbo; sia
che si intenda il principio delle cose stesse, per indicare che le cose
materiali non furono create mediante quelle spirituali; sia che si intenda il
principio del tempo.
QUESTIONE
47
LA
DISTINZIONE COMUNE DELLE COSE
1. La
moltitudine e distinzione delle cose proviene dall'intenzione di Dio, avendo
egli creato il mondo per comunicare la sua bont� e non potendo questa essere
resa sufficientemente manifesta da una cosa sola.
2. E
parimenti procede dalla sapienza di Dio la disuguaglianza delle cose, necessaria
alla loro distinzione formale o di specie, secondo il pi� e il meno, per la
perfezione dell'universo.
3.
L'ordine del mondo gli d� unit�, e avendo tutte le cose ordine fra esse stesse e
relativamente a Dio, come c'� un solo Dio, cos� c'� un solo
mondo.
QUESTIONE
48
LA
DISTINZIONE SPECIALE DELLE COSE
1. Che
cosa sia il male lo si riconosce dal suo opposto, cio� il bene; bene � ci� che �
appetibile in quanto perfeziona l'essere di chi lo cerca: bene � quindi entit�;
il male, che � il suo opposto, sar� mancanza di bene, mancanza di
entit�.
2. La
disuguaglianza delle cose (47.2) � per la perfezione dell'universo; questa
importa che ci siano esseri incorruttibili e anche corruttibili, che non
sarebbero per� corruttibili se mai soggiacessero a corruzione o difetto; ci� si
avvera con la mancanza del relativo bene, cio� con il male: il male dunque � per
la perfezione dell'universo.
3. La
mancanza di relativo bene si trova in qualche soggetto, che in quanto ha di
entit� � bene, dunque il male si trova nel bene.
4. Male �
mancanza di tutto il corrispondente bene, ma non � corruzione totale dello
stesso soggetto in cui si trova il male, perch� allora neppure il male potrebbe
esistere.
5. Atto
primo � l'essere, atto secondo � l'operare; il male dunque � duplice: mancanza
di atto primo o di atto secondo; nelle creature razionali si chiama male di pena
l'uno, male di colpa l'altro, quando si tratta di cose
volontarie.
6. Il
male di colpa, che procede dalla nostra volont� e che ci fa cattivi, consistendo
nel disordine della stessa volont�, � maggiore del male di pena, che �
privazione di qualche cosa che � soltanto oggetto della volont�.
QUESTIONE
49
LA CAUSA
DEL MALE
1. Il
male ha la sua causa: non gi� causa formale e finale, essendo mancanza di forma
e di ordine al fine, bens� causa materiale, che � il bene che � soggetto del
male, e anche causa efficiente, che � quell'essere che accidentalmente lo
produce: in questo senso la causa del male � il bene.
2. Dio
non si pu� dire causa del male in quanto la sua azione sia difettosa, ma solo in
quanto dipende da Dio quella mancanza di relativo bene da cui proviene
l'ineguaglianza delle cose (48.2) e in quanto viene da Dio il male di pena per
la punizione della colpa.
3. Il
male assoluto, totale, principio del male, non esiste. Infatti:
a)
mentre c'� il Bene sommo, il Bene per essenza (2.3), il male � soltanto
mancanza relativa di bene, non c'� quindi il male assoluto;
b) il
male non � corruzione totale dello stesso soggetto in cui si trova (48.2) perch�
altrimenti non potrebbe esistere: non c'� quindi il male totale;
c) il
male ha origine dal bene, dunque non � principio, ma principiato; quando poi �
causa, lo � accidentalmente, dunque non � causa prima, perch� la causa per
accidente � posteriore alla causa per s�.
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