Spe Salvi Facti Sumus

 

C o m m e n t a r i o

 

 

 

Prima di iniziare a occuparmi della presente enciclica avevo  letto su alcuni giornali, e udito alla televisione, alcune citazioni dalla medesima che poi non ho riscontrato scorrendo il testo.

Considerando il carattere frettoloso del nostro esistere, durante il quale, specie nel tempo d'oggi, tutto si svolge in modo approssimativo, consiglierei al lettore di rileggere la scrittura papale varie volte, visto l'utile e raro carattere riassuntivo di essa.

Personalmente mi sono chiesto, prima di accingermi al presente commento: - Credo in Dio? - Possiedo io Speranza?

La risposta, data con onest� a me stesso, � stata: Si. Avendo ormai raggiunto un'et� avanzata, ed essendo ammalato cronico di un buon gruppetto di malattie, e quindi vicino alla morte e al giudizio, ritengo di essere sincero.

Chiarisco subito che il mio concetto personale di Dio � di tipo naturalistico: in tal modo la mia mente spontaneamente vi si accosta, ed in tal modo io prego, tanto che potrei anche non far differenza fra vari tipi di religione, beninteso rispettando il sentimento morale che mi proviene dalla  educazione di nascita, essendo io un buon cattolico.

Portando avanti  questo concetto, vien da pensare che,  se Dio c'�, c'�, sia che noi lo si voglia o meno, e se c'�, c'� per tutti, e quindi deve possedere anche un suo proprio riscontro scientifico,  non perfettamente esplicito, ma comprensibile  allo stesso modo da qualsiasi individuo fra tutti i popoli della terra,  quali che siano i propri costumi,  ideologie,   forme indotte di religiosit�.

A mio parere � possibile dimostrare che la metodologia scientifica pu� arrivare a comprendere il concetto naturale di Dio, espresso in senso metafisico.

Citer�, ad esempio, Rocco Fedele, scienziato e filosofo presente nel nostro sito.

Il sistema di formazione del nostro universo, e con esso quello della Terra cos� come la si trova formata di materiale petroso, vegetale, animale e umano, � avvenuto attraverso combinazioni di particelle sottili mediante le quali si sono formate le varie diversificazioni atomiche e poi molecolari, e poi corporee, che han costruito tutta la Natura  a noi familiare alla quale apparteniamo.

L'unit� della materia non � cosa di fantasia; tuttavia viene in mente l'ultimo canto del Paradiso dantesco, ove il poeta vede, guardando Dio, s� stesso, e tutto il creato prima e dopo quell'attimo, compresa l'umanit� intera con dentro  io che scrivo, voi che leggete e Benigni che recita.

E non si pu� allora nemmeno sorvolare sul concetto della "unit�" della condizione umana, quali che siano i valori di sviluppo civile e di evoluzione raggiunti dalle singole individualit� allo interno delle varie culture.

Occorre riconoscere che molta esperienza, in questo senso, proviene a noi anche dal mondo antico precristiano, ad esempio dalla concezione sacrale, pitagorica per il Tutto, rappresentato dal numero simboleggiante l'intero universo, sul quale i pitagorici stessi giuravano e dal quale traevano la ragione della differenza fra il bene e il male.

E non si pu� negare la profondit� della concezione del "nous", di Anassagora, luogo d'incontro di mente e materia, punto di Speranza cui si ispir�, certo indirettamente, San Giustino, concetto contemplato, pur con figurazioni diverse, anche dagli altri Padri della Chiesa.

Dal crogiuolo di una umanit� animalesca, grandi spiriti sono arrivati a noi, e  molti  liberi esistono ancora su tutti gli angoli della Terra, che cercano Dio per proprio conto, anche trovandolo.

Calvino riprese da San Tommaso d'Aquino il concetto di Dio che elegge le persone umane che Lui presceglie. La giustificazione di tale concetto, che non � luogo far qui, coinvolgerebbe anche la religiosit� orientale non cristiana e non monoteista.

Nei passi dal 24 al 31 il papa  si intrattiene sulla incapacit� del pensiero laico di costruire Speranza per l'umanit�, concludendo che non esister� mai nel mondo un regno del bene  definitivamente consolidato. Tutte le strade filosofiche intraprese, dalle derivazioni dello illuminismo al comunismo, hanno fallito, nel senso di non essere state capaci di raggiungere il traguardo da esse annunciato. La scienza stessa sviluppa l'emancipazione umana senza intervenire su problemi morali, avanzando tranquillamente dalla fionda alla bomba termonucleare. Il mondo profetizzato da Bacone si � realizzato soltanto nel proprio aspetto materiale, rimanendo pertanto incompleto.

La conclusione conduce a considerare ci� che, con frase alla moda, si definiva un tempo "la morte di Dio" nella societ� moderna.

A mio giudizio, tuttavia (non interpreto il pensiero del papa), l'ateismo scientifico � una contraddizione di termini, anche a dispetto del fatto che molti scienziati dichiarano s� stessi atei. Tutto ci� crea squilibrio teorico e incomprensione pratica.

L'enciclica stessa riconosce la incompletezza della costruzione terrestre, cos� come ce la troviamo in natura.

Dal punto di vista umano (ci� era in voga nella letteratura veneziana del 'Settecento), la vita pu� essere assimilata a un teatro che, come ogni buon teatro, possiede un autore che d� alla sua trama il suo proprio "deus ex machina" che conduce le cose a procedere spesso a dispetto delle volont� dei singoli.

Ad esempio, col fatto stesso che si nasce in un ambiente preformato, che la carne � pi� forte della mente la quale, spesso, � sua serva. Che le abitudini e i pregiudizi hanno tanto potere su noi.

Ci� succede anche a livello di Stati. Al tempo della guerra fredda un barile di petrolio venduto a 10 dollari favoriva l'economia occidentale e puniva l'Unione Sovietica. Oggi, venduto a 100, favorisce la Russia di Putin e danneggia l'Europa.... tanto per fare un esempio, ma si potrebbe andare molto avanti.

Il "deux ex machina" confonde spesso la "retta ragione" e crea ci� che  pone la differenza fra l' essere e il dover essere, recando conseguenze morali notevoli. L'invenzione pi� banale di una nuova macchina (o se si vuole anche di un ballo) pu� modificare inconsapevolmente i destini del mondo, incidendo sulla filosofia e sui costumi.

Si pensi che, negli anni fra i 'Cinquanta e gli 'Ottanta, molti si erano assuefatti a considerare l'idea di un conflitto atomico come inevitabile e giustificato. Ne' ancor oggi ne siamo fuori.

L'esperienza quotidiana di vita mostra che le persone umane possiedono notevoli capacit� di adattamento a tutto, utili in alcune circostanze, dannose in altre.  Si pensi che si possono educare bambini, e comunque persone, a ricavare giustificazioni morali dal loro stesso suicidio.

Alcune cose possono aiutare a portare il deus ex machina ad un aspetto positivo, e sono: la tolleranza filosofica e la buona volont� degli Stati.

Impossibile? Problemi economici lo impediscono?

Si potrebbero stabilire percorsi per tappe: per prima la rimozione della necessit� delle guerre, non solo di quelle atomiche. Duecento anni forse non basterebbero, ma sarebbe gi� un ideale sufficiente.

Ci� comporterebbe l'acquisizione di una concezione "Totale" dei problemi umani e la necessit� di recuperare il concetto del "credere in Dio", specie da parte della scienza.

Dal passo 14 della enciclica:

14. Rispetto a ci�, de Lubac, sulla base della teologia dei Padri in tutta la sua vastit�, ha potuto mostrare che la salvezza � stata sempre considerata come una realt� comunitaria.

La stessa Lettera agli Ebrei parla di una � citt� � (cfr 11,10.16; 12,22; 13,14) e quindi di una salvezza comunitaria. Coerentemente, il peccato viene compreso dai Padri come distruzione dell'unit� del genere umano, come frazionamento e divisione. Babele, il luogo della confusione delle lingue e della separazione, si rivela come espressione di ci� che in radice � il peccato. E cos� la � redenzione � appare proprio come il ristabilimento dell'unit�, in cui ci ritroviamo di nuovo insieme in un'unione che si delinea nella comunit� mondiale dei credenti. Non � necessario che ci occupiamo qui di tutti i testi, in cui appare il carattere comunitario della speranza.

 

 

Riguardo al problema della "Totalit�" si pu� pensare che le Chiese, se vorranno ottenerla, dovranno alla fine umiliarsi, almeno nei loro pi� estremi aspetti particolaristici.

Perch�, se � pur vero che il paradiso terrestre lo si otterr� probabilmente mai (oggi siamo pi� vicini allo inferno terrestre), � anche vero che gli uomini, per loro natura, sono  molto disponibili alla felicit�, che saprebbero facilmente raggiungere se il deus ex machina non lo impedisse. Mi si perdoni, ma il destino del mondo non � solo questione di volont�.

La consapevolezza dell' importanza di giungere al recupero di un Dio totale oggi � pi� grande che in qualsiasi altro momento storico, e la responsabilit� � della scienza, prima ancora che delle divisioni religiose.

Che l'ateismo sia un assurdo scientifico � da noi sostenuto in altra parte di questo sito, ma, a parte ci�, non occorre essere gran che intelligenti per capire quale danno proviene oggi dal mantenere forzatamente vivo il concetto di "morte di Dio" nelle societ� del mondo.

Ci� che chiediamo al Papa, e a tutti i responsabili delle religioni del mondo �: Lasciate che le persone umane, quando lo vogliono, ricerchino Dio per proprio conto: non temete, non chiudete, non ostacolate. L'umanit� ne avr�  bene.

Agli scienziati chiediamo: pensate alle responsabilit� che vi prendete rispetto alla umanit� intera. I medici si sono dati un loro giuramento deontologico e ci� ha procurato ad essi un gran rispetto.

Voi siete molto pi� vicini a Dio degli uomini di Chiesa, possedete  il senso della unit� della Legge, il disinteresse che spesso vi spinge a estraniarvi, ma che comunque � sincero.

E chi � sincero, materialista quanto si voglia, crede in Ges�.

 

Rigo Camerano.

 

Osimo, 16 dicembre 2007.

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