Vetrinetta di antiche novelle

 

 

capo ottavo  2.

 

E� questa la prima novella della terza giornata del Decamerone, nella quale �sotto il reggimento di Neifile, si ragiona di chi alcuna cosa molto da lui disiderata con industria acquistasse, o la perduta ricoverasse (recuperasse).�

Si tratta di una �boccaccesca tipo�, irriverente e grassa come vuole la tradizione (anche cinematografica) e la pretende il grande pubblico degli ammiratori � non lettori.

Nella prossima novella qui scelta, alla lascivia sar� aggiunta l�arguzia (e sotto sotto la saggezza); nell�ultima, la sola arguzia; il tutto condito da un delizioso senso dell�umorismo, che mai  guasta ai capolavori.

 

 

 

UN MUTOLO IN CONVENTO

 

Bellissime donne, assai sono di quegli uomini e di quelle femine che s� sono stolti, che credono troppo bene che, come ad una giovane � sopra il capo posta la benda bianca, et in dosso m�ssale la nera cocolla, che ella non pi� sia femina, n� pi� senta de' femminili appetiti, se non come se di pietra l'avesse fatta divenire il farla monaca; e se forse alcuna cosa contra questa lor credenza odono, cos� si turbano, come se contra natura un grandissimo e scelerato male fosse stato commesso, non pensando n� volendo aver rispetto di s� medesimi, li quali la piena licenzia di poter fare quel che vogliono non pu� saziare, n� ancora alle gran forze dell'ozio e della sollecitudine (solitudine secondo note di Mannelli, P. Fanfani ed altri).

E similmente sono ancora di quegli assai che credono troppo bene, che la zappa e la vanga e le grosse vivande et i disagi tolgano del tutto a� lavoratori della terra i concupiscevoli appetiti, e rendan loro d�intelletto e d�avvedimento grossissimi. Ma quanto tutti coloro che cos� credono  siano ingannati, mi piace, poi che la Reina comandato me l�ha, non uscendo della proposta fatta da lei, di farvene pi� chiare con una piccola novelletta.

 

In queste nostre contrade fu, et � ancora, un munistero di donne assai famoso  di santit� (il quale non nomer�, per non diminuire in parte alcuna la fama sua), nel quale, non ha gran tempo, non essendovi allora pi� che otto donne con una badessa, e tutte giovani, era un buono omicciuolo d�un loro bellissimo giardino ortolano, il quale, non contentandosi del salario, fatta la ragion sua col castaldo delle donne (fatti i suoi conti con l�amministratore), a Lamporecchio, l� ond�egli era, se ne torn�.

Quivi, tra gli altri che lietamente il raccolsono, fu un giovane lavoratore forte e robusto, e, secondo uom di villa, con bella persona, il cui nome era Masetto, e domandollo dove tanto tempo stato fosse. Il buono uomo, che Nuto aveva nome, gliele disse, il quale Masetto domand�, di che egli il monistero servisse.

A cui Nuto rispose: - Io lavorava un loro giardino bello e grande, et, oltre a questo, andava alcuna volta al bosco per le legne, attingeva acqua, e faceva cotali altri servizietti; ma le donne mi davano s� poco sal�ro, che io non ne poteva pure pagare i calzari. Et oltre a questo, elle son tutte giovani, e parmi ch�elle abbiano il diavolo in corpo, ch� non si pu� far cosa niuna al lor modo, anzi, quand�io lavorava alcuna volta l�orto, l�una diceva: Pon qui questo; e l�altra: Pon qui quello; e l�altra mi toglieva la zappa di mano e diceva: Quello non sta bene; e davanti tanta secchaggine, che io lasciava stare il lavor�o, et uscivami dell�orto: si che, tra per l�una cosa e per l�altra, io non vi volli star pi�, e s�nmene venuto. Anzi mi preg� il castaldo loro, quando io me ne venni, che se io n�avessi alcuno alle mani che fosse da ci� che io gliele mandassi, et gliele promisi; ma tante il faccia Dio san delle reni, quanto io ne procaccer�, o ne gli mander� niuno.

A Masetto, udendo egli le parole di Nuto, venne nell�animo un disid�ro s� grande d�esser con queste monache, che tutto se ne struggea, comprendendo per le parole di Nuto che a lui dovrebbe poter venir fatto di quello che egli desiderava.

Et avvisandosi che fatto non gli verrebbe se a Nuto ne dicesse niente, gli disse: - Deh, come ben facesti a venirtene! Che � un uomo a star con femine? Egli sarebbe meglio a star coi diavoli: elle non sanno delle sette volte le sei quello che elle si vogliono elleno stesse. Ma poi, partito il loro ragionare, cominci� Masetto a pensare che modo dovesse tenere a dovere potere esser con loro; e conoscendo che egli sapeva ben fare quegli servigi che Nuto diceva, non dubit� di perder per quello, ma temette di non dovervi esser ricevuto, per ci� che troppo era giovane et appariscente. Per che, molte cose divisate seco, imagin�: il luogo � assai lontano di qui, e niuno mi vi conosce; se io so far vista d�esser mutolo, per certo io vi sar� ricevuto.

Et in questa imaginazione fermatosi, con una sua scure in collo, senza dire ad alcuno dove s�andasse, in guisa d�un povero uomo se n�and� al monastero: dove pervenuto, entr� dentro, e trov� per ventura il castaldo nella corte; al quale facendo suoi atti come i mutoli fanno, mostr� di domandargli mangiare per l�amor di Dio, e che egli, se bisognasse, gli spezzerebbe delle legne.

Il castaldo gli dette a mangiar volentieri, et appresso questo gli mise innanzi certi ceppi che Nuto non avea potuto spezzare, li quali costui, che fortissimo era, in poca d�ora ebbe tutti spezzati.

Il castaldo, che bisogno avea d�andare al bosco il men� seco, e quivi gli fece tagliare delle legne; poscia messogli l�asino innanzi, con suoi cenni gli fece intendere che a casa ne le recasse. Costui il fece molto bene: perch� il castaldo a far certe bisogne che gli eran luogo (occorrevano), pi� giorni vetenne (impieg�).

De� quali avvenne che uno d� la badessa il vide, e domand� il castaldo chi egli fosse. Il quale le disse: - Madonna, questi � un pover�uomo mutolo e sordo, il quale un di questi d� ci venne per limosina, s� che io gli ho fatto bene, et hogli fatte fare assai cose che bisogno c�erano. Se egli sapesse lavorar l�orto, e volessi rimanere, io mi credo che noi ne avremo buon servigio, per ci� che egli ci bisogna, et egli � forte, e potrebbene l�uom fare ci� che volesse: et, oltre a questo, non vi bisognerebbe d�aver pensiero che egli motteggiasse queste vostre giovani.

A cui la badessa disse: - In fe� di Dio tu d� il vero: sappi se egli sa lavorare, et ingegnati di ritenercelo; dagli qualche pajo di scarpette, qualche cappuccio vecchio, e lusingalo, fagli vezzi, dagli ben da mangiare. -

Il castaldo disse di farlo. Masetto non era guari lontano, ma facendo vista di spazzar la corte, tutte queste parole udiva, e seco lieto diceva: - Se voi mi mettete cost� entro, io vi lavorer� s� l�orto che mai non fu cos� lavorato.

Ora, avendo il castaldo veduto che egli ottimamente sapea lavorare, e con cenni domandatolo se egli voleva star quivi, e costui con cenni rispostogli che far voleva ci� ch�egli volesse, avendolo ricevuto, gl�impose che egli l�orto lavorasse, e mostragli quello che far avesse; poi and� per altre bisogne del monistero, e lui lasci�. Il quale lavorando l�un d� appresso l�altro, le monache incominciarono dargli noja et a metterlo in novelle, come spesse volte avviene  che altri fa de� mutoli, e dicevangli le pi� scellerate parole del mondo, non credendo da lui essere intese; e la badessa, che forse estimava che egli cos� senza coda come senza favella fosse, di ci� poco o niente si curava.

Or pure avvenne che costui, un d�, , avendo lavorato molto e riposandosi, due giovinette monache, che per lo giardino andavano, s�appressarono l� dove egli era, e lui, che sembiante facea di dormire, cominciarono a riguardare.

Per che l�una, che alquanto era pi� baldanzosa, disse all�altra: - Se io credessi che tu mi tenessi credenza, io ti direi un pensiero che io ho avuto pi� volte, il quale forse anche a te potrebbe giovare. -

L�altra rispose: - D� sicuramente, ch� per certo io non lo dir� mai a persona. �

Allora la baldanzosa incominci�: - Io non so se tu l�hai posto in mente come noi siamo tenute strette, n� che mai qua uomo alcuno osa entrare, se non il castaldo che � vecchio, e questo mutolo; et io ho pi� volte a pi� donne che qui son venute, udito dire che tutte l�altre dolcezze del mondo sono una beffa a rispetto quella quando la femina usa con l�uomo. Per che io m�ho pi� volte messo in animo, poich� con altrui non posso, di volere con questo mutolo provare se cos� �. Et egli � il miglior del mondo da ci� costui; che, perch� egli pur volesse, egli nol potrebbe n� saprebbe ridire; tu vedi ch�egli � un cotal giovanaccio sciocco, cresciuto innanzi al senno: volentieri udirei quello che a te ne pare. �

-   Ohim� � disse l�altra � che � quello che tu d�? Non sai tu che noi abbiam promesso la virginit� nostra a Dio?

-   Oh � disse colei � quante cose gli si promettono tutto �l d�, che non se negli attiene niuna: se noi gliele abbiam promessa, truovisi un�altra o dell�altre  che gliele attengano.

A cui la compagna disse: -  O se noi ingravidassimo, come ne andrebbe il fatto? �

Quella allora disse: - Tu cominci ad aver pensiero del mal prima ch�egli ti venga: quando codesto avvenisse, allora si vorr� pensare; egli ci avr� mille modi da fare s� che mai non si sapr�, pur che noi medesime nol diciamo. �

Costei udendo ci�, avendo gi� maggior voglia che l�altra di provare che bestia fosse l�uomo, disse: - Or bene, come faremo? �

A cui colei rispose: - Tu vedi ch�egli � in su la nona; io mi credo che le suore sien tutte a dormire, se non noi; guatiam per l�orto se persona ci �, e s�egli non ci � persona, che abbiam noi a fare se non a pigliarlo per mano e menarlo in questo capannetto, l� dove egli fugge l�acqua (dov�egli si ricovera quando piove), e quivi l�una si stea dentro con lui, e l�altra faccia la guardia? Egli � s� sciocco, che egli s�acconcer� comunque noi vorremo.

Masetto udiva tutto questo ragionamento, e disposto ad ubbidire, niuna cosa aspettava, se non d�esser preso dall�una di loro. Queste, guardato ben per tutto, e veggendo che da niuna parte potevano esser vedute, appressandosi quella che mosse avea le parole, a Masetto lui dest�, et egli incontamente si lev� in pi�.

Per che costei, con atti lusinghevoli presolo per la mano, et egli facendo cotali risa sciocche, il men� nel capannetto, dove Masetto, senza farsi troppo invitare, quel fece ch�ella volle. La quale s� come leale compagna, avuto quel che volea, diede all�altra luogo, e Masetto, pur mostrandosi semplice, faceva il lor volere.

Per che avanti che quindi si dipartissono, da una volta in su ciascuna provar volle come il mutolo sapea cavalcare; e poi, seco spesse volte ragionando, dicevano che bene era cos� dolce cosa, e pi�, come udito aveano; e prendendo a convenevoli ore tempo, col mutolo s�andavano a trastullare.

Avvenne un giorno che una lor compagna, da una finestretta della sua cella di questo fatto avvedutasi, a due altre il mostr�. E prima tennero ragionamento insieme di doverle accusare alla badessa: poi, mutato consiglio e con loro accordatesi, artefici divennero del podere di Masetto. Alle quali l�altre tre per diversi accidenti divenner compagne in vari tempi.

Ultimamente la badessa, che ancora di queste cose non s�accorgea, andando un d� tutta sola per lo giardino, essendo il caldo grande, trov� Masetto (il qual di poca fatica il d�, per il troppo cavalcar della notte, aveva assai) tutto disteso all�ombra di un mandorlo dormirsi, et avendogli il vento i panni davanti levati indietro, tutto stava scoperto. La qual cosa riguardando la donna, e sola vedendosi, in quel medesimo appetito cadde che cadute erano le sue tonacelle; e destato Masetto, seco nella sua camera il men�, dove parecchi giorni, con gran querimonia delle monache fatta, che l�ortolano non venia a lavorar l�orto, il tenne, provando e riprovando quella dolcezza, la quale essa prima all�altre solea biasimare.

Ultimamente della sua camera alla stanza di lui rimandatolne, e molto spesso rivolendolo, et oltre a ci� pi� che parte volendo da lui, non potendo Masetto soddisfare a tante, s�avvis� che il suo esser mutolo gli potrebbe, se pi� stesse, in troppo gran danno resultare.

E perci� una notte, con la badessa essendo, rotto lo scilinguagnolo, cominci� a dire: - Madonna, io ho inteso che un gallo basta assai bene a dieci galline, ma che dieci uomini possono male o con fatica una femina soddisfare, dove a me ne conviene servir nove, al che per cosa al mondo io non potrei durare: anzi son io, per quello che infine a qui ho fatto, a tal venuto, che io non posso far n� poco n� molto; e perci�, o voi mi lasciate andar con Dio, o voi a questa cosa trovate modo.

La donna udendo costui parlare, il quale ella teneva mutolo, tutta stord�, e disse: - Che � questo? io credeva che tu fossi mutolo.

-   Madonna � disse Masetto -  io era ben cos�, ma non per natura, anzi per una infermit� che la favella mi tolse, e solamente la prima questa notte la mi sento essere restituita, di che io lodo Iddio quanto io posso.

La donna sel credette, e domandollo che volesse dir ci� che egli a nove aveva a servire.

Masetto le disse il fatto, il che la badessa udendo, s�accorse che monaca non avea, che molto pi� savia non fosse di lei: per che, come discreta, senza lasciar Masetto partire, dispose di voler colle sue monache trovar modo a questi fatti, acci� che da Masetto non fosse il munastero vituperato. Et essendo in que� d� morto il lor castaldo, di pari consentimento, apertosi tra tutte ci� che per addietro da tutte era stato fatto, con piacer di Masetto ordinarono, che le genti circustanti cedettero, che per le loro orazioni, per gli meriti del Santo a cui intitolato era il munistero, a Masetto, stato lungamente mutolo, la favella fosse restituita, e lui castaldo fecero; e per si fatta maniera le sue fatiche partirono (divisero), che egli le pot� comportare.

Nelle quali, come che esso assai monachin generasse, pur s� discretamente procedette la cosa, che niente se ne sent�, se non dopo la morte della badessa, essendo gi� Masetto presso che vecchio, e desideroso di tornarsi ricco a casa: la qual cosa saputa, di leggier gli fece venir fatto.

Cos� adunque Masetto vecchio, padre e ricco, senza aver fatica di nutricar figlioli e spesa di quegli, per lo suo avvedimento avendo saputo la sua giovinezza bene adoperare, donde con una scure in collo partito s�era, se ne torn�, affermandosi che cos� trattava Cristo chi gli poneva le corna sopra �l cappello.

 

 

 

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DAL �NOVELLINO�  1.

DAL �NOVELLINO�  2.

DA �FIORE DI VIRTU��

DA �I CONTI DI ANTICHI CAVALIERI�

DA ANONIMO FIORENTINO

DA FRANCESCO DA BARBERINO

DA FRANCO SACCHETTI 1.

DA FRANCO SACCHETTI 2.

DA GIOVANNI BOCCACCIO 1.

DA GIOVANNI BOCCACCIO 2.

DA GIOVANNI BOCCACCIO 3.

DA GIOVANNI BOCCACCIO 4.

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