Agor

RIGO CAMERANO

 
 

 

 

Ges�  in  pericolo ?

 

 

 

 
 
 
 
 

 

 

Esistono due unit� di misura utili a valutare le religioni monoteiste ebraica e musulmana: una � il parametro universale che sottintende l'esistenza di un Dio unico, un'altra � l'epos.

In entrambe le religioni descritte l'epos � compiuto personalmente dai profeti: Maometto nell'Islam, i profeti dell'ebraismo ed i Re da essi nominati e sollecitati all'impresa, nel giudaismo.

Si vedano: La vita di Maometto, di Muhammad Ibn Garir al-Tabari, del quale, in questo sito, � stata preparata una breve sinossi; ed anche la Bibbia in genere, e non solo i libri dei Re.

Ci� che differenzia, pertanto il Cristianesimo dalle religioni innanzi descritte �, fra le tante altre cose, il fatto che quest'ultimo non possiede un suo epos compiuto dal proprio profeta e Dio insieme.

Chi volesse, pertanto, vivere a imitazione dei profeti, o di Ges�, sarebbe libero, nei primi due casi, di intraprendere azioni epiche (o comunque belliche) nel nome della religione; nel terzo caso, no.

La "guerra santa", ad esempio, se proclamata nel modo giusto e dalla persona giusta, pu� essere giustificata, nelle religioni monoteiste, soltanto dall'Islam e dall'ebraismo.

Per questo motivo, spesso si parla a vanvera quando si scorgono, seguendo un'ottica "nostrana", contraddizioni fra l'atto e lo scritto riguardanti le cronache attuali degli integralismi non cristiani. La legge del taglione dovrebbe essere abbastanza esplicita al riguardo.

Maometto, per imporre il suo credo, predic� il Dio costruttore di un unico Cielo e di un'unica Terra, eredit� per tutti, ma combatt� aspramente, nella sua vita, le religioni idolatre delle trib� arabe, le quali tutte, coi loro idoli, si ritrovavano nella Mecca.

Il Deuteronomio, quinto libro biblico del Pentateuco (i cinque libri della Tor� = Legge, insegnamento) riconosciuto nell'Islam sebbene se ne discutano le alterazioni,  riporta parole del patriarca Mos�, nelle quali Maometto si riconobbe:

In esso � scritto:

DEUTERONOMIO. 12, 2.  Abolirete completamente tutti i luoghi nei quali quelle nazioni a cui voi toglierete il possesso, hanno adorato i loro d�i, sopra i monti, sopra i colli, o sotto ogni albero frondoso.

3.  Abbattete i loro altari, spezzate i loro cippi, incendiate i loro pali sacri, fate a pezzi i simulacri dei loro d�i, cancellate il loro nome da quel luogo.

Maometto, nella sua vita, fece distruggere pi� templi pagani che pot�, e ci� non pu� essere valutato secondo il nostro metro "occidentale" di giudizio.

La distruzione dei Buddha di pietra da parte dei talebani, tanto per fare un esempio, dal punto di vista dell'ortodossia religiosa trova qui la sua giustificazione, pur se non accettata da tutti nemmeno nel mondo islamico.

"Fondamentalismo", significa infatti giustificazione dei (o dai) fondamenti, anche se, siccome i testi sacri sono sempre assai vasti, spesso le interpretazioni sono diverse. Per i coranici, anzi,  dovrebbe essere riservato il termine "integralismo".

 

A differenza delle religioni islamica ed ebraica, il fondamentalismo cristiano non ha un suo epos che veda impegnato Ges� in prima persona. Le Crociate, Poitiers, Roncisvalle, la "Reconquista" della penisola iberica, Lepanto, la distruzione dell'impero Inca, l'assedio di Vienna e il resto, per quanto abbiano le loro giustificazioni storiche, conciliano male - fondamentalisticamente parlando - con Ges�. Tutt'al pi� conciliano con la necessit� di non perderlo, ma non esiste un Ges� militarmente aggressivo, tant'� che le stesse Crociate sono oggi in comune discredito.

Nel Cristianesimo, pertanto, non si potrebbe giustificare un fondamentalismo di tipo epico, se non ancorandolo al Vecchio Testamento.

L'antiscientifismo generico, quello, ad esempio, che fece inquisire Galileo e combattere Darwin, tanto per dirne una, trovava le proprie ragioni nella interpretazione biblica, non in quella dei Vangeli.

 

Si sta affermando oggi un fondamentalismo cattolico autodefinito "Pensiero forte", nato nel 1966 e diffuso attraverso un "Dizionario" che in pochissimi anni si � espanso e ha gi� conquistato ampi spazi della societ� civile italiana.

Il sistema di presentazione di tale opera, realizzata a schede, o per saggi brevi, � molto funzionale a Internet, ed alla fine di questo scritto ne sar� indicata la URL cliccabile, per quei pochi che ancora non la conoscessero. Nelle emeroteche i testi possono essere trovati nelle copie arretrate de "Il secolo d'Italia", a partire dal 16 febbraio 1966, nonostante non sembri che le due filosofie, quella del "Secolo" e quella del "Pensiero forte", almeno in questo momento, concilino troppo.

La giustificazione del termine "pensiero forte" proviene da due saggi di Giovanni Cantoni, entrambi intitolati "Dottrina Sociale della Chiesa".

L'Autore riconosce l'ambiguit� delle ideologie, che giudica "funzionali al potere piuttosto che alla verit�" - "Morte le ideologie - egli afferma - trionferebbe il pensiero debole...formula tanto felice (azzeccata) quanto pericolosa e avvelenata".

"Il Dizionario Devoto-Oli descrive il pensiero debole come "conscio dei propri limiti una volta constatato il crollo delle certezze metafisiche e proclamata vana la ricerca della verit�".

Il "veleno", spiega il Cantoni,

"sta nel fatto che la falsa umilt� metafisica genera relativismo etico, quindi totalitarismo subdolo perch� - per esempio in politica - abbandona le scelte fondamentali della vita sociale a un criterio quantitativo, quello maggioritario, e fa coincidere il campo di quanto socialmente accettato con l'area del negoziabile.

Contro, che fare? Contro, proporre il pensiero forte che - secondo il Gabrielli - ammette certezze assolute, da cui dipende la possibilit� di indagare e conoscere la realt�. Un pensiero, a dire del Devoto-Oli, "fondato su metafisiche certezze, convinto che la verit� esiste e che la si pu� conquistare".

Da queste premesse nasce...un dizionario del pensiero forte, cio� una serie di schede...a partire dal 16 febbraio 1966...in altra formulazione si tratta di una iniziativa intesa a promuovere una "cultura per la politica", attraverso la strumentazione costituita da un dizionario enciclopedico che fa riferimento al "senso comune", l'insieme organico delle certezze di fatto e di principio che sono comuni a ogni uomo, fra le quali la legge naturale, e costituiscono la base del pensiero forte, veramente umile perch� realistico, premessa razionale dell'atto di fede, quindi integrato esplicitamente, quando del caso, dal Magistero della Chiesa Cattolica.

L'iniziativa � a carico dell' IDIS, l'Istituto per la Dottrina e la Informazione Sociale che, nato da militanti di Alleanza Cattolica, si propone appunto di assistere quanti sono impegnati politicamente, quindi ogni cittadino, fornendo loro elementi formativi e informativi utili allo espletamento dell'impegno politico di ciascuno, attraverso la collaborazione di esperti...della cui seriet� l'Istituto stesso si rende responsabile."

Ora, Giovanni Cantoni e gli altri scrittori dell' IDIS, consentiranno che un sito dichiaratamente democratico qual'� Rigo Camerano possa dubitare, e non accettare d'un subito simili espressioni. Il fatto che non le si accettino, tuttavia, non significa che le si considerino necessariamente sbagliate. Comunque, ci si permetter� di discuterne.

 

Intanto, esaminiamo i termini. Il "Vocabolario della lingua italiana" dell'Istituto Treccani, alla voce "Pensiero", definisce in tal modo il "pensiero debole".

"Di coniazione recente la locuzione "pensiero debole", con cui si � definita una tendenza della filosofia contemporanea che, a partire dalla crisi dei sistemi filosofici e ideologici tradizionali e dalla loro inadeguatezza rispetto alla complessit� del reale, fatte discendere dalla pretesa di attingere la verit� assoluta mediante giudizi universali (e in quanto tali "forti") propone una interpretazione della realt� programmaticamente provvisoria e aperta ad una continua rielaborazione critica."

Platone intende il pensiero come il dialogo dell'anima con s� stessa (Abbagnano).

"Quando l'anima pensa, egli dice, non fa altro che discutere con s� stessa per via di domande e risposte, affermazioni e negazioni, e quando, presto o tardi, o d'un subito, si determina e asserisce, non dubita pi�, diciamo che essa � giunta ad una opinione.  Teeteto 190e, 191a - Cfr. Sofisti 264e."

Il pensiero dell'uomo nei propri rapporti con la societ� � necessariamente un pensiero metafisico, in quanto � chiaro che la limitatezza umana non consente di abbracciare tutto lo scibile della scienza sociale  secondo certezze.

In questo stesso sito (si veda "Nietzsche", capo III), la metafisica � definita "un comportamento congetturante, cio� quel tipo di descrizione che non � ancora oggetto di osservazione scientifica conclusiva."

La differenza fra l'uomo politico di governo e lo scienziato sta nel fatto che, mentre lo scienziato, prima esperimenta e poi produce la legge, l'uomo politico segue comportamenti induttivi , cio� � costretto, prima a produrre la legge, e poi a sperimentarla. Si veda, ancora su questo sito, il "Manuale del buon politicante da caff�", capo IV.

Ora, se il pensiero sociale democratico � esso stesso una forma di convivenza reciprocamente accettata, e in questo senso libera; �, per tal fatto, "pensiero metafisico", e quindi "debole" per autodefinizione, nel senso che le certezze se le va a trovare un poco alla volta (e di certo non tutte) nel corso del proprio sviluppo.

Per�, "pensiero forte" � soltanto il pensiero scientifico, ovvero l'esperienza che raggiunge certezze specifiche nelle discipline che sono di sua competenza e delle quali va trattando. Si vedano, ancora in questo sito, le "pillole" di Leonardo da Vinci, e il suo principio di non accettare "le grida" come criterio di verit�.

La pretesa di fare della metafisica un "pensiero forte", nel senso di attribuirgli certezze, � una pretesa che nessun filosofo "umano" potr� mai accettare, se non per propria individuale convenienza. Il "pensiero forte metafisico" altro non �, infatti, che la morte del pensiero stesso inteso come ricerca, proprio l'accettazione di quella "continua ricapitolazione del sapere" descritta nel romanzo e film di Umberto Eco "Il nome della rosa",  romanzo ambientato,  non lo dimentichiamo, nel medio evo.

Ci� non significa che le schede dell'IDIS non abbiano forte capacit� di impatto e convincimento. Direi tutt'altro, anche se la giustificazione filosofica che esse danno di s� stesse, dal nostro punto di vista appare di comodo.

 

Le risultanze politiche, per ci� che riguarda il mondo cattolico, sono riassunte da Marco Invernizzi nella scheda "Il movimento cattolico in Italia", nella quale egli descrive il Partito Popolare Italiano e la Democrazia Cristiana come prodotti politici sottratti alle decisioni del mondo cattolico, mettendo in evidenza "l'equivoco che caratterizza soprattutto la stagione della Democrazia Cristiana".

 

Altra perplessit� proviene, in un'altra scheda dello stesso Marco Invernizzi ("Il movimento nazionalista in Italia"), dalla sua propria interpretazione delle ideologie.

"Ogni ismo" - scrive Marco Invernizzi - cio� ogni ideologia, contiene un aspetto della verit�: il suo errore consiste nell'affermare questa "verit� impazzita" al di fuori di un rapporto gerarchico e organico con altre verit�, e soprattutto nel rifiutare la sottomissione alla VERITA' , a Dio, origine e significato della verit� di ogni cosa."

Ora, se Dio certamente esiste e se noi, vivendo in esso, intendiamo la vita come un continuo perfezionamento, un avvicinamento a lui (ricordo San Bonaventura da Bagnorea), allora la negazione delle ideologie come forme assolute di verit� � corretta.

Se  altrimenti affermiamo: "noi possediamo Dio poich� ci� ci proviene dalle Scritture, e se Dio ha una sola, unica forma, e cio� quella che noi intendiamo", allora la interpretazione pu� rivelarsi: "Tutte le ideologie sono errate in quanto parziali, meno la nostra, poich� verace." Ci� darebbe -  sempre secondo il nostro punto di vista - a tutto lo scibile dell' IDIS, carattere antidemocratico e intollerante.

Ora, i suggerimenti dell' IDIS, elargiti a tutti i cattolici, battezzati e osservanti, penso possano essere intesi in entrambe i modi, a seconda della maturit� della persona che li raccoglie.

 

Non mi soffermo sulla particolarit� delle schede, delle quali i principali autori, oltre al Cantoni e allo Invernizzi citati, sono Francesco Pappalardo, Oscar Sanguinetti, Paolo Mazzeranghi, Andrea Arnaldi e molti altri, dei quali molte cose scritte, nei loro particolari  sono senz'altro giuste; ma non � questo il punto. Il navigatore Internet che non le conoscesse, ne pu� fare esperienza da solo, senza passare attraverso il nostro giudizio, che potrebbe anche essere sbagliato. Consiglio di fissare subito tutto in dischetto e rivedere poi fuori rete, in tranquillit� e calma.

Lo spirito prodotto, comunque, a noi appare profondamente reazionario, tendente cio� a portare il mondo all'indietro, e a farne le spese � proprio la figura di Ges�, che qui sembra sia adoperato nel tentativo di costruzione di un epos - forse a venire - a imitazione di quello islamico e biblico.

Ges� nemico della rivoluzione italiana (leggi "Risorgimento"), Ges� rivoluzionario nel Messico, Ges� avvocato difensore di Bernardo Gui, il domenicano inquisitore calunniato da Umberto Eco (Si veda: F. Pappalardo, L'inquisizione medioevale), Ges� capo della "cruzada" franchista,  Ges� alla testa dei vandeani e del "sanfedismo" meridionale, Ges� partecipe in prima persona di un epos storicamente reale, ma certamente arruolato a forza. Mancanza, almeno cos� a noi pare, del necessario distacco storico, assenza assoluta di Ges� portatore dello spirito del Vangelo.

Il "pensiero forte" cattolico, gi� assai bene introdotto nel corpo della societ� italiana attuale, sembra avere recato, come frutto primario, la scomparsa del pensiero laico nei media (non si parla pi� di cittadini italiani, o tunisini, ma solamente di cattolici e islamici); ha rinverdito la vecchia ostilit� da guerra fredda verso gli Stati Uniti d'America, e su tale connubio ha partorito un' antiglobalizzazione particolarmente politicizzata e destabilizzante, molto diversa, nei propri aspetti e fondamenti, dalla consimile degli altri Paesi dell'Occidente.  Sar� possibile che tale antiamericanismo, palese o strisciante che sia, render� l'Italia l'anello debole della catena e  la risparmier� da pericoli?: al contrario, il rischio potrebbe diventare ancora pi� grande.

In breve, si sta concretizzando un modello di filosofia para-religiosa entro la quale il discorrere sulla pace sembra null'altro che un flatuus vocis.

La pace mondiale, purtroppo, � una forma di concretezza che dev'essere costruita dalla buona volont� della societ� civile, si chiami essa Pechino, si chiami Bagdad, si chiami Tel Aviv, si chiami Mosca, si chiami Roma, si chiami New York.  Non certo dalla rivisitazione della storia italiana, fatta in chiave politica, che va benissimo se il popolo la vuole, ma che potrebbe, se perseguita da minoranze esaltate e manovrate, fare dell'Italia una nuova Irlanda del Nord.

Soprattutto Ges�, in tale tipo di storia, non pu� trovare il suo posto.

Ci vorranno forse cent'anni di sacrifici ed errori, fallimenti e vittorie, e forse altri cento di stabilizzazione, ma la strada verso la pacificazione delle nazioni � segnata, ed � una: la Chiesa Cattolica far� la sua parte insieme agli altri, avvalendosi del suo carisma indiscusso, tanto pi� forte quanto pi� spiritualizzato. La ricostituzione di un nuovo Stato Vaticano in Italia, o magari di un piccolo impero slavo-latino non servirebbe allo scopo.

L'alternativa la conosciamo, e sarebbe tremenda... sarebbe la morte di Ges� e, insieme a lui, dell'umanit� intera.

 

Finisco ricordando le parole del presidente Carlo Azeglio Ciampi, pronunciate nel discorso tenuto a Fiume nell'incontro con la comunit� italiana locale, il 10 ottobre 2001.

"Vogliamo toccare con mano, nei suoi aspetti quotidiani, il significato profondo di un'Europa che, dalle sue mirabili diversit�, trae ispirazione per avanzamenti unitari.

Vogliamo toccare con mano i benefici arrecati all'Europa intera dallo esempio trainante dei valori della libert�, della democrazia, del rispetto della persona umana in cui si esprime l'identit� della questione europea.

Pensavamo che nei nostri Paesi, dopo i travagli del secolo scorso, quei valori fossero diventati indistruttibili. Ma non sono, n� saranno piegati.

Non tollereremo che estremisti e terroristi mettano a repentaglio le conquiste politiche e civili di intere generazioni".

 

Osimo, 3 novembre 2001.

 

Per una visitazione del "pensiero forte": 

 http://www.alleanzacattolica.org/

 

 

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