Secondo frammento:

 

 

Vita  e  operazioni  di  Dio

 

(Confronta Volume 2 della versione latino - italiana della Somma Teologica)

 

 

 

QUESTIONE  14

 

 LA  SCIENZA  IN  DIO

 

1.  La conoscenza � in proporzione dell'immaterialit�. La pianta nulla conosce; l'uomo molto; l'angelo molto di pi�; Dio, che � perfettamente immateriale, ha una scienza perfetta.

 

2.  L'uomo pu� conoscere, conosce poi in atto, quando una cosa gli si fa presente con la sua immagine intelligibile; orbene, Dio che, solo, � sempre in atto di esistere e di intendere, non pu� avere che s� medesimo come oggetto intelligibile, adeguato e sempre presente: Dio perci� conosce in s� stesso;

 

3.  e, perch� � sempre in atto, � perfettamente conoscibile a s� stesso, cio� conosce totalmente tutto s� stesso.

 

4.  E poich�, in Dio conoscente, conosciuto e mezzo di conoscere sono tutt'uno, il suo intendere � la sua sostanza stessa.

 

5.  Conoscendosi perfettamente, Dio conosce anche ci� a cui pu� estendersi la sua virt�, conosce quindi tutte le cose, essendone la causa.

 

6.  Conoscendosi perfettamente, Dio conosce anche quanto � partecipabile delle cose, conosce perci� in s� stesso ogni cosa con cognizione non generica, ma distinta e propria;

 

7.  e in s� stesso vede anche le cose tutte insieme, mentre l'uomo conosce le cose una dopo l'altra, con scienza discorsiva.

 

8.  In Dio la conoscenza delle cose, in quanto le si aggiunge la volont�, � causa delle cose, e le cose esistono in quanto Dio le conosce, e non gi� Dio le conosce perch� esistono.

 

9.  Dio sa tutto ci� che pu� fare lui e anche quello che possono fare, dire, pensare le creature; e - siccome Dio � eterno e per lui tutto � presente - quello che, o � presente, o fu, o sar�, si dice che Dio lo vede, (scienza di visione); quello che non � presente e neppure fu o sar�, ma resta soltanto possibile, si dice che Dio lo intende (scienza di semplice intelligenza).

 

10.  E conoscendo il bene,  Dio Dio conosce anche il male, che � o corruzione del bene, o mancanza del bene.

 

11.  Bench� le essenze delle cose siano universali, realizzandosi nella materia formano tante cose particolari, e Dio le conosce tutte, perch� le cose hanno da Dio la forma e anche la materia.

 

12.  Conoscendo Dio tutto quello che �, e tutto quello che � possibile, sia da parte di Dio sia da parte delle creatrure, si deve dire che Dio con la stessa scienza di visione vede cose infinite: per esempio i pensieri e gli affetti che scaturiranno infinitamente dagli esseri intelligenti che sono immortali.

 

13.  A Dio eterno tutto � presente.

Cos�, dall'alto di un osservatorio in capo a una via, vi si vedono contemporaneamente tutti i passanti, i quali, invece, per chi � gi� nella via, a una finestra, sono parte passanti e parte presenti, parte ancora da venire.

Anche ci� che sar�, ma che non ha necessit� di esistere, cio� il futuro contingente, che � legato a cause impedibili, in quanto sar�, per Iddio � come presente; inoltre esso � conosciuto da Dio infallibilmente, perch� conosciuto nelle sue cause e anche in s�, mentre per noi � solo congetturabile, perch� conoscibile solo nelle cause, e queste sono impedibili.

 

14.  Dio, conoscendo la forza di ciascun intelletto, conosce anche ci� che pu� essere pensato e detto da ognuno, conosce gli enunziabili.

 

15.  In Dio la conoscenza delle cose non dipende dalle cose, essendo essa la sua stessa sostanza, e come questa � immutabile, anche la scienza � immutabile in Dio.

 

16.  La conoscenza che Dio ha delle cose si pu� dire la causa delle cose; cos� tale scienza di Dio � speculativa e anche pratica, cio� operativa.

 

QUESTIONE  15

 

 LE  IDEE  IN  DIO

 

1.  Le cose procedono da Dio quanto alla forma o essenza, e quanto alla materia; Dio non ha fatto le cose a caso, quindi le cose o essenze, prima che nelle cose, erano nella mente di Dio: c'erano quindi in Dio le idee delle cose.

 

2,  E ce m'erano tante quante dovevano essere le cose, n� ci� � contro la semplicit� di Dio, perch� le idee sono in Dio in quanto Dio conosce direttamente la sua essenza per tanti modi partecipabile dalle creature, e tali idee, essendo nella mente di Dio, sono un'appartenenza di Dio e sono con Dio eterne e immutabili.

 

3.  "Idea" si prende come esemplare, ossia principio di esecuzione di ci� che viene fatto, e come ragione, ossia principio di cognizione di ci� che si conosce: cos� in Dio c'� l'idea di ogni cosa, anche di s� stesso, o come esemplare, o come ragione.

 

 

QUESTIONE  16

 

 LA  VERITA'

 

1.  Verit� dice ordine all'intelletto.

Nel volere � la volont� che tende alla cosa; perci� la bont� � nella cosa; nel conoscere, invece � la cosa che va all'intelletto, dunque la verit� � propriamente nell'intelletto; ma come per la cosa si dice buona anche la volont�, cos� per l'intelletto si dice vera anche la cosa.

La verit� � nelle cose se queste corrispondono all'idea di chi ne fu l'artefice; la verit� � nell'intelletto conoscente se questo si conforma alla cosa conosciuta.

La verit� quindi � conformit� fra intelletto e cosa.

 

2.  La verit� � nella cosa se questa � conforme alla sua natura; � nella cognizione dell'intelletto se questo si conforma alla cosa; ma la conoscenza della verit� appartiene all'intelletto che forma il giudizio, e qui sta propriamente la verit�.

 

3.  Una stessa cosa si dice vera in rapporto all'intelletto, e buona in rapporto all'appetito: ente, vero, buono, indicano la stessa realt�;

 

4.  ma poich� per appetire una cosa bisogna prima conoscerla, cos�, prima sta il vero, poi il buono.

 

5.  Se la verit� � la conformit� fra intelletto e cosa, Dio � somma Verit�, perch� fra il suo intelletto e il suo essere non c'� solo conformit�, ma identit�; Dio � la prima Verit�, perch� il suo intelletto � misura delle cose.

 

6.  La verit�, considerata in ciascuna cosa, � una sola, ma relativamente agli intelletti che la conoscono vi sono tante verit� quanti sono gli intelletti;

 

7.  e poich� cose e intelletti sono creati e non eterni, resta che la verit� eterna c'� in Dio solo.

 

8.  La verit� � mutabile quando di una cosa l'intelletto si forma una diversa opinione, o quando, restando l'opinione, inavvertitamente si scambia la cosa: in entrambi i casi c'� passaggio dal vero al falso.

In questo senso la verit� � mutabile; ma ci� sar� dell'intelletto creato, non gi� di Dio, cui niente sfugge: in lui la verit� � immutabile.

 

QUESTIONE  17

 

 CHE  COS'E'  LA  FALSITA'

 

1.  Come la verit�, cos� la falsit� ha rapporto con l'intelletto.

Per Iddio non c'� falsit� nelle cose, perch� esse sono quali Dio le vuole; pu� esservi nelle volont� se si allontanano dalla regola di Dio.

Per l'uomo pu� esserci falsit� anche nelle cose, o in ci� che � rappresentativo del vero, come nelle tragedie, o in ci� che inganna per mezzo dei sensi, come nei fiori artificiali.

 

2.  Nel senso, se non � difettoso non c'� falsit� relativamente al sensibile proprio, come � il suono per l'udito; pu� esserci relativamente a un sensibile comune a pi� sensi, come per es. il moto, perch� il senso non vi si riferisce direttamente; pu� esserci anche nel  sensibile accidentale, che si percepisce in un sensibile diverso, come il freddo nel veder cadere la neve.

 

3.  Come l'occhio non si inganna  vedendo la luce, ma pu� ingannarsi nel modo visto sopra, cos� l'intelletto non si inganna conoscendo le cose, ma pu� ingannarsi giudicandole, e allora c'� in esso falsit�.

 

4,  Vero e falso sono contrari, come bianco e nero.

 

QUESTIONE  18

 

  LA  VITA  IN  DIO

 

1.  Un animale si dice vivo finch� si muove da s�.

La vita non l'hanno tutti gli esseri, ma solo quelli che hanno moto dall'intrinseco, cio� impulso a operazioni sia di sviluppo, sia di senso, sia di pensiero.

 

2.  La vita l'attribuiamo a chi ha il moto da s�, ma la parola "vita" per s� designa, pi� che il moto, la sostanza a cui tale moto compete; talora poi indica le attivit� della vita, come sentire e intendere.

 

3.  La vita, che sta nel moto, ha i suoi gradi.

Le piante hanno il moto da s�, soltanto in ordine alla sua esecuzione; gli animali lo hanno soltanto in ordine al suo indirizzo, e cio� proporzionalmente allo sviluppo dei loro sensi; chi ha l'intelletto ha il moto da s� anche in ordine al fine, e gi� sappiamo che l'intellettualit� � tanto maggiore quanto maggiore � l'immaterialit�.

Questa Dio la possiede in sommo grado, quindi egli in sommo grado possiede anche la vita.

 

4.  Tutte le cose sono in Dio a modo di idee, le idee sono le stesse sostanze (15.2), la stessa vita di Dio; si pu� dire quindi che tutte le cose sono vita in Dio.

 

QUESTIONE  19

 

  LA  VOLONTA'  IN  DIO

 

1.  Relativamente alla perfetta attuazione del proprio essere, ogni cosa ha l'inclinazione di cercarla, se non la possiede, e di acquietarvisi se la possiede.

Questa inclinazione si dice appetito naturale nelle cose prive di cognizione, e appetito sensitivo negli animali. Negli esseri forniti di intelletto si dice volont�: Dio ha intelletto, quindi anche volont�.

 

2.  Le cose Dio le vede in quanto sono attuazione della sua bont�.

 

3.  Per necessit� di natura Dio vuole il suo essere, la sua bont�; le cose invece che non sono il suo essere e la sua bont�, ma mezzo manifestante la sua bont�, le vuole come mezzo, cio� liberamente, e soltanto supposto che le voglia, essendo egli immutabile, non pu� essere che non le voglia.

 

4.  Causa delle cose � la volont� di Dio libera, non gi� una sua necessit� di natura, ossia l'istinto. Difatti:

a)  ogni istinto � ragionatissimo perch� disposto da un intelletto superiore preesistente; ma Dio � l'Ente primo, dunque agisce non per istinto, ma con intelletto e volont�;

b)   l'istinto di natura, che negli esseri finiti porta a un effetto unico e determinato, in Dio, che � infinito, porterebbe a un effetto infinito; il che � impossibile (7.2);

c)   gli effetti preesistono nella causa e derivano dalla causa, secondo la natura della causa, ma la natura di Dio � intelletto e volont�, perci� gli effetti preesistono in Dio e derivano da Dio secondo l'intelletto e la volont� e non secondo l'istinto.

 

5.  Dio nel suo volere non � mosso dalle cose, perch�, come tutto conosce nella sua essenza, cos� tutto vuole nella sua bont�; vuole le cose ordinate al fine, ma il fine non � la causa per cui vuole le cose.

 

6.  La volont� di Dio non � una volont� particolare, ma una volont� universale; ci� che non si compie secondo un ordine della volont� di Dio, si compie secondo l'altro; la volont� di Dio quindi si adempie sempre.

 

7.  Altro � mutare volont�, antro � volere una mutazione.

Muta volont� colui che si muta nell'essere o nel conoscere, cos� che una cosa, che prima non era per lui un bene, o da lui non era conosciuta come tale, tale poi diviene, o tale viene conosciuta; ma Dio � immutabile nell'essere o nel conoscere, quindi anche nella volont�.

 

8.  Ad alcune cose Dio ha fissato cause necessarie ineluttabili, ad altre cause contingenti defettibili, ma neppure queste sfuggono all'efficacia della volont� di Dio, perch� fu egli che volle la loro contingenza.

 

9.  Il male non si pu� vedere per s�, ma solo in quanto congiunto con qualche bene.

Dio, volendo la sua bont� sopra tutto, rigetta il male di colpa che � ad essa direttamente contrario; quanto agli altri mali, volendo Dio le altre cose in ordine a s�, pu� volere il male di pena in ordine alla giustizia e il male naturale in ordine alla provvidenza.

 

10.  Il libero arbitrio si ha di ci� che non � oggetto del volere necessario o dell'istinto. Cos�, vogliamo essere felici, non per libero arbitrio, ma per istinto.

E' soltanto s� stesso che Dio vuole necessariamente, non cos� le cose fuori di lui: resta che queste le voglia di libero arbitrio.

 

11.  La manifestazione della volont� di Dio, che metaforicamente � detta volont� di segno, avviene in cinque modi:

 

12.  Quando opera, quando comanda o consiglia il bene; quando permette o proibisce il male.

 

QUESTIONE  20

 

  L'  AMORE  IN  DIO

 

1.  Il primo moto della volont� � l'amore che tende al bene, il quale � prima del male e tende al bene in comune, che poi � suddiviso in beni particolari.

In Dio c'� volont� non inerte; dunque in Dio c'� amore.

 

2.  Ogni cosa, in quanto esiste, � un bene. Amare � volere il bene a qualcuno, dunque Dio, volendo l'esistenza delle cose, vuole il bene alle cose; ma se, quanto a noi, amiamo le cose perch� sono buone, quanto a Dio le cose sono buone perch� Dio le ama.

L'amore di Dio crea o infonde la bont� nelle cose.

 

3.  Cos� si pu� dire che Dio ama una cosa pi� dell'altra, perch� egli causa nell'una pi� bene che nell'altra; quantunque, come intensit� di bene le ami tutte ugualmente;

 

4.  e cos� pure si dice che Dio ama di pi� le cose migliori.

 

 

QUESTIONE  21

 

  GIUSTIZIA E MISERICORDIA

 

1.  La giustizia commutativa, che sta nell'eguaglianza tra il dare e l'avere, non corre tra Dio e noi, perch� in questo caso tutto abbiamo e nulla diamo.

In Dio, che per l'ordine dell'universo, d� a ciascun essere ci� che gli � proprio, c'� la giustizia distributiva;

 

2.  e tale giustizia, che � ordine stabilito nelle cose conformemente alla sua sapienza, � anche verit�, la quale � conformit� tra intelletto e cosa.

 

3.  A Dio compete, non gi� il contristarsi per il male altrui, ma l'allontanare il male altrui; egli compie quindi la misericordia, non come passione, ma come effetto, e nel senso che le perfezioni che Dio d� alle cose, ne allontanano i difetti.

 

4.  In tutta l'opera di Dio c'� giustizia, perch� egli fa ci� che conviene alla sua sapienza e bont�, all'ordine e alla proporzione delle cose.

Anzi, l'abbondanza della sua bont� sorpassa l'esigenza dell'ordine e la proporzione delle cose, e le cose stesse non hanno alcuna preesistente esigenza verso Dio: dunque con la giustizia c'� anche la misericordia, che ne � il fondamento.

 

QUESTIONE  22

 

  LA PROVVIDENZA IN DIO

 

1.  In Dio c'� provvidenza, che � la parte principale della prudenza, ed � assai ben definita da Boezio: la stessa ragione divina che dispone ogni cosa; infatti , nelle cose c'� esistenza e ordine al fine, e l'una e l'altra cosa sono opera di Dio; nell'intelletto divino perci� preesisteva il disegno dell'ordine delle cose al fine;

 

2.  e poich� la causalit� di Dio e la sua scienza si estendono a tutti gli enti, a tutto si estende pure la provvidenza di Dio.

Casi e fortune ci possono essere relativamente a cause particolari, non relativamente a Dio, causa universale che talora permette il male per non impedire qualche bene.

 

3.  La provvidenza si esplica nella disposizione dell'ordine e nella esecuzione dell'ordine.

La disposizione la tratta Dio immediatamente, l'esecuzione la affida alle cause seconde, e cos�, nell'abbondanza della sua bont�, egli d� alle creature la dignit� di causa.

 

4.  Scopo della provvidenza nella creazione � la perfezione dell'universo con enti di ogni grado e con effetti procurati parte da cause necessarie, parte da cause libere: dunque, la provvidenza non � fatalit�.

 

QUESTIONE  23

 

  LA PREDESTINAZIONE

 

1.  In Dio non solo c'� provvidenza, cio� il disporre in ordine al fine naturale di ogni creatura, ma anche il destinare, disponendo gli aiuti proporzionati, le creature razionali a un fine che eccede la proporzione e le facolt� proprie della natura creata, cio� alla vita eterna; in quanto questo disegno preesisteva nell'intelletto di Dio e si chiamava predestinazione.

Essa non viene rivelata a nessuno, affinch� non ci sia chi fa il negligente e chi si dispera.

 

2. La predestinazione, come disposizione dell'ordine, appartiene a Dio; come esecuzione appartiene passivamente anche agli uomini, con la vocazione alla fede e con la glorificazione.

 

3.   In Dio c'� anche la riprovazione, e questa significa che Dio

a)  di provvidenza generale permette che alcuni, per loro cattiva volont� commettano peccati, e non ha l'obbligo di impedirli.

b)  destina loro la pena.

 

4.  Mentre noi scegliamo quelli che amiamo, Dio ama quelli che sceglie; ama, cio� vuol bene, vuole efficacemente il bene, procura il bene: dunque i predestinati da Dio sono eletti e diletti.

Dio in generale vuole che tutti si salvino, in particolare vuole che si salvi chi lo merita.

 

5.  Quanto alla causa della predestinazione:

a)  da parte di Dio nulla c'� sopra la sua volont�;

b)  da parte degli uomini non ci sono meriti antecedenti alla vocazione alla fede, perch� prima di avere la fede nessuno ha veri meriti davanti a Dio. Quindi, bench� in particolare si possa dire che un primo buon effetto della predestinazione ne tira un secondo, l'effetto totale della predestinazione non altra causa che la bont� divina.

 

6.  Si sa che nella predestinazione dell'universo (22,4), gli effetti sono legati, non solo a cause necessarie, ma anche a cause libere; resta dunque per l'uomo il libero arbitrio, e l'effetto della predestinazione non � necessitato; per Iddio, per�, essendo la sua scienza tutto presente e nulla sfuggendo alla sua volont�, l'effetto della predestinazione � certo e infallibile;

 

7.   cosicch� Dio sa quali e quanti sono i predestinati, avendoli preordinati quale elemento principale dell'universo, cos� come un ingegnere predefinisce le dimensioni e anche le mansioni del palazzo che vuol costruire, e le sa lui solo.

 

8.  Le orazioni dei Santi aiutano la predestinazione, se non per la preordinazione di Dio, che � ab aeterno, certamente per il suo effetto.

 

QUESTIONE  24

 

  IL  LIBRO  DELLA  VITA

 

1.  Libro della vita � espressione metaforica presa dal libro di coscrizione di quelli che sono scelti, o come soldati, o come consiglieri, e significa la nozione fissa che ha Dio dei predestinati.

 

2.  Ma come l'arruolamento dei soldati si fa, non perch� si armino, ma perch� combattano, cos� il libro della vita comporta elezione, non alla grazia, ma alla gloria.

 

3.   Rettamente si pu� dire che uno viene cancellato dal libro della vita quando viene meno alla grazia che lo condurrebbe alla gloria.

 

QUESTIONE  25

 

  L'  ONNIPOTENZA  DI  DIO

 

1.  Dio, che � atto ed esclude ogni potenza (4.1), che cio� � tutto e nulla di pi� pu� diventare, nulla ha  da acquistare e tutto da dare: egli ha potenza attiva e non passiva.

 

2.  L'essenza di Dio � infinita, perci� anche tale potenza attiva di Dio � infinita.

 

3.  Questa infinita attiva potenza di Dio si dice onnipotenza, perch� ne � oggetto ogni possibile ossia tutto ci� che pu� essere fatto, che cio� non sia una contraddizione.

 

4.  Che il passato non sia passato, Dio non pu� farlo, perch� sarebbe come fare che ci� che � vero, sia falso.

 

5.  Quanto a ci� che Dio opera nel mondo, non essendo egli determinato da necessit� di natura, e non esaurendosi nell'ordine presente la sua sapienza e bont�, potrebbe anche fare cose diverse da quelle che fa.

 

6.  Quindi potrebbe fare cose migliori delle presenti e far s� che le presenti fossero migliori accidentalmente: p. es. che gli uomini fossero pi� alti; ma fare che fossero migliori essenzialmente non pu�, perch� cambierebbe natura; p. es. se un cane avesse la ragione non sarebbe pi� un cane.

 

QUESTIONE  26

 

  LA  BEATITUDINE DI DIO

 

1.  La beatitudine �: bene perfetto di natura intellettuale; Dio � perfettissimo e sommamente intelligente: gli compete perci� la beatitudine perfetta.

 

2.  La beatitudine sta nella perfezione, la perfezione sta nella piena esplicazione della natura, e questa sta nell'attivit�, perci� la perfezione e la beatitudine di una natura intellettuale stanno nell'intendere, che in Dio � lo stesso suo essere.

 

3.  I beati hanno Dio per oggetto del loro atto di intendere; perci� la beatitudine � unica quanto all'oggetto, diversa quanto agli atti.

 

4.  Questa beatitudine contiene eminentemente ogni altra beatitudine.

Essa infatti ha in comune con la felicit� contemplativa la visione di Dio e di tutte le cose; con la felicit� attiva il governo dell'universo; con la felicit� terrena: quanto ai piaceri, il gaudio personale e comune; quanto alla ricchezza la sufficienza indefettibile; quanto alla potenza, l'onnipotenza di Dio; quanto alla gloria, l'ammirazione di tutto il creato.

 

 

Esistenza e Natura di Dio

 

Vita e operazioni di Dio

 

La creazione

 

L' opera dei sei giorni

 

L'uomo:  pensiero e origini

 

 

B A S E          H O M E