ANALISI DEL PROBLEMA "DIO"

 

In questo file il problema è trattato dal punto di vista pitagorico - orfista, quindi non ci saranno riesumazioni di studi compiuti da altri studiosi.

E' stato scritto: "Essendo esso possibile, Dio esiste necessariamente". Il problema non è questo.

Pitagoricamente, Dio esiste nella sua stessa potenza, e ciò è dimostrabile con la nostra stessa esistenza.

Quindi il problema è: come si rapporta, l' intelletto dell' uomo, nel confronto con il proprio pensiero su Dio. ? Perchè i punti di vista sono diversi; ne analizziamo tre:

Il punto di vista ateo, il punto di vista enoteista, infine il punto di vista monoteista.

Dal punto di vista ateo Dio non esisterebbe.

In realtà questo sarebbe un errore filosofico in quanto l' ateo stesso poi ammette la potenza della materia formatrice della natura e di noi stessi. Ora, il "materialismo" è una forma di monoteismo che il pitagorismo accetta: "Noi (pitagorici) non conosciamo Dio e, non potendolo definire nei suoi aspetti particolari, lo accettiamo soprattutto nella sua potenza materiale.

Però, non solo questo qualifica il problema. Ci sono, come si è scritto, Pitagorici materialisti e Orfisti spiritualisti, perchè il Pitagorismo è una filosofia religiosa che si nutre di Libertà. Vedremo meglio più avanti.

Dal punto di vista enoteista, invece, il problema "Dio" riguarda le religioni che ancora oggi si autodefiniscono "monoteiste". In esse, infatti, il monoteismo, si dimostra parziale. Il loro Dio è compreso entro i limiti della loro stessa religiosità (anzi, è fin troppo ben definito). Esse lo spacciano per un Dio totale, ma in realtà lo tengono come il solo "alleato", e non lo concedono ad altre religioni. Egli è soltanto un Dio superiore agli altri.

Secondo chi scrive, (opinione molto contestata) l' intera religiosità biblica ( Vecchio Testamento, Corano e Cristianesimo) dovrebbe costituire un unicum. Per convincersene basterebbe accostare il Corano alla Torah, (Pentateuco) e poi riflettere un po' ad interpretarne lo spirito.

La differenza riguarda soltanto paragoni col Nuovo Testamento. Ciò in quanto l' Islam si riconosce nel "puro monoteismo" (v. Sura 112), e attribuisce al Cristianesimo la colpa di avere associato Cristo al Dio vero (in pratica col dogma della Consustanziazione). Mentre invece, per l' Islam, Gesù è un inviato di Allah, e basta. La sua predicazione è valida fine a sè stessa.

Alla fine, secondo l' Islam, una deviazione dei Sacerdoti, piuttosto che della legge rivelata.

Quanto al conflitto pratico Islam - Torah, che secondo noi non dovrebbe esistere, e che invece esiste dall' inizio della predicazione di Maometto, non ci pronunciamo per riconosciuta ignoranza.

In conclusione, - considerando il problema dal solo punto di vista pitagorico - orfista, tutta la civiltà religiosa di ascendenza biblica dovrebbe essere considerata un enoteismo, ovvero un credo in un Dio superiore, che ancora però non è riuscito a conquistare il mondo. Un Dio confuso da lotte che coinvolgono anche il Cristianesimo.

Secondo noi soltanto l' Orfismo (povero quanto si voglia) è riuscito a inquadrare meglio il problema monoteista. Perchè Dio per quanto non lo si conosca, nel Cielo, - potenza materiale o spirituale che sia -, è sempre lo stesso - da prima e da dopo nel tempo-, e coinvolge tutti, chi lo conosce e chi non lo conosce, chi ci crede e chi non ci crede, l' indù e l' Idolatra, l' ateo e il baciapile, eccetera.

In genere, in quasi tutte le religioni, Dio è assimilato, oltre che al potere costruttivo dell’ universo, anche a quello della giustizia e a quello della bontà.

Secondo la conseguenza logica pitagorico – orfista, oltre al potere costruttivo  - che può essere inteso pitagoricamente anche in senso materialista, nella interpretazione esclusivamente orfista l’ anima può raggiungere il nous automaticamente, per liberazione dai condizionamenti animali che normalmente intervengono sulla natura umana.  Ciò che escluderebbe completamente il giudizio universale, e conseguentemente, la pena eterna e il paradiso inteso in senso edonistico. In senso presocratico il nous potrebbe essere interpretato soltanto come conoscenza.

Quanto alla bontà di Dio, essa è compresa, per conseguenza logica, dalla stessa, incontaminata, presenza del nous e dalla esclusione dell' inferno.

Se si riflette, questo è l’ unico modo corretto per dimostrarsi coerenti alla pace.  Non si può aver imposto Dio per millenni con dogmi, difendendo la propria Verità in modo feroce, con tribunali e  con guerre, e poi pregare per la pace. Perché la civilizzazione dei costumi è stata prodotta dalle rivoluzioni laiche liberali e tecnologiche (sebbene anche lì, alla fine, si sia approdati soltanto a contraddizioni).

Allora il problema di Dio conviene analizzarlo anche in un altro modo. Ad esempio partendo dall' anima. Perchè, se l' anima esiste, (nel suo essere incorruttibile), allora avranno ragione gli spiritualisti; se altrimenti, avranno ragione i materialisti. Entrambi però, intenderanno la loro posizione una scelta e, riguardo al problema della verità in sè e per sè, dichiareranno: "Non lo so". Cosa essenziale per salvaguardare, non soltanto la pace, ma anche per mantenersi disinteressati e onesti.

Ricominciamo daccapo: Come si fa ad avere una idea di Dio che sia concreta e non romanzata?

Se consideriamo l' anima immortale, allora dobbiamo dedurne che, prima o dopo il "grande bang" (anche se la teoria domani dovesse risultar superata) nel Cosmo, oltre agli atomi di materia bruta devono essere comparsi anche atomi intelligenti. Questa era l' opinione dei presocratici non pagani. A questa specie di atomi, da Parmenide fino a Socrate, si dava fiducia di società spirituale incontaminata. L' Orfismo infatti, assolutamente rifiuta il Diavolo in Cielo. Così come rifiuta Baal (il Signore del Mondo, in rispetto al quale noi siamo schiavi).

Seguiamo per ora questa tesi, guardando però da un' altra parte: sulla Terra l' intelligenza umana si è sviluppata lentamente, iniziando dalle specie animali più basse. Attraverso il genere umano, - considerando l' anima immortale - è cominciato il passaggio dalla Terra al Cielo. Secondo Platone, ogni anima, dopo la morte, attraversa l' Ade per qualche tempo e ritorna poi sulla Terra se non è in grado di perfezionarsi ancora. Ogni persona ha un' anima propria, che sulla Terra passa diversi corpi. Ad esempio, l' essere spirituale di Maometto, secondo il Corano, si chiamerebbe Ahmed. Così per tutti. Il Corano comunque calca molto sul "Giudizio dell' unico corpo" al quale l' Orfismo assolutamente non crede.

Alla fine, il male esiste soltanto sulla Terra, e Satana non esiste nel Cielo. Questo è essenziale nell' Orfismo, sia che, come pitagorici si propenda poi per il materialismo che per lo spiritualismo.

Consideriamo ora l' ipotesi materialista.

L' anima esiste anche dal punto di vista materialista. Ne fa fede, come tutti sanno, Aristotele, e consiste nella goccia di sperma maschile che, introdotta nella cellula uovo femminile, consente alla carne del feto la capacità di sviluppo e movimento. Senza l' Anima la persona non potrebbe formarsi nel senso più completo della sua consistenza terrena. Questa è la conosciutissima opinione di Aristotele, che però non credeva nell' anima immortale.

Ora: come risolve il pitagorismo questa ambivalenza? La risolve dichiarandosi relativista e costringendo (teoricamente) i suoi ad affermare "Non lo sappiamo. La nostra è una scelta che risolveremo solo dopo la morte, in quanto siamo esseri umani, nati nel "limitato", viventi nel "limitato".

Naturalmente l' Orfismo, la parte religiosa del Pitagorismo, propenderà tutta per l' anima immortale, alla quale io stesso (per motivi intimi) do maggiore fiducia, ma della quale non posso affermare: E' Verità.

Ecco: chi ha inquadrato bene questo problema ed ha capito l' importanza che il pitagorismo pone nel voler dire "Non lo so" invece che "E' Verità" sarà molto avanti nella comprensione della mentalità pitagorica, che continuerà ad essere, come lo era Cinquecento anni prima dell' era attuale, una intellettualità mondiale contenuta però in una società completamente diseducata a comprenderla.

 

Enrico Orlandini, 20 luglio 2014

 

(esci)