B I B B I A

NUOVO   TESTAMENTO

Imprimatur



VANGELO  SECONDO  LUCA


Luca, medico siriano convertitosi nel 48 d.C. scrisse due libri: un Vangelo e gli Atti degli Apostoli. La nostra redazione ne presenta qui il prologo e alcuni brani iniziali, riservando per sè un breve commento.

 

P R O L O G O

 

1.

Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra noi, come ce li hanno trasmessi coloro che furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch' io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perchè ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

 

RACCONTI DELL' INFANZIA, DI BATTISTA E DI GESU'

 

Al  tempo di Erode Re della Giudea, c' era un Sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abia, e aveva in moglie una discendente di Aronne, chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore, ma non avevano figli perchè Elisabetta era sterile e tutti due erano avanti negli anni.

Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l' usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio e fare l' offerta dell' incenso.

Tutta l' Assemblea del popolo pregava fuori, nell' ora dell' incenso. Allora gli apparve l' Angelo del Signore, ritto alla destra dell' Altare dell' Incenso.

Quando lo vide Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l' Angelo gli disse: Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita poiché egli sarà grande davanti al Signore, non berrà vino ne' bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli di Israele al loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia nel ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto.

 Zaccaria disse all' Angelo: Come posso conoscere questo ? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni.

L' Angelo gli rispose: "Io sono Gabriele, che sto al cospetto di Dio e sono stato inviato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perchè non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno nel loro tempo".

Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio.

Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.

Compiuti i giorni del suo servizio tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta sua moglie concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: "Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nel giorno in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini".

 

ANNUNCIO A MARIA SULLA NASCITA DI GESU'

 

Nel sesto mese l' Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret, a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.

La vergine si chiamava Maria. entrando da lei, disse: "Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.

L' Angelo le disse: "Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato figlio dell' Altissimo, il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre nella Casa di Giacobbe, e il suo regno non avrà fine".

Allora Maria disse all' Angelo: "Come è possibile ? Non conosco uomo".

Le rispose l' Angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell' Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato figlio di Dio. Vedi, anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei che tutti dicevano sterile. Nulla è impossibile a Dio.

Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l' angelo partì da lei.

 

INCONTRO TRA MARIA ED ELISABETTA

 

 

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella Casa di Zaccaria salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.

Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo ! A che debbo che la madre del mio Signore venga da me ? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell' adempimento della parola del Signore.

 

IL  CANTICO  DI  MARIA



Allora Maria disse:

"L' anima mia magnifica il Signore

e il mio Spirito esulta in Dio, mio Salvatore,

perché ha guardato l' umiltà della sua serva.

D' ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l' Onnipotente

e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione

la sua misericordia si stende

su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi

nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili,

ha ricoperto di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza,

per sempre".

 

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi ritornò a casa sua.

 

NASCITA  DEL  BATTISTA

 

Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.

I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.

 

CIRCONCISIONE  DEL  BATTISTA

 

All' ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino, e vollero chiamarlo col nome del padre, Zaccaria. Ma la madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni".

Le dissero: "Non c' è nessuno nella tua parentela che si chiami con questo nome". Allora domandavano con cenni a suo padre come volesse che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati.

In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.

Tutti i loro vicini furono presi da timore e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino" ? Si dicevano, E davvero la mano del Signore stava con lui.

 

IL  CANTICO  DI  ZACCARIA

 

Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo e profetò dicendo:

"Benedetto il Signore Dio di Israele, perchè ha suscitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella Casa di Davide, suo servo, come aveva promesso, per bocca dei suoi Santi Profeti d' un tempo: salvezza dai nostri nemici e dalle mani di quanti ci odiano.

Egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua Santa Alleanza, del giuramento fatto ad Abramo nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia, al suo cospetto in tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell' Altissimo perchè andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,

per cui verrà a visitarci dall' Alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell' ombra della morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace".

 

LA  VITA  DEL  BATTISTA

 

Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

 

NASCITA  DI  GESU'  E  VISITA  DEI  PASTORI

 

 

2.

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.

Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme per farsi registrare, insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.

Diede alla luce suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perchè non c' era posto per loro nell' albergo. C' erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un Angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.

 

 

Essi furono presi da grande spavento, ma l' Angelo disse loro: "Non temete, ecco vi aggiungo una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: "Oggi vi è nato, nella città di Davide, un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete il bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".

E subito apparve, con l' Angelo, una moltitudine dell' esercito celeste che lodava Dio e diceva:

"Gloria a Dio nel più alto dei Cieli

e pace in terra agli uomini che egli ama".

 

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al Cielo, i pastori dicevano tra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".

Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udirono si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com' era stato detto loro.

 

GESU'  CIRCONCISO  E  PRESENTATO  AL  TEMPIO

 

Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall' Angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. Quando venne il tempo della loro purificazione, secondo la legge di Mosé, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore:

 

"Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore

e per offrire in sacrificio una coppia di tortore

o di giovani colombe, come prescrive la Legge del Signore".

 

CANTICO  DI  SIMEONE

 

Ora a Gerusalemme c' era un uomo chiamato Simeone, uomo giusto e timorato di Dio che aspettava il conforto di Israele; lo Spirito Santo che era su di lui gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.

Mosso dunque dallo Spirito si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

 

"ora lascia o Signore ch il tuo servo

vada il pace secondo la tua parola

perché i miei occhi han visto la tua salvezza

preparata da te davanti a tutti i popoli

luce per illuminare le genti

e gloria del tuo popolo d' Israele".

 

PROFEZIA  DI  SIMEONE

 

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria sua madre:

"Egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perchè siano svelati i segreti dei nostri cuori. E anche a te una spada trafiggerà l' anima".

 

LA  PROFETESSA  ANNA

 

C' era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, delle tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni, dal tempo in cui era ragazza. Era poi rimasta vedova ed ora aveva ottantaquattro anni.

Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

 

RITORNO  A  NAZARET

 

Quando ebbero tutto compiuto secondo la Legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

 

GESU'  AL  TEMPIO,  PRESSO  IL  PADRE

 

 

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme, per la festa di Pasqua.

Quando egli ebbe dodici anni vi salirono di nuovo, secondo l' usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre percorrevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme senza che i genitori se ne accorgessero.

Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo fra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che lo udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

Al vederlo rimasero stupiti, e la madre gli disse: "Figlio, perchè ci hai fatto così ? Io e tuo padre, angosciati, ti cercavamo".

Ed egli rispose: "Perché mi cercavate ? Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio ?"

Ma essi non compresero le sue parole.

 

CONCLUSIONE

 

Partì dunque con loro e tornò a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

ATTIVITA'  DI  GIOVANNI  AL  GIORDANO

 

3.

Nell' anno decimoquinto dell' Impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea e Filippo, suo fratello, tetrarca della Iturea e della Traconitide; e Lisania tetrarca dell' Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

 

CATECHESI

 

Ed egli percorse tutta la regione del Giordano predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com' è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri !

Ogni burrone sia riempito

ogni monte e ogni colle sia abbassato;

i passi tortuosi siano diritti;

i luoghi impervi spianati.

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

 

Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: "Razza di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire all' ira imminente ? Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire a voi stessi: "Abbiamo Abramo per padre ! Perchè io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto sarà tagliato e buttato nel fuoco".

 

GIOVANNI  E  LE  FOLLE

 

Le folle lo interrogavano: "Che cosa dobbiamo fare ?"

Rispondeva: "Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto".

Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: "Maestro, cosa dobbiamo fare ?"

Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato".

Lo interrogavano anche alcuni soldati: "E noi, che dobbiamo fare ?"

Rispose: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno. Accontentatevi delle vostre paghe".

Poichè il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua, ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula la brucerà con fuoco inestinguibile",

Con nuove altre esortazioni annunciava al mondo la buona novella.

 

INCARCERAZIONE  DI  GIOVANNI

 

Ma il Tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodiade moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse alle altre anche questa: fece chiudere Giovanni in prigione.

 

BATTESIMO  DI  GESU'

 

 

Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesu', ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il Cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal Cielo:

 

"Tu sei il mio figlio prediletto

di te mi sono compiaciuto".

 

GENEALOGIA  DI  GESU'

 

Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent' anni, ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, figlio di Mattat, figlio di Levi ...figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

 

TENTAZIONI  DI  GESU'

 

4.

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame.

Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei figlio di Dio, dì a questa pietra di diventare pane".

Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l' uomo".

Il diavolo lo condusse in alto, e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: "Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perchè è stata messa nelle mie mani, e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo".

Gesù gli rispose: "Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo tu ti prostrerai, lui solo adorerai".

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: "Se tu sei figlio di Dio, buttati giù; sara scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perchè essi ti custodiscano. E anche: Essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra".

E Gesù gli rispose: "E' stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo".

Dopo avere esaurito ogni specie di tentazione il diavolo si allontanò da lui, per ritornare al tempo fissato.

 

MINISTERO  DI  GESU'  IN  GALILEA

 

Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro Sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazaret, dove era stato allevato ed entrò, secondo il suo solito, di sabato, nella sinagoga, e si alzò a leggere.

Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo, trovò il passo ove era scritto:

"Lo spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l' unzione e mi ha mandato ad annunziare ai poveri il lieto messaggio; per proclamare ai prigionieri la liberazione, e ai ciechi la vista; per rimettere in liberà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore".

Poi arrotolò il volume, lo consegnò all' inserviente, e sedette. Gli occhi di tutti, nella Sinagoga, stavano fissi sopra di lui.

Allora cominciò a dire. "Oggi si è compiuta questa scrittura, che voi avete udito con i vostri orecchi".

Tutti gli rendevano testimonianza, ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe ?"

Ma egli rispose: "Di certo mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria".

Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche, c' erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il Cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi, e ci fu una grande carestia in tutto il paese. Ma a nessuna di esse fu mandato Elia se non a una vedova di Sarepta di Sidone. C' erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato, se non Naaman il Siro".

All' udire queste cose tutti nella Sinagoga furono pieni di sdegno, si levarono, lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.

Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

 

BREVE COMMENTO PITAGORICO

 

Sospendiamo qui la citazione del Vangelo di Luca e consigliamo al lettore di continuare a leggere da un testo pubblicamente approvato. La nostra scrittura è comunque copiata su Mondadori  (1986) (imprimatur), con testo a cura di Diego Manetti e Stefano Zuffi.

Questo meraviglioso brano evangelico, scritto a poco meno di 300 anni dal Primo Concilio di Nicea presieduto da Costantino, rivela - secondo noi - ciò che traspare palesemente in tutto il Cristianesimo pre-conciliare dei primi Padri. Intendiamo, il desiderio di cambiare il mondo, di toglierlo alla ragione prestabilita sulla violenza.

Forse esageriamo ma, da pitagorici, riteniamo  che San Luca sia, fra gli Evangelisti, colui che in buona fede più utilizza il miracolo come strumento di  credibilità carismatica. Lui comunque lo  fa con convinzione e a fin di bene.

Negli "Atti degli Apostoli" 9. 36 sgg. egli attribuisce a San Pietro la resurrezione da morte di Tabità, che pare sia una sua onesta discepola. Non che il miracolo della resurrezione, se non fatto da Dio, sia ritenuto impossibile, ma a noi sembra che non sia questa la strada giusta da percorrere per ottenere una acquisizione di valori cristiani nella società civile. Riteniamo che le esigenze di un Credo troppo elaborato e fantastico possano produrre necessità di falsificazione o fedeli poco convinti.

Per far capire la nostra posizione ideologica dirò che, a differenza che nell' Enoteismo, la religione pitagorico-orfista (opinione sulla divinità, comune a tutti i filosofi presocratici)  non ammette il contatto diretto uomo - Dio, ovvero l' uomo magico e le Leggi della Creazione modificabili a capriccio.

Ammette che le Leggi della Natura siano oggetto di sempiterna ricerca.

Secondo tutti i filosofi presocratici (citiamo Socrate ed Epicuro in particolare) non può esistere in Cielo una divinità capace di maledizione e di portare rancore. Secondo l' Orfismo la Natura nasce "al di là del bene e del male" e si sviluppa per evoluzione spontanea.

Il punto che realmente fa la differenza, è l'anima.

O l' anima (limitata agli umani) esiste realmente anche nel Cielo (nasce col Cielo) e si sviluppa sulla Terra attraverso l' essere umano. O non esiste. In quest' ultimo caso - scientificamente - potremmo aspettarci di perdere la nostra mente rinascendo  attraverso un qualsiasi uovo, e la vita diverrebbe realmente senza speranza. Ciò non toglie che noi si sia esseri umani "limitati".

Secondo l' Orfismo, la concezione dell' anima nasce nella Ionia nel Sesto secolo a.C., portata da Ferecide di Siro e accolta da Pitagora. Probabilmente, in Mesopotamia, anche prima. Noi comunque accettiamo che anche da Gesù Cristo si sia aperto un sentiero dell' anima.

Secondo un nostro modo di intendere la logica, essendo lo Spirito Celeste incontaminato, non si dovrebbe giungere alla realizzazione dell' anima attraverso una sola vita. Il giudizio universale fondato sulla prima morte, e la possibilità dell' Inferno in Cielo, non dovrebbe esistere.  La Legge di Dio esiste, ma la riteniamo prestabilita. Ogni peccato sulla Terra porta una conseguenza diretta e un dolore. Non c' è bisogno di un ulteriore giudizio con punizione sempiterna. C'è bisogno di una conciliazione portata sull' esperienza di vita (o necessariamente di più vite).

La natura umana comunque è tale, che noi effettivamente non conosciamo le cose del Cielo. Per questo siamo relativisti, e non buddisti, perchè non ammettiamo certezze nelle vicende umane. Riconosciamo però che solo credendo in Dio il mondo potrà salvarsi. Ma il Dio dovrà essere di tutti, dovrà entrare nella comprensione umana attraverso qualsiasi persona, a qualsiasi religione appartenga. In breve - secondo noi -  la Legge di Dio è una e la si scopre attraverso la Legge della Natura, che è o dovrebb' essere una Legge di evoluzione. Noi crediamo sinceramente nella "Libertà di religione" così come è stabilito nelle Costituzioni di ogni Stato Civile nel mondo.

Se si vuole perciò criticare il relativismo, occorre farlo civilmente, attraverso argomenti, che possono essere svariatissimi. Anche Socrate, che confutava   il relativismo sofista, lo condannava  in quanto,  dalle argomentazioni di Gorgia ed Ippia, non riconosceva  una ricaduta morale utile alla Città.

Ricordare i relativisti come fa la Enciclica "Laudato sì" ai numeri 122, 123 scrivendo che si tratta di peccatori e basta, ricorda la presa di Gerico e la morale di molti passi del Vecchio Testamento. Lascia supporre che non si dica il vero quando si parla di "libertà di religione", che si pensi piuttosto a un modello totalitario. Purtroppo la verità totalitaria ha sempre cozzato col desiderio di verità reale, sempre annunciato e sempre disatteso. Ha sempre influenzato negativamente la cultura. Senza scomodare Galileo, a parte i benemeriti traduttori di documenti, i filosofi di Stato, ad esempio, ci hanno sino ad oggi insegnato che il Pitagorismo non è altro che la anticipazione del Cristianesimo (potrebbe anche esserlo, dipende dai punti di vista) e che l' insegnamento di Pitagora si riduce, grosso modo, alla rivelazione dell' armonia delle sfere.

Potremmo continuare. Ma abbiamo scritto "breve commento" e non vogliamo contraddirci. Un buon augurio a tutti i buoni cristiani. Ne conosciamo molti.

 

Raffaello: Socrate e allievi