Dottrina del
Fascismo
Casa Editrice dott. Francesco Vallardi
Enciclopedia: vol. IX
Voce: Fascismo. Milano, 1936.
Non è possibile prescindere, parlando della dottrina del Fascismo, da
quello che lo stesso ideatore, fondatore e animatore di esso, ne ha
scritto:
“Come ogni salda concezione politica, il Fascismo è prassi, ed è
pensiero, azione a cui è immanente una dottrina, e dottrina che,
sorgendo da un dato sistema di forze storiche, vi resta inserita e vi
opera come dal di dentro”.
In tale sistema, che richiama il binomio mazziniano “Pensiero e Azione”,
i due poli intorno a cui la vita degli uomini si svolge, si integrano a
vicenda e creano una sintesi che dà potenza, impulso, volontà al singolo
uomo, in quanto si senta parte di una più vasta comunità e contribuisca
ad armonizzare la vita
collettiva nello Stato, affermazione questa superiore di vita sociale, a
cui hanno concorso le forze storiche e nel cui ambito si prepara la vita
futura di un popolo, affermandolo nel mondo come creatore dello spirito,
come organizzatore della vita e della potenza collettiva. …
Per il fascismo il popolo non è numero, come per la democrazia, che
attua la volontà dei più; ma è disciplina all’ autorità dei migliori, i
quali interpretano e attuano la sua volontà
nel solco della tradizione, con lo spirito di una missione
storica, con la forza d’ impulso delle sue aspirazioni; concepisce
quindi una vera democrazia, cioè forza di popolo nella sue espressioni
migliori, da svolgere nell’ ambito della storia mondiale.
Il popolo che opera così nello Stato assume una vera personalità che
trascende la breve vita umana, per distendersi fuor del tempo nella
storia che fluisce.
In questo senso il Fascismo concepisce la Nazione come una creazione
dello Stato (e la storia ce ne offre un esempio lampante nella Francia);
è lo Stato che attua e potenzia la Nazione, la quale non è semplice e
vaga aspirazione generata da fattori geografici, da elementi e vincoli
comuni religiosi e linguistici, ma già nell’ atto della formazione,
ferma volontà, energica aspirazione ad attuare una propria forma di
vita, uno Stato in potenza perciò, prima di essere (e tale fu l’ esempio
dell’ Italia nel Risorgimento).
La Nazione vive in quanto seguiti a divenire, a svilupparsi; chi
promuove il suo svolgimento e inveramente è precisamente lo Stato, che
dà inquadramento giuridico ai suoi rapporti interni ed esterni, norme e
leggi ai suoi individui e alle sue classi, forza ed autorità alle sua
aspirazioni, soluzioni ai suoi problemi, soddisfacimento alle sue
necessità, che in una parola lo fa vivere, procedere, espandersi, per
una legge naturale di vita, a detrimento di chi questa legge non
interpreta o comprende.
Lo Stato quindi, per il Fascismo, riassume e comprende tutte le forme
della vita nessuna esclusa, materiale, morale, intellettuale; lo Stato è
la sua forza che attua la vita fisica e spirituale della Nazione e che,
contrariamente alla teoria liberale, deve sempre intervenire a dare
impulso alle energie singole, a guidarle, a ispirarle, operando la
sintesi di tutte le forze della Nazione, in tutti i campi. Così si
comprende come il Fascismo sia, non solo concezione di vita collettiva,
ma norma di vita individuale, religiosa, austera, energica, sia autorità
immanente, operante, spronante nello spirito di tutti i cittadini anche
nella loro vita particolare.
Il Fascismo, concludendo, non è soltanto datore di leggi e fondatore di
istituti, ma educatore e promotore di vita spirituale. Vuol rifare, non
le norme della vita umana, ma il contenuto, l’ uomo, il carattere, la
fede. E a questo fine vuole disciplina e autorità che scenda addentro
negli spiriti e vi domini incontrastata.
La sua insegna perciò è il fascio littorio, simbolo di unità, della
forza, della giustizia.” (MUSSOLINI).
Il documento, composto nel 1936, ovvero in un momento storico tra i più
fortunati del passato regime, proseguirà in questo file. Proverò a darne
ora una interpretazione personale contenuta entro un’ ottica di cultura
liberale.
Nietzsche, che continueremo a conoscere nella nostra directory di
filosofia, avrebbe probabilmente definito la precedente introduzione
come un esempio di politica di :
Tutto allo Stato.
Mussolini compendia la politica del
Tutto allo Stato nella sua
essenza. Trae dalle considerazioni di Hegel, e poi da quelle del
filosofo Gentile che stabiliscono la linea “di destra” della cultura che
essi propongono quale migliore per la conduzione di uno Stato e più
conveniente per le vita di una Nazione.
Esiste anche una concezione hegeliana di sinistra, costruita da Marx,
che qui prenderemo in considerazione soltanto nel complesso degli
argomenti.
Dal punto di vista liberale possiamo anche considerare che sia la destra
che la sinistra siano capaci di ottenere, almeno entro una certa ottica,
“il migliore governo”della
Nazione, salvo il principio di intolleranza, uguale in entrambi.
Il liberalismo tuttavia, sostiene l’esistenza di due menzogne convenzionali
che si addicono soltanto alla propaganda, non alla cultura: quella
del popolo sovrano (questo
distingue, per i raffinati, la differenza fra liberalismo e
democratismo, e ciò
sostiene anche il fascismo, ma imperativamente; mentre per il
liberalismo esso rappresenta una
effettiva deficienza pratica, da superare dall’ interno);
secondariamente, quella dello Stato inteso come un
leviatano che si giustifica
per sé stesso (nel senso che
ne dà, ad esempio Hobbes). In parole più semplici, il liberalismo non
riconosce il governo-Stato non modificabile e non ricambiabile.
Inteso in senso sostanziale, lo Stato è da sempre una costruzione di
uomini, che siano uno, o molti, variabili o non variabili, sostituibili
o non sostituibili. E questo dall’ inizio della storia.
Per cui ribadiamo, i governi formati da
Una persona non sostituibile,
devono avere tutti qualcosa
in comune: essi non ammettono la fallibilità, per cui possono
riconoscersi soltanto in Dio, o nella ragione suprema.
Tali governi, nel corso della Storia, si sono alternati nei tempi e nei
luoghi più disparati: da Policrate, a Dionisio di Siracusa, al Papa Re,
a Kim Il Sung, e tutti gli
altri, anche nemici fra loro.
Tali tipi di governo hanno pertanto in comune, obbligatoriamente:
La ragione
(che essi pretendono indiscutibile, ma che è sempre ragione umana);
la difesa della ragione (al
che è conseguente una categoria di guardiani, laudatores e informatori,
oltre a una categoria di perseguitati, purtroppo sempre esistita e che
sarà sempre difficile eliminare).
Tutto ciò connota una cultura già apparecchiata e completa, che non
ammette l’ ulteriore intervento umano. Quindi una cultura di
obbligatorietà e di
doveri
precostituiti.
Questo per tutti allo stesso modo e senza eccezione, ripeto, siano essi
Policrate, Dionisio di Siracusa, il Papa Re o Kim Il Sung. Siano essi di
ieri o di oggi, del Nord, o del
Sud, dell’ Est o dell’ Ovest.
Adesso continuiamo col documento del 1936.
POLITICA, ECONOMIA, SOCIOLOGIA FASCISTA. –
… Il Fascismo, per bocca del suo Capo, che ne fu sempre la guida nel
pensiero come nell’ azione, e per l’ elaborazione degli studiosi, in
gran parte giovani, usciti liberi da una crisi spirituale, attraverso il
fuoco ardente della guerra e della rivoluzione, formò una sua dottrina
chiara e univoca, fissata a pochi fermi principi fondamentali, di cui
abbiamo parlato e capace di adattamento a tutti i grandi problemi che
travagliano la vita nazionale degli italiani, non solo, ma quella
politica sociale ed economica degli uomini.
A quest’ ultima capacità deve il Fascismo la sua universalità che ne ha
diffuso i principi in tutto il mondo in cerca, dopo la crisi della
guerra e l’ esaurimento del Liberalismo e del Socialismo, di nuove idee
direttrici dei suoi consorzi politici e civili.
Il Fascismo, come si è detto, concepisce la vita come lotta e quindi,
poiché ama la vita, ama la lotta che ne è la forma essenziale.
La vita deve esser vissuta con tutti i suoi rischi e pericoli, per sé,
ma ancor più per gli altri, e in questi altri sono compresi non solo i
nostri contemporanei, ma altresì i nostri padri con la somma del
retaggio storico e ideale che essi ci hanno lasciato, e i nostri figli
ai quali dovremo lasciare, nella continuità della Nazione, la somma di
quel che abbiamo ricevuto e di quel che noi siamo stati capaci di
aggiungere.
Da questa concezione nasce tutta una visione di rapporti politici. Il
Fascismo è logicamente
contrario al pacifismo, basato su una falsa concezione della vita
storica e politica, mentre ritiene la guerra una prova collettiva,
dolorosa ma necessaria quando l’ interesse della Nazione lo richieda,
prova capace di portare al massimo di tensione tutte le energie umane e
di imprimere un sigillo di nobiltà ai popoli che ne hanno la virtù di
affrontarla.
Il Fascismo abborre da ogni concezione e forma politica di carattere
internazionalistico, con questo esso vuole uscire dalla formula vaga di
un amore del prossimo senza confini, limitando alla realtà profonda e
storica della Nazione e rifiutando gli “abbracciamenti universali” che
sono sempre finiti a vantaggio del più scaltro e del più potente. La
politica è l’ arte stessa dell’ adattamento alla realtà e può avere una
sua forza ideale quando non sconfina dai suoi limiti naturali.
Il Fascismo nega il materialismo storico per il quale gli uomini non
sono che dei fantocci in balia di oscure forze materiali, emergenti alla
superficie di una corrente che ha nel profondo le sue forze motrici e
crede nelle forze della volontà, nell’ azione disinteressata, nella
santità e nell’ eroismo; di conseguenza il Fascismo nega la lotta di
classe, che è cosa ben diversa dalla lotta da esso concepita come base
della vita, cioè superamento degli ostacoli, di difficoltà, vittoria
materiale sulla natura e morale sugli uomini e su sè stessi.
La lotta di classe è feroce e bestiale accanimento di individui e di
classi nella ricerca della soddisfazione materiale della vita, per
raggiungere il benessere fisico; essa presuppone con la vittoria della
rivoluzione un utopistico raggiungimento della felicità comune, del
livellamento falansterico delle condizioni umane, salite dalla barbarie
al grado attuale di civiltà, proprio attraverso la selezione, il
superamento, la lotta, la diseguaglianza delle forze naturali, morali,
individuali.
Rimane del Socialismo l’ aspirazione ad una posizione morale e giuridica
delle classi umili e del lavoro, ciò che il Fascismo accetta ed attua
rapidamente, passando dalle aspirazioni letterarie
e oratorie alla pratica, con tutta l’ opera sua.
Negata la importanza del numero come forza politica e fonte di autorità,
vengono demoliti in pieno i principi della Rivoluzione Francese e di
tutta la democrazia che imperò nell’ ‘Ottocento, col suffragio
universale e il “popolo sovrano”, che è una grande menzogna, imperando
nelle democrazie, non già il popolo illuso, ma altri tiranni costituiti
da gruppi, alcuni dei quali pericolosi sempre, come le società segrete,
altri se lasciati arbitri di sé stessi e in condizione di servire a
interessi di clan politici ed
economici, come le banche, la stampa, i circoli e i partiti, mentre
possono essere delle forze reali se subordinate agli interessi generali.
Il Fascismo si ritiene una vera democrazia in quanto riduce tutte queste
forze di cui il popolo era in balia, a servire i reali interessi del
popolo-Stato.
Nel campo politico perdono l’ importanza perciò anche le questioni di
forma istituzionale, essendosi provato come le monarchie si prestino
talora alle più ardite riforme, dove le repubbliche possono divenire
regimi statici e reazionari.
Negati i principi fondamentali della democrazia, il Fascismo è
naturalmente antiparlamentare e vuol ridare al potere esecutivo la
supremazia naturale e necessaria per la buona condotta della politica
degli Stati.
Dalle dottrine sorpassate del sec. XIX il Fascismo, che non è un ritorno
al 1789, ma un superamento di esso, trae gli elementi politici,
economici e sociali che hanno ancora una ragione di vita: l’ aspirazione
ad una elevazione delle classi sociali inferiori e la necessità di
affrontare il problema sociale; la stessa libertà intesa però come un
più vasto diritto della Nazione e armonizzato con l’ autorità, senza di
che si cade nell’ anarchia; la potenza del numero, intesa come forza di
propulsione della razza ed elemento di potenza nella gerarchia delle
nazioni.
Questo brano può essere diviso in due parti. Per la prima, possiamo
accettare che oggi esista nel mondo un “sovra fascismo” internazionale.
Tutti i governi del mondo, democratici e non, si comportano, di fatto,
come se il passato non fosse
passato; ovvero in un modo che si può ritenere pericoloso e antistorico.
I recenti fatti d’ Europa, ove non si riesce a creare un interesse
economico generale lo dimostrano. Per cui sembra difficile poter dire ai
fascisti: attenzione, perché non siamo più nel 1936! (o ancora meglio,
nel 1938). Il mondo è cambiato, il Duce è morto, e anche se lo
resuscitassimo non potrebbe più continuare con la politica di una volta
senza rendere irrazionale la continuazione del nostro destino nel mondo.
Perché le strade sono cambiate; i rapporti di forza non sono gli stessi.
Oggi la guerra non è più accettabile con la disinvoltura con cui lo si
legge nel brano dottrinale precedente.
Nemmeno la prospettiva di una guerra alla Croazia, di cui si parla
sempre più spesso, che sarebbe disastrosa e non farebbe che ripetere le
ingiustizie già subite da noi fra il 1945 e il 1950. Perché oggi Fiume
(Rijeka) è diventata una città con centinaia di migliaia di cittadini
croati, nati in luogo, alcuni dei quali con più di sessant’ anni, che si
sentono innocenti e conoscono i fatti storici in modo distorto.
Si vuole creare una città a due etnie? I vecchi fiumani
erano affezionati alla multi etnia mitteleuropea a maggioranza
venetofona. Per cui, a mia esperienza di ottantatreenne,
penso che difficilmente un vero profugo giuliano desidererebbe oggi un
altro tipo di etnia.
Si vuole rifare quello che Tito
ha già fatto a noi, cacciando tutti e rimettendoci noi al loro posto?
Ciò rimetterebbe in piedi un contenzioso sempiterno peggiore di quello
fra israeliani e palestinesi. In Europa però; ciò che comporterebbe la
distruzione dell’ Europa stessa come
essenza politica, e la prevedibile ostilità della opinione pubblica
neutrale.
E poi, tutto sommato, una
tale guerra si potrebbe anche perdere, o essere costretti, dalla
diplomazia internazionale, a sospenderla.
In realtà io penso che non si voglia la guerra, ma soltanto creare un
falso clima di “interventismo” e “non interventismo” (come nel 1915)
perché da qui si pensa di poter ricostruire lo spirito di quel tempo, ed
arrivare in tal modo a fruirne vantaggiosamente.
Si pensa, in parole povere, di potere arretrare il tempo storico
di cent’ anni senza che da ciò provengano conseguenze, che sarebbero secondo me
nefaste.
Riguardo alla seconda parte della precedente scrittura, si può rilevare
che la natura di tutti i regimi guidati da un uomo solo non
sostituibile, tutti i regimi,
ripeto, quelli di Policrate,
di Dionisio, del Papa Re, di Kim Il Sung e di tutti gli altri, compresi
Tito, Stalin e Hitler, hanno in comune di far terra bruciata, o di proibire, se
ciò piace meglio, tutte le culture che non siano la loro.
Questo per il giusto motivo che quelle non sono culture umane, ma lo
stesso volere di Dio o della ragione suprema.
LEGISLAZIONE FONDAMENTALE DEL FASCISMO.
Il Fascismo in dodici anni (1934) ha già emanato una copiosa
legislazione di carattere formativo del nuovo Stato che esso si propone
di attuare. A tacere della riforma fondamentale dei Codici, le più
importanti Leggi fasciste sono le seguenti:
Leggi di carattere costituzionale:
1° . Di difesa. Legge n. 2029 del
29 novembre 1925 sulle Associazioni segrete, diretta ad abolire le
sette e le società segrete
aventi in gran parte rapporti con associazioni internazionali e quindi
legate a interessi diversi da quello nazionale; tale legge tende, nel
contempo, a risanare il costume civile e politico.
2° . Legge n. 2308 del 31dicembre
1925 sulla Stampa periodica, volta a disciplinare la libertà di
stampa negli interessi di tutta la Nazione
3° .
Legge n. 108 del 31 gennaio 1926
sulla Cittadinanza diretta a privare dei diritti di cittadinanza
quei cittadini che all’ estero compiono opera contraria alla Nazione.
4° . Legge
n. 2300 del 24 dicembre 1925, completata col R.D. n. 57 del 6 gennaio
1927 sulla Burocrazia, che dispone la dedizione agli interessi della
Nazione dei suoi impiegati, sotto pena dell’ esonero dal servizio.
5° .
R.D. 1848 del 6 novembre 1926
sulla Riforma della Pubblica Sicurezza, diretta a istituire il
confino di polizia, a dar norme per lo stato di pubblico pericolo e per
quello di guerra.
6° .
Legge 2008 del 25 novembre 1926,
detta della Difesa dello Stato, che istituisce la pena di morte per
i delitti contro la vita,
la libertà e l’ integrità del Sovrano, del Reggente, del Principe
ereditario, del Capo del Governo, per l’ alto tradimento e istituisce un
Tribunale speciale di difesa dello Stato per giudicare i reati politici.
7° .
Legge n. 979 dell’ 8 giugno 1925
sulla Organizzazione della Nazione in guerra.
A queste si aggiungono poi tutta una serie di leggi militari riguardanti
l’ Esercito, la Marina e l’ Aviazione.
1° .
Legge n. 2263 sulle attribuzioni
e prerogative del Capo del Governo, Primo Ministro attribuente al
Capo del Governo una posizione di superiorità nel Consiglio del
Gabinetto legislativo.
2° .
Legge n. 100 del 31 gennaio 1926
che attribuisce facoltà al Governo di emanare Decreti aventi forza di
legge nei casi di assoluta necessità.
3° .
Legge n. 1019 del 17 maggio 1928 sulla Riforma della
Rappresentanza politica.
Leggi di carattere amministrativo:
Omissis. LEGGI DI CARATTERE SINDACALE, CORPORATIVO E SOCIALE:
1° .
Legge n. 563 del 3 aprile 1926
sulla Disciplina giuridica dei rapporti collettivi di lavoro, e relativo
R.D. n. 1130 del 1 luglio 1926 contenente le norme relative all’
applicazione della legge, la quale chiude l’ epoca della lotta e apre
quella della collaborazione di classe, proibendo come reati lo sciopero
e la serrata, istituendo la Magistratura del Lavoro che deve regolare i
conflitti tra capitale e lavoro. Essa riconosce giuridicamente le
associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro e prevede
la istituzione della Corporazione
nel superiore interesse della Nazione.
2° .
R.D. n.747 per la Istituzione del
Ministero delle Corporazioni.
3° .
Dichiarazione dei principii della Carta del Lavoro emanata dalla
Gazzetta Ufficiale del Regno il 30 aprile 1927, datata dal precedente 21
aprile e contenente i principii fondamentali dello Stato Corporativo
e della sua organizzazione, le norme del contratto collettivo di lavoro
e le garanzie di esso, la istituzione degli Uffici di collocamento, le
linee programmatiche dello Stato Fascista nel campo dell’ assistenza,
dell’ educazione, dell’ istruzione dei lavoratori. Tale dichiarazione
non ha valore di legge, ma esprime la volontà dei nuovi organismi creati
dal Regime, e costituisce il fondamento non solo di un indirizzo
legislativo, ma del nuovo modo di essere di tutta quanta la società
nazionale.
4° .
R. Decreto n. 471 del 26 febbraio
1938 concernente le Norme per la decisione delle controversie
individuali del lavoro.
5° .
Decisione del 9 maggio 1934 del
Comitato Centrale Corporativo, che delibera la costituzione di ventidue
Corporazioni, ricondotte per il loro fondamento costitutivo ai seguenti
gruppi: [abbr]. 1. Agricolo – industriale – commerciale
– servizi] Vedi.
Legge n. 2247 del 3 aprile 1926 che costituisce l’ Opera Nazionale
Balilla
per l’ educazione fisica e corporale e l’ assistenza della gioventù, a
fine di formare la coscienza morale, la fede politica, la volontà.
Legge n. 2277 del 1 dicembre 1926 che istituisce l’ Opera Nazionale per
la maternità e Infanzia,
allo scopo di tutelare la continuità della razza nelle madri bisognose e
negli infanti.
R.D. n. 582 del 1 maggio 1925 e R.D. 11 novembre 1926 che istituiscono e
regolano le funzioni dell’ Opera Nazionale Dopolavoro
allo scopo di promuovere il
sano divertimento e gli esercizi sportivi nel popolo durante le ore e i
periodi di riposo.
OPERE E REALIZZAZIONI PRATICHE DEL FASCISMO.
Immensa è l’ opera di pratiche realizzazioni compiute dal Fascismo in
ogni campo della vita nazionale. Ci limitiamo a darne qui un rapido e di
necessità incompleto sommario:
Sicurezza interna ed esterna del Paese:
A presidio della Rivoluzione e a sicurezza delle varie branche della
nazionale attività è stata costituita
la Milizia Volontaria per
la Sicurezza Nazionale (2
febbraio 1923) [Seguono le varie suddivisioni. Vedi].
Educazione Nazionale:
La Riforma Gentile (R.D. 1054 del 23 giugno 1924)
ha dato nuovo assestamento e indirizzo ai tre gradi della Scuola
Nazionale, elementare, medio e universitario, avendo a base il concetto
formativo dell’ uomo, del cittadino, dell’ Italiano. Il Ministero,
assunta questa funzione etica, superiore a quella stessa istruttiva, ha
anche mutato il nome da
Istruzione Pubblica in
Educazione Nazionale, e in esso è stata incorporata anche
l’ Opera Nazionale Balilla.
E’ stato affrontato anche il problema della
Edilizia scolastica
(346 milioni spesi per edifici scolastici in 10 anni, di
fronte a 400 in 45 anni). Sono state rinnovate le dotazioni di materiale
e tre nuove di esse sono state
fondate (Milano, Firenze, Bari).
Consolidata l’ opera di previdenza per gli insegnanti medi e fondato,
per gli elementari, l’ Istituto
Rosa Maltoni Mussolini.
Aperte migliaia di nuove classi nelle scuole rurali; fondate le
Scuole di Avviamento
professionale. Istituite le
colonie marine, montane, elioterapiche che provvedono anche ai figli
degli italiani all’ estero. … Fondata
l’ Accademia di educazione fisica
maschile e femminile …
E’ stata fondata la
Reale Accademia d’ Italia,
che deve promuovere e coordinare il movimento intellettuale italiano
nelle scienze, nelle lettere, nelle arti … promuove studi, ricerche,
assegna borse di studio …
Di nuova istituzione fascista anche il
Consiglio Nazionale delle
Ricerche che coordina e disciplina le ricerche scientifiche.
L’ Istituto Nazionale Fascista di Cultura
che, oltre a promuovere gli studi sul Fascismo, anima la cultura
nazionale dello spirito nuovo creato dalla Rivoluzione.
L’ Istituto L.U.C.E.
che promuove la cinematografia educativa e istruttiva.
POLITICA SOCIALE E DEL LAVORO.
La legislazione fondamentale fascista dà le linee essenziali della
politica sociale fascista fondata sulla
corporazione, cioè tendente a
fare della società italiana una sola grande azienda economica nell’
interesse nazionale e considera quindi il disciplinamento e l’
incremento di tutti gli elementi sani della produzione.
In corrispondenza con la politica sociale sono i grandi lavori di
bonifica e … l’ incremento agricolo, e la
battaglia del grano che in
meno di dieci anni ha reso l’ Italia indipendente dall’ Estero per il
suo pane. …
Alla politica sociale si connette anche tutta la legislazione di
protezione e assistenza del lavoro (assicurazioni
sociali contro la disoccupazione e la vecchiaia, infortuni sul lavoro,
Cassa malattie, ecc.). che porta l’ Italia alla testa delle nazioni
civili.
Seguono i provvedimenti per la
stabilizzazione della lira e quelli successivi per la sua difesa,
che vanno dalla deflazione della
carta moneta alla conversione
dei debiti Consolidati dello Stato, alla
riforma monetaria che ha dato solidità e prestigio alla moneta
italiana; i provvedimenti per la
disciplina finanziaria dell’ industria, che ne regolano il sorgere
di nuove, promuove la fusione delle esistenti, ne aiutano il
finanziamento se sono sane e utili (Istituto
Mobiliare Italiano – Istituto per la Ricostruzione Industriale).
L’ Italia, attraverso l’ impulso nuovo dato ai lavori pubblici è rimasta
in dodici anni di Regime Fascista
come trasformata nel suo aspetto fisico, così da richiedere il
rifacimento di tutte le carte di intere regioni: strade, ferrovie,
bonifiche, acquedotti, linee di navigazione marina e aerea, cavi
sottomarini, impianti idroelettrici, elettrificazione di ferrovie,
palazzi pubblici, piani regolatori di Roma e delle città di provincia,
ecc.
Strade:
[abbr.] Autostrade: Milano – Laghi, Torino – Milano – Bergamo – Brescia;
la Padova – Venezia; la Venezia – Trieste; la Milano – Genova.
In costruzione: Firenze – Viareggio; la Roma – Ostia; la Napoli –
Salerno. Con rifacimento di fondo di tutte le strade nazionali,
affidandone la manutenzione alla
Azienda Autonoma della Strada.
Nuova la litoranea dall’ Abruzzo alle Puglie e la litoranea Calabra, la
Gardesana orientale e la occidentale, oltre ad altre minori.
Ferrovie:
Rinforzate le grandi linee per il percorso di treni più veloci;
rinnovato il materiale viaggiante in metallo, restaurati i treni leggeri
e i treni popolari estivi a prezzi ridottissimi, le
littorine, i
treni rapidi.
Rinnovate e costruite nuove stazioni (la monumentale di Milano, Prato,
Littoria, Firenze, ecc.
Nuove ferrovie aperte all’ esercizio: la Roma – Napoli, la Firenze –
Bologna, … per citare solo le più importanti.
Si è fatto un vasto piano di elettrificazione della rete, per cui, entro
il 1937, la maggior parte delle linee italiane avranno adottato questo
mezzo di trazione, con grande risparmio del consumo del carbone.
Bonifiche:
Il Capo del Governo ha fatto
allestire un piano di redenzione di tutta la terra italiana rimasta
infruttifera per abbandono e incuria degli uomini. Tale opera immane
comprende la sistemazione dei bacini montani, col rimboschimento e la
regolazione delle acque, l’ avviamento delle stesse in pianura mediante
tracciamento di canali … per l’ irrigazione, l’ appoderamento e la
costruzione dei centri agricoli nelle terre abbandonate e deserte. L’
opera è in pieno sviluppo (1934) nel Veneto, nel bacino dell’ Adige,
nell’ Emilia, nella Maremma Toscana, nelle Paludi Pontine (ove sono
sorte prodigiosamente le tre città di Littoria, Pontinia e Sabaudia,
(dove sono stati avviati oltre ventimila coloni dell’ Italia
Settentrionale) nella Piana del Sele, in Lucania e Calabria, in Sardegna
(territorio di Mussolinia) …
L’ emigrazione interna a sostituire lo sfogo della emigrazione esterna …
con enorme vantaggio anche della fusione morale del popolo nostro e
della rinascita agricola
dell’ Italia. con cui si tende ad avviare il Paese verso la indipendenza
dalla importazione di generi alimentari di prima necessità (battaglia
del grano) e a fermare il pericoloso fenomeno dell’ inurbamento …
Acquedotti:
E’ stata portata a termine l’ opera colossale dell’ Acquedotto Pugliese,
che dà acqua alla Puglia, non più sitibonda, trasportandovi da centinaia
di chilometri quella delle sorgenti del fiume Sele; altri acquedotti di
grandiosità romana sono in esecuzione o in progetto in regioni della
Toscana, delle Marche, dell’ Abruzzo, e una quantità di opere minori
locali.
Porti:
Sono stati affrettati e portati a termine lavori colossali nei maggiori
porti del Regno, come Genova, Venezia, Palermo, Bari, Tripoli, con l’
attrezzamento di molti porti minori.
Si è pensato anche alle colonie, specialmente a Bengasi, Mogadiscio,
Kisimaio.
Linee di navigazione marina:
Sono state raccolte le società di navigazione esistenti ed esercenti
molto spesso linee in concorrenza, nelle due maggiori:
Italia, per le linee verso
Occidente, e Lloyd triestino
per quelle verso Oriente, mentre ad altre minori sono state affidate le
linee interne del Mediterraneo.
Ne è risultato che l’ Italia ha esteso le sue linee in tutti i porti del
Mondo, Estremo Oriente, Australia, Sudafrica, Costa americana del
Pacifico; che i nostri piroscafi sono i preferiti per comodità e
rapidità dagli stranieri e che deteniamo il record di velocità nella
traversata dell’ Atlantico (nastro
azzurro).
Linee di navigazione aerea:
L’ Italia … ha visto dopo il 1923 svilupparsi notevolmente la sua
aviazione civile. Una rete di servizi congiunge la Capitale alle
maggiori città, alle isole e alle Colonie oltremare, inoltre … a tutte
le nazioni europee e dell’ Oriente.
Cavi sottomarini:
Prima dell’ avvento del Fascismo l’ Italia dipendeva, per le
comunicazioni transoceaniche, dagli impianti stranieri; migliorati i
servizi esistenti con le Isole e le Colonie, sono stati affondati
appositi cavi di comunicazione diretta con La Dalmazia italiana e con le
Americhe settentrionali e meridionali.
Impianti idroelettrici:
Il Fascismo, essendosi prefisso di liberare la Nazione dalle
importazioni straniere, ha dato grande impulso, in corrispondenza alla
sistemazione dei bacini montani e alla formazione dei laghi artificiali,
agli impianti di produzione idroelettrica; si citano tra i maggiori
quelli della Sardegna (Tirso e Coghinas), della Calabria (Sila), e altri
in tutta l’ Italia.
Palazzi pubblici:
In tutte le grandi città e in quelle minori di provincia, sull’
esempio del Governo, che ha rinnovato le sedi delle Prefetture, delle
Poste e dei Telegrafi e degli Uffici Statali, gli Enti locali e
parastatali e le amministrazioni delle grandi banche, compagnie e
società hanno fatto a gara per rinnovare le proprie sedi, e così i
Fasci, l’ O.N.B., i Sindacati, le Assicurazioni sociali, ecc.
Piani regolatori:
Molte città hanno mutato completamente aspetto in dieci anni, a
cominciare da Roma ove sono stati messi in rilievo antichi monumenti,
aperte vie nuove con sfondi meravigliosi (via
dell’ Impero, via dei Trionfi, via del Mare, via Regina Elena) e
inaugurati Quartieri nuovi, ed è in costruzione la grandiosa Città
Universitaria.
Così a Milano (Città
Universitaria, Corso del Littorio, Piazza Diaz, Quartiere della Nuova
Stazione, Nuovo Parco del Lambro, ecc.
Napoli, Brescia, Torino, Genova, Bari, e quasi tutte le città, comprese
le minori.
Il Fascismo, con la sua visione ottimistica della sorte della Nazione e
degli individui, ha promosso una sua particolare
politica demografica: non
solo protegge la razza, ma ne
cura lo sviluppo, considerando l’ importanza del numero come fattore non
più politico, ma di potenza: forti e solide sono le famiglie numerose, e
così le Nazioni.
Quindi la legislazione in favore della maternità, dell’ infanzia, della
protezione dalle malattie sociali, delle famiglie numerose (esenzione
dagli aggravi fiscali per dieci figli a chiunque; e per sette agli
impiegati e dipendenti di amministrazioni pubbliche) e le
facilitazioni fatte alle nuove coppie, e l’ inasprimento della tassa sui
celibi; il seppellimento del progetto del divorzio, la protezione in
ogni modo della Famiglia, come nucleo elementare della Nazione.
Politica religiosa:
Il Fascismo ha dato alla religione Cattolica Romana, praticata dalla
quasi totalità del popolo italiano, prestigio nuovo e difesa,
introducendo la religione nell’ insegnamento, i segni della Fede nelle
aule, riprendendo i rapporti politici con la Santa Sede, che li aveva
rotti con lo Stato italiano dopo la occupazione di Roma (20
settembre 1870), in seguito
al più importante patto politico dell’ Italia fascista, quello del
Laterano (11 febbraio 1929),
dal quale è cominciata una nuova era nei rapporti fra Stato e Chiesa.
Sviluppo del fascismo nel mondo:
Si può dire che non vi sia Nazione civile dove il Fascismo, come
concezione di vita morale e politica, dopo un primo periodo di
contrasti, non abbia finito per imporsi all’attenzione di studiosi, di
politici, di uomini di Stato, alcuni dei quali anche tra i maggiori,
come Lloyd George e Roosevelt ne hanno riconosciuto l’ enorme
importanza. Così in una sintesi dell’ influsso che il Fascismo ha avuto
sul pensiero, sulla politica delle nazioni straniere, bisogna
distinguere l’ interesse destato per ragioni teoriche, o di studio per
ragioni politiche affini a
quelle che mossero il Fascismo italiano, e tendenti a formare un regime
statale, per ragioni politiche contingenti e interne, tendenti a formare
piuttosto nuovi partiti politici, opposti a quelli esistenti.
Impossibile sarebbe seguire, se non in una particolare bibliografia, l’
enorme congerie di studii usciti in questi ultimi anni, sul Fascismo,
sul suo Capo, sulle sue dottrine, sul Corporativismo, sulla politica, la
sociologia, l’ economia fascista, favorevoli o contrari, obiettivi o
partigiani in tutte le nazioni civili.
Basterà dire che si è sentito il bisogno, a Ginevra, di fondare un
istituto di raccolta di quanto si pubblica nel mondo sul fascismo.
Regimi politici affini:
Il più importante movimento europeo che si sia fondato sui principii del
Fascismo, adattato alla mentalità e alle necessità nazionali è
indubbiamente il
nazionalsocialismo germanico, capeggiato da Hitler, che nel 1932, in
seguito a maggioranza ottenuta nelle elezioni politiche del Reich, ha
assunto il potere fondando un regime autoritario, nazionale, che si
propone di rialzare lo spirito della Germania dallo abbattimento della
disfatta, e di condurla al posto di grande nazione in Europa; lo
distingue un infiammato antisemitismo; tende ad annettere al Reich i
paesi costituenti la repubblica austriaca, ma ha contro l’ Italia stessa
in questa sua politica [1936]. Il partito politico ha per simbolo la
croce uncinata dell’ antisemitismo e gli aderenti portano la camicia
bruna.
Partiti a base fascista:
Omissis.
FINE DELLA SINOSSI.
Riprendendo il commento dal nostro punto di vista liberale, a parte il
favore che si può dare all’ attivismo costruttivo dell’ ultima parte
della dottrina fascista (che sarebbe utile ritrovare anche nei tempi
nostri) la cultura testé esaminata rimane forse (insieme a tutte le
altre dottrine del Tutto allo
Stato) l’ esempio più colossale mai visto di
lavaggio del cervello di
masse popolari, pareggiato nel mondo soltanto nella Germania nazista e
nella Unione Sovietica di Stalin.
Superato nel tempo unicamente dalle ideologie religiose
monoteiste, alle quali spetta la palma della migliore psicologia
costruita a fini di potere, soprattutto per la durata, la facilità di
adattamento e la semplicità di
costruzione.
Tutto ciò ci rende non
antifascisti, ne’ anticomunisti e, confidenzialmente, ci teniamo ad
essere definiti così, non foss’ altro perché ciò ci rende coerenti,
oltreché al liberalismo, anche al pitagorismo, ove l’ odio è proibito
per conseguenza logica filosofica.
Negli scritti contenuti nei nostri file, ormai vecchi di più di dodici
anni, abbiamo sempre lodato il sincero patriottismo dei combattenti, sia
di Salò che partigiani, e la loro disponibilità al sacrificio della
vita, entrambi per la causa presunta del bene dell' Italia. Abbiamo perciò
sempre biasimato la propaganda d’ odio che dal 1945, pro e contro, senza
interruzione, ha accompagnato la nostra vita politica, fomentata da
interessi internazionali e nostrani riguardanti
la guerra fredda,
la rivincita della
guerra fredda; la guerra civile e la rivincita della
guerra civile. Tutte cose delle quali la Patria nostra non ha mai avuto
bisogno. Tutto ciò ha semplicemente rovinato i rapporti di convivenza interna del popolo italiano e giustificato la crisi dell’ oggi. Per questo motivo non apprezziamo il berlusconismo, che ha dato forza a queste tendenze, e nemmeno partiti esclusivamente critici come quelli di Grillo, i quali possono essere "occupati" e nel loro seno possono contenere di tutto.
La nostra fede resta comunque, la libertà, intesa sia come libertà di
credere in Dio secondo ragione, che libertà politica.
Tuttavia, ora stiamo scrivendo
di fascismo
Ci sono molti segni nel
Cielo che ci dicono che esso sta ritornando nella propria edizione
originale, sospinto da forze che sono al di là del nostro volere.
Noi abbiamo nulla contro il
fascismo, salvo l’ etica del
Tutto allo Stato (che avremmo anche contro il comunismo integrale)
e, naturalmente, anche contro quel minimo di
tribunali d’ inquisizione,
che sono la conseguenza logica obbligatoria di tutti i partiti e
movimenti politici che abbiano in comune la pretesa della perenne e
unica conservazione del potere.
Un’ altro argomento che riguarda noi come persone anziane:
per chiarire: secondo noi occorre
avere non meno di
ottantacinque anni per intendersi della Repubblica di Salò; e non meno di
ottanta per ricordare qualcosa della vita nelle terre istriane e nella
Dalmazia.
C’è un argomento del quale i politicanti sentimentali più giovani non
possono impadronirsi. Ed è quello di presentare d’ Annnunzio come
fascista. Da dodici anni teniamo d’ Annunzio nel nostro sito (si veda
La Carta del Carnaro), che
adesso abbiamo aggiunto nella nostra bacheca. In esso si può leggere
chiaramente quanto egli rispettasse il senso della differenza fra
cultura e propaganda; proponesse, per la scuola, la lingua slava nei
paesi a maggioranza croata (che nelle località non costiere dell’ Istria
sono più numerosi); non riconoscesse alcun tribunale speciale, se non
quello "del Maleficio" (male faccio) contro i politicanti disonesti (che dovrebbe
essere istituito anche adesso), accettasse il ricambio dei
rappresentanti politici ( in modo più rapido di quelli attuali); per sé
ipotizzasse l’ incarico pro
tempore della dittatura (in caso di patria in pericolo), in modo non
diverso che nella antica Repubblica romana. Si può pensare al momento
storico in cui egli viveva.
Alla fine si può supporre che l’ ipotesi della guerra alla Croazia non
convenga all’ Italia.
Meglio sarebbe, nel contesto di una reale e rinnovata unità europea,
batterci per il riconoscimento della nostra ragione storica e proporre
la macroregione liburnica collegata economicamente e spiritualmente alla
mitteleuropa. Ciò che darebbe
vantaggio economico all’ Italia e alla Croazia insieme.
Per estrema chiarezza noi accettiamo il gesto dimostrativo (pure
effettivo) della Maria Pasquinelli,
che uccise in Pola il generale inglese De Winton, per dimostrare
la mostruosa ingiustizia che si stava commettendo nei confronti di un
intero popolo sostanzialmente innocente.
F I
N E
Enrico Orlandini, Osimo, 24
settembre 2012.
|