M A O M E T T O

S i n o s s i 

 
  
 
 

Cortesia del prof. Paolo Freschi

 
 

 

VITA  DI  MAOMETTO

 

di Muhammad Ibn Garir al-Tabari. B.U.R. 1992.

Titolo originale: Chronique de Tabari, traduit sur la version persane par M. Hermann Zotenberg.

A cura di Sergio Noja. Traduzione italiana di Giancarlo Buzzi.

Sinossi realizzata da Rigo Camerano.

 

PARTE  QUARTA

 

Apoteosi ed epilogo

 
 

 

 

FATTI MEMORABILI:  Il Profeta fece il suo ingresso nella citt� della Mecca su di un cammello e con in testa un turbante nero. Lo precedeva Al�, con funzioni di alfiere, reggitore dello stendardo. Era il venti del mese di Ramadan.

Raggiunta la soglia del tempio, smont� dal cammello, entr� nel sagrato a fece i suoi giri intorno alla Caaba, seguito subito dagli abitanti della citt�, rincuorati per il mancato massacro.

Tutti gli idoli furono frantumati, ed il pi� grande, Hub�l, fu rovesciato davanti alla porta, in modo che tutti coloro che entravano lo calpestassero.

Disse il Profeta agli abitanti accorsi: - Vi dir� ci� che disse mio fratello Giuseppe ai suoi fratelli: Non venga fatto rimprovero, oggi, contro di voi; Dio vi perdoner�, poich� egli � il pi� misericordioso dei misericordiosi (XII, 92).

 

L'indomani il Profeta sal� sulla collina di Saf�. Fece sedere Om�r un po' pi� in basso di lui e lo incaric� di spiegare la formula della fede a chiunque giungesse. Gli abitanti della Mecca, resi tutti automaticamente schiavi a causa della perdita della loro citt�, furono subito liberati e divennero liberti del Profeta.

Hind si era rifugiata in casa del marito Abu Sufy�n il quale, nell'atto di prestar giuramento nella montagna di Saf�, aveva chiesto il perdono per lei.

Il Profeta disse: - Vedr� quale sar� la volont� di Dio. 

In seguito Gabriele rivel� un versetto importante (LX, 12).

 

COSE ED USANZE:  Il versetto che era stato rivelato era il seguente: - ... "le credenti si obblighino con giuramenti verso di te a non associare a Dio alcuna cosa, a non rubare, a non commettere adulterio, a non uccidere i figli loro, a non enunciare calunnie inventate...a non disobbedirti in ci� che � ragionevole. Impegna la tua parola con esse, e chiedi perdono a Dio per esse".

Condotta davanti al Profeta, Hind, sull'inizio confusa, si rinfranc� man mano che rispondeva, ed alla fine si port� anche molto coraggiosamente.

Disse il Profeta: - Obbligatevi a non associare a Dio alcuna cosa.

Rispose Hind: - Tu ci imponi obblighi che non hai imposto agli uomini, comunque li accetteremo.

Disse il Profeta: - Non rubate!

Rispose Hind: -  Solo ad Abu Sufy�n ho rubato, poich� � un uomo avaro e non mi d� abbastanza per me e i bambini. Ho preso poco, ed egli non se n'� neanche accorto.

Disse il Profeta: - Ci� che prendi dai beni di tuo marito a sua insaputa, non costituisce furto. -  Poi continu�: - Non commettete adulterio.

Rispose Hind: - Una donna libera non commette mai adulterio - intendendo con ci� che i suoi trascorsi erano avvenuti prima delle sue nozze. Om�r sorrise e Maometto finse di non avvedersene, per non offendere Abu Sufy�n.

Disse il Profeta: - Non uccidete i figli loro! -  (degli amanti).

In effetti gli arabi avevano l'abitudine di sotterrare le figlie illegittime delle proprie mogli, per evitare che, divenute grandi, potessero disonorarli.

Hind rispose coraggiosamente: - Abbiamo messo al mondo dei bambini, e li abbiamo allevati, ma tu li hai uccisi a Badr.

Prosegu� il Profeta: - ... A non enunciare calunnie... - (riferendosi per� al fatto di presentare figli di cui i mariti non erano padri).

Rispose Hind: - Ci� sarebbe un tale crimine, che non lo si pu� nemmeno pensare.

Prosegu� il Profeta: - ... E a non disobbedire in ci� che � ragionevole...

Rispose Hind: - Se volessimo disobbedirti, non saremmo qui.

Alla fine Maometto immerse le mani in una coppa piena d'acqua e chiese che tutte le donne facessero altrettanto. In tale modo fu compiuto l'atto del giuramento.

 

FATTI MEMORABILI:  Accadde che il barbiere del Profeta, di nome Hir�s, uccise un uomo per vendicarne un altro ucciso da quello.

 

Il Profeta spos� Mulaykah, bellissima donna della Mecca, alla quale i musulmani avevano ucciso il padre, durante i recenti fatti.

'A'isah, moglie del Profeta che abbiamo gi� conosciuto, le disse: - Vuoi guadagnarti l'affetto del Profeta?... Quando ti si avviciner� dovrai dirgli: Che Dio mi preservi da te!

Mulaykah cos� fece, e Maometto la ripudi�.

 

Dopo che tutti gli abitanti della Mecca ebbero prestato giuramento, il Profeta mand� H�lid, figlio di Wal�d, a distruggere l'idolo di 'Uzz�, in un  tempio in direzione di Ta�f, a una parasanga dalla citt�.

Entro il tempio si trovava un idolo di pietra dal quale usciva una voce che parlava agli adoratori. Vi era anche un altro idolo chiamato L�t; entrambi gli idoli sono menzionati nel Corano in LIII, 19.

Quando H�lid ruppe uno degli idoli parlanti ne vide uscire un essere di forma umana che, urlando, spar� sottoterra.

 

A Hunayn si erano radunate parecchie trib� arabe provenienti dal deserto e dal territorio di Ta�f, arabi gi� alleati dei coreisciti della Mecca.

Caduta quella citt�, costoro si preparavano a marciare contro il Profeta con un esercito di trentamila uomini. Era fra questi un vegliardo di 120 anni, Durayd, figlio di Simmah. Era cieco e debole, ma si distingueva per vigore d'intelligenza e saggezza.

Comandava l'esercito M�lik, il quale arriv� a Hunayn con soldati mescolati alle mogli, ai figli e alle bestie. Durayd critic� molto tale sistema e consigli� a M�lik di rimandare i non combattenti, ma non fu ascoltato.

Il Profeta, informato del radunarsi dei beduini a Hunayn, mise insieme un esercito di dodicimila uomini, i diecimila che si erano recati dinnanzi le mura della Mecca, pi� altri duemila della stessa Mecca, convertiti all'Isl�m, costoro al comando di Abu Sufy�n. Questo esercito lasci� la Mecca il settimo giorno del mese di Saww�l.

Disse il Profeta: - La vittoria non viene se non da Dio, potente e saggio.

Tali parole furono confermate dal fatto che, sull'inizio della battaglia, i musulmani furono messi in fuga, e sarebbero stati certamente sconfitti se Dio non avesse mandato angeli in loro soccorso. I duemila uomini della Mecca, insicuri nella fede, guardavano da lontano e non intervenivano.

Nel momento pi� oscuro, Abb�s si mise a gridare forte chiamando a raccolta i musulmani, e quando questi si furono radunati, Maometto stesso, con la sua spada d� alfaq�r si gett� nella mischia. Fu in quel momento che Dio mand� i suoi angeli dal cielo. Gli infedeli, presi dal panico, furono sbaragliati, e molti perirono. Venti, trenta, persino cinquanta, persero la vita per mano di un solo musulmano.

 

A battaglia finita, il Profeta incontr� una sua vecchia sorella di latte che non vedeva da cinquant'anni, e pianse con lei.

Mal�k intanto, il duce degli infedeli, si era rifugiato nella fortezza di Ta�f, e l� Maometto diede ordine di marciare.

 

DISTRIBUZIONE DEL BOTTINO:  Tutto il bottino fatto nella battaglia di Hunayn fu accantonato e sorvegliato sino al ritorno del Profeta dalla spedizione di Ta�f.

 

FATTI MEMORABILI:   Era Ta�f, come lo � tuttora, una citt� a Sud della Mecca, rinomata in tutta l'Arabia per la bellezza dei suoi giardini situati ai piedi delle montagne che circondano la pianura sabbiosa. E' stata da sempre, per i ricchi del Higiaz, luogo per passarvi l'estate.

Quando il Profeta vi giunse, la citt� era gi� apparecchiata alla difesa, ed il suo capo 'Urwah, fuori, nella citt� di Guras, alla ricerca di fabbricanti di macchine da guerra.

Per quindici giorni il Profeta assedi� la citt� senza successo.

 

UCCISIONI COMANDATE:  Durante questo assedio il Profeta condann� a morte un musulmano della trib� dei Ban� Layt che aveva ucciso un altro musulmano della trib� Hudayl.

Fu la prima volta in cui fu applicato il taglione da quando fu instaurata la legge dell'Isl�m.

 

FATTI MEMORABILI:  Il quindicesimo giorno, poich� il tiro dei dardi aumentava, Maometto fece ritirare l'esercito da sotto le mura, e lo spost� pi� indietro, fuori tiro. In questo luogo sorge oggi una moschea detta "Moschea del Profeta". Era questo luogo un frutteto, ove il Profeta preg�.

 

Il venticinquesimo giorno Maometto convoc� consiglio di guerra. Disse Nawfal il Sulaymita: - Apostolo di Dio, il nemico nella fortezza � come l'animale da preda nella sua tana; finch� si resta davanti all'ingresso non c'� verso di farlo uscire; se invece ci si allontana lo si prende immancabilmente.

Cos�, il giorno dopo, Maometto comand� a Om�r di togliere l'assedio, dopo aver fatto devastare gli orti e sradicare gli alberi l� intorno. Dodici musulmani erano stati uccisi e il Profeta condusse l'esercito a Gi'r�nah per spartire il bottino che vi aveva lasciato.

 

DISTRIBUZIONE DEL BOTTINO:  Il comportamento dei musulmani era giustificato dal fatto che, nel territorio di Ta�f, una gran quantit� di popolazione, soprattutto bambini e donne, era finita sotto il controllo degli uomini del Profeta. Pertanto i beduini Haw�zin, insieme ad altri che avevano combattuto nella precedente battaglia, si recarono da M�lik, loro generale, e dissero: - Come potremmo rimanere con te mentre le nostre donne e i nostri bambini sono nelle mani di Maometto, che potrebbe ridurli in schiavit�? Prima che ci� avvenga abbracceremo l'Isl�m.

Alcuni andarono perci� a Gi'r�nah e dissero al Profeta: Molti fra noi si sono fatti musulmani, ed altri vogliono fare lo stesso...Se non sarai clemente con noi oggi, chi lo sar�?

Il Profeta concesse perci� libert� a seimila fra donne e bambini, che erano gi� stati conteggiati nel bottino e li restitu� agli Haw�zin e agli altri. Trattenne soltanto la famiglia di M�lik, che era rimasto nella fortezza.

Al�, Om�r e 'Utm�n, a ciascuno dei quali era toccata una bella ragazza, le resero intatte. Poi i beduini partirono.

Anche M�lik abbandon� la fortezza, raggiunse il Profeta, abbracci� l'Isl�m e ottenne la restituzione della moglie, dei figli e dei beni.

 

FATTI MEMORABILI:  Il Profeta affid� a M�lik l'assedio di Ta�f, impresa che fu portata a termine dopo due mesi.

 

DISTRIBUZIONE DEL BOTTINO:  I soldati, irritati perch� il Profeta aveva negato loro il bottino di seimila donne e bambini che avrebbero potuto essere venduti come schiavi, si misero in tumulto e arrivarono a mettergli le mani addosso e a strappargli il mantello.

Per calmarli, Maometto cedette la propria parte del restante bottino, equivalente a un quinto, poi divise ogni cosa dando due parti ad ogni cavaliere ed una a ogni fante. Una parte la us� per fare doni alla gente della Mecca.

Dieci, fra i maggiori di quella citt�, poi definiti "i cuori dei quali erano stati guadagnati con doni" (Corano IX, 60), ricevettero mille cammelli, cento per uno. Erano fra questi il noto Abu Sufy�n, ed uno dei suoi figli.

Il Profeta don� loro queste cose affinch� nascesse in essi l'attaccamento all'Isl�m. Altri coreisciti, fra cui alcuni poeti, ricevettero mandrie di cinquanta cammelli.

 

Abb�s, figlio di Mird�s, capo dei Sulaym, che era anche poeta, rifiut� i cammelli che il Profeta gli aveva assegnato e compose versi contro di lui.

Il Profeta disse ad Al�: - Taglia quella lingua che mi attacca! - Il che, per�, voleva dire soltanto: "dagli quanto serve per soddisfarlo". Al� port� il numero dei cammelli a cento e tutto and� a buon fine.

La divisione si fece  cos�, per cinquanta o cento cammelli e per cento o duecento pecore.

Ad uno che lo aveva urtato e che per questo era stato percosso, il Profeta assegn� cento pecore.

Tuttavia, nulla diede il Profeta agli Ans�r di Medina, i suoi pi� fidi, e ci� suscit� malumore.

 

SCIITI E KHARIGITI:  Un uomo dei Ban� Tam�n si rec� dal Profeta e gli disse: - Apostolo di Dio, sii giusto nella spartizione... dai cento a uno, dieci a un altro, a qualcuno niente...

Om�r voleva uccidere quell'uomo, ma il Profeta gli disse:

=  Non lo fare, poich� quell'uomo avr� dei compagni, gente fra i suoi discendenti, che saranno chiamati Kharigiti. Costoro ripudieranno l'autorit� degli Im�m e dei principi e si lanceranno lontano dalla fede come la freccia dall'arco. Nulla conserveranno dell'Isl�m.

 

NOTA DI SERGIO NOJAQuello dei Kharigiti (in arabo Haw�rig, letteralmente "coloro che escono", ma pi� correttamente "i ribelli") fu un movimento che nacque all'inizio della lotta tra gli Sciiti fedeli ad Al� e gli altri musulmani.

Al�, quarto dei 4 califfi riconosciuti da tutti i musulmani, vide contestata la sua supremazia. Aveva sempre brontolato per non essere stato eletto subito califfo, titolo che forse riteneva gli spettasse di diritto attraverso il suo matrimonio con F�timah, figlia del Profeta dell'Isl�m.

Fu contestato soprattutto dai parenti di Utm�n e, con una serie di battaglie, venne respinto verso Oriente, ove diede inizio alla Scia, dall'arabo "partito". (bisognerebbe dire Sc'at 'Al�, ovvero "il partito di Al�", e non solo Sc�a). Questo partito ha dato origine al mondo degli Sciiti, oggi noti attraverso i fatti dell'Ir�n.

I Kharigiti, in seguito, "uscirono" dalla Sc�a perch� non volevano accettare il compromesso che si stava delineando, ovvero l'arbitrato su chi dovesse diventare califfo: Al� o Mu'�wiyah, il vendicatore di 'Utm�n, il terzo dei quattro califfi riconosciuti, ucciso per ragioni ancora misteriose.

I Kharigiti costituirono un terribile pericolo per le atrocit� che commettevano contro tutti quelli che non aderivano del tutto alle loro idee. Avevano un loro Im�m, capo che dirigeva il culto e comandava l'esercito, ma era sorvegliato da vicino e, al primo passo falso, veniva deposto.

Siccome non era possibile un'unanimit� in tutto, caratteristica del loro credo, non tardarono a dividersi in una infinit� di gruppi spinti da un eccitato sentimento religioso ad un'attivit� senza speranza di esito mondano. Bastava loro morire lottando per il regno di Dio.

Spesso furono vinti con grandi stragi, ma non poterono essere estirpati perch� trovavano sempre nuovi adepti attratti dall'ideale del sacrificio.

Gabrieli segnala le loro poesie come quel poco di poesia religiosa dell'et� omaide del primo Isl�m  -  perch� nacque rispecchiando direttamente le passioni, gli entusiasmi, i dubbi, i rimorsi di quegli austeri e fanatici "puritani dell'Isl�m".

E' sopravvissuto un solo ramo di tendenze moderate, i cui adepti formano comunit� nella regione algerina del Mz�b, nell'isola di Gelbes, nel Giabal nef�sa (Tripolitania), nell'Oman e a Zanzibar.

 

DISTRIBUZIONE DEL BOTTINO:  Quelli di Medina erano dispiaciuti per il trattamento di favore che era stato dedicato agli ex infedeli, mentre essi, che avevano, sin dall'inizio, accettato il Profeta e condiviso la sua epopea, erano stati trattati peggio.

Dissero:  Il Profeta si allontana da noi e ci abbandona per volgersi alla sua patria e ai suoi compatrioti, gente il cui sangue cola dalle punte delle nostre spade. A loro d�, a noi no.

Il Profeta, informato di ci�, si rec� nel recinto ove stavano gli Ans�r, e parl� loro in questi termini:

=  Sapete, Ans�r, che vi considero miei compatrioti, mentre considero quelli della Mecca stranieri...che altro potrebbe significare l'�gira?... Ho adottato gli Ans�r come la mia famiglia... Voi avete versato per me il vostro sangue... avendo rinunciato alla mia parte, pensavo di poter disporre anche della vostra... Giuro su Dio che, se il mondo intero prendesse una strada, e gli Ans�r un'altra, io andrei con gli Ans�r e mi considererei dei loro!

Gli Ans�r piansero e gridarono: - Apostolo di Dio, siamo contenti, siamo contenti! E il Profeta lev� le mani al cielo e disse: - Mio Dio, sii propizio agli Ans�r e ai loro figli!

Gli Ans�r gridarono: - Amen! - Tutti furono soddisfatti e il Profeta se ne and�.

 

FATTI MEMORABILI:  La citt� di Tab�k sorgeva ai confini con la Siria, e i suoi abitanti erano greci e cristiani. Il Profeta decise di attaccarli per rifarsi della disfatta subita dal suo esercito a Mu'tah, ove avevano trovato la morte Zayd e Ga'far. I musulmani vedevano molto di malocchio questa spedizione, sia per la lontananza e la forza del nemico, sia perch� vi era gran carestia, gran caldo e poche provviste.

Alcuni ipocriti si fecero vivi dicendo: - Non mettetevi in marcia con questo caldo. Fu loro risposto con questo versetto: - Il fuoco della Gehenna � di un calore pi� violento (IX, 82).

Il Profeta aveva ordinato ai ricchi di aiutare i poveri ad equipaggiarsi, ciascuno secondo le proprie possibilit�, e fu in mezzo a simili difficolt� che il Profeta diede l'ordine della partenza di quella che fu definita "la campagna della miseria".

'Abdall�h, figlio di Ubayy, e gli ipocriti, lo seguirono sino alla prima tappa, poi tornarono indietro.

Al� era stato lasciato a Medina con l'incarico di sorvegliare sulla casa e sulla famiglia del Profeta. Siccome per� si era sparsa la voce che fosse stato lasciato l� per avversione del Profeta nei suoi confronti, egli prese le sue armi e si mise in cammino per raggiungerlo.

Disse Maometto: - Tu sei per me ci� che Aronne era per Mos�... - e lo fece rientrare a Medina insieme agli invalidi e ai poveri che non voleva portare con s�.

 

MIRACOLI:  Arrivati in una certa localit�, non si trov� acqua. Gli ipocriti dissero: - Ecco che ora moriranno, lui e tutti i suoi compagni. - Ma Dio fece apparire una nuvola e piovve una tale quantit� d'acqua che tutto l'esercito pot� dissetarsi.

Altra volta Maometto indovin� ove si era fermato un cammello che sembrava disperso. Ancora, previde l'arrivo di Darr, un gif�rita che era rimasto a Medina.

 

FATTI MEMORABILI:  Quando il profeta giunse a Tab�k, grande citt� abitata da cristiani, non trov� traccia dell'esercito bizantino che pensava vi si fosse radunato.  La citt�, alla vista dell'esercito musulmano, invi� plenipotenziari di pace, ed altrettanto fecero le altre citt� vicine di Garb� e Adruh.

A qualche parasanga vi era la fortezza di D�mah, ed il Profeta vi mand� H�lid, figlio di Wal�d, con un piccolo distaccamento.

Costui, profittando del fatto che il capo della fortezza, Ukaydir, era uscito per la caccia alle antilopi, lo cattur� e lo consegn� al Profeta. La veste di Ukaydir era di broccato ricamato in oro, e i musulmani non ne avevano mai visto una simile. Impegnatosi a pagare un tributo, Ukaydir ritorn� salvo nella fortezza, mentre il Profeta pot� riportare l'esercito a Medina, senza aver combattuto.

 

MIRACOLI:  La benedizione della sorgente:  Sulla via del ritorno, alla prima tappa, una sorgente era stata prosciugata dagli ipocriti, per fare danno al Profeta. Sceso dal cammello, pose le mani sulla sorgente: la benedizione , congiunta alle sue mani, fece sgorgare tanta acqua che tutto l'esercito ebbe da bere.

 

FATTI MEMORABILI:  Gli ipocriti avevano  costruito, nei pressi della porta di Medina, una moschea, col pretesto di riunirsi a pregare, ma in realt� per tenervi consiglio e ritrovarsi fra loro; avevano anche invitato il Profeta a recarvisi.

Dio, per�, rivel� il versetto seguente: "Vi sono alcuni che hanno costruito un tempio per recar danno e per propagare la miscredenza: non state in esso".

Il Profeta, perci�, chiam� i suoi compagni e disse loro: - Andate e distruggete quella moschea. Rompete tutto quanto � in pietra e in muratura, bruciate quanto vi � in legno. 

Cos� fu fatto.

 

COSE ED USANZE:  I delegati della trib� dei Ban� Tam�n, la quale aveva partecipato alla guerra contro i coreisciti della Mecca, chiamarono ad alta voce il Profeta, che si ritrovava nei suoi appartamenti.

E' detto nel Corano: "Quanto a coloro che ti chiamano da dietro alle porte delle tue stanze interne, i pi� di essi non sanno il rispetto a te dovuto".

Quando il Profeta fu uscito, gli dissero: - Veniamo, Maometto, a proporti una tenzone d'onore: se ci batti diventeremo tuoi seguaci.

Le tenzoni d'onore erano una usanza molto diffusa tra gli arabi. Ecco in cosa consistevano: due trib� si riunivano e due persone di una sola delle trib� declamavano versi e prose eleganti, mentre altre due persone, della trib� rivale, rispondevano. La trib� la cui prosa e i cui versi risultavano pi� belli, otteneva la vittoria.

I Ban� Tam�n stavano dunque mettendo il pratica, col Profeta, quest'antica usanza araba.

Il Profeta pose a propri campioni Quays e Hassan, della trib� degli Ans�r, entrambi figli di T�bit. Costoro descrissero i meriti dell'Isl�m e fu cantata la gloria del Profeta. Alla fine i Ban� Tam�n convennero sulla superiorit� dei campioni del Profeta e abbracciarono l'Isl�m.

Maometto regal� a ciascuno dei delegati una veste, li tratt� con onore e li conged�.

 

LEGGI:  Il Profeta invi� nello Yemen Mu'�d, con una lettera che diceva: "Vi invio Mu'�d, che ricever� da voi tributi e me li far� avere.

Raccontano i tradizionalisti che Maometto, intrattenendo Mu'�d prima della partenza, gli chiese:

=  Come giudicherai tu le controversie che ti saranno sottoposte?

=  Secondo il libro di Dio

=  E se non troverai nulla sul libro di Dio?

= Allora giudicher� secondo quanto usa fare il suo Profeta.

=  E se non troverai nulla neppure l�?

=  Allora giudicher� col mio criterio.

Soddisfatto di queste risposte, il Profeta batt� una mano sul petto di Mu'�d dicendo: - Ringrazio Dio di avere guidato uomini come te.

 

COMMENTO DI SERGIO NOJA:  Qualunque sia il valore storico di questa tradizione, essa indica con sufficiente precisione le fonti del diritto dell'Isl�m, cio� il Corano, la tradizione (sunnab) e il ragionamento analogico, a cui si aggiunge il consensus populi.

 

FATTI MEMORABILI:  Una seconda moschea fu costruita dagli ipocriti di Medina, ma il Profeta diede ordine di abbatterla, secondo il versetto rivelato da Dio: "Vi sono alcuni che hanno costruito un tempio per recar danno, per propagare la miscredenza: non state in esso.

 

Il Profeta mand� Al� nella trib� dei Ban� Tayyi, fra i quali era vissuto H�tim, capo celebre per la sua liberalit�.  Comandava adesso suo figlio 'Ad�, cristiano, e Al� era stato mandato da lui senza cattive intenzioni, col solo intento di convertirlo all'Isl�m.

Senonch� Ad�, al solo sentore dell'avvicinarsi di Al�, fugg� in Siria abbandonando la sua gente ed una sorella anziana, stimata per la propria saggezza.

Quando Al� arriv�, non trovando pi� Ad�, ne prese la sorella. Poi si rec� in un tempio che conteneva un idolo di pietra, oggetto di venerazione per quella trib�, e lo distrusse, insieme al tempio stesso. Vi trov� anche due spade famose, gi� appartenenti a H�tim, le prese e con esse e la sorella di Ad� se ne torn� dal Profeta.

 

Maometto non volle che una donna s� illustre divenisse schiava, e le procur� una tenda isolata, ove essa viveva per conto suo. Uscita dalla tenda, un giorno, ella chiese al Profeta il permesso di recarsi presso suo fratello, in Siria.

Maometto si preoccup� affinch� essa non viaggiasse da sola, e dopo un po' di tempo, trovati degli accompagnatori, la accontent�.

Arrivata in Siria e trovato il fratello, la donna gli consigli� di convertirsi all'Isl�m, cosa che egli fece recandosi personalmente a Medina e facendosi ricevere da Maometto, il quale si mostr� ben lieto di accoglierlo.

Dopo i fatti descritti, tutte le trib� arabe, ormai convinte della potenza di Maometto, inviarono a lui delegazioni e abbracciarono l'Isl�m. Fu cos� che, fra il nono e il decimo anno dell'�gira, si convertirono pacificamente all' Isl�m tutti gli arabi dello Higi�z e del deserto.

Dopo quella di Tab�k, il Profeta non fece altre spedizioni.

 

Nel decimo anno dell'�gira, cinque giorni prima della fine del mese di D� al-ga'dah, il Profeta intraprese un pellegrinaggio. Partendo da Medina si pose nello stato di ihr�m (penitenziale) facendosi accompagnare dai pi� importanti membri Muh�gir e Ans�r, nonch� da 'A'is�h e dalle altre mogli.

Al�, che si trovava a Nagr�n per riscuotere l'imposta, saputo il fatto, and� anche lui. Fin� che anche dalle altre trib� tutti accorsero, sicch� non si era mai vista una folla cos� enorme.

 

ARAFAT:  Sul monte Arafat il Profeta tenne un discorso al popolo: insegn� i riti e le cerimonie del pellegrinaggio e concluse l'opera della religione.

Dio rivel� il seguente versetto: "Oggi ho reso perfetta, per voi, la vostra religione, e completata, per voi, la mia grazia".

Il Profeta si conged� dagli uomini dicendo che quello era stato il suo ultimo pellegrinaggio, e che non lo si sarebbe visto mai pi� circondato da una tale moltitudine. Tutti piansero e presero da lui congedo, e per tale motivo questo � detto il "pellegrinaggio d'addio". Esso ebbe luogo nel decimo anno dell'�gira e fu l'ultimo del Profeta.

 

SPEDIZIONI:  Si afferma che il Profeta abbia intrapreso ventisette spedizioni di tipo militare, ma c'� chi ne conta ventinove.

 

PELLEGRINAGGI:  E' generalmente riconosciuto che il Profeta comp�, nella vita, tre pellegrinaggi; due prima dell'�gira e una volta quando abitava in Medina.

Il terzo pellegrinaggio, l'ultimo, viene chiamato, "pellegrinaggio d'addio", od anche "pellegrinaggio della perfezione".

Il Profeta visit� quattro volte i luoghi santi: una volta prima dell'�gira, una volta a Hudaybiyyah, una volta al tempo della "visita del compimento" e una volta in occasione del "pellegrinaggio d'addio". Tale tradizione si fonda sulle testimonianze di 'A'isah.

Esistono poi anche altre versioni.

 

MOGLI:  Il Profeta spos� quindici donne; con tredici ebbe rapporti,  due le ripudi� senza toccarle. Quando mor� lasci� nove mogli.

 

LIBERTI:  Il Profeta ebbe diciassette liberti.

 

NOTA DI SERGIO NOJAL'affrancamento, qualunque ne sia la causa, ed anche se avviene per legge, crea tra l'antico padrone e lo schiavo divenuto libero, una relazione speciale detta wal�, parola che significa contemporaneamente "patronato" e "clientela". L'antica giurisprudenza la paragona alla clientela naturale.

 

GIUSTIZIA / TORTURA:  Un giorno alcuni beduini di una certa trib� giunsero a Medina e abbracciarono l'Isl�m. Si ammalarono, perch� l'acqua di Medina non era adatta a loro.

Il Profeta disse: - Andate fuori citt�, ove sono i miei cammelli, l� bevete del loro latte sino a che non vi sarete ristabiliti.

Questi arabi si recarono l� dove Yas�r custodiva i cammelli e vi rimasero un po'. Poi abiurarono, uccisero Yas�r, rubarono i cammelli e tornarono alla loro trib�.

Il Profeta mand� al loro inseguimento Al�, il quale li prese e li ricondusse a Medina; quindi fece tagliare loro le mani,  i piedi e cavare gli occhi. Poi li fece gettare sulla strada, in un luogo chiamato Harrah, ove perirono lentamente, esposti alla calura diurna.

Questo fatto avvenne prima che Dio avesse rivelato il versetto "I limiti": - "Gli arabi del deserto sono i pi� induriti nella miscredenza e nella ipocrisia, ed i meno adatti a comprendere i precetti che Dio ha fatto scendere sul suo apostolo; e Dio � sapiente e saggio.

 

SEGRETARI:  Il Profeta aveva dieci segretari: alcuni mettevano per iscritto le rivelazioni; altri scrivevano lettere; altri ancora tenevano i conti delle imposte e delle rendite in natura provenienti da Haybar, da Fadak e da Wadi al-Qur�.

 

CAVALLI:  Il Profeta aveva sette cavalli che, secondo l'usanza araba, avevano ciascuno un nome.

 

SPADE:  Il Profeta aveva sette spade, tutte famose, i cui nomi, per�, qui si omettono. Possedeva inoltre tre lance, tre corazze  e uno scudo sul quale era disegnata una testa umana.

Dato l'ordine di levare l'immagine, essa spar� senza che alcuno avesse toccato lo scudo.

 

 NOMI PERSONALI:  I nomi che il Profeta usava attribuirsi erano:  Maometto, Ahmad e al-'Agib. Quest'ultimo nome significava che egli era l'ultimo dei Profeti.

 

ASPETTO:  Fu chiesto ad Al� di descrivere l'aspetto del Profeta. Egli disse:

=  Era di media corporatura, n� grande, n� piccolo. La carnagione era di un bianco rosato; gli occhi erano neri; i capelli folti, lucenti e belli che gli arrivavano alle spalle.

Gli circondava il viso una fitta barba, ed il collo era bianco.

Dal petto, sino all'ombellico, gli correva una striscia di peli neri, cos� sottile che la si sarebbe detta tracciata con un calamo... La testa era rotonda, n� grande, n� piccola... ma non incedeva con fierezza, come sogliono fare i principi.

Nel suo viso c'era tanta dolcezza che quando gli si era davanti sembrava impossibile lasciarlo... ognuno, in sua presenza, dimenticava tutti i dolori.

 

FATTI MEMORABILI:  Gi� nel tempo del pellegrinaggio d'addio, nel decimo anno dell'�gira, il Profeta si era lamentato per la propria salute.

Si attribuiva ci� alla fatica del viaggio, ma all'inizio del mese di Muharram, nell'undicesimo anno, la sua malattia si aggrav� e la notizia si sparse per tutto il mondo.

Nonostante la cattiva salute, venuto a conoscenza che, alla frontiera con la Siria si erano verificati movimenti di truppe bizantine, prepar� una spedizione cui mise a capo Us�mad, figlio di Zayd, nonostante fossero state espresse critiche a questa nomina.

 

FALSI PROFETI:  Il Profeta fu poi informato che, nello Yemen, un certo Aswad millantava di essere profeta, e la stessa pretesa avanzava, presso i beduini, un uomo di nome Tulayhah, della trib� dei Ban� Asad.

Aswad, figlio di Ka'b, apparteneva alla trib� dei Madhig; era un grande prestigiatore e possedeva grandi ricchezze; impressionava la gente con la sua abilit� e la trascinava con la sua eloquenza.

Tulayhah, che si era spacciato per profeta tra i beduini, aveva trascinato con s� tutti i Ban� Asad, che gi� si erano ribellati a Maometto e avevano cacciato via gli esattori. Raccolto cos� un forte esercito, prese la via del deserto per andare ad attaccare il Profeta, e pose le tende in una localit� detta Sumayr�. Dispens� i suoi dall'obbligo della preghiera e del digiuno, e un numero sempre maggiore di beduini si un� a lui.

Prima di prendere misure militari, invi� un nipote al Profeta a proporre la divisione dell'Arabia: - Met� per uno.

Al che Maometto scacci� l'intruso dicendo: - Vattene! Che Dio ti faccia perire senza accordarti il martirio.

Dopo di che invi� lettere a tutti i principi dello Yemen e a tutti gli arabi fedeli all'Isl�m, affinch�  attaccassero e uccidessero Aswad, e quando costui fu effettivamente ucciso, il Profeta ne ebbe gioia e la sua salute miglior�.

Per questa occasione si ricorda un suo discorso pubblico, certamente uno degli ultimi.

Un terzo falso profeta fu Musaylimah, del quale il testo di al-T�bari dice che, quando Maometto mor�, pretese di aver ricevuto, da Gabriele, l'incarico di proseguire la sua missione profetica su tutta la terra.

Egli persever� in questa pretesa sino a che Abu Bakr non mand� contro di lui un esercito agli ordini di H�lid, figlio di Wal�d, che lo uccise.

Quanto ad Aswad, morto Maometto, si riconcili� con l'Isl�m.

 

MALATTIA:  Terminato il discorso, il Profeta rincas�, riun� tutte le sue mogli e chiese loro il permesso di rimanere, per il tempo della sua malattia, nella casa di 'A'isah: qui si stese su un materasso e fu colto da febbre. Rimase cos� sino alla fine del mese di Safar, senza nemmeno potersi recare nella moschea per la preghiera.  Per tale motivo affid� la direzione delle preghiere ad Abu Bakr, il quale presiedette, ogni giorno, a cinque preghiere.

 

FATTI MEMORABILI:  Un giorno Maometto, sentendosi un po' meglio, venne ad assistere alla preghiera del mattino. Abu Bakr presiedeva stando davanti al popolo.

Quando il profeta entr� nella moschea, appoggiato alla spalla di Al� e di Fadl, vi fu un trambusto nell'assemblea. Abu Bakr, senza interrompere la preghiera, indietreggi� per dar luogo al Profeta, ma costui non volle sostituirlo e, non potendo star fermo in piedi, si sedette alla sua destra. Abu Bakr continu� a dirigere la preghiera rimanendo in piedi.

Alla fine, il Profeta rincas� e si coric�.

 

Due o tre giorni dopo, sentendosi un po' migliorato, il Profeta fece chiamare il liberto Abu Muwayhibah. Appoggiandosi a lui si rec� fuori citt�, nel cimitero musulmano di Bag� al-Gargad. Qui, in raccoglimento accanto alle tombe, disse:

=  Salve, abitanti dei sepolcri, voi che siete al riparo dalle prove che gli uomini debbono subire.

 

Torn� poi a casa di 'A'isah, la quale se ne stava sdraiata lamentandosi per un mal di testa.

Il Profeta le disse: - 'A'isah, dovrei io, non tu, lamentarmi.

'A'isah rispose: - Apostolo di Dio, sono pi� malata di te.

E il Profeta: - Se si ama qualcuno ci si duole di sopravvivergli. E poi, 'A'isah, che male ci sarebbe se tu morissi prima di me e fossi io a seppellirti, a deporti nella tomba e a pregare per te?

'A'isah di rimando: - Gi�, tu vorresti mettermi sotto terra per sposarti ancora! Il Profeta sorrise e si mise a letto. La febbre lo riprese e non lo abbandon� pi�.

 

Trascorsi cinque giorni del mese di Rabi primo, il Profeta cap� che stava per morire, e disse ad 'A'isah: - Va a cercare un po' d'acqua fredda, che forse potr� uscire per dire addio al popolo.

 'A'isah  trov� l'acqua e glie la vers� sul viso.

 

Intanto a Medina si era sparsa la voce che il Profeta stava meglio e che sarebbe uscito. Una grande folla si riun�, perci�, nella moschea.

Il Profeta, con la fronte coperta da una benda, fece il suo ingresso, non potendo montare in cattedra, n� rimanere in piedi, si sedette per terra e improvvis� un sermone. Rese le dovute lodi al Signore e salutati i profeti del passato, preg� per i musulmani uccisi in battaglia e raccomand� a tutti di praticare la religione.

=  Dio - aggiunse - ha un servitore cui ha chiesto: - Ami pi� questo mondo, o l'altro? Il servitore ha scelto l'altro mondo, Dio ha gradito la sua scelta ed ha promesso di chiamarlo a s�.

Nessuno comprese che il Profeta alludeva a s� stesso, tranne Abu Bakr, il quale, piangendo, grid�: - Apostolo di Dio, siano i nostri corpi e le nostre anime il tuo riscatto!

Il Profeta, sapendo che Abu Bakr aveva inteso bene le sue parole, lo consol�.

=  Abu Bakr - disse - non piangere, poich� sei stato con me in questo mondo e sarai con me anche nell'altro.

 

GIUSTIZIA:  Rivolgendosi di nuovo ai musulmani, aggiunse: - La morte � una necessit�, nessun uomo pu� scamparne. Ma dopo la morte verr� un giorno di giustizia e di riparazione in cui le creature faranno valere, le une contro le altre, le proprie ragioni: i grandi della terra contro gli umili, e gli umili contro i grandi. Non ci sar� maggior benevolenza per me che per gli altri.

 

FATTI MEMORABILI:  Dette le parole di cui sopra, il Profeta continu�: - Ora che sono ancora con voi, fate valere le vostre ragioni. Se ho colpito qualcuno di voi, che mi colpisca, se ho offeso qualcuno, faccia egli altrettanto.

Tutti i presenti si schermirono in lacrime, tuttavia un uomo si lev� a chiedere di restituire a Maometto una frustata da costui ricevuta, per caso, durante una spedizione.  Era costui un certo Ukk�sah, il quale, nonostante le proteste di tutti, non retrocedeva dal suo proposito.

Al� si offerse di ricevere lui cento frustate, e tutti gli altri si offersero. Ma Ukk�sah disse:

=  Apostolo di Dio, quando quella notte mi colpisti, ero nudo, ma oggi tu indossi una veste e un mantello. Come potrebbe esservi riparazione in tal modo?

Il Profeta si spogli� del mantello e della veste. Allora Ukk�sah gett� la frusta, si abbandon� sul Profeta e premette il viso contro il suo petto, singhiozzando. La moschea era inondata di lacrime, e l'eco dei singhiozzi giunse fino al Cielo.

Altri si levarono a chiedere al Profeta restituzioni di piccole somme, che andarono in elemosina.

Alla fine Maometto si alz� e fece ritorno ai suoi appartamenti. Fu quella l'ultima volta che il popolo lo vide vivo.

 

MORTE:  La febbre divenne sempre pi� forte e il terzo giorno assunse carattere violento. Un certo numero di Muh�gir e di Ans�r entrarono nell'appartamento di 'A'isah, per vederlo.

Il Profeta li guard� con le lacrime agli occhi e chiese loro che lo aiutassero a sedersi. Preg� in silenzio per loro, poi disse:

=  Siate i benvenuti, la benedizione del Signore sia con voi... Vi chiedo di trattare bene i servitori che avrete ai vostri ordini. Vi raccomando di conservare la religione di Dio e di scacciare dalla penisola arabica tutti gli infedeli...

Rivolto ai Muh�gir aggiunse: - Vi raccomando di onorare gli Ans�r, poich� essi sono la mia famiglia e meritano il vostro rispetto. Ascoltate quelli di loro che praticano il bene e perdonate a quelli che operano il male. Invoco il perdono di Dio per me e per loro.

Pronunciate queste parole, non potendo pi� reggersi seduto, pos� la testa sul cuscino.

 

Dopo avere dato disposizioni per la propria tumulazione e l'arredo funerario, Maometto disse: - Dio vi conceda la sua misericordia e una magnifica ricompensa per la vostra fede e per la sollecitudine che dimostrate per il suo Profeta. Dopo che mi avrete lavato e seppellito, mi deporrete accanto alla tomba. Il primo a pregare per me sar� Gabriele, poi verranno Michele, Isr�fil e 'Azra'il.  Infine entrerete voi, uomini e donne, a gruppi, e pregherete per me. Quando tutto il popolo avr� pregato, mi deporrete sul sepolcro e mi lascerete. Andate in pace, voi e tutti quelli tra i miei compagni che non sono qui. Salutate nel nome mio tutti coloro che, sino al giorno della resurrezione, crederanno in me. Ditegli che in quel giorno vi ritrover� tutti vicino al ponte Sir�t, e che non lo varcher� senza aver prima interceduto per il mio popolo presso il Signore.

 

NOTA DI SERGIO NOJA:  Sir�t � il ponte su cui dovranno passare i morti. E' un ponte teso sull'inferno, il cui passaggio deve essere tentato da tutti, ma che solo gli eletti riusciranno a passare, mentre gli altri cadranno nell'inferno.

Il ponte � reale, sottile come il filo di una spada o come un capello, teso sopra l'inferno.  I piedi dei fedeli lo attraverseranno sicuri, gli infedeli e i cattivi musulmani precipiteranno nel sottostante inferno, nel fuoco e nei tormenti diabolici. Gli eletti godranno dei giardini del paradiso.

La concezione ortodossa ritiene che i musulmani dannati saranno un giorno anch'essi, per misericordia divina, ammessi in paradiso.

 

MORTE:  Aggravatosi il male, il Profeta mormor�:

=  Dio mi preservi dal perdere conoscenza nel momento della morte.

 

L'indomani, venerd�, la condizione del Profeta si aggrav� e la febbre crebbe. Egli aveva davanti a s� un recipiente di cuoio riempito d'acqua. Di tanto in tanto, per calmare i dolori e l'arsura, immergeva le mani nell'acqua e se le passava sulla fronte e sul viso esclamando:

=  Mio Dio, assistimi contro le angosce della morte!

 

La domenica il male si aggrav� ulteriormente.

L'indomani, luned�, tredicesimo giorno del mese di Rabi primo, nell'undicesimo anno dell'�gira, nel mattino il Profeta si alz�, aperse la porta dell'appartamento e guard� gli uomini radunati nella moschea che pregavano in file ordinate una dietro l'altra, mentre Abu Bakr svolgeva il ruolo di Im�m.

Tale spettacolo diede al Profeta gran gioia, ed egli esclam�:

=  Sia ringraziato il Signore, poich� il mio popolo, dopo la mia morte, seguir� le mie direttive e le mie istituzioni.

 

COSE ED USANZE:  'A'isah, vedendolo allegro,, lo credette guarito, e gli chiese se voleva un legnetto per pulirsi i denti, il miswak, tuttora in uso presso gli arabi.

=  Non fregare troppo forte - raccomand� 'A'isah, se non vuoi rovinarti i denti.

 

MORTE:  Ad un certo punto, tra il sorgere del sole e il mezzod�, il sudore prese a colargli dalla fronte; aperse la bocca e la richiuse; in tale modo la sua anima se ne part�.

Tutte le fonti riportano unanimi che il Profeta mor� di luned�, ma talune dicono che fu nel decimo giorno del mese di Rabi primo; altre il dodicesimo dello stesso mese. La data pi� attendibile � quest'ultima.

 

Al� usc� piangendo dalla casa. Giunsero Om�r e Abu Bakr.

Il primo non voleva che si dicesse "Il Profeta � morto".

=  Egli � andato a visitare Dio, e torner� - sosteneva, ma Abu Bakr si rivolse alla folla e disse:

=  Musulmani, Maometto ha lasciato questo mondo. Quelli che adoravano Maometto sappiano che � morto, ma coloro che adoravano Dio sappiano invece che Dio � vivo e non muore mai.

Il Profeta mor� di luned�, cos� come di luned� aveva avuto inizio l'�gira. Da morto, dopo tre giorni, esalava da lui un profumo soave.

 

FATTI MEMORABILI:  Abu Bakr fu nominato il primo fra i suoi successori.

 

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PARTE PRIMA:  La preparazione

PARTE SECONDA:  L'epos

PARTE TERZA:  Il consolidamento

PARTE QUARTA:  Apoteosi ed epilogo

 

 

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