Impariamo il bosco

 

 

Il bosco � una comunit� d'alberi vivente su un territorio. Se � piccolo, pu� essere chiamato "macchia", che tale ci appare guardandolo da un punto panoramico; se grande "foresta", non importa se di clima temperato, o tropicale; se fitto "selva", cos� come volle Dante nel primo canto (Inferno) della sua "Commedia".

Se poi c'� Tarzan si pu� chiamare "Foresta Vergine"; se invece ci sono Sandokan e la tigre della Malesia, pu� essere definito "jungla".

 

Bosco montano europeo formato di pochi generi di sempreverdi gi� trattati nei file sul "Monte". 

Tali piante sono definite "socievoli", in quanto sono in grado di formare  boschi da s�.

Socievoli cosiddetti "puri" sono, ad esempio, querceti, castagneti, faggeti, abetaie, etc., costituiti di una sola specie di alberi. 

Periferia di foresta di clima caldo, formata di piccoli gruppi di piante socievoli (palme da dattero) mescolate a una gran quantit� di piante sporadiche, disseminate qui e l�. Non � per� questa, ancora, una vera "foresta vergine".

Collezione di Laura Stitch

 

Le foreste dei climi temperati sono formate, spesso, da alberi di una unica, o di poche specie. Nelle foreste tropicali, invece, le specie dei vegetali  superiori sono notevolmente pi� numerose, e questo si deve al fatto che il sole cocente e le piogge abbondanti rendono meno totale  la grande lotta per la sopravvivenza esistente nei climi meno favorevoli.

Una diversa caratteristica delle foreste tropicali � che la maggior parte di esse � formata di piante a legno duro, mentre sono pochissime le piante erbacee. Alcune di queste, che nella foresta tropicale raggiungono considerevoli altezze, nelle foreste temperate assumono aspetto assai pi� modesto, come ad esempio il bamb�, pianta erbacea dei climi temperati che nella foresta tropicale possiede un fusto legnoso assai resistente che pu� raggiungere un'altezza di 20 metri. Ci� in quanto, per ottenere luce sufficiente, le piante devono sviluppare la loro chioma il pi� lontano possibile dal suolo.

L'altezza dei pi� grandi alberi della foresta tropicale raggiunge i 50 metri, con strati, per�, anche pi� bassi, verso i 30 (medio) ed i 10-15 metri (inferiore).

Le piante che non riescono a sviluppare fusti alti ed eretti, si sostengono arrampicandosi sul tronco e sui rami degli alberi pi� forti. Sono tali, ad esempio, le liane. 

Altra caratteristica delle foreste tropicali sono le radici "respiratorie", (a "contrafforte", a "trampolo", a "pneumatofori"), ovvero radici fuoriuscenti dal terreno. Oltre a dar maggiore sostegno alla pianta, servono a farla respirare meglio, stante il clima, l'umidit� e la scarsa luce degli strati bassi della foresta.

Altra caratteristica � l'aspetto "monotono" degli alberi, i quali, nonostante l'abbondanza di specie, si assomigliano molto fra loro, e la cosa si pu� notare, elementarmente, dalla forma delle foglie, quasi tutte allungate e a punta. Ci� � dovuto al fenomeno di "evoluzione convergente", per cui piante differenti si sono adattate alle stesse condizioni ambientali sviluppando organi con struttura molto simile.

Un'ultima importante differenziazione  interessa il sottobosco che, mentre nelle zone temperate � vivo e si estende nel sottosuolo per molti metri, nelle foreste tropicali ove, causa l'intrico, raramente i raggi solari riescono a giungere in basso, la superficie � spesso nuda e scopre zone di terra rossa e viscida. Per questo motivo poche piante riescono a crescere vicino al suolo, mentre quelle che muoiono si decompongono subito per cause fisiche (umidit� e calore) e non fanno a tempo a servire da "pabulum" (cibo) alle infinite variet� di forme inferiori che costituiscono invece lo "habitat" normale delle foreste temperate.

  "Fratelli Fabbri Editori", Milano. "Tecnirama" VIII, p. 1496, sgg.

 

Parte elevata dei rami di una foresta tropicale. Il sole consente la riproduzione dei fiori e lo sviluppo di insetti, animali superiori e uccelli. 

Si notano le presenze di una rapace Arp�a e di una scimmietta "trapezista".

Base inferiore: si notino le radici "respiratorie". L'ambiente � buio e tenebroso. Le piante basse sono tuttavia in crescita.

 

A parte gli scherzi, la scienza del bosco � talmente vasta, che non basterebbero mille file, n� altrettanti libri, a definirla. 

 

1.   Rovere

2.   Pioppo

3.   Faggio

 

4.   Castagno

5.   Betulla

 

6.   Sughera

7.   Sequo

 

8.   Palma da datteri

 

9.   Cedro del Libano

E' qui presentato un campione di alberi capaci di dare da soli il nome ad un bosco, o di formarne, comunque, la parte predominante.

 

1. Rovere. Quercus petraea, famiglia: Fagacee. Insieme alle qui presenti Faggio, Castagno e Sughera � uno dei tanti generi della famiglia Fagacee, parente stretto della Farnia Quercia robur, dalla quale si distingue per la forma delle foglie e delle ghiande. Presente in Europa, sino al bacino del Dnieper.  Pu� raggiungere i 20 m. di altezza. Si riproduce con l'interramento naturale delle ghiande, o con la loro semina.

2. Pioppo tremulo. Populus tremula, fam. Salicacee. Sebbene sia volentieri coltivato dall'uomo (come in figura), si riproduce spontaneamente, per polluzione emessa dal ceppo. I fiori sono maschili e femminili insieme (specie dioica), e grazie a ci� si � incrociato da s� col Pioppo bianco (Populus alba) formando il Populus cansescens diffuso in tutta l'America del Nord. Pu� riprodursi sino a 2000 metri, ed � perci� buon amico delle conifere di montagna. Pu� giungere ai 30 m. di altezza.

3. Faggio. Fagus sylvatica, fam. Fagacee. Della stessa famiglia del genere Quercus, pu� giungere a 40 m. di altezza e riprodursi sino a 1800 metri di altitudine. Foglie ovali, appuntite, caratteristiche delle Fagacee. Appartenere a una stessa famiglia vuol dire, avrete capito, avere qualcosa in comune con altri alberi, ad es. le foglie, il legno, la scelta del territorio.  Ancora pi� stretti i rapporti fra specie diverse appartenenti allo stesso genere.

Nel caso presente, Fagus � il genere, che comprende molte specie, fra cui la sylvatica. A tale indicazione si dovrebbe aggiungere anche il nome del naturalista botanico che l'ha indicata. Il Faggio si riproduce per seme.

4. Castagno. Castanea sativa, fam. Fagacee. Come si vede, la famiglia delle Fagacee va molto forte a costruir boschi, ed � tutta fornita di buon legname.

Il genere giunge a 30 m. di altezza ed � assai diffuso nell'Europa Sud Occidentale (Italia, Francia, Spagna). Ha foglie allungate e appuntite, tipiche delle Fagacee. Fiori maschili e femminili insieme. Un involucro assai spinoso,  detto "riccio", protegge le castagne che vi si trovano all'interno, riunite a due, a tre.

5. Betulla verrucosa. B�tula verrucosa, fam. Betulacee. Pianta di terreni elevati, prospera bene fra i 1500 e i 2000 m. di quota, in climi temperati. Naturalmente, occorre tener conto dei paralleli, come � stato gi� detto nei files sul "monte", per cui, nel Nord, pu� trovarsi anche a quote molto pi� basse.

Il legno � poco adatto alla falegnameria, ma dalla sua corteccia pu� ricavarsi il tannino, sostanza usata in conceria per trasformare in cuoio le pelli degli animali.  L'albero giunge a circa 20 m. di altezza e si riproduce per semi.

6.Sughera. Quercus suber, fam. Fagacee. Una vera quercia, per grado di parentela. Predilige i climi caldi, e alligna particolarmente nel territorio Mediterraneo. Raramente supera i 15 metri di altezza e pu� vivere oltre 500 anni. Dalla corteccia del suo tronco, particolarmente spessa e leggera, si estrae il sughero. Ha foglie ovali, appuntite, e fruttifica per ghiande, come tutte le querce. 

7.  Sequoia gigante. Sequoiadendron giganteum, fam. Taxodiacee. In realt�, la Sequoia qui descritta � un genere sporadico, che vive bene sino a 2000 m. di quota, insieme a pini ed abeti. La vera creatrice di foreste omogenee � una Sequoia pi� piccola, detta Sequoia rossa (Sequoia sempervires). L'habitat della Sequoia gigante non coltivata � limitato all'area Pacifica degli Stati Uniti, nella Sierra Nevada, in California.  Ne esistono specie di 3000 anni di et� e 100 metri di altezza. In natura si riproduce per gemme (tal�e, o t�lee) che, cadute spontaneamente sul terreno, cominciano a emettere radici e a generare un nuovo individuo. Si noti tuttavia che l'albero pi� antico del mondo � un pino d'alta montagna, il Pinus longaeva aristata, scoperto dal ricercatore botanico Edmund Schulman, nelle montagne del Great Basin , fra il Colorado e la California, a quote molto elevate. Pi� o meno lo stesso habitat della Sequoia, solo un po' pi� in alto, e con almeno 1000 anni di pi�.

Foto, informazioni e storia sono ottenibili nel sito: www.sonic.net/bristlecone/non-Netscape/Schulman.html

8. Palma da datteri. Phoenix dactylifera, fam. Palme. Alligna, nei climi caldi, in Asia ed Africa, fra l'India e le isole Canarie, sino alla Spagna meridionale. Raggiunge i 20 m. dal suolo e si riproduce per impollinazione di fiori maschili e femminili che formano grandi infiorescenze primaverili e polline, mentre i frutti maturano in autunno.  

9.Cedro del Libano. Cedrus libani, fam. Pinacee. Come � stato gi� scritto nel file sul monte, questo genere appartiene alle conifere. Ne sono segnalate due foreste omogenee: una sul monte Libano, con specie alle quali si attribuisce una vita di circa 2500 anni; un'altra sui monti Tauri, in Turchia. Pu� raggiungere i 40 metri.

Si riproduce per fiori diversificati che, una volta fecondati, producono pigne ovoidali. 

 

Informazioni tratte dagli schedari dell'Istituto Geografico De Agostini S.p.A. (De Agostini Mailing s.r.l. Novara. Foto: Buesa-Salmer;  Bevilacqua-Salmer; Masagu�-Salmer; Algar-Salmer; Cirani-Salmer; Lorman-Salmer.

 

Per molti altri particolari consiglio l'ottimo sito:  www.foreste.com/maso   ed anche, perch� no, di cominciare a cercare da soli utilizzando i numerosi motori di ricerca disponibili in Internet, dei quali una parte si trova qui stesso, cliccando HOME e poi la directory INFORMAZIONI.

 

L'esistenza degli alberi procura accoglienza e vita a una enorme quantit� di altre piante e animali, sia inferiori che superiori, contenute in tal numero che per descriverle (qualora poi si conoscessero tutte), non basterebbero centinaia di grossi volumi da biblioteca.

Gli stessi alberi contribuiscono - con tutto ci� che di vivo cade spontaneamente da essi - a produrre la copertura del suolo (sottobosco di clima temperato), dal quale lentamente procede la formazione dell' "humus" il materiale biologico che nutre le radici e d� asilo, per numerosi metri in profondit�, a una enorme quantit� di esseri viventi inferiori, (batteri, funghi, vermi...) sia animali che vegetali.

Si pu� dire che, fra gli animali, trovino habitat nel bosco, quasi tutti gli inferiori e gli insetti, sia superficiali che sotterranei; quasi tutti i selvatici superiori, quasi tutti gli uccelli. Fra i vegetali, quasi tutti gli incolti, anch'essi sia superficiali che sotterranei. Presentare solo una piccola parte di essi significherebbe, per noi, consumare tutto lo spazio messoci a disposizione dal nostro Server, e di certo non basterebbe.

Alla fine, il bosco � una societ� di esseri e sostanze viventi (o di nutrimento alla vita) della quale l'albero � il padrone di casa.

Le forze che garantiscono la sua esistenza provengono tutte dalla natura inorganica, ovvero dalle combinazioni di sali minerali, dalla luce e calore del sole, dall'acqua piovana, o comunque vi arrivi.

Nella seconda e terza parte del file ci occuperemo pertanto di esaminare lo sviluppo del verde e della catena alimentare, prediligendo il clima nostrano.

Nella quarta parte saranno trattati  i problemi antropici, ovvero i rapporti del bosco con le societ� umane.

 

FINE DELLA PRIMA PARTE

 

Seconda parte

 

B A S E        H O M E