Spe Salvi Facti Sumus 32 - 34

  

� Luoghi � di apprendimento e di esercizio della speranza

 

I. La preghiera come scuola della speranza

 

 

 

 

32. Un primo essenziale luogo di apprendimento della speranza � la preghiera. Se non mi ascolta pi� nessuno, Dio mi ascolta ancora. Se non posso pi� parlare con nessuno, pi� nessuno invocare, a Dio posso sempre parlare. Se non c'� pi� nessuno che possa aiutarmi � dove si tratta di una necessit� o di un'attesa che supera l'umana capacit� di sperare � Egli pu� aiutarmi [25].

Se sono relegato in estrema solitudine...; ma l'orante non � mai totalmente solo. Da tredici anni di prigionia, di cui nove in isolamento, l'indimenticabile Cardinale Nguyen Van Thuan ci ha lasciato un prezioso libretto: Preghiere di speranza. Durante tredici anni di carcere, in una situazione di disperazione apparentemente totale, l'ascolto di Dio, il poter parlargli, divenne per lui una crescente forza di speranza, che dopo il suo rilascio gli consent� di diventare per gli uomini in tutto il mondo un testimone della speranza � di quella grande speranza che anche nelle notti della solitudine non tramonta.

33. In modo molto bello Agostino ha illustrato l'intima relazione tra preghiera e speranza in una omelia sulla Prima Lettera di Giovanni. Egli definisce la preghiera come un esercizio del desiderio. L'uomo � stato creato per una realt� grande � per Dio stesso, per essere riempito da Lui. Ma il suo cuore � troppo stretto per la grande realt� che gli � assegnata. Deve essere allargato. � Rinviando [il suo dono], Dio allarga il nostro desiderio; mediante il desiderio allarga l'animo e dilatandolo lo rende pi� capace [di accogliere Lui stesso] �.

Agostino rimanda a san Paolo che dice di s� di vivere proteso verso le cose che devono venire (cfr Fil 3,13). Poi usa un'immagine molto bella per descrivere questo processo di allargamento e di preparazione del cuore umano. � Supponi che Dio ti voglia riempire di miele [simbolo della tenerezza di Dio e della sua bont�]. Se tu, per�, sei pieno di aceto, dove metterai il miele? � Il vaso, cio� il cuore, deve prima essere allargato e poi pulito: liberato dall'aceto e dal suo sapore. Ci� richiede lavoro, costa dolore, ma solo cos� si realizza l'adattamento a ci� a cui siamo destinati [26].

Anche se Agostino parla direttamente solo della ricettivit� per Dio, appare tuttavia chiaro che l'uomo, in questo lavoro col quale si libera dall'aceto e dal sapore dell'aceto, non diventa solo libero per Dio, ma appunto si apre anche agli altri. Solo diventando figli di Dio, infatti, possiamo stare con il nostro Padre comune. Pregare non significa uscire dalla storia e ritirarsi nell'angolo privato della propria felicit�. Il giusto modo di pregare � un processo di purificazione interiore che ci fa capaci per Dio e, proprio cos�, anche capaci per gli uomini.

Nella preghiera l'uomo deve imparare che cosa egli possa veramente chiedere a Dio � che cosa sia degno di Dio. Deve imparare che non pu� pregare contro l'altro. Deve imparare che non pu� chiedere le cose superficiali e comode che desidera al momento � la piccola speranza sbagliata che lo conduce lontano da Dio. Deve purificare i suoi desideri e le sue speranze. Deve liberarsi dalle menzogne segrete con cui inganna se stesso: Dio le scruta, e il confronto con Dio costringe l'uomo a riconoscerle pure lui. � Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalla colpe che non vedo �, prega il Salmista (19[18],13).

Il non riconoscimento della colpa, l'illusione di innocenza non mi giustifica e non mi salva, perch� l'intorpidimento della coscienza, l'incapacit� di riconoscere il male come tale in me, � colpa mia. Se non c'� Dio, devo forse rifugiarmi in tali menzogne, perch� non c'� nessuno che possa perdonarmi, nessuno che sia la misura vera. L'incontro invece con Dio risveglia la mia coscienza, perch� essa non mi fornisca pi� un'autogiustificazione, non sia pi� un riflesso di me stesso e dei contemporanei che mi condizionano, ma diventi capacit� di ascolto del Bene stesso.

34. Affinch� la preghiera sviluppi questa forza purificatrice, essa deve, da una parte, essere molto personale, un confronto del mio io con Dio, con il Dio vivente. Dall'altra, tuttavia, essa deve essere sempre di nuovo guidata ed illuminata dalle grandi preghiere della Chiesa e dei santi, dalla preghiera liturgica, nella quale il Signore ci insegna continuamente a pregare nel modo giusto.

Il Cardinale Nguyen Van Thuan, nel suo libro di Esercizi spirituali, ha raccontato come nella sua vita c'erano stati lunghi periodi di incapacit� di pregare e come egli si era aggrappato alle parole di preghiera della Chiesa: al Padre nostro, all'Ave Maria e alle preghiere della Liturgia [27]. Nel pregare deve sempre esserci questo intreccio tra preghiera pubblica e preghiera personale.

Cos� possiamo parlare a Dio, cos� Dio parla a noi. In questo modo si realizzano in noi le purificazioni, mediante le quali diventiamo capaci di Dio e siamo resi idonei al servizio degli uomini. Cos� diventiamo capaci della grande speranza e cos� diventiamo ministri della speranza per gli altri: la speranza in senso cristiano � sempre anche speranza per gli altri. Ed � speranza attiva, nella quale lottiamo perch� le cose non vadano verso � la fine perversa �. � speranza attiva proprio anche nel senso che teniamo il mondo aperto a Dio. Solo cos� essa rimane anche speranza veramente umana.

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