VITTORIO ROSSO

 
 

 

Lettere da Mosca

 

1.  Riflessioni sulla Russia

 
 

 

 

 

 

 
 

Moscow, by Kandinsky

 

 

Apro il mio primo intervento dalla Russia e sulla Russia con queste parole, che sono di Sergey Kovalev, membro della �Duma�, il parlamento della Federazione Russa ed ex deportato, in uno dei campi della �Kolyma�, che faceva ( e fa ) parte del �Gulag�(Glavnoe Upravlenie Lagerej), che altro non � se non la versione russa dei campi di concentramento, lavoro e sterminio.

�Non solo per ragioni politiche ma anche a causa della nostra mentalit� non vogliamo sentirci colpevoli. Nella nostra sanguinosa crudele e indegna storia, gli sfortunati colpevoli sono sempre stati "loro". Ebrei, georgiani, ceceni. Non noi. Non abbiamo voluto sapere niente del Gulag, non abbiamo voluto vederlo, abbiamo creduto alla propaganda, che definiva gli arrestati "nemici del popolo". Li odiavamo. Andavamo nella strada con i cartelli "Morte ai cani trozkisti!". Gridavamo alle riunioni, reclamando la loro morte. Eravamo una massa. Se per qualche miracolo questa mentalit� sovietica venisse spezzata, dovremmo pronunciare una sola parola: perdono. Come i tedeschi. Ma noi stiamo ancora cercando i colpevoli. Certo, in prima fila tra i responsabili del Gulag ci sono il Partito Comunista, i servizi di sicurezza, il sistema. Ma non bisogna dimenticare che siamo stati noi, i cittadini di questo paese , a creare questo sistema�.

Comunemente in occidente si pensa che lo sterminio operato dalla barbarie nazista sia il peggiore della storia, trascurando molte altre stragi e genocidi perpetrati nei secoli, di cui non parleremo, se non per ricordare la �normalizzazione� del Sud � Est asiatico, perpetrata nella Cambogia di Pol Pot e nei vicini Viet Nam e Laos, oltrech� le ovattate stragi della Corea del Nord. Ed il �Gulag� Russo, che ha fatto molti pi� morti del nazismo.

Ebbene, il �Gulag�, la cui paternit� normalmente viene attribuita a Josip Vissarionovich Giugasvili,  detto �Stalin�, ebbe natali che si perdono nella nebulosa Storia della Russia zarista, per secoli e secoli.

Lo stesso Stalin fu esiliato e deportato per ben 4 volte, tre volte fugg�, da Irkutsk e da Vologda, sotto gli Zar.

Solo il nome dell�organizzazione � recente, prima vi erano i �Boiari�, i ricchi feudatari che avevano al loro servizio i �servi della gleba�, praticamente schiavi, poi i Boiari divennero Conti, Marchesi e Baroni ma i servi rimasero tali, tanto che a San Pietroburgo, fulgida capitale di Pietro I� il Grande, nata dal nulla su paludi che per molti mesi dell�anno sono gelate, la Cattedrale della Madonna di Kazan, col suo colonnato che imita quello di San Pietro, fu costruita per ordine del conte Aleksandr Stroganov� Da chi? Dal suo servo della gleba Andrej Voronichin e da migliaia di schiavi.

Tutta la ex Pietrogrado, poi Leningrado ed ora nuovamente San Pietroburgo � stata edificata col lavoro di migliaia e migliaia di lavoratori, in gran parte coatti.

Poi venne Stalin, che fu temuto ma anche amato dai Russi Sovietici, il quale risolse molti dei problemi che aveva per sviluppare la sua Unione Sovietica (o meglio, prov� a farlo) varando imponenti e irrealizzabili �Piani Quinquennali�, decennali e cos� via, in campo agricolo, industriale, urbanistico ed in molti altri settori.

Questi progetti, la cui parte visibile � costituita da imponenti palazzi a Mosca e nelle principali citt�, dalla famosissima Metropolitana di Mosca ma anche da opere gigantesche, come il Canale del mar Bianco (Belomorkanal), fra Leningrado ed il Mar Bianco, opera fallita perch� inutilizzata o quasi, come le acciaierie di Magnitogorsk, le pi� grandi del mondo, le miniere di nichel di Norilsk nel nord, anche queste le pi� grandi del mondo, sono stati realizzati con l� aiuto degli abitanti dei campi (Katorga).

Idem per il Canale Volga � Mosca, meta oggi di amene crociere fluviali.

Naturalmente esistevano moltissimi campi, molte citt� come Magadan; Uhta; Perm e Novosibirsk erano al centro di �arcipelaghi Gulag�, ad esempio , quello nella valle del fiume Kolyma, fra Uhta e Kotlas era un insieme di campi i cui prigionieri estraevano l� oro.

Ma, dopo questa purtroppo breve escussione, del tutto incompleta (bisogner� solo ricordare il �padre� di tutti i campi, quello delle isole Soloveckie, visitate anche da Mak�sim Gorkij a scopo propagandistico), vengo a parlare di quel che mi sta a cuore, che risulta dalle parole del Deputato Kovalev, cio� del fatto che in Russia tutti sapevano dell� esistenza del �Gulag� e di cosa vi avveniva.

Bisogna premettere che il carattere del popolo Russo � molto fatalista, esso predilige la dominazione alla Democrazia, nel corso dei secoli la gente di Russia, sempre sotto il tallone di qualcuno, ha sofferto la fame e le malattie, ha sub�to le guerre e le ha combattute, ricordiamo che il conquistatore di Berlino, maresciallo Zukov non ha esitato a sacrificare centinaia di migliaia di soldati, salvo poi cadere lui stesso in disgrazia pur di giungere nella capitale tedesca prima degli anglo americani.

Da questo fatalismo e dalla fame ha potuto prendere le mosse la rivoluzione bolscevica, che fu orchestrata da pochi, la gente sperava in un futuro migliore, dotato di pane e di �Bortsch�, cosa che, in effetti ebbe, sacrificando, si dice, la libert�, che per� nemmeno prima c�era, che non conobbe durante il comunismo e non sa amministrare oggi, tanto da avervi bellamente rinunciato.

Kovalev dice che la colpa di tutto venne e viene attribuita agli altri, ai Ceceni, agli Ebrei, ai Georgiani, ha perfettamente ragione, il cittadino Russo non si assume mai responsabilit�, di nessun genere, lascia che siano i �capi� a decidere, a lui basta avere lavoro, pane, istruzione e� vodka.

Il carattere dominante � passivo, ma anche generalmente antisemita, insofferente degli immigrati dalle varie repubbliche ex � sovietiche, in una parola: nazionalista.

Cos� avviene che i posti di potere, quello vero, distante dai riflettori, siano appannaggio di non � russi, spesso Mussulmani o Ebrei, che non bevono, lavorano sodo e accumulano patrimoni ingenti, alle spalle dei Russi, per i quali le responsabilit� sono pesanti e geneticamente perniciose.

Oggi la Russia, dopo pi� di un decennio di �Democrazia�, si sta avviando verso un nuovo regime, simile a quello comunista, con bandiera tricolore al posto di quella rossa ma con un �Capo�, Vladimir Putin, ed un �Politbjuro� formato dai suoi ministri, che gi� oggi, sempre pi� palesemente decide per tutti.

Prova ne sia che il Presidente ha fatto cambiare la Costituzione a suo vantaggio, ha avocato a s� la nomina dei Governatori delle Regioni, sta per abolire anche le elezioni comunali, che sono, e il sottoscritto ne � testimone in un caso, fabbrica di brogli e di voti �comperati� con pochi rubli.

La Russia pertanto � tutt�altro che un Paese democratico, per volere del suo stesso popolo, quello che acclamava Stalin a comando, che lo ha maledetto su ordine di Hrus�ev, che sapeva del �Gulag� e, imbeccato dai caporioni diceva che si trattava di traditori (sempre gli �altri�), anche quando erano vecchiette o ragazzini, ha consentito lo sterminio di milioni di persone ed oggi subisce il potere di Putin, brava persona, indubbiamente, ma pur sempre �nuovo zar�.

Quanto al �Gulag�, esso non � morto con Stalin, nemmeno con Brez�nev, no. E neanche dopo, con Cernenko o Andropov, nemmeno. Il sistema � arrivato, ridotto nelle dimensioni ma efficiente, fino ai tempi di Gorbacev, che, ufficialmente ha chiuso l� epoca con le sue amnistie.

Ed il popolo sapeva e sa, ma se si prova a parlarne si rimbalza su un muro di gomma.

Il dubbio ed il sospetto che per il �Gulag� si tratti solo di morte apparente sono ben saldi nel sottoscritto. Perch�, infatti mai nessuno parla di dove e come finiscono i prigionieri Ceceni? Perch�, pur se degni di esemplare punizione, tutti i terroristi semplicemente spariscono e nessuno ne parla mai pi�?

Beh, forse � anche perch� nessun russo, almeno io non l� ho mai sentito, se ne preoccupa, anzi, si dice: �facciano loro�; �chi se ne importa�  e cos� via�. Da secoli.

Non sbaglia Kovalev quando dice:

�Ma non bisogna dimenticare che siamo stati noi, i cittadini di questo paese , a creare questo sistema�.

 Mosca, Natale 2004.

 

 

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