Impariamo il bosco

 

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A giudizio dei botanici e dei geologi, la prima invasione di piante terrestri sulla terraferma avvenne dal mare, attraverso le alghe, cos� come, attraverso altre strade di evoluzione, � avvenuta quella degli animali.

 

Foresta del Carbonifero (250 milioni di anni fa).

Alberi e piante del tempo: da sinistra:  Sigillaria, Lepidodendron, Calamitales, Felci con semi (in basso), Cordaitales, Felce gigante.

Nei cerchi: Derivazioni odierne: da sinistra: Licopodio, Araucaria, Equiseto, Felce odierna.

 

Si pensa che le prime piante, risalenti al  periodo geologico detto "precambriano", antico pi� di 500 milioni di anni, siano state le alghe gi� viventi nel mare. La lunga serie di modificazioni strutturali e formali dovette quindi avvenire come conseguenza della loro adattabilit� al nuovo ambiente.  A ci� segu�, in tempo relativamente breve, l' invasione di tutti i territori compatibili alla loro esistenza e al loro sviluppo.

La figura mostra la esemplificazione di una foresta del Carbonifero, vivente intorno a 250 milioni di anni fa. Tali foreste furono poi risommerse.

 

Pi� interessanti, per la formazioni dei nostri boschi, e quali loro progenitrici, sono le piante cosiddette "angiosperme", gi� esistenti nel periodo geologico del medio cretaceo, circa 120 milioni di anni fa. 

L'importanza di ci� deriva dalla loro capacit� di riprodursi per infiorescenza. Da esse derivarono quindi molte forme dominanti nei boschi attuali: Magnolie, Querce, Pioppi, etc.

F.lli Fabbri Editori. Tecnirama, 10,

 

Infiorescenza di Castagno

 

 

Infiorescenza di Roverella.

 

Vita e sviluppo delle piante.

Sali minerali.

E' noto, sin dai tempi pi� antichi, che le piante, per vivere, hanno bisogno di un suolo, non soltanto ricco di acqua, ma soprattutto di sali minerali. Anzi, l'acqua serve proprio a sciogliere e a rendere assimilabili i sali.

La composizione sostanziale delle piante  � quindi una combinazione fondamentale di Carbonio, Idrogeno, Ossigeno e Azoto, pi� altri elementi secondari che possono essere trovati, ad esempio, analizzando le ceneri di una pianta bruciata; possono essere questi, il ferro, il calcio, il magnesio, il fosforo, il potassio e lo zolfo.

Altri, in minore quantit�,  sono definiti "oligoelementi" (significa che se ne trova soltanto un  poco) e possono essere:  l' alluminio, il sodio, il cloro, il manganese, il boro, lo zinco, il rame, il molibdeno e altri, il cui utilizzo varia da pianta a pianta.

Gli elementi minerali si trovano nel terreno uniti ad altri elementi per formare i sali. 

Affinch� questi sali possano essere assorbiti dalle radici, � indispensabile che siano sciolti nell'acqua contenuta nel terreno.

L'acqua passa nelle cellule per assorbimento (osmosi), attraverso i cosiddetti "rizoidi" (i peli assorbenti delle radici); viene spinta verso il centro dell'albero e fatta salire sino alle parti elevate e superficiali della pianta (foglie, infiorescenze, etc.).

Siccome in natura non tutti i terreni contengono sali minerali in quantit� sufficiente, gli agricoltori si aiutano spesso con la concimazione; qui non � tuttavia il caso nostro, poich� siamo in un bosco. Possiamo capire per� che variazioni di qualit� dei terreni possono produrre variet� diverse di uno stesso genere di vegetale, e a volte introdurre un genere nuovo in una vecchia famiglia.

Ogni specie abbisogna di proporzioni variabili di sali minerali,  a seconda del proprio genere e specie.

 

In questo esperimento si � fatta crescere una pianta in alcune bottiglie, introducendola in una soluzione acquosa di sali.

Soltanto nella prima bottiglia sono stati introdotti tutti gli elementi necessari; le altre deficiano ognuna di un particolare elemento: nel nostro caso, la prima di Magnesio, la seconda di Calcio, la terza di Ferro, la quarta di Potassio, e avanti cos�.

Alla fine, solo la pianta della prima bottiglia si � sviluppata in modo perfetto, mentre tutte le altre sono cresciute in modo carente.

In maniera consimile, e con analisi sulle ceneri, si � potuto stabilire quali sono gli elementi indispensabili allo sviluppo della vita, quali i secondari e quali gli oligoelementi (che non sono per� i meno importanti).

F.lli Fabbri Editori, Tecnirama 2,

 

Acqua.

Come � stato gi� scritto, le piante si nutrono per osmosi, ricavando l'acqua dal terreno attraverso le radici, assorbendola attraverso il vaso legnoso del tronco e distribuendola sino alle foglie.

La pianta a sinistra - legnosa - � composta per il 50% di acqua. 

Nella pianta erbacea - al centro - l'acqua raggiunge il 70%.

La pianta acquatica - a destra - ne � imbevuta per il 95%.

F.lli Fabbri Editori, Tecnirama 1,

L'acqua assicura alle piante anche una pi� lenta variazione del loro calore interno, cosa che le ripara dagli effetti di possibili brusche variazioni del clima.

 

Sole.

I vegetali sono i migliori organismi in grado di utilizzare l'energia solare per costruire sostanze complesse utili a esse stesse e agli animali che se ne cibano.

Siccome i pigmenti della clorofilla (cloroplasti) sono particolarmente numerosi nelle cellule delle foglie, la fotosintesi ha luogo principalmente nelle foglie stesse.

Il processo di utilizzazione dell'energia radiante del sole � definito "fotosintesi" (dal greco "fotos" luce, e "sintesis" costruzione); esso consiste nella trasformazione - da parte della energia solare - dell'acqua, dell' anidride carbonica e di tutti in sali citati, in energia vitale, che la pianta pu� utilizzare, oltre che per svilupparsi per s� e per produrre nuova vita (fiori, frutta, semi, riproduzione), anche per produrre cibo per una infinita schiera di esseri viventi che dipendono da lei.

Tutto ci� determina una dipendenza proporzionale fra mondo animale e vegetale, in conseguenza della quale lo sviluppo dell'uno determina l'abbondanza dell'altro, e viceversa.

Si veda, in seguito, la catena alimentare.

Una foglia giovane, in via di accrescimento, abbisogna di zuccheri, acqua e sali per ottenere energia. In tale lavoro sar� aiutata dagli enzimi, sostanze chimiche complesse che faciliteranno le reazioni chimiche che devono avvenire nell'interno della cellula  (protoplasma). Gli enzimi sono anche definiti: "catalizzatori biologici". Il loro nome termina in "asi" - amilasi (agisce sull'amido) - proteasi (agisce sulle proteine) - lipasi (agisce sui grassi) etc.

F.lli Fabbri Editori, Tecnirama 2,

 

Catena alimentare.

Abbiamo imparato che i vegetali sono i produttori di materia organica, mentre gli animali ne sono i consumatori.

Atto primario dei vegetali � dunque quello di produrre prodotti organici partendo da semplici sostanze minerali o inorganiche. Elaborando il glucosio il vegetale forma l'amido, i grassi e le proteine.

Atto secondario � quello degli animali, i quali non potendo trarre il nutrimento direttamente dall'inorganico, lo prendono dal vegetale, restituendolo poi sotto forma di anidride carbonica, acqua e prodotti azotati di rifiuto (la cacca).

 

 

Gli animali erbivori costituiscono quindi uno dei primi anelli della catena alimentare: essi spaziano dagli elefanti alle api e rappresentano il gruppo pi� numeroso in natura, dopo i vegetali.

L'anello successivo, quello dei carnivori, attinge indirettamente ai vegetali attraverso le prede erbivore. Molti sono anche parzialmente onnivori, ad esempio gli orsi e le scimmie, ghiotti di miele e di frutta, divoratori d'insetti.

Un esempio evidente di catena lo si trova nei boschi: sui vegetali si trovano, in abbondanza, gli afidi, i cosiddetti "pidocchi delle piante", i quali ne succhiano la linfa.

A spese degli afidi vivono le coccinelle, le quali, con altri insetti fitofagi, sono catturati dai piccoli uccelli, i quali a loro volta sono prede abituali degli sparvieri.

Carattere comune di tutte le catene alimentari � che i vegetali sono sempre pi� abbondanti degli erbivori, mentre i carnivori sono sempre meno numerosi delle loro vittime. Ad ogni anello successivo diminuisce il numero dei consumatori.

 

Charles Darwin

L'ANELLO DI DARWIN:  Il trifoglio rosso viene impollinato dal Bombo (un insetto imenottero), e grazie a ci� pu� riprodursi e sviluppare.

I nidi del Bombo sono per� aggrediti dal topo campagnolo, il quale a sua volta � cacciato dal gatto.

In tale modo, se i gatti scomparissero, i topi diverrebbero numerosi al punto da distruggere tutti i bombi.

Ragion per cui, privato dell'impollinazione, scomparirebbe anche il trifoglio.

 

FINE DELLA SECONDA PARTE

 

Terza parte

 

B A S E        H O M E